La Roma ha cominciato bene, forse anche troppo, la Champions League 2014/15 e stasera affronta il Manchester City al secondo anno della gestione Pellegrini con la certezza di dover recitare il ruolo dell'outsider, ma senza sapere bene che tipo di outsider dovrà essere.
La Roma è già in grado (alla sua seconda partita nell'Europa che conta dopo tre anni dall'eliminazione agli ottavi con lo Shakthar, 2-3 a Roma e 0-3 in Ucraina) di giocarsi il controllo del pallone andando a pressare il City fuori casa?
Il palleggio della squadra di Rudi Garcia resisterà alla prova dell'intensità dei vari Agüero, Milner, Fernandinho, Zabaleta?
Nainggolan uscirà vincitore dalla lotta con Yaya “Ercole” Touré?
Sulla partita influirà di più il tocco di Silva o quello di Pjanic?
A queste domande risponderà il campo, quello che segue è uno studio paranoico, un'ana-isi per immagini di come si può provare a mettere in difficoltà il Manchester City. Gli esempi sono tratti dalle partite con l'Hull City (vittoria 4-2 fuori casa) e con il Chelsea (pareggio 1-1).
Il modulo base della squadra di Pellegrini è il 4-2-3-1 (con Silva, o Jovetic dietro una punta) che si può leggere 4-4-2 quando giocano Agüero e Dzeko insieme, oppure 4-2-2-2 in fase offensiva quando gli esterni si accentrano tra le linee, un movimento che Pellegrini chiede anche a uomini prevalentemente di fascia come Milner e Jesús Navas (non sempre, ovviamente).
In fase difensiva, quando la squadra avversaria riesce a impostare l'azione superando il primo pressing di Agüero e Dzeko, il City si schiera con due linee da 4 difficili da scomporre e aggressive tra le linee.
Sabato scorso, però, l'Hull City è riuscito a recuperare 2 gol di svantaggio in una manciata di minuti e in alcune situazioni si è visto che per mettere in difficoltà la difesa del City una delle soluzione è attirare fuori posizione un difensore e giocare la palla nel buco.
Nell'immagine qui sopra, dopo pochi minuti di gioco, i “citizens” erano già in vantaggio 1-0 grazie a un gol di Agüero. In fase difensiva coprono con relativa tranquillità l'ampiezza del campo, se ad esempio la palla si muove sulla fascia destra, Milner accorcia. Escludendo il dribbling, che con Milner buona fortuna, la sola soluzione per l'esterno avversario è tornare a giocare la palla al centro.
A questo punto però il centrocampo del City è abbastanza alto e tra Milner e Fernandinho c'è lo spazio per un passaggio. L'attaccante avversario, Jelavic, può venire incontro tra le linee portando via uno tra il terzino e il centrale difensivo del City, in questo caso Zabaleta.
Ci sarebbe lo spazio per l'inserimento del centrocampista (Livermore) e per la palla di ritorno, ma Fernandinho fa buona guardia (Yaya Touré corricchia) e Jelavic preferisci girarsi verso l'esterno e partire da solo nel buco di Zabaleta. L'argentino è veloce e potente e lo recupera dopo poco, Jelavic è costretto a tornare indietro e a questo punto il City è schierato a ridosso della propria area di rigore.
Adesso non c'è più spazio tra le linee né sulla fascia.
Bisogna essere più reattivi per mettere in difficoltà il 4-4-2 difensivo del Manchester City, si può disordinare ma grazie alle doti fisiche degli interpreti in campo (francamente eccezionali) ci mettono davvero poco a tornare ognuno al proprio posto.
Dopo l'autogol di Mangala che ha accorciato le distanze (un colpo di testa goffo con l'area di rigore vuota, in precedenza Clichy si era fatto saltare lungo la fascia) il 2-2 dell'Hull City arriva su una transizione difensiva completamente sballata della squadra di Pellegrini.
In fase di impostazione l'ampiezza la danno i terzini, Clichy e Zabaleta, sempre molto alti (sopratutto l'argentino).
Yaya Touré scende tra i centrali difensivi, creando la superiorità numerica contro i 2 attaccanti avversari e prendendosi la responsabilità del primo passaggio verticale (quando non c'è pressing lascia Fernandinho al centro e si sposta a ridosso delle punte).
Milner e Silva possono venire al centro del campo o restare larghi: nel primo caso gli attaccanti sono chiamati a tagliare in profondità verso l'esterno per un lancio, nel secondo possono abbassarsi a ricevere palla rasoterra.
In questo caso Milner si muove alle spalle del centrocampo dell'Hull City e Yaya Touré azzarda una palla di facile lettura. Livermoore vince il contrasto con Milner e l'azione per il Manchester City si trasforma da offensiva a difensiva. Le distanze tra giocatore e giocatore, però, non gli permettono una transizione abbastanza veloce.
