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I migliori auguri di Natale dei calciatori
27 dic 2016
Flamini che si veste da Babbo Natale per i figli di Fabregas, la famiglia del Milan, Marcio Amoroso e altri auguri assurdi dal mondo del calcio.
(articolo)
16 min
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Cyril Thereau se ne sbatte del Natale

Qualche giorno fa Thereau aveva annunciato su Instagram che per Natale sarebbe partito per Dubai, postando una foto del biglietto aereo in business e una didascalia “Inizia gli vacanzia”. Ha scritto “Gli vacanzia” anche se in francese si dice più o meno uguale a come si dice in italiano (“les vacances”), e questo rimette in prospettiva la dichiarazione di inizio dicembre, quando Cyril aveva detto di non capire niente di quello che gli dice Del Neri.

Ma Thereau è nel futuro e nel futuro non servono addetti stampa o corsi di lingua, ci si capisce con la forza dei simboli. E per Cyril il simbolo del Natale è una piscina al centesimo piano di un palazzo di Dubai, con il fratello coatto che indossa la seconda maglia dell’Udinese e dei grattacieli ritagliati nella luce di un’esplosione atomica. Thereau sembra consapevole che siamo vicini alla fine del mondo e ha tutta l’intenzione di cavalcare l’onda di entusiasmo nichilista che l’accompagnerà.

Neanche ci fa gli auguri.

C’è qualcosa di spaventoso in Gerard Deulofeu

Delofeu qualche anno fa sembrava il talento spagnolo più promettente della nuova generazione (quella di Tiago Alcantara, per capirci). Adesso sembra un ragazzo disturbato, che si fa le foto in maglietta mentre strozza il suo cane senza provare rimorso. Con vicino un albero di Natale che Delofeu non ha notato.

Poi, qualche giorno dopo, Delofeu si rende conto di avere un’immagine pubblica, con annessi dei diritti da piazzare alle Isole Vergini. Allora si veste bene con la fidanzata incinta e cerca di fare una foto in cui non sembra uno psicopatico che ha rapito una ragazza e la tiene chiusa in un seminterrato vicino a un albero di Natale. Qualcuno chiami la polizia.

Marcio Amoroso

Nell’arco della sua carriera Marcio Amoroso ha accatastato così tante foto di Natale, festeggiamenti e immaginiamo qualche serata di Vigilia in atmosfere così prettamente natalizie come sanno esserlo solo le serate brumose del Friuli, quelle nebbiose della bassa parmense e quelle semplicemente polari della Vestfali,a che niente, il Natale può essergli andato ragionevolmente a noia. Gli scatti di Natale a torso nudo, al bordo di una piscina con gli interni marmorei e una capezza dorata al collo, sono quasi sempre cafoni, perché trasformano il Natale in un prologo troppo glam di Capodanno: per Marcio, invece, Boca Raton è la naturale - addirittura logica - controparte della Lapponia, dove lo champagne viene comunque servito alla stessa temperatura e ti viene lo stesso sguardo accigliato, solo per il riverbero della neve.

Lo spirito della Juventus > spirito del Natale

Quest’anno la Juventus ha esagerato. Ha girato un piccolo corto animato, con protagonista “Jay”, la mascotte bianconera, che porta in regalo un pallone della Juventus a un bambino. Poi ha fatto un video in cui i giocatori della Juve ricevono dei maglioni della Juve in regalo e Mandzukic li guarda con severità, a interpretare il villain che Kolarov impersonifica nei video del Manchester City. Tutti questi contenuti sono stati inseriti dentro l’hashtag #WeWishJu.

Nel video di auguri ufficiale è stato inventato un nuovo testo sulle note di “We wish you a Merry Christmas” capace di condensare tutti i valori della juventinità. “Happy new year” è stato sostituito “Winning new year”: felicità e vittoria sono sinonimi e in ogni caso, in termini aristotelici, può esistere la seconda senza la prima ma non la prima senza la seconda. Giocatori e tifosi sono compatti come in una piccola curva e il flow da stadio, che magari voleva sembrare goliardico, alla fine suona un po’ aggressivo: “Guerrieri in bianconero / Campioni con grande stile / Vincenti fino alla fine”.

