Ok quindi è stato respinto il ricorso della Roma per l'annullamento delle 3 giornate di squalifica decise per Mattia Destro. Per evitare confusione dirò subito che in questo pezzo non si parla di prova tv, moviola in campo, Chiellini, Poteri Forti, eccetera. Quello che a me interessa è Destro come calciatore e il fatto che è ancora relativamente sconosciuto. In un certo senso per noi che non lo vediamo allenarsi è ancora un giocatore nuovo. A ventitré anni, se si esclude quella al Genoa, lo si può valutare su un totale di tre stagioni appena, e neanche intere. Soprattutto per colpa dell'infortunio al menisco del gennaio 2013 che ha continuato a causargli problemi facendogli saltare la prima parte della stagione in corso. A un certo punto, dopo il 26 maggio e la sconfitta nel derby in finale di Coppa Italia (in cui Destro è partito titolare) sembrava che fosse a rischio la sua carriera per colpa di quel ginocchio.
In teoria Destro dovrebbe essere a posto dallo scorso dicembre. Ma anche la situazione nella Roma di Garcia non è così chiara: sembrava che Totti e Destro si escludessero a vicenda, sul piano individuale e su quello del gioco che la squadra può fare con l'uno o l'altro in campo; negli ultimi tempi però sono stati schierati insieme, con Destro che parte da uno dei dei due ruoli esterni del tridente finendo spesso al centro, oltre Totti (come una vera coppia di 9 e 10), oppure scambiandosi di posizione con Totti per periodi di gioco non troppo lunghi (mettiamola così: la parte difensiva sulla fascia la fa comunque Destro).
Questo è un pezzo da tifoso nel senso che giocando per la squadra che seguo ogni settimana ho visto ogni minuto che Destro ha passato in campo negli ultimi due anni. Ho seguito con il batticuore il periodo da ingrassato, i fotomontaggi, i gol al rientro e la recente esplosione interrotta dalla squalifica. A questo va aggiunto che si trattava di un giovane che volevano praticamente tutte le pretendenti al titolo e che è stato pagato complessivamente 16 milioni di euro. Per cui mi aspettavo molto e avrò cambiato idea un centinaio di volte su di lui. Ad esempio, quando lo scorso anno faceva più o meno da uomo target, nell'ultimo periodo con Andreazzoli in panchina, notavo con piacere come neanche il difensore più fisico riuscisse a spostarlo. Però poi mi sembrava goffo con la palla tra i piedi, con quella corsa sgraziata a piedi larghi (e la sua esultanza non sembrerebbe quella del bomber di razza se confrontata, che ne so, alla mitraglia di Batistuta).
Anche adesso, che la Roma alza raramente la palla da terra sono combattuto tra due interpretazioni in contraddizione tra loro, entrambe esagerate ma non del tutto immotivate:
(A) Mattia Destro potrebbe essere il migliore attaccante italiano dopo Christian Vieri e il migliore dei prossimi dieci anni; anzi: è ai livelli di Messi, Cristiano, Suárez eccetera.
(B) Mattia Destro somiglia al tipo che ho invitato a calcetto una sola volta ed è rimasto tutta la partita a un metro dalla porta, poi grazie che nello spogliatoio si vanta di quanti gol ha segnato.
La scrematura è stata fatta con calciatori che avessero segnato almeno 7 gol. Del calcolo totale dei tiri non fanno parte quelli respinti dalla difesa.
(Tutti i dati presenti nel pezzo sono stati regalati con estrema gentilezza da Opta. Sono aggiornati a lunedì 14 aprile.
Gli “schemini”, come li chiamiamo nelle nostre mail, invece sono di Filippo Nicolini.)
La tesi interpretativa (A) è sostenuta dall'incredibile media gol tenuta da Destro nella stagione in corso. Segnare un gol ogni 83 minuti significa che il nome di Destro può comparire in modo sensato in una frase in cui compaiono Messi e Cristiano Ronaldo. Che nella tabella qui sopra ci sia un posticino speciale per lui tra i due calciatori migliori al mondo (e se si escludono i gol segnati su rigore, la media di Destro è persino migliore di quella anche del “Kun” Agüero). Certo, è più facile segnare 13 gol a distanza di tempo ravvicinata che 25, o 28, ma resta un dato incredibile (ed è stato giustamente sottolineato anche altrove).
