Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Brignola è una bella sorpresa
22 mar 2018
Il trequartista del Benevento è uno dei diciottenni che ha giocato di più in Europa, merito del contesto creato da De Zerbi.
(articolo)
12 min
Dark mode
(ON)

Il campionato del Benevento è, nella stessa misura, disastroso, sfortunato e, per certi versi, inspiegabile. I sanniti hanno subito 7 gol nei minuti di recupero, che messi insieme sono costati 6 punti. Ma il Benevento è riuscito anche a segnare per tre volte nei minuti supplementari, subendo però in due occasioni gol subito dopo averlo realizzato. L’unica volta in cui i minuti di recupero hanno regalato dei punti alle “streghe” è stata quella in cui il portiere Brignoli ha realizzato il gol del pareggio nella partita interna contro il Milan. Un evento rarissimo che suggella in qualche modo l’illogica stagione del Benevento.

Tra le pochissime cose da salvare dell’assurdo campionato dei sanniti c’è però l’esordio in serie A del diciottenne Enrico Brignola, originario di Telese Terme un piccolo paese a 30 Km da Benevento. Tra i diciottenni che giocano nei migliori cinque campionati europei, Brignola è il sesto per numero di presenze e minuti giocati. Meglio di lui solo Kai Havertz del Bayer Leverkusen, Michaël Cuisanse del Borussia M’Gladbach, Jann-Fiete Arp dell’Amburgo e Ibrahima Konaté dell’RB Lipsia in Bundesliga, e Moise Kean del Verona in Italia.

Tra questi Brignola è senz’altro quello più inatteso. Il suo curriculum giovanile è più che modesto: modesto settore giovanile del Benevento, un anonimo anno di passaggio negli allievi della Roma e un brevissimo esordio in Serie B con le “streghe”. Brignola non era preceduto dall’aura di hype che di solito circonda i giocatori offensivi che escono dai settori giovanili e la sua fisicità più che normale non prometteva niente di buono.

L’esordio di Brignola in Serie A è arrivato nella partita con il Milan. Il Benevento era reduce dal record di 15 sconfitte consecutive e aveva già sostituito il tecnico della promozione, Marco Baroni, con Roberto De Zerbi. Il nuovo tecnico ha piantato subito nella squadra i semi del suo gioco di posizione, ma nonostante prestazioni tatticamente molto interessanti, ha perso comunque tutte e cinque le partite giocate.

A metà secondo tempo, il Milan è avanti per 2-1 e De Zerbi decide di sostituire l’esterno Parigini con Brignola, schierando il neo entrato largo a destra nel 4-3-3 della sua squadra, che, a 10 minuti dalla fine, si tramuterà in un 4-2-4. A fine partita Brignola, di fede milanista, scambia la maglia col suo marcatore, Rodriguez. Per le tre partite successive Brignola torna a sedersi in panchina, ma il 30 dicembre 2017, Amato Ciciretti si ferma durante il riscaldamento e De Zerbi sceglie il giovane esterno della squadra Primavera per una maglia da titolare nel match casalingo contro il Chievo. Brignola viene schierato come trequartista di destra nel 3-4-2-1 disegnato dal suo tecnico e gioca 90 minuti, che coincidono con la prima vittoria in campionato dei sanniti.

Da quel momento, Brignola, fatta eccezione per quella esterna contro il Torino, gioca tutte le partite da titolare, diventando un tassello imprescindibile, a soli 18 anni, del sofisticato disegno tattico di Roberto De Zerbi. Alla sua terza presenza in Serie A ha segnato il primo gol, segnando nel recupero il gol del momentaneo 3-1 interno contro la Sampdoria. Era la seconda vittoria consecutiva, che lasciava immaginare un finale di stagione più eroico.

Nel gioco di posizione del Benevento

Per valutare l’impatto di Brignola bisogna per forza tenere in considerazione le peculiari richieste tattiche del suo allenatore. Il gioco offensivo di De Zerbi è catalogabile a pieno titolo all’interno del “gioco di posizione”. Il Benevento mira a disordinare la struttura difensiva avversaria per creare gli spazi utili per sviluppare il proprio attacco.

Il Benevento cerca di attirare il pressing avversario, per dilatare le distanze nel blocco difensivo e trovare uomini liberi alle spalle della pressione. Per questo la circolazione del pallone è paziente, non disdegnando di tornare all’indietro per riordinarsi ed attrarre l’avversario, e spesso inizia da zone particolarmente basse, coinvolgendo il portiere.

La centralità dei princìpi di gioco rende il modulo adottato quasi irrilevante per il tecnico che ha più volte variato lo schieramento della sua squadra. Con De Zerbi il Benevento ha giocato con la difesa a 3 e a 4, con triangoli di centrocampo in cui il vertice poteva stare in alto o in basso e con disposizioni offensive riconducibili a 3 punte classiche, due trequartisti e una punta o, ancora, con tre giocatori alle spalle di un centravanti. La squadra ha quasi sempre mostrato una grande fluidità posizionale, variando il proprio schieramento nelle due fasi di gioco e nel corso della partita.