E, a chiudere “E auguri anche a voi” un pizzico violento. Come a rivolgersi a tutti i tifosi non juventini (i tifosi della juve sono già rappresentati nel video, stanno cantando) per ricordargli che loro, invece, hanno poco da festeggiare.

La Fidelis Andria e i cliché dell’Internet italiano

Il social media managing è ormai un mestiere talmente sviluppato e diffuso che persino il SMM della Fidelis Andria conosce tutti i cliché natalizi dell’Internet italiano. In questo video c’è praticamente tutto: i regali brutti, la nonna che ti costringe a mangiare, i cartoni animati in TV, gli auguri forzati ai parenti, “le domande della zia sulla vostra vita sentimentale”, e così via. È talmente ben architettato da risultare manierista, posticcio se prendiamo in considerazione anche la recitazione ovviamente pessima. Con questa trovata della Fidelis Andria, diretto ai pochi utenti rimasti che non sono già nauseati da questi cliché, il Natale su Internet ha iniziato ufficialmente a ripiegarsi su se stesso e forse inaugurerà già dal prossimo anno i video sui video di Natale.

Comunque meglio della Juventus.

CR7 sponsorizzato

Quale modo migliore di augurare al mondo buone feste che guadagnare soldi augurando al mondo buone feste?

Cristiano Ronaldo e una famiglia di modelli scelta per lui per l’occasione (c’è anche lo zio che a Natale racconta storie sporche per sembrare più giovane) ci fa gli auguri spingendoci giacche e maglioni che potrebbero farci sembrare ricchi. Maglioni e giacche forse, di qualità, forse no, non è importante: sono perfetti per un post natalizio come questo. fate come Cristiano Ronaldo e avrete i suoi follower, forse, un giorno.

La ragazza al suo fianco però guarda il corpo di Cristiano Ronaldo impaurita, perché forse Cristiano è vicino alla definitiva trasformazione in Super Nova e solo lei se ne è accorta. Le cosce di Cristiano Ronaldo stanno per esplodere nei pantaloni ed è chiaro che il corpo di Cristiano Ronaldo è fatto per correre nudo su un prato infinito. Questa sì che sarebbe una bella immagine di Natale. Interpretazione alternativa: quella è una vera famiglia di ricchi, di quei ricchi che non guardano il calcio, e la ragazza vicina a Cristiano si sta solo chiedendo: “Chi è ‘sto portoghese coatto vestito come noi?”.

Un consiglio per tutti i fotografi che dovranno lavorare con Cristiano Ronaldo in futuro: la sola posizione in cui sembra effettivamente a suo agio è in piedi con le braccia e le gambe larghe, come si mette prima di tirare una punizione. Seduto su quella panca sembra si stia trattenendo dal distruggere la panchina e strapparsi i vestiti come Hulk. Buon Natale.

Olympique Marseille & Christmas Garcia

Quello del Marsiglia è uno dei video natalizi di quest’anno realizzati con meno impegno. I giocatori sono ripresi in mezzo ad un corridoio anonimo, possono tutti parlare la propria lingua d’origine senza però l’ausilio dei sottotitoli, ci sono alcuni che hanno lo stesso orrendo maglione col pinguino (tipo Thauvin che sembra il cantante di una boy band degli anni ‘80) e ad un certo punto c’è Clinton N’jie che spunta per un attimo dal nulla come Ollie Williams dei Griffin. Il tutto, se ciò non bastasse, inquadrato da una cornice bianco-oro stile Power Point. Bisogna aspettare un minuto e mezzo circa per trovare la vera pepita d’oro del video: Rudi Garcia che in mezzo agli auguri in francese, senza avvertire nessuno, piazza un berlusconiano “Un occhiolino all’Italia, buone feste a tutti”.

Ci manchi Rudi ;)

Cristiano Ronaldo spontaneamente

Cristiano non è mai stato troppo riflessivo, la corsa per il successo non ammette debolezze o ritardi, da quando a dodici anni ha abbandonato casa e famiglia per diventare il miglior essere umano al mondo Cristiano non si è fermato un attimo. Lo ha fatto per la sua famiglia, i suoi amici, i tifosi dello Sporting, del Manchester United, del Real Madrid, del Portogallo, per tutti quei tifosi che non si riconoscono in quel idolo di pezza che è Messi, troppo naturale, troppo semplice per meritare davvero la gloria.