Fenrnandinho è in inferiorità al centro, con Milner in ritardo (nel contrasto precedente era caduto a terra) e Yaya Touré lontano. Huddleston riceve da Abel Hernandez e aggira Fernandinho alla sua sinistra, servendo Diamé sulla corsa.
Il giocatori del Manchester City accorciano il più velocemente possibile le distanze e tornano a difendere dando le spalle alla propria porta.
A quel punto Yaya Touré attacca la palla, ma Abel Hernandez è bravissimo a muoversi nello spazio alle sue spalle e a triangolare con Diamé.
Il triangolo Diamé-Hernandez-Diamé taglia fuori Yaya Touré. In questo modo Abel Hernandez ha anche attirato fuori posizione Eliaquim Mangala, il centrale francese acquistato a caro prezzo dal Porto quest'estate (insieme al centrocampista difensivo Fernando che ha ripreso ad allenarsi in questi giorni dopo un infortunio).
Mangala non cambia direzione alla propria corsa neanche quando Hernandez scappa in profondità e finisce col farsi scavalcare dal passaggio di Diamé per Hernandez che chiude il doppio triangolo.
Kompany è molto veloce ed è uno dei migliori al mondo a coprire le spalle ai propri compagni di reparto ed è già pronto a chiudere, Mangala però è irruento e girandosi interviene in gamba tesa su Abel Hernandez, un metro dentro l'area di rigore.
Dall'azione del momentaneo 2-2 dell'Hull City si capisce come il Manchester City non si preoccupi di avere superiorità al centro del campo in fase di impostazione (e probabilmente non farà niente per pareggiare i 3 centrocampisti + Totti della Roma).
Nel secondo tempo della partita con l'Hull, sul 2-2, Pellegrini ha estremizzato la cosa togliendo Fernandinho e inserendo Jesús Navas. Lasciando così Yaya Touré da solo davanti alla difesa, con Milner e Navas sui lati e Silva dietro le due punte.
Due minuti dopo il cambio Fernandinho-Navas, Dzeko ha segnato il gol del 2-3, il suo secondo personale, con un taglio verso l'esterno e un diagonale rasoterra di una precisione spaventosa. Poco dopo Pellegrini ha inserito Lampard per Agüero e Yaya Touré si è sentito meno solo.
Ma la fiducia che Pellegrini ripone nelle doti del trentunenne centrocampista ivoriano, fisiologicamente in calo fisico (sopratutto quando c'è da difendere), potrebbe essere un altro punto debole del Manchester City.
Due settimane fa il Manchester City ha affrontato in casa il Chelsea di Mourinho, è finita 1-1 con il City in dieci dopo l'espulsione di Zabaleta, che recupera grazie al gol di Lampard.
Il Chelsea era schierato con il solito 4-2-3-1, ma l'impressione è stata che Mourinho avesse studiato con particolare attenzione lo spazio dietro Yaya Touré, chiedendo a Willian, sopratutto, di mettersi dietro l'ivoriano per ricevere palla.
In questa situazione, per coprire le spalle di Yaya, e impedire a Willian di girarsi e minacciare la difesa palla al piede, Milner è costretto a stringere al centro.
Venti secondi dopo, si ripropone una scena simile. In questo caso è Hazard che dall'esterno taglia alle spalle di Yaya Touré costringendo uno tra Zabaleta e Kompany ad uscire dalla linea di difesa.
L'azione non ha sortito nessun effetto particolare, sempre perché i giocatori del Manchester City hanno un livello atletico tale da poter coprire i buchi molto rapidamente, ma il Chelsea ha insistito anche nel secondo tempo, giocando nel cerchio di campo dietro al centrocampista ivoriano (ancora uno dei migliori al mondo quando parte palla al piede, intendiamoci) per sfruttarne i limiti difensivi.
In che modo tutto questo potrebbe essere utile alla Roma?
Totti sarà senz'altro in difficoltà contro l'aggressività della coppia Kompany o Mangala (meno se ci sarà Demichelis in campo), ma il falso nove serve esattamente a questo: ad attirare fuori posizione uno dei centrali difensivi avversari, per creare spazio alle corse di Gervinho e Florenzi.
I due esterni della Roma però dovranno cercare anche di giocare tra le linee, e lo spazio dietro a Yaya potrà essere occupato da uno di loro, da Totti o, perché no, dall'inserimento di una mezzala (Nainggolan o Pjanic).
Magari nessuno degli spunti qui sopra sarà utile alla Roma, magari Pellegrini cambierà formazione o inserirà al momento opportuno un altro centrocampista difensivo come Fernando. La tattica è solo uno degli aspetti di una partita di calcio, conteranno molto quello psicologico (giocare nell’Etihad, contro 11 campioni + sessantamila tifosi) e quello atletico. E poi ci sono gli episodi, la fortuna, le prodezze dei singoli. L’unica cosa certa è che non sarà facile. Ma come si dice? Quando il gioco si fa duro.