Come probabilmente avrò scritto in un altro pezzo, in una partita vanno valutati quattro aspetti: quello tattico, quello tecnico, quello psicologico e quello atletico (più il quinto elemento: il caso, che in uno sport “ingiusto” come il calcio può contare anche più del resto). Non c'è mai solo la tattica o solo la tecnica ma in questo Mondiale specialmente l'aspetto atletico è quello che prevale sugli altri, e le squadre con più energia stanno avendo la meglio. Si sapeva prima e la partita dell'Italia con la Costa Rica grida forte e chiaro che sul piano dell'energia gli italiani non sono all'altezza della situazione. Francamente non capisco perché il calcio debba essere quello sport in cui campioni milionari giocano disidratati e stanchi al limite dell'infortunio, in condizioni che anziché esaltarne il talento ci dicono solo chi resiste di più e chi riesce a fare qualcosa nonostante tutto. Questo Mondiale sta compiendo una selezione naturale per cui conta di più il patrimonio genetico di ciascuna Nazionale piuttosto che l'identità di gioco (i millenni di clima mite e dieta a base di olio d'olivo, di riposini dopo pranzo quando fa troppo caldo, piuttosto che un centrocampo di qualità).
Durante il confronto con "Los Ticos" a me è tornata alla memoria la finale dell'Europeo del 2012, con gli italiani esausti, tre cambi di Prandelli entro l'ora di gioco (in quel caso ci fu anche un infortunio), la stessa sensazione di impotenza. Adesso ci aspetta almeno un'altra americana, e se passiamo il girone c'è la Colombia oppure, se dovessimo passare come primi del nostro girone, la Costa d'Avorio (più probabile di Grecia e Giappone).
Ma questa non vuole essere una giustificazione. Non è tutta colpa del caldo o dello scarso livello atletico degli italiani. Sono preoccupato anche per le scelte di Prandelli e a questo punto è giusto che questo diario rifletta anche i miei dubbi sulle scelte dell'allenatore.
Non c'è bisogno che faccia un'altra analisi della partita con la Costa Rica (se volete c'è quella di Daniele Morrone) ma riassumo velocemente il mio punto di vista sui problemi tattici principali che mi hanno gettato in un pozzo di pessimismo mentre ancora non avevo finito la prima birra. Ormai mi sembra chiaro, ad esempio, che si sta chiedendo troppo a Candreva e Marchisio: di difendere come esterni di centrocampo e al tempo stesso inserirsi come mezzali, di giocare tra le linee per fare superiorità al centro e di sostenere Balotelli che altrimenti resta isolato. In ogni caso in fase offensiva Candreva e Marchisio non bastano a creare superiorità. Come ha notato Fabio Barcellona l'Italia attacca con troppo pochi giocatori. E per quanto personalmente possa stimare sia Candreva che Marchisio, per un gioco del genere ci vogliono Cristiano Ronaldo e Bale. O meglio: un Cristiano Ronaldo che abbia voglia di difendere e un Bale.
Oltretutto è un gioco che funziona solo se l'Italia riesce davvero a controllare la gara con il pallone tra i piedi, e questo il pressing alto della Costa Rica non ce lo ha permesso. Adesso che tutto il mondo ha visto come si può battere (abbastanza facilmente, aggiungerei) l'Italia, cosa succederà?
L'Uruguay verrà ad aggredirci nella nostra metà campo o aspetterà a ridosso della propria area per ripartire con Cavani e Suárez?
Il vero problema è che entrambe le soluzioni ci metterebbero in difficoltà visti i limiti di dinamismo generali e specialmente della difesa (che lascia anche molto spazio tra le linee).
E Prandelli cosa farà? La risposta data in corsa contro la Costa Rica è stata forse la cosa più preoccupante di quel brutto pomeriggio di metà giugno. Per provare a sfruttare lo spazio tra le linee (lasciato dal pressing alto avversario) ha messo Cassano, ma togliendo uno dei 3 playmaker (li chiamo così per semplificare e perché oggi nessuno può essere definito davvero playmaker) l'Italia ha perso il controllo, anche se la Costa Rica aveva abbassato il baricentro nel secondo tempo. La contraddizione di fondo, se non ho capito male, sta nel fatto che tutta la questione dei 3 play serviva a portare Pirlo e/o Verratti in zone di campo più prossime all'area avversaria. E nel primo tempo con “Los Ticos” le sole consolazioni sono state proprio le palle di Pirlo (e Motta) alle spalle dei difensori. Per cui non solo non penso che Cassano fosse un cambio necessario (piuttosto sarebbe stato più utile un 4-3-3 con una mezzala vera e una mezzala in appoggio a Pirlo, oltre a due esterni alti) ma era anche uno di quei cambi da cui non si può tornare indietro.