In questo quadro tattico Enrico Brignola si è inserito in maniera sorprendente, occupando ogni ruolo sul centro-destra dell’attacco. Brignola è un atleta brevilineo e dotato di buona muscolatura. I dati a disposizione indicano che è alto solamente 165 cm, ma pesa 73 Kg. La struttura fisica anticipa in qualche modo le caratteristiche atletiche.

Brignola è un calciatore compatto, dotato di una certa forza esplosiva nelle gambe e un ottimo spunto da fermo nei primi metri. La velocità su distanze più ampie è buona, ma non eccezionale. Anche la parte superiore del corpo sembra ben sviluppata e gli permette di gestire discretamente i duelli corpo a corpo. È un mancino naturale e l’utilizzo del piede destro è limitato a una gestione elementare del pallone. La rapidità dei gesti tecnici, unita a una certa sensibilità sulla palla, lo rendono abile nel gioco negli spazi stretti; il calcio verso distanze medio-lunghe è di buona qualità. La tecnica e lo spunto sul breve, unita a una certa dose di imprevedibilità, lo rendono temibile in dribbling.

Brignola ha già segnato 3 reti nelle 10 partite giocate finora, risultando così, assieme al centravanti Coda, il miglior marcatore del Benevento. Ma l’impatto di Brignola con la Serie A non si limita ai numeri più evidenti. Ad impressionare è stata la capacità di inserirsi nei complessi meccanismi di gioco del suo allenatore e di interpretarli al meglio.

Una calamita per gli avversari

In fase di costruzione bassa, contro il blocco difensivo avversario schierato e in attesa, Brignola si mette spesso in posizione aperta e con la funzione di facilitare, consolidare e rendere efficace nell’attrarre gli avversari, il possesso palla della sua squadra. Anche quando schierato con 4 difensori di ruolo, il Benevento usa una base di costruzione composta da 3 uomini e due esterni larghi e avanzati rispetto alla linea arretrata. Per passare dalla difesa a 4 a quella a 3 la rotazione di De Zerbi prevede di alzare il terzino sinistro, che va a garantire ampiezza alla squadra e, di conseguenza, dall’altro lato, di abbassare l’esterno destro d’attacco, Brignola, per regalare simmetria allo schieramento.

La scelta di abbassare, tra i due esterni offensivi, il diciottenne è figlia delle sue capacità nella gestione intelligente del possesso. Le letture di Brignola sono sempre appropriate, ha la pazienza di non forzare le giocate e di tenere il pallone tra i piedi, anche sotto pressione, per tirare fuori il proprio marcatore e far alzare la squadra avversaria.

L’utilizzo di Brignola in costruzione bassa lo rende il giocatore offensivo del Benevento, tra quelli che hanno giocato almeno un terzo dei match, che effettua più passaggi per 90 minuti. La mappa di distribuzione del Benevento è piuttosto singolare, col portiere Brignoli che gioca più passaggi di ogni giocatore avanzato.

La posizione assunta spesso da Brignola in fase di costruzione bassa della manovra. De Zerbi passa da una difesa a 4 a una linea a 3, facendo avanzare il terzino sinistro Venuti. Sulla fascia opposta Brignola si abbassa e supporta la circolazione del pallone della sua squadra.

Una volta attirato il pressing Brignola è anche bravo ad approfittare degli spazi che si aprono. Tagliando verso l’interno del campo ha la sensibilità spaziale per trovare i buchi nel blocco difensivo avversario e ricevere un passaggio taglia linee alle spalle della pressione. È in genere piuttosto abile, arrivando da destra, a trovare il tempo giusto del taglio e, grazie a questo, a ricevere con il corpo ben orientato verso il campo da attaccare. La sensibilità nel controllo orientato completa l’efficacia della ricezione dietro la pressione avversaria, che, nel calcio di De Zerbi, deve accelerare la velocità della manovra e, se possibile, permettere di capitalizzare il vantaggio posizionale acquisito affrontando fronte alla porta la difesa avversaria non più protetta dal proprio centrocampo.

Djimsiti esegue un passaggio rasoterra che scavalca due linee di pressione dell’Inter. Brignola taglia a tempo da destra verso il centro, riceve con il piede sinistro e trova lo spazio per affrontare, fronte alla porta, la linea difensiva dell’Inter.

In posizione più avanzata Brignola può ricevere isolato sulla fascia, per puntare verso il centro con il sinistro e concludere con un assist in verticale per il taglio profondo della punta centrale o in diagonale per quello dell’esterno opposto. Può anche associarsi con i compagni, disegnando scambi ravvicinati con l’esterno che si sovrappone da dietro e con il centrocampista che si avvicina in sostegno. Giocando sul lato debole attacca di rado la profondità con un taglio davanti o alle spalle del difensore. Più spesso invece, l’alternativa alla ricezione in isolamento, è quella di avvicinarsi al lato forte per aumentare la densità in zona palla e ricevere dentro il campo.