Lo ha fatto per i suoi tifosi, per tutti i bambini che guardandolo da gli angoli più poveri del mondo vogliono diventare come lui, esattamente come lui. Cristiano Ronaldo si porta dietro il sogno che con i soldi tutti possano diventare Cristiano Ronaldo. Cristiano Ronaldo è riuscito in tutti i suoi scopi, ma a che prezzo?

Questo Natale, con il quarto Pallone d’Oro sul comodino, è arrivato il tempo per Cristiano di starsene un po’ con se stesso. E dato che non sa bene da dove cominciare, non c’è abituato, non l’ha mai fatto, ha pensato di farsi costruire una statua di cera identica a lui con cui parlare. In attesa che gli risponda, e gli dica come si sente davvero, Cristiano augura buon Natale ai suoi follower, cioè al mondo intero.

Coutinho uno di noi

Gli auguri di Natale di casa Coutinho sono un po’ come Coutinho: onesti. Nonostante sia oramai uno dei migliori giocatori al mondo non se la tira per nulla, in campo come in questi auguri di Natale. Per la foto sceglie l’angolo più mesto di tutta casa, che deve essere una casa spettacolare ovvio, ma lui non vuole farcelo pesare perché è una persona eccezionale. Sono auguri mega sinceri, non prova a venderci la sua felicità con animali fantastici o vestiti barocchi, si limita a mostrarsi normale, sembra una pubblicità di OVS Brasile.

Quello a cui tiene è il figlio: lo mette proprio al centro della foto, preciso, ci tiene anche a farci vedere quei cancelletti che ha dovuto montare una domenica pomeriggio perché un bambino che gattona libero per casa è pericoloso anche se sei Coutinho. C’ha pure quello col taglio da sciroccato in famiglia, come tutti dopotutto.

Gli auguri di Natale di Coutinho scaldano il cuore perché in pratica Coutinho è come noi, coi problemi che c’abbiamo noi a Natale, ma molto più forte a giocare a pallone.

Fabregas nel castello di Alladin a Disneyland

Cesc Fabregas conosce bene la storia del suo paese, le radici more. In un ideale viaggio natalizio che lo conducesse, a ritroso, fino alle terre dei Magi, Cesc si è finito per infilare in un calembour ultralussuoso che somiglia più al castello di Aladdin a Disneyland che a un resort in qualche emirato, dove il broccato alle pareti, le rifiniture, gli scranni gli orli dei bicchieri e addirittura le prese per ricaricare l’iPhone sono placcati oro. Ma Cesc, che è un ragazzo a modo e oltre alla storia del suo Paese conosce anche il significato profondo del Natale, sembra dissociarsi fin quasi a lambire solo marginalmente tutto questo turbocapitalismo (deve dipendere dall’amicizia con Flamini), la poligamia, un mondo malvagio che dipinge duckface anche sul volto di ragazzini in età prescolare.

Il fantasma del Natale futuro di El Shaarawy

C’è un contrasto così forte tra le intenzioni di questa foto e i dettagli che essa contiene che tutto il sistema del marketing calcistico potrebbe implodere se solo questa foto circolasse moltissimo. In tavola ci sono dei fazzoletti di carta a tema Babbo Natale e dei piatti bianchi che potrebbero anche sembrare di plastica. La tavola è apparecchiata per 7, sullo sfondo c’è un albero addobbato e dei regali. La famiglia El Shaarawy in teoria è musulmana ma d’accordo il Natale ormai è una festa laica.

Ma il vero punctum della foto è l’assenza della cresta di El Shaarawy, tagliata fuori dall’inquadratura. Senza cresta El Shaarawy si mostra per quello che è: un ventenne stanco con le occhiaie e le sopracciglia spinzettate, e con quel maglione sembra il p.r. quarantenne di una discoteca di Ibiza. Fare il calciatore non rende felici. Chiudete tutto e torniamo a giocare scalzi con per strada con una palla fatta di rifiuti organici.

Tottenham sciarade

Quando vedo questo tipo di video mi chiedo sempre se i calciatori hanno una clausola sul contratto che li costringe ad assecondare i social media manager oppure, più semplicemente, hanno raggiunto una fiducia in se stessi tale da non aver problemi con nulla. Mousa Dembele, Moussa Sissoko e Josh Onomah vengono presi di peso, gli viene infilato un maglione natalizio degli Spurs da vendere, e gli viene detto di giocare a sciarade vicino ad uno schermo piatto che crede di essere un caminetto, per il semplice gusto di farlo.

Cose che scopriamo da questo video:

  • Mousa Dembele non riesce a far indovinare il film Harry Potter.

  • Josh Onomah arriva a capire che si parla di un film sui dinosauri, ma non riesce a collegarlo a Jurassic Park.

  • Se dovessi spiegare a mia madre perché la Premier tira più della serie A le farei vedere il maglione degli Spurs e poi la maglietta del Chievo.

Giroud e il suo maglione

Giroud è così bello, che è bello pure con un maglione di Natale brutto. È bello pure se tiene il braccio troppo basso per farsi un selfie come si deve, tagliando dall’inquadratura l’ultima parte dei capelli. Guarda, mi costa, ma arrivo a dire che è bello pure con quei capelli, che pare glieli abbia tagliati Ozil una sera che avevano bevuto troppo. L’unica cosa che non ho capito è perché senta il bisogno di fare il segno dell’OK con la mano, ma vabbè Giroud è bello come il Natale, mica intelligente come la Pasqua.

Alex Witsel

Alex Witsel è un ragazzo di famiglia, benedetto dal talento calcistico e dai un corpo che sembra fatto per diventare famoso, ma in fondo è un ragazzo semplice. Mette like ai commenti sui pezzi che gli dedica Ultimo Uomo che dicono: “Se non avesse i capelli afro non se lo filerebbe nessuno”. A Natale la sua famiglia ha deciso di festeggiare a tema “anni ‘20”, nelle altre foto sul suo profilo si vede il resto dei parenti in gessati e cappelli e piume per le donne. Alex si è messo la sola giacca da festa che ha, i jeans quelli che alla fine stanno bene anche con il vestito, e un paio di sneaker nuove che almeno sono pulite. L’orologio un po’ volgare che gli ha regalato la madre lo scorso Natale e il cravattino “anni ‘20”. Posa imbarazzato per la sua stessa felicità, tutti quei regali, una moglie splendida e una figlia che sembra un giocattolo, in un mondo troppo complicato che dal suo idillio in Russia in parte gli sfugge. Ad esempio, perché i tifosi italiani gli scrivono di andare alla Juventus anziché fare gli auguri a lui e alla sua famiglia di porcellana?

Sergio Ramos

Lo scatto con cui il capitano della Nazionale spagnola e Yucatán de Ramos augurano Buone Feste dal maneggio alle porte del Parque Natural de Doñana costituisce in sé, in realtà, una sottocategoria di questa lista, cioè “Gli auguri di Natale dei cavalli proprietà di calciatori”. Tra i due c’è un’intesa magnetica che se la lotta con quella tra Santa Claus e Rudolph-dal-naso-rosso.Tutt’altra cosa rispetto alla perfezione ingessata della foto istituzionale nella sede del Real (perché non voglio pensare che Sergio Ramos abbia in casa undici riproduzioni della Champions, anche se sarebbe bellissimo e nient’affatto implausibile).

Il Milan è una grande famiglia

È un momento d’oro per il Milan, e così anche il video di auguri della squadra è un pochino più riuscito della media. È bello quando i giocatori declamano i valori del natale e Mati Fernandez dice “Dio e famiglia”, e nell’inquadratura dopo vediamo Kucka - una delle entità meno natalizie della nostra cultura - abbracciare Antonelli da dietro. E dopo c’è Paletta che dice “Tornare bambini”.

All’apice del video compare “El Principito” Sosa che nessuno di noi guardava bene in faccia da anni, a meno che non si è tifosi del Milan, ed è invecchiato parecchio e il suo soprannome ora non gli sta bene per niente. Subito dopo gli si fanno vicini Vangioni e Gustavo Gomez. Ma per riconoscere tutti bisogna tornare indietro nel video un po’ di volte, andare su transfermarkt, analizzare le bandierine vicine ai nomi dei giocatori, formulare varie ipotesi.

Nel finale compare Montella, sempre un po’ surreale nei suoi messaggi pubblici, che dice «Natale è… auguri».

Giovani Dos Santos

Questo è davvero un bel video di Natale: una bella canzone, l’idea di unire la cultura messicana con quella USA, dei bravi cantanti, vestiti tradizionali, una porta da calcio addobbata come un albero di Natale e Giovani Dos Santos. C’era solo un modo per farlo ancora più bello: non metterci Giovani Dos Santos. No, scherzo. Giovani dopo diversi plot twist della carriera sembra aver trovato la sua dimensione ai Galaxy. Ricevere gli auguri di Natale dal suo sorriso sincero e il suo passo latino, che anche quando balla una canzone natalizia sembra trovarsi in una discoteca di Miami, è un vero piacere. Auguri anche a te Giovani e grazie per essere diventato forte almeno a Football Manager.

Juan Mata è lo spirito del Natale

L’ironia autoreferenziale di Mata, che condivide con emoticon che piangono dalle risate il tweet di un tifoso che lo idolatra al punto da metterlo in cima all’albero di Natale, è la versione spontanea dell’ironia-marketing di Ibra. Mata vive in un mondo normale, su Instagram prende in giro Darmian e vede Twitter come un enorme gruppo whatsapp con i suoi tifosi-amici che gli mandano i meme e messaggini calorosi. Perché nessuno può fare l’hater con Mata, nessuno, tanto meno a Natale.

Il lato seducente del Bayern Monaco

Quest’anno i SMM del Bayern Monaco hanno deciso di mettere il prisma di fronte al consueto coro natalizio con cui la squadra tedesca di solito augurava buon Natale ai suoi tifosi: ci sono Xabi Alonso e Lewandoski che fanno i gentleman con il cilindro in testa; Javi Martinez, Thiago Alcantara e Rafinha in versione mariachi; Kimmich e Müller che intonano canti tradizionali; Hummels e Neuer come due fratelli maggiori a fare gli scemi davanti ad un albero di natale; ma soprattutto Coman e Renato Sanches a ballare con le cuffie su un sottofondo drum‘n’bass.

Se alcuni di questi sottogeneri sembrano aver esaurito la propria autenticità (persino lo stile inconfondibile di Xabi Alonso sembra essere diventato un feticcio, con quell’anonimo cilindro), da questo video emerge chiaramente che nemmeno i video natalizi riescono ad intaccare la coolness di Renato Sanches, un filone che i SMM del Bayern Monaco faranno bene a non sottovalutare nel prossimo futuro. Coman, accanto lui, sembra un bambino in pigiama e persino negli outtakes Renato Sanches non perde quella serietà mista a swag che gli permette di portare un maglione rosso con le renne come se fosse un giubbotto di pelle. Quando, arrivati alla fine, ci augura buone feste in portoghese siamo già tutti cotti a puntino.

Flamini idolo dei bambini di Fabregas

Non è che l’engagement si possa riporre in cantina nei giorni di festa. Nella bio del suo account Twitter Mathieu Flamini ha scritto: “Calciatore e Ambientalista”. Un mix di definizioni che non necessariamente descrive una persona a posto ma che delinea bene il profilo di Mathieu, una combo non solo figlia di un mindset etereo, di ordine filosofico, ma concreto.

Voglio dire, sia quella di calciatore ma soprattutto quella di ambientalista: insieme ad alcuni soci Flamini ha fondato nel 2008 la GFBiochemicals, una società tra le poche al mondo a produrre acido levulinico che se non lo sapeste è la materia che ci libererà in futuro dalla dipendenza da combustibili fossili. Flamini in gessato e cravatta traslucida, o più casual a cena con uno sfondo terzomondista di Masai che attaccano con le lance una mandria di carrelli della spesa, coi suoi j’accuse metaforici al turbocapitalismo e le partecipazioni ai summit, è il Clark Kent che si trasformerà in Superman per salvare il mondo, prima o poi.

Ma oggi è Natale e Flamini resistuisce un po’ della sua fortuna al resto del mondo, cominciando dai figli di Fabregas per cui interpreta un Santa Claus con abito in cotone bio 100%, barba in sole fibre organiche, e un sacco pieno di azioni della sua società che un giorno renderanno anche loro ricchi e giusti.

L’unico davvero felice però sembra Cesc, i bambini hanno capito che era Flamini perché invece della slitta è arrivato con l’elicottero elettrico con la Cavalcata delle Valchirie a palla di cannone, come sempre quando Flamini va a trovare Fabregas. Ah, zio Mathieu, che matto.

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