Il solo modulo che prevede il trequartista è il 4-2-3-1, o 4-4-1-1 se in campo ci sono Marchisio e Candreva invece di Insigne e Cerci (tra l'altro sto notando grande difficoltà in questi Mondiali per tutte le squadre che giocano con il 4-2-3-1). E se l'Italia non lo ha mai usato è perché non ci sono i giocatori adatti.
Il cambio di Cassano ha anche dato un messaggio sbagliato. Almeno a me è sembrato il cambio della disperazione, il cambio del tutto per tutto. Ma soprattutto ha completato l'opera di smantellamento del gioco sperimentato fin qui: la scelta di Motta, più difensivo, al posto di Verratti e la definitiva rinuncia al terzo centrocampista centrale mi ha lasciato senza punti di riferimento per capire come stessimo provando a giocare. Non so se la mia confusione riflette quella di Prandelli ma l'Italia a mio avviso ha perso l'identità nel secondo tempo, e anche se poco sopra ho detto che l'identità di gioco non è privilegiata dal contesto non credo che ci resti molto altro da offrire al palcoscenico del calcio mondiale.
Va anche detto che Cassano ha sbagliato le poche palle giocabili che ha avuto (come Balotelli nel primo tempo), ma l'Italia del 4-2-3-1 finale era una squadra modesta sotto ogni punto di vista.
L'Italia con Bonucci al posto di De Rossi e il resto invariato.
Leggendo i quotidiani sembrerebbe che Prandelli abbia due formazioni possibili in mente per sostituire De Rossi infortunato. Entrambe prevedono l'inserimento di Bonucci al centro della difesa, per farlo impostare come De Rossi ma poi tenercelo, a differenza di De Rossi che saliva tra le linee e anche in fase offensiva tornava spesso vicino al centrocampo.
Nel primo caso, con Bonucci più Pirlo e un altro centrocampista centrale il passaggio sarebbe dal 3-4-3/4-1-4-1 che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane al 3-4-3/5-4-1 (come un amante ferito non penso più al centrocampo a Y). Questo se i restanti nove titolari saranno gli stessi. Se nella formazione vedete Pirlo, Candreva, Marchisio, più uno tra Verratti e Motta, allora si gioca così, salvo invenzioni dell'ultimo momento.
I terzini (finalmente Darmian e De Sciglio) dovranno ripiegare in fase difensiva e Candreva e Marchisio dovranno farsi il solito mazzo. E si riproporrebbe in parte il problema del secondo tempo con la Costa Rica: un centrocampo a due con Pirlo e uno tra Verratti (che non ha mai giocato in un centrocampo a 2, da mediano puro) e Motta (che è ancora meno dinamico di De Rossi) che rischia di subire il pressing avversario e restare lontanissimo dalla zona d'attacco. Risultato: una squadra che rischia di spezzarsi in due tronconi. Il centrocampo dell'Uruguay, tra l'altro, è esclusivamente reattivo (cioè di reazione, che non costruisce ma distrugge, di piedi malvagi anziché buoni) e andrebbe a nozze con una partita tutta pressing e calci sugli stinchi (che è un modo di giocare a calcio come altri).
Contro l'Inghilterra il Maestro Tabárez ha fatto giocare Arévalo Ríos davanti alla difesa, cioè in marcatura su Rooney, con a fianco Lodeiro più avanzato ma neanche troppo, con González e Rodríguez ai lati (non esattamente due ali offensive). Cambiava poco rispetto al 4-4-2 classico: Cavani faceva il solito lavoro in pressing sulla difesa e per collegare il centrocampo muscolare con Suárez davanti. Non ho idea di come Tabárez adatterà la sua formazione alla nostra ma se dovessimo schierarci con il 3-4-3/5-4-1, almeno sulla carta, il 4-4-2 sembrerebbe sufficiente per mettere pressione sui nostri centrocampisti centrali (non avranno il sostegno di De Rossi arretrato) e in particolare Pirlo.