Il bel gol contro il Cagliari di domenica scorsa nasce proprio da una soluzione di questo tipo ed evidenzia una delle caratteristiche tecniche di Brignola, capace di calciare con rapidità e con brevissimi tempi di preparazione del gesto. In questo video si nota la rapidità di calcio di Brignola, che prima prende un palo, poi realizza il gol del vantaggio.

La ricerca del dribbling non è molto frequente per un giocatore delle sue caratteristiche: tenta circa 2.7 dribbling per 90 minuti con una percentuale di successo pari a circa il 50%. Difensivamente Brignola non si risparmia ed è capace di coprire ampie porzioni di campo e spendersi in profondi ripiegamenti. Il progetto tattico di De Zerbi a Benevento prevede, dopo un iniziale tentativo di gegenpressing successivo alla perdita del possesso, che la squadra si compatti nella propria metà campo, effettuando le rotazioni necessarie a passare dal modulo adottato in fase offensiva allo schieramento difensivo. Brignola è sempre puntuale, nonostante il grosso contributo offensivo, a tornare in posizione e a coprire la fascia destra della sua difesa in coppia con il proprio terzino. La volontà e la determinazione a svolgere i compiti difensivi non gli mancano, tanto da avere già ricevuto ben 3 ammonizioni nelle 10 partite giocate per entrate troppo aggressive sugli avversari. Al minuto 2:10 di questo video un incredibile assist in verticale di Brignola. Prima, era uscito dalla pressione sulla linea laterale accentrandosi in dribbling.

Quale futuro

10 partite e 712 minuti rappresentano un campione statistico troppo ridotto per trarne indicazioni definitive sul possibile futuro di Brignola. Di certo l’impatto di un ragazzo così giovane con la Serie A è andato oltre ogni aspettativa.

Meno di due anni fa, complice forse un prezzo troppo elevato, la Roma aveva deciso di non riscattare Brignola dopo il prestito. Negli Allievi Nazionali di mister Alessandro Toti, Brignola non era un titolare fisso e spesso gli veniva preferito Mirko Antonucci, che ha già anche lui esordito in Serie A firmando l’assist per il pareggio di Dzeko nella gara esterna contro la Sampdoria. Il ritorno al Benevento, dopo l’occasione sfumata nel prestigioso settore giovanile della Roma, non lasciava certo presagire l’esplosione avvenuta solo un anno e mezzo dopo.

Il suo esordio e, ancora di più il suo rendimento in Serie A, ci raccontano che la crescita e lo sviluppo di un giovane calciatore non seguono quasi mai un percorso lineare e prevedibile, ma subiscono accelerazioni e rallentamenti improvvisi. È probabile che l’incontro di Brignola con De Zerbi sia stato fondamentale per mettere a fuoco e valorizzare alcune caratteristiche del giocatore, che sembra perfetto per il gioco di posizione del suo tecnico.

Brignola, descritto ai tempi del settore giovanile come un giocatore d’estro e fantasia, innamorato del dribbling, come il suo idolo Robben, ha in realtà mostrato all’interno del sistema di gioco di De Zerbi una sensibilità associativa e una capacità di lettura cerebrale del gioco particolarmente spiccate. Il numero di dribbling in Serie A è solo un terzo di quelli tentati nel campionato Primavera. Un dato che riflette il salto di categoria, ma anche la sua adesione ai princìpi di gioco del suo tecnico. La piena comprensione delle sofisticate richieste tattiche del proprio tecnico e la sua abilità nello svolgere in campo diverse funzioni gli consentono di muoversi con fluidità per il campo variando posizione e compiti.

Nella partita esterna contro la Roma, ad esempio, è stato impiegato nominalmente come mezzala destra nel 4-5-1 difensivo del Benevento, mentre, in fase d’attacco partiva alle spalle del “falso nueve” Guilherme nel 4-2-3-1 adottato offensivamente, andando spesso ad occupare lo spazio liberato dai movimenti del suo compagno. Più che nel dribbling, che ad alti livelli potrebbe essere in qualche modo limitato da un struttura fisica non eccezionale, il suo potenziale di risiede proprio nella sua gestione dei tempi e degli spazi di gioco che lo rendono un calciatore offensivo moderno e particolarmente adatto a un calcio fluido e “di possesso”.

La fluidità del calcio di De Zerbi spinge Brignola ad occupare la posizione di vertice alto del rombo di costruzione del Benevento. Posizione che il giovane talento riesce a gestire con naturalezza: si prepara alla ricezione guardando alle proprie spalle l’arrivo di un possibile avversario in pressione.

Brignola è stato appena convocato dalla nazionale U-19 impegnata nelle fasi eliminatorie del Campionato Europeo di categoria. Nella prima partita, contro la Grecia, è finito in panchina, entrando a 24 minuti dal termine. Non sappiamo se la sua crescita proseguirà, a che velocità lo farà o, addirittura, se si arresterà bruscamente. Di certo molto dipenderà, come per quasi tutti i calciatori,dal contesto in cui dovrà coltivare il suo talento. Oggi, il calcio fluido, moderno e sofisticato di De Zerbi sembra l’habitat migliore dove scoprire e sviluppare le migliori doti di Enrico Brignola.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura