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Contraerea Diego Godin
28 mag 2016
Colpire di testa è un'arte.
(articolo)
12 min
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Ma voi lo sapete quanto è difficile colpire un pallone di testa?

Farlo bene intendo, coi tempi giusti, l'elevazione giusta, la torsione giusta, l'idea giusta in testa mentre usate – proprio - la testa?

Io che sono alto quanto Godín, che ho giocato a calcio come Godín, anche se sto nell'ultima categoria come lui sta nella prima, io come Diego Roberto Godín Leal lo so quanto è difficile colpire un pallone di testa. Lo so perché la gente si limitava a dirmi “ma dai, sei alto: quelle di testa dovresti prenderle tutte te”, come se il colpo di testa fosse solamente una questione di centimetri, e se non lo è il sesso ti pare che lo è il colpo di testa?

Nei suoi 186 centimetri, il flaco Godín, ha reso il colpo di testa un arte, l'unica possibile soluzione all'equazione palla alta nell'area dell'Atletico Madrid. Immaginando la squadra di Simeone come un esercito schierato in cui ogni giocatore ha precisi compiti da svolgere, Godín è certamente il principale incaricato della difesa contraerea, ovvero quella che si occupa di sventare tutte le minacce che arrivano dall'alto.

Difesa contraerea per principianti.

Che sia un duello aereo (è il terzo in Liga per duelli aerei, di cui ne vince il 62%, mentre in Champions League la percentuale sale al 67%) o l'intercetto di un lancio lungo o di un cross, Diego Godín è sempre lì, pronto a prenderlo di testa. A guardarlo sembra quasi sia dotato di abilità extrasensoriali che gli permettono di sapere in ogni momento dove posizionarsi, come posizionarsi e – soprattutto - quando posizionarsi nella fase difensiva, riuscendo così a sopperire a caratteristiche fisiche non del tutto eccezionali con un tempismo e una conoscenza del ruolo di difensore assolutamente fuori dalla norma.

https://twitter.com/leleadani/status/720591119223013376

Daniele Adani sintetizza così l'aurea difensiva di Diego Godín

La sua abilità nel colpo di testa è una delle armi che hanno condotto l'Atletico Madrid alla finale di Champions League, risultando decisiva soprattutto nei momenti in cui la squadra si è dovuta difendere contro Barcellona e Bayern Monaco. Ma, superando il preconcetto per cui per colpire di testa devi essere alto, quali sono le qualità che rendono Diego Godín uno dei migliori al mondo in questo fondamentale?

Il sesto senso

Per un colpitore di testa il sesto senso non è quello di vedere i morti, ma quello di sentire il movimento dell'attaccante senza perdere mai di vista il pallone. Ed in questo fondamentale Diego Godín è insuperabile. Grazie ad una visione periferica più sviluppata di quella delle persone normali, il capitano dell'Atletico riesce ad avere sempre il totale controllo della metà campo difensiva.

Come in questo caso, Godín segue sempre con lo sguardo il giocatore avversario con il pallone, ma allo stesso tempo sente sempre il movimento dell'attaccante alle sue spalle e – in una frazione di secondo – decide cosa fare. In questa situazione la scelta giusta è quella di arretrare per coprire l'area, piuttosto che avanzare nel tentativo di mettere in fuorigioco l'attaccante. Dopo aver fatto la scelta giusta, il colpo di testa difensivo è molto semplice.

Anche in questa circostanza, dimostrando una dose di abilità extrasensoriali ancora maggiori, Diego Godín capisce prima le intenzioni del giocatore del Bayern Monaco, perché sente alla sue spalle Lewandowski che indica la linea di passaggio. Questo gli permette di anticipare il movimento a scappare indietro e anticipare comodamente l'attaccante, facendo anche ripartire l'azione dell'Atletico.

Quindi ricapitolando: visione periferica e anticipo > altezza.

Ps. : Sconsigliato ai difensori del giovedì sera che non brillano nella coordinazione spaziotemporale.

Prendere posizione

Forse l'abilità più importante per un colpitore di testa è anche quella più intangibile. Il duello aereo, infatti, comincia sempre prima, mentre il pallone è in aria e dove cadrà è ancora incerto. In quei momenti di attesa è importantissimo, come tutti i migliori manuali di guerra ci insegnano, prendere la posizione migliore, ovvero quella che ti permetterà di staccare al meglio e allo stesso tempo evitare all'avversario di saltare comodamente. Anche in questo fondamentale, Diego Godín è tra i migliori al mondo.

Qui, su un rinvio alto e lento del portiere avversario, Godín sceglie il punto x in cui arriverà il pallone e pianta il piede destro, come una bandiera, per impedire all'attaccante (che in questo caso è Aduriz, uno dei migliori colpitori di testa della Liga) di saltare liberamente. Grazie all'abilità nel prendere la posizione migliore, Diego Godín riesce a vincere il duello aereo ed impedire all'avversario di far partire l'azione offensiva.

Come vediamo da quest'altro esempio, la bravura di Godín nel prendersi la posizione migliore nel duello aereo lo favorisce principalmente in caso di palle alte e lente, quindi spesso in caso di rinvio dal portiere, una situazione di gioco dove non c'è quasi mai la possibilità di guadagnare vantaggio saltando in corsa e diventa quindi fondamentale avere la miglior posizione possibile. Eppure Godín è così bravo a prendere posizione da sfruttarlo a suo vantaggio anche in situazioni più dinamiche:

Anche quando è in ritardo rispetto all'attaccante, e soprattutto in corsa, Godín usa la sua forza fisica - e un po' di malizia - per spostarlo e arrivare primo sulla palla di testa. Questo perché, anche in ritardo, riesce a prendere prima dell'attaccante la posizione migliore.

In questa circostanza particolare Godín usa sia la sua abilità nel sentire l'attaccante alle spalle che quella di prendere posizione e la sfrutta non per arrivare sul pallone di testa, ma per impedire all'attaccante - che è in movimento e quindi favorito nel duello aereo - di prenderlo.

Anche in questo caso possiamo dire: prendere posizione > altezza.

P.s: Abilità consigliata ai difensori del giovedì con un po' d'occhio e tanta forza.

Usa le braccia

Spesso l'uso delle braccia è visto come un po' volgare e non necessario nell'arte della bella difesa, confondendo le braccia con il più ben evitabile gomito negli zigomi. Un duello aereo come si deve invece richiede l'uso delle braccia, come una vera Carbonara richiede il guanciale. Questo Diego Godín lo sa e non manca mai di fare delle braccia il mezzo per raggiungere il fine della vittoria del contrasto aereo.

Per il difensore la regola numero uno deve essere sempre la stessa: l'attaccante non deve prendere il controllo del pallone. Qui, contro Lewandowski, Godín usa l'avambraccio per avvantaggiarsi nello stacco. Le braccia hanno infatti una doppia funzione: tenere l'avversario fuori dal proprio cilindro e -allo stesso tempo - garantirgli un equilibrio maggiore. Potete scommettere che in ogni salto Diego Godín userà le braccia nel miglior modo possibile.

Ovviamente è una abilità che ti spinge al limite del fallo, come in questo duello: il braccio va molto largo per impedire all'attaccante, che si trova in una posizione migliore, di staccare liberamente, tanto che riesce a colpirlo lui anche da posizione svantaggiata. Anche in questo caso: l'obiettivo primario è vincere il duello aereo, ovvero impedire all'attaccante di giocare il pallone e far partire l'azione offensiva, l'eventuale fischio dell'arbitro è un aspetto secondario in quella posizione di campo.

Anche quando non è a contrasto con l'avversario, che in questo caso gli è alle spalle e in ritardo, Diego Godín usa le braccia per trovare lo stacco migliore. Guardate quanto vanno in alto e quanto sono importanti nel permettergli di correggere un tempo dello stacco non proprio perfetto. Questo è un esempio perfetto di come l'uso delle braccia è un elemento primario nel costruire il proprio colpo di testa.

Anche qui mi sento di poter dire: uso delle braccia > altezza.

Ps: molto poco consigliato ai difensori del giovedì che hanno rapporti di parentela o amicizia con l'attaccante.

Salta

Spesso nelle interviste Godín ripete come un mantra che il segreto dell'Atletico di Simeone è il lavoro. Lavorare ogni giorno, crescere insieme, allenarsi dando sempre il massimo. Anche per colpire di testa. A specifica domanda, su come allena il suo stacco di testa, Godín ha risposto “sono allenamenti molto duri focalizzati sulla forza del salto che facciamo in gruppo e a volte individualmente. È un esercizio specifico per il mio ruolo”. Per un difensore la forza dello stacco e l'abilità nel salire più centimetri possibili è infatti l'arma più importante: riuscire a spizzare un cross mentre l'attaccante è alle spalle, andare a prendere un lancio lungo il più in alto possibile, saltare più alto dell'avversario in un duello aereo, sono tutte cose fondamentali e che El Faraònfa dannatamente bene.

Anche con tre giocatori tra lui e il pallone, la forza nelle gambe gli permette di staccare molto alto, andando letteralmente sopra a Llorente, che pensava di poter sfruttare i suoi centimetri e chili per difendere il pallone una volta entrato nel suo spazio. Ma appunto Godín non glielo permette andando a toglierlo dalla sua disponibilità ancora prima, grazie <ad uno stacco molto alto e forte.

La forza nelle gambe gli permette di andare a prendere anche palloni che sembrano fuori dalla zona di sua competenza, e di farlo in precario equilibrio.

Questo è forse il mio colpo di testa preferito tra quelli di Godín. Prima Giménez perde il duello aereo sbagliando completamente il tempo dello stacco e facendosi sovrastare dall'attaccante, poi arriva Godín che come un papà premuroso un po' lo vendica, andando a mangiarsi l'attaccante, un po' gli dà una lezione di vita facendogli vedere come si fa uno stacco di testa. Qui infatti c'è più o meno tutto: guardate come salta in alto, pure praticamente da fermo e come guadagna il vantaggio con l'uso dell'anca e delle braccia.