La difesa a 3 juventina dovrebbe mandare a vuoto il primo pressing uruguaiano, ma poi?
La speranza è che il sostegno dei terzini crei sufficienti linee di passaggio per Pirlo e il centrale che lo affiancherà, ma il pericolo è che l'Uruguay ci costringa a giocare lungo per Balotelli. E l'Uruguay sarebbe ben felice di lasciarci il possesso palla e sbatterci la statistica in faccia a fine partita in caso riuscissero a segnare un gol in contropiede.
L'Italia con il 3-5-2 "alla juventina".
L'altra ipotesi fatta in questi giorni è quella di un vero e proprio 3-5-2, con Balotelli e Immobile davanti. Tifo Roma, in Nazionale sono emozionato quando ci sono giocatori della Roma (come se leggessi il nome di un mio amico sui giornali, per qualcosa di positivo, aggiungo) e ho lo stesso problema di tutti nell'accettare il blocco di un'altra squadra. Tanto meno il modulo di un allenatore “nemico”.
Bisogna ammettere però che il 3-5-2 avrebbe i suoi vantaggi. Vantaggi che vanno oltre l'agio che proverebbero gli juventini in campo. Certo, gli lasceremmo la superiorità numerica sulle fasce, ma con le due mezzali a occupare i centrali uruguaiani Tabárez dovrebbe chiedere a Cavani un lavoro su Pirlo molto faticoso. Tutti gli attaccanti a cui è stato chiesto di marcare Pirlo hanno svolto il compito solo fino a un certo punto. Prima o poi si stancano oppure Pirlo trova la posizione in cui non riescono a seguirlo. Poi magari Cavani svolgerà il compito alla perfezione ma almeno in partenza, se chiedete a me, è comunque meglio che lasciare Pirlo alle cattive maniere di Arévalo Ríos o González o Rodríguez o uno qualsiasi di quei centrocampisti solo “garra”.
Una seconda punta come Immobile potrebbe strappare un po' di profondità alla difesa mentre Balotelli può fare da riferimento, e ci sarebbe anche modo di fare qualche azione veloce e pericolosa con una mezzala e un terzino.
Se invece giocassimo con una vera mezzala e un secondo playmaker tipo Verratti potremmo provare anche riuscire a controllare la partita con il pallone tra i piedi.
Ci sarebbero anche i cambi per far rifiatare Marchisio e Candreva senza forzare il nostro gioco: non conosco le condizioni di Parolo ma è un giocatore per cui stravedo e che potrebbe fare benissimo in questo Mondiale; anche Aquilani con tutti i suoi limiti avrebbe delle carte da giocarsi contro avversari come Arévalo Ríos (a questo punto dovrebbe essere chiaro, credo, cosa penso di Arévalo Ríos). Gli unici a doversi fare davvero tutta la partita (oltre a Pirlo e ai tre centrali difensivi) sarebbero Darmian e De Sciglio, la differenza con Abate è troppo grande.
Insomma la squadra cambierebbe ma magari non sarebbe così negativo.
Resta l'ultima opzione, quella di un 4-3-3/4-5-1 che non voglia per forza di cose la palla tra i piedi ma che faccia venir fuori l'Uruguay per sfruttare gli spazi.
Cerci e Insigne con le difese schierate sono prevedibili (colpa anche dell'abitudine a giocare sulla fascia opposta a quella del loro piede preferito, cosa che li costringe a venire in mezzo al campo senza poter minacciare il fondo: esattamente il modo per non mettere in difficoltà le difese a 5 come quella della Costa Rica...) e all'Italia mancano giocatori in grado di saltare l'uomo, ma con degli spazi più larghi a disposizione possono dire la loro.
L'Uruguay è una squadra molto modesta almeno per 8 giocatori su 10 (facciamo 7: salvo anche Godín) e forse converrebbe abbassare la difesa e prendersi cura dei 2 fenomeni in attacco per poi ripartire anziché lasciare un'intera metà campo a Cavani e Suárez.
In realtà non abbiamo idea di come può giocare l'Italia con degli spazi a disposizione, perché sono anni che la vediamo giocare un calcio di possesso. È una scelta di Prandelli che a me piace e che ha cambiato, o avrebbe dovuto cambiare, la nostra mentalità più del codice etico. Ma a volte bisogna anche essere pragmatici.
In fondo contro l'Uruguay all'Italia basta anche il pareggio.