È impossibile sapere se Destro giocando/segnando di più manterrebbe questa media o se si tratta di un'eccezione e non credo neanche che le due partite che la squalifica gli lascia da giocare cambieranno di molto la situazione (anche se il rientro con la Juve non sarà probabilmente una buona occasione per migliorarla). Ma, a parte Ibai Gómez che ha segnato solo 8 gol, e Giuseppe Rossi per cui vale più o meno lo stesso discorso di Destro sulla sua relativa novità (anche se ha quattro anni in più), l'unico in lista ad aver segnato meno di 20 gol è Agüero (infortunato al ginocchio da marzo).
Non è detto che Destro mantenga questa media sul lungo periodo, ma per segnare 20-25 gol a stagione è necessario avere la media che ha Destro. Quindi, a quanto sembra, è sulla buona strada. Inoltre in questo elenco che comprende tutti gli attaccanti più feroci ancora in attività, Destro ha la percentuale realizzativa (rapporto tiri totali/gol) migliore.
L'evoluzione di Destro nelle ultime tre stagioni, confrontata con le medie degli altri attaccanti in Serie A.
Avere una percentuale realizzativa del 39,4% significa che quasi 4 su 10 dei tiri di Destro sono entrati in porta. Oppure, se preferite: che è quello che ha segnato più gol con il minor numero di tentativi. Agüero ha fatto 25 tiri in più di lui ma ha segnato solo 2 gol in più. L'unico che supera la soglia del 30% e si avvicina a lui è G. Rossi (e se non si fossero infortunati a turno sarebbe stato interessante vederli interagire in Nazionale). Può essere un caso segnare tanti gol in poco tempo (anche se in ogni caso è buon segno), meno casuale è segnare tanto tirando poco.
Se poi si osserva la sua evoluzione, tenendo presente che tre stagioni è un periodo breve, si nota che è proprio una sua caratteristica, anche se portata all'estremo recentemente. Quest'anno ha giocato praticamente lo stesso numero di minuti dello scorso (mezz'ora in meno), ma in 18 presenze (6 dalla panchina) ha impennato le propria media tiri/gol in maniera inedita rispetto alle due stagioni precedenti. Nella stagione di Siena, quando è stato notato, era comunque superiore rispetto a quella complessiva degli attaccanti in A e chiunque avrebbe scommesso che con Zeman sarebbe esploso come i vari Schillaci, Signori. Invece è peggiorato. Stiamo parlando di un giocatore del '91 che potrebbe essere maturato, riprendendo da dove aveva lasciato a Siena, o semplicemente aver trovato il suo sistema di gioco ideale.
Le medie di palloni giocati per ogni gol e passaggi effettuati mostrano come il Destro del 2013-2014 abbia portato al limite le caratteristiche principali del Destro delle stagioni passate.
Il rapporto tra i gol e i palloni giocati ci dice che negli anni passati a Destro serviva comunque più o meno la metà dei palloni (83 e 84) rispetto ai suoi colleghi per segnare (196 e 166) e che se quest'anno un attaccante “medio” del campionato italiano ha bisogno di toccare 173 palloni prima di segnare, lui si accontenta di 27, cioè il 15,6%. (È ridicolo, voglio dire: facendo i calcoli ogni 173 palloni giocati Destro segnerebbe 5,4 gol.)
In realtà questo significa anche che Destro partecipa meno al gioco di squadra. E qui veniamo all'interpretazione (B). Fa anche meno passaggi di quanti ne fanno gli attaccanti mediamente. Al Siena con 16 passaggi a partita era ancora nella norma, ma i 12 dell'anno scorso e gli 11 di questo sono davvero pochi.
Ne fa e ne riceve anche pochi: nelle partite in cui il dato è più alto i compagni gliela passano 25 volte (vs Torino) o 26 (vs Cagliari) ma quando va male capita che lo cerchino non più di 12 volte (vs Chievo: ha giocato 76' e segnato anche un bel gol).
Questi sono solo gli attaccanti italiani. Si può dire che prima ci sono gli attaccanti che giocano tra le linee, poi quelli da area di rigore, poi il tipo che ho invitato io a calcetto quella volta, poi Destro.
Insomma, Destro è l'attaccante che effettua meno passaggi in serie A. Di Natale fa quasi la metà dei passaggi di Destro in più di Destro, e ne fa comunque pochi. Immobile il 70,27% in più. G. Rossi ne fa esattamente il doppio esatto e Palacio quasi il triplo e sono comunque meno di quelli di Tévez.
Negli altri campionati europei quello che ne fa di meno è Mandžukić, poi Van Persie , Agüero, Diego Costa, Karim Benzema e Olivier Giroud. Fino ad arrivare a Ibrahimović che per quanti passaggi fa quasi non andrebbe considerato un attaccante (se non segnasse tanto probabilmente ne parleremmo come di un trequartista).
A questo punto però va ricordato che Mattia Destro non è un giocatore pigro. Quando Garcia lo schiera sulla fascia è commovente come si impegna nei recuperi, finché ce la fa. Messa così sembra solo che non gli piaccia molto toccare la palla. Che quando la tocca vuole vedere la rete gonfiarsi. È quel tipo di giocatore lì.
È una questione che in parte dipende dal tipo di gioco praticato dalla squadra. La Roma degli ultimi tempi gioca con almeno due giocatori capaci di ricevere palla tra le linee e provocare le difese avversarie: l'insostituibile Gervinho di cui 3 degli ultimi 4 assist erano per Destro (in totale ne ha fatti 10: più di tutti in Serie A), più Totti e/o Pjanić. Quindi che Destro non abbia compiti di impostazione non è così strano.
Si spiega anche con l'alto tasso tecnico dei compagni di squadra il fatto che i passaggi di Destro in media siano corti: 12,88 metri. Più lunghi di quelli di Toni (11mt) e Gilardino (11,72mt); più corti di quasi tutti gli altri principali attaccanti: Balotelli (16,08mt), Immobile (16,45mt), Higuaín (15,48mt) e Tévez (14,40mt).
Ed è significativo però che la lunghezza dei passaggi di Destro sia simile o uguale a quella di centravanti anche tecnici di squadre che fanno molto possesso palla: Giroud nell'Arsenal (12,88mt), Agüero nel Man City (12,84mt), Benzema nel Real Madrid (11,59mt) o anche G. Rossi nella Fiorentina (13,47mt). Se si guarda al campionato spagnolo è ancora più chiaro: David Villa (11,27mt), Diego Costa (11,48mt) e Alexis Sánchez (12,48mt) eseguono mediamente passaggi più corti di quelli di Destro.
La lunghezza dei passaggi di solito è inversamente proporzionale alla precisione: è più facile passarla vicino che lontano. La precisione nei passaggi di Destro è peggiore di quella di attaccanti molto tecnici come Tévez e Higuaín ma migliore di quasi tutti gli italiani (tranne Palacio, Gilardino e Cerci che però è molto simile). Se lo si confronta agli attaccanti citati sopra che fanno passaggi più o meno lunghi come i suoi viene fuori che è meno preciso di G.Rossi, Benzema e sopratutto di Agüero, ma migliore di Giroud e al livello di Diego Costa. Di nuovo, va tenuto presente che tutti gli ultimi citati effettuano il doppio dei passaggi di Destro a partita, se non di più.
Ricapitolando: Destro effettua pochissimi passaggi, corti come sono corti quelli dei centravanti delle squadre con un gioco di possesso palla, è abbastanza preciso anche se non abbastanza da essere considerato tra i più tecnici.
Per leggere la classifica dal più vicino al più lontano seguite l'ordine alto-basso sinistra-destra. Sono 8 dei 10 migliori marcatori in Serie A. Per visualizzare meglio l'immagine non compaiono Paloschi, la cui distanza media è di 9,4mt, tra Gilardino e Llorente, e Cerci, la cui distanza è 14,3mt simile a quella di Immobile.
Il punto non è quanti palloni tocca Destro, ma dove li tocca. Dopo la partita di Cagliari Rudi Garcia ha detto che non è esclusivamente un attaccante da area di rigore, leggendo però qualche settimana fa un post sul nuovo sito La Statistica e, ripeto, guardando tutte le sue partite, è curioso notare che Destro segna sempre da distanza molto ravvicinata.
Destro è l'attaccante che segna più da vicino alla porta del campionato dopo Palacio. Il fatto che Palacio sia quello che fa più passaggi e anche quello che in assoluto segna più da vicino conferma che non si tratta per forza di cose di pigrizia.
E segnare da distanza ravvicinata non implica neanche che si tratti di gol facili.
Anzitutto c'è il talento di farsi trovare al posto giusto al momento giusto, in zone dove la densità è elevata e l'aggressività dei difensori massima.
Secondo poi avvicinarsi alla porta e alla linea di fondo significa sia “allargare” la porta (aumenta cioè l'angolo di tiro da cui si può segnare), che trovarsi spesso a colpire la palla con il corpo in diagonale o perpendicolare alla direzione del tiro.
Al di fuori dei confini di A, Mattia Destro è in assoluto il centravanti che segna più da vicino. Anche se non è estremamente significativo avere 1 metro di vantaggio, in media, rispetto a Giroud, o 2 rispetto a Benzema, è comunque interessante. È una caratteristica presente in Destro solo negli ultimi due anni. Se si guarda alla distanza media da cui calciava in porta l'anno del Siena era di 17 metri (in media con quella degli attaccanti di A quell'anno: 18mt), dalla passata stagione però è sceso a 12 metri.
Qui Destro è confrontato ai migliori marcatori europei, anche se non tutti esattamente dei centravanti. In questo caso per motivi di visualizzazione non compaiono Romelu Lukaku (non è nella top 20 marcatori ma è giovane come Destro) a 9,9mt, Ibrahimović e Cavani entrambi a 10,1mt e Alexis Sánchez a 11,3mt.
Alcuni gol dei 13 gol di Destro in effetti sono da vicino e facili: contro il Catania a porta vuota dopo un errore comico della difesa, contro il Livorno da un passo dopo il liscio di Gervinho. Già però il suo primo gol stagionale contro la Fiorentina è sì un tap-in ravvicinato, ma il movimento ad anticipare sul primo palo è notevole. Anche il gol di Milano contro il Milan, in scivolata, non è proprio da tutti. E sono impressionanti per freddezza e tecnica la scivolata con cui anticipa l'uscita del portiere del Torino, Padelli, e il pallonetto con cui scavalca Pegolo per l'1-0 contro il Sassuolo. Contro il Cagliari segna il primo e il terzo da pochi passi (il primo dopo aver quasi fatto fallire il contropiede della Roma con un passaggio che arriva a Gervinho in modo fortunoso) ma con dei movimenti splendidi, il secondo però è un diagonale preciso, a testa alta, con Avramov che lo aspetta e si butta dalla parte giusta.
In conclusione direi che tra le due tesi di partenza la più errata e ingiusta è la (B). Sommando tutto quello che abbiamo detto fin qui viene fuori un centravanti che non si limita all'area di rigore, corre sulla fascia e sa portare avanti un contropiede, ma non partecipa intensamente alla costruzione del gioco né fa parte di quei centravanti iper-tecnici che possono spostarsi tra le linee. In compenso trova la propria realizzazione negli ultimi quindici metri, dove è efficace come pochissimi altri. Anzi, pochissimi altri sono efficaci come lui.
Non esiste la prova certa che Mattia Destro faccia parte del club esclusivo dei migliori attaccanti al Mondo e di sicuro deve ringraziare Rudi Garcia e il sistema di gioco della Roma. Ma buona parte è senz'altro merito suo. Diamo a Destro quel che è di Destro.