Sembra banale specificarlo ma, saltare bene > centimetri

Ps.: Consigliatissimo ai difensori del giovedì, se ancora riescono a saltare o ci sono mai riusciti.

Paura mai

In altre circostanze, la qualità richiesta al difensore è semplicemente quella di non avere paura, andare per la palla e sperare di prendere solo quella. Diego Godín è uno di quelli che va, senza paura.

Se poi ti va male finisci con la maschera per proteggere naso e zigomi rotti, che è comunque l'unico momento che puoi indossare una delle cose più cool anche se non sei Zorro.

La paura, semplicemente, fa sbagliare i difensori come l'eccesso di confidenza. In questa circostanza Godín parte da molto dietro per andare ad anticipare l'attaccante, senza preoccuparsi delle possibili ripercussioni per la propria integrità. Vado per la palla, cerco la palla, prendo la palla; per El Faraon sembra una scelta facile.

In questo caso, la situazione è simile, ma la giocata è più complicata: anche se un compagno ha la posizione migliore, Godín ha il tempo e la velocità per prenderla e decide di andare a contrasto. Felipe Luis non lo vede, e spesso è in casi come questi che si finisce per farsi o fare male. Ancora una volta, Godín va per la palla e prende la palla.

Qui l'abilità nel colpire il pallone di testa di Diego Godín sfocia nel mitologico: sul sinistro violentissimo di Douglas Costa, gli basta piegare leggermente il collo per reggere l'urto e allontanare il pallone (per capire quanto era forte il tiro basta guardare quanto lontano è andata la respinta). Il danno collaterale è una leggera perdita di equilibrio, recuperato con due passi scomposti. Esseri umani normali sarebbero ancora a terra.

Ancora una volta: Non avere paura > altezza

P.s: sconsigliatissima ai difensori del giovedì, anche quelli particolarmente appassionati di Zorro: a voi la maschera non la danno.

Se vai nell'area avversaria è per fare gol

Se le qualità aeree di Godín lo rendono la perfetta difesa contraerea dell'Atletico Madrid, possono tornare molto utili anche in fase di offesa. Soprattutto in occasione di calci da fermo, situazioni attentamente allenate da Simeone, Godín è sempre tra i giocatori presenti in area e sempre tra i più pericolosi.

La spilla che si appunta al petto Diego Godín quando sale nell'area avversaria, trasformadosi da generale della difesa controaerea a colonello della Fuerza Aérea Urugaya.

Questa abilità innata di trovare il pallone di testa gli ha permesso di segnare 37 reti in carriera, tra club e nazionali, quasi tutte di testa. Parlando dei suoi gol, Godín non manca mai di ricordare quanto è importante il tempo speso dall'Atletico nello studio di queste situazioni “Se solo mi torna in mente mi viene la pelle d'oca, il goal all'Italia e quello al Barcellona nella Liga sono i più importanti della mia carriera. Ma sono goal che all'Atletico Madrid abbiamo studiato, perdiamo molto tempo sui calci piazzati".

E di testa ha segnato proprio il gol più importante della sua carriera, che ha permesso all'Atletico di vincere la Liga:

Un aspetto molto importante è l'intesa col giocatore che crossa. Devi essere abbastanza intelligente da capire dove andrà il pallone e cercare l'impatto giusto.” Questo gol sintetizza tutte le qualità di Godín nel gioco aereo: in attesa della battuta si pianta sul dischetto del rigore, e fate caso a come guarda fisso verso Gabi ignorando il suo marcatore Mascherano. Poi, quando Gabi parte per calciare, fa tre passi verso sinistra per disorientare l'avversario e garantirsi lo spazio per lo stacco, poi parte come una molla: due passettini rapidi, uno più lungo e poi su, a cercar il pallone nel punto più alto, proprio vicino al dischetto del rigore.

Vecchia scuola Godín

“Por una cabeza

de un noble potrillo”

A 30 anni Diego Godín sembra aver trovato la sua dimensione e sta disputando quella che è forse la sua miglior stagione di sempre, eppure non è così scontato veder inserito il suo nome tra i migliori interpreti del ruolo in circolazione. Forse – a livello di giudizio – paga le qualità che in questo articolo gli abbiamo riconosciuto: come si capisce ancora meglio dal video qui sopra, lo stile difensivo di Godín è minimalista, senza fronzoli, potremo definirlo un difensore della vecchia scuola, più preoccupato ad interrompere l'azione avversaria che della pulizia dell'intervento. In un era in cui molti preferiscono difensori più confidenti, centrali tecnici come Piquè o Hummels, abili anche in fase di costruzione e che soprattutto rischiano spesso per ottenere un vantaggio, Diego Godín è una specie di panda, che resiste al suo posto, ovvero quello di leader del miglior sistema difensivo del calcio mondiale.

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