Poco dopo aver comprato van Dijk rompendo un nuovo record per il prezzo di un difensore centrale, il Liverpool è tornato al centro del mercato di gennaio, anche se dalla parte della squadra che vende. Il Barcellona ha fatto di tutto per comprare Philippe Coutinho subito, a gennaio, a prezzo pienissimo (160 milioni): per quanto sia raro che un acquisto del genere avvenga durante la finestra invernale di mercato, la scelta dei dirigenti blaugrana è ancora più strana se si pensa che il Barça è già primo nella Liga con un ampio margine di vantaggio (14 punti) e che in Champions League Coutinho non potrà essere schierato, visto che ha già giocato nella competizione con la maglia “reds”.
Nella scorsa stagione Coutinho è esploso definitivamente, per usare un linguaggio tanto iperbolico quanto chiaro: lo dicono sia i numeri che ha avuto, sia la sua grande influenza sul gioco del Liverpool. Il Barcellona aveva già provato a prenderlo in estate, distraendolo forse dal recupero dai suoi problemi fisici e, forse, contribuendo negativamente a un inizio di stagione in cui Coutinho non si è espresso ai livelli dello scorso anno. Tuttavia, negli ultimi due mesi, Coutinho è tornato ad essere un giocatore determinante per il Liverpool: a dicembre ha giocato 8 partite tra Premier League e Champions League, segnando 7 gol e fornendo 5 assist. Contro lo Spartak, alla prima partita della sua carriera da capitano del Liverpool, ha giocato forse la sua miglior prestazione stagionale, segnando anche una tripletta.
Il Barcellona aveva pensato a Coutinho in estate come immediato risarcimento della perdita tecnica di Neymar. Ma più che per il valore assoluto, l’innesto di Coutinho potrà essere utile al Barcellona soprattutto per la sua versatilità tattica: il brasiliano potrà inserirsi subito nell’undici titolare giocando su tre fasce del campo differenti.
Coutinho al centro
Senza indugiare sulle ripercussioni tattiche che senz’altro avrà il ritorno di Ousmane Dembélé tra i titolari (è tornato a giocare il 4 gennaio, due spezzoni di gara per ora), possiamo comunque immaginare come si inserirebbe Coutinho sulla trequarti, ritoccando di poco il sistema con il rombo a centrocampo con cui Valverde ha trovato grande successo.
La forza del rombo del Barcellona risiede soprattutto nel suo vertice alto, che si dispone sulla trequarti quando la squadra ha il pallone. Il giocatore che occupa quella posizione deve occuparsi di moltiplicare le linee di passaggio nella fascia centrale, avvicinando così Messi all’area di rigore (quando non è lui a fare da vertice alto). Sono stati due i giocatori alternati in questa funzione: Leo Messi e Paulinho, con delle differenze di interpretazione del ruolo palesi che sarebbe superfluo specificare qui; quello che conta è che l’entrata di Coutinho nell’11 in questa zona di campo sarebbe compatibile con la presenza di entrambi i giocatori.
Paulinho scalerebbe nel ruolo di mezzala destra, e a quel punto avrebbe compiti più da incursore rispetto a Rakitic (i cui compiti verrebbero invece ereditati da Sergi Roberto, nelle vesti di falso terzino destro). Una compromesso per avere tutti e tre in campo contemporaneamente.
Quella al centro della trequarti è la zona di campo in cui le caratteristiche tecniche e la visione del calcio di Coutinho danno il meglio: fronte alla porta, con giocatori davanti da poter trovare e con la possibilità di minacciare costantemente il tiro. Ma va detto che sia con il Liverpool che con il Brasile il centro della trequarti è una zona di campo dove Coutinho finisce per giocare, non da dove parte.
Nel Liverpool viene schierato a centrocampo, come mezzala, oppure sull’esterno sinistro, ma poi finisce sempre per convergere naturalmente in questa zona di campo. Coutinho ha bisogno di tirare molto in porta (4.4 per 90’ in Premier League quest’anno, numeri da prima punta) e quando non tira cerca con insistenza l’ultimo passaggio (3.2 passaggi chiave per 90’ in Premier League).
Sulla trequarti centrale, il sistema di Valverde non è mai statico, a meno che a interpretare il ruolo non ci sia Messi: a quel punto il sistema si muove per permettere a Messi di rimanere fermo e porta la punta destra (ultimamente Paco Alcácer) a posizionarsi sulla fascia quando la squadra difende posizionalmente, facendo slittare il rombo del 4-3-1-2 nella linea mediana del 4-4-2. Nel caso di Coutinho, che difficilmente resterebbe fermo o potrebbe scalare al centro del centrocampo come fa Paulinho, l’opzione migliore sarebbe quella di muovere lui sull’esterno in fase difensiva. Un meccanismo certamente più complicato da immaginare che da eseguire in campo.
Coutinho sulla fascia
Il rombo del Barça di Valverde ha tra i sui difetti strutturali la mancanza di creatività nella fascia sinistra del campo: dalla partenza di Neymar, che aveva fatto di quella zona il suo terreno di caccia, e con il declino atletico di Iniesta, il Barcellona attacca da sinistra solo con i movimenti senza palla di Jordi Alba. Coutinho potrebbe quindi inserirsi in questo contesto partendo come esterno sinistro, con ampie libertà di movimento per scegliere se ricevere da fermo in fascia e poi saltare l’uomo oppure muoversi nel mezzo spazio di sinistra e far sovrapporre Jordi Alba.
Partire da esterno alto sarebbe naturale sia per le sue caratteristiche sia per entrare in contatto con Messi, diventando a tutti gli effetti l’erede diretto di Neymar. Già adesso Coutinho tenta 4.8 dribbling per 90’ riuscendo in 3.1, una cifra ottima e fondamentale per il gioco del Liverpool. Una cifra che idealmente può essere traslata anche nel Barça.
Partendo dalla fascia sinistra in un ipotetico 4-4-2, Coutinho renderebbe il Barcellona di nuovo pericoloso in transizione. Un tipo di pericolosità che ora grava quasi del tutto sulle spalle di Messi, e che aggiungerebbe quindi un’arma importante alle risorse offensive blaugrana. Il Barcellona ne avrebbe bisogno perché in questa versione odierna, senz’altro pragmatica, non riesce a creare pericoli contro qualsiasi difesa: un problema che solo il genio di Messi e gli aggiustamenti del tecnico (come Paulinho trequartista) hanno in parte mascherato.
La destinazione a sinistra sarebbe consigliata non solo dall’inclinazione naturale di Coutinho, ma anche dal fatto che a destra il Barcellona ha bisogno di movimenti più meccanici che liberino Messi (che ama abbassarsi a ricevere all’altezza della mezzala destra quando non può farlo sulla trequarti). Coutinho ha giocato con il Brasile a destra per fare spazio a Neymar nella sua zona di campo preferita a sinistra, non sarebbe quindi certo una novità vederlo lì, ma sarebbe senz’altro più utile dalla parte opposta del campo nel Barça. Meglio evitare di incrociare i flussi con Messi.
Coutinho nello spazio di mezzo
Giocando come mezzala sinistra Coutinho raccoglierebbe l’eredità tecnica di Iniesta: si tratterebbe, oltre che di un onere simbolico gigantesco, anche della posizione più difficile da poter interpretare nel Barcellona per un giocatore con il suo stile di gioco. Il Barça, infatti, vuole assestarsi nella metà campo avversaria e questo presuppone che le proprie mezzali, prima di ogni altra cosa, sappiano resistere alla pressione avversaria (e questo Coutinho ovviamente può farlo ad occhi chiusi) e che sappiano distribuire il pallone con coscienza.
Non è chiaro quanto conti l’influenza del contesto del calcio di Klopp, ma Coutinho non è bravo ad ordinare la squadra attraverso i suoi passaggi. Parliamo di un giocatore che, giocando quasi da centrocampista, quest’anno sta passando la palla con appena il 79% di precisione. Una cifra che in Catalogna è concessa solo a giocatori che fanno parte del fronte offensivo. Iniesta, Rakitic, Paulinho, Denis Suárez, André Gomes, nessuno di chi ha giocato mezzala scende sotto l’86% di precisione.
Il contesto spagnolo aiuterà magari ad aumentare questa percentuale con naturalezza, ma per essere realmente utile per il sistema Coutinho dovrebbe imparare a distribuire in maniera più razionale il pallone, senza cercare con troppa insistenza sempre il passaggio risolutivo, assecondando il suo istinto. Certo, se è riuscito ad adattarsi al sistema un giocatore come Paulinho, per Coutinho in teoria dovrebbe essere più semplice, perché il talento tecnico è indiscutibile.
Coutinho interpreterebbe il ruolo di mezzala in maniera differente rispetto a tutto quanto visto finora nel Barcellona: è più portato all’ultimo passaggio di Iniesta; più aggressivo nell’attaccare l’area di Rakitic; più tecnico di André Gomes. Sicuramente sarà da limare nell’approccio al tiro in porta, che non può raggiungere le cifre attuali nel Liverpool.
Nel Barcellona la posizione di mezzala non è articolata in modo simmetrico tra i due versanti del campo. Così come per gli esterni, la presenza di Leo Messi porta la mezzala di destra a dover adattare la propria posizione in campo in base ai movimenti del 10. Dopo il ritiro di Xavi, la mezzala destra nel Barça deve capire quando togliersi di mezzo e occuparsi più della semplice distribuzione e quando invece attaccare l’area di rigore, seguendo il disordine che Messi crea nello schieramento avversario. Un compito tatticamente estenuante e di certo non adatto ad un giocatore offensivo e creativo come Coutinho. Lo spazio di mezzo dove giocherebbe con maggiore probabilità sarebbe quindi, effettivamente, quello sinistro (e si potrebbe anche pensare a uno spostamento di Iniesta a destra).
In definitiva Coutinho lascia aperte diverse opzioni tattiche, starà a Valverde confermare di essere un maestro dei piccoli ritocchi, come già mostrato in questa stagione, e trovare il modo per far sì che un talento così evidente, ma anche così selvaggio, possa esprimersi entrando in armonia con il sistema.