Benvenuti alla prima rubrica di calciomercato de l'Ultimo Uomo! Per l'occasione, abbiamo pensato di chiedere ai nostri collaboratori di discutere di sogni e incubi estivi, quando nulla è ancora scritto e si può ancora vivere di speranza. Nella prima puntata di questa speciale rubrica, abbiamo chiuso in una piccola stanza senza finestre tre tifosi bianconeri come Fabio Barcellona, Alfredo Giacobbe e Antonio Corsa. Buona lettura!
Parte I: il mercato dei sogni
Alfredo Giacobbe (@la_maledetta)
Potrebbe sembrare pleonastico citare ancora il discorso di Steve Jobs tenuto alla Stanford University, ma vi prego di seguirmi lo stesso. Il passaggio che preferisco, in quel discorso, è quello che dice: «La Morte è la migliore invenzione della Vita. È l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo». Io credo che Marotta, Paratici e Allegri debbano tenere in conto questo ammonimento, perché un mercato conservativo sarebbe il peggiore mercato possibile per la Juventus. Con l’aggettivo “conservativo” intendo una strategia che puntasse a trattenere Andrea Pirlo e Carlos Tévez a ogni costo.
Nessuno toglierà mai a Pirlo e Tévez il contributo decisivo che hanno dato nelle vittorie degli ultimi anni. Ma il calcio e la tattica sono in continua evoluzione: l’anno prossimo la Juve troverà avversari migliori in Serie A e in Europa, più forti, più determinati, che hanno studiato le mosse dei bianconeri e che metteranno in campo le contromosse per imbrigliarli. Se vuole restare al top, la Juventus deve rinnovarsi ora negli uomini e, attraverso di loro, nelle soluzioni di gioco.
Dato che siamo in un anno dispari Allegri potrà lavorare dall’inizio del ritiro con l’intero gruppo (a meno dei tre sudamericani convocati in Copa América): è un’occasione da sfruttare. Credo che Claudio Marchisio sarà investito della sostituzione di Pirlo, in un ruolo che richiede grande intelligenza tattica e buoni polmoni: nel 4-3-1-2 di Allegri il regista deve sempre scalare sull’uscita dell’interno e si trova quindi a coprire grandi spazi. Meno certezze si hanno circa l’eredità, agonistica prima che tecnica, di Carlos Tévez.
La prestazione di Marchisio nella trasferta di Dortmund ispira un certo ottimismo.
La dirigenza bianconera dovrà operare questo taglio doloroso ma, a mio parere, e a quanto sembra anche a parere del diretto interessato, necessario. Lo ha già fatto con Alessandro Del Piero in maniera (per alcuni, non per me) persino inelegante: se non ci fosse stato quell’addio, non ci sarebbe stato il ciclo successivo; così come senza l’addio di Conte, per la sola spinta innovatrice e motivazionale portata dall’arrivo nel gruppo di un nuovo leader, probabilmente non ci sarebbe stata alcuna finale di Champions League.
Fabio Barcellona (@FabioBarcellona)
Quello di Alfredo è un discorso sensato. La questione sta nel quanto e nel come rinnovarsi. Dopo la finale di Berlino la parola che ho sentito pronunciare più spesso da allenatore e dirigenti della Juventus è stata “consolidamento”. È chiaro che il palcoscenico di elezione, dopo la stagione passata, è quello europeo, dove la Juve deve trovare continuità e confermarsi. Quarti di finale al primo anno di Champions League, eliminazione al girone al secondo anno e finale la scorsa stagione. Per la prossima non ci si pone l’obiettivo di vincerla, ma chiaramente quello di competere nuovamente ad alti livelli. È necessario per “consolidarsi”. Ecco perché a questo punto del percorso tecnico-societario non è possibile un’annata di transizione da un punto di vista sportivo. Non basta rinnovare la squadra. Bisogna al contempo migliorarla. Mica così facile.
Si può partire da quanto è già stato fatto con grosso anticipo: Dybala e Khedira. Valutando la mosse passate e il modus operandi della dirigenza bianconera, mi pare di poter dire che il prezzo pagato per Paulo Dybala evidenzia che il giocatore è considerato un futuro campione. E che la Juventus ha fatto il grosso investimento proprio nel reparto che strategicamente ne aveva maggiormente bisogno. Con Tévez in uscita e Morata appeso, dalla prossima stagione, al diritto di recompra del Real Madrid, il reparto offensivo era quello che necessitava maggiormente di un innesto di qualità, anche in prospettiva. Indipendentemente dal destino prossimo dell’Apache, il rischio era quello di arrivare all’estate 2016 con un reparto vuoto. Così si spiega la decisione e la prontezza nell’acquisto di Dybala: individuato il calciatore, si è deciso di portarlo a casa subito, senza rischiare di perderlo con l’avanzare del calciomercato e l’inevitabile apparizione di altre pretendenti.
La grande stagione di Dybala al Palermo.
Dybala è un gran giocatore: tecnico, creativo, veloce in spazi medi e rapidissimo sul breve, forte sulle gambe per potere gestire la marcature strette, con senso del gol e dell’assist (ha fatto 10 assist in stagione). È una punta pura. Per me non può giocare esterno e non può fare il trequartista. A Palermo ha giocato da unico attaccante con Vázquez alle spalle e ha fatto benissimo, mostrando di prediligere tatticamente la possibilità di avere spazio su tutto il fronte d’attacco in cui muoversi. Il ruolo di esterno lo vincolerebbe troppo, mentre del trequartista non sembra avere i tempi del gioco. Sembra invece adatto a giocare insieme a un’altra punta in un 4-3-1-2, che, nella sua versione canonica, vuole due punte molto mobili. Una coppia Dybala-Morata, con alle spalle un trequartista, sembra proprio ben assortita.
Sami Khedira è un giocatore che pare tagliato su misura del gioco di Allegri. La sua collocazione naturale è quella di mezzala destra nel centrocampo a tre della Juventus, dove potrà sfruttare la sua migliore caratteristica: l’inserimento senza palla. L’inquadramento tattico del tedesco che ho letto in giro mi sembra un po’ confuso: viene descritto principalmente come un centrocampista difensivo dedito al contenimento del gioco avversario, mentre in realtà è il classico centrocampista box-to-box, capace di fare tutto, di coprire ampie porzioni di campo correndo sia in avanti che all’indietro. In fase di possesso palla la sua maggiore capacità è quella di trovare lo spazio in cui smarcarsi per facilitare il passaggio al compagno, per poi giocare semplice dopo la ricezione e quindi muoversi a rimorchio dell’azione offensiva.
Sul valore dei due giocatori già acquistati per me ci sono pochi dubbi e pochi dubbi ci sono sulla loro compatibilità tattica con il resto della squadra. La domanda è: immaginando Pirlo in MLS (o comunque da qualsiasi altra parte), con Tévez al Boca Juniors, nell’immediato la Juventus con Khedira e Dybala al posto dei due partenti è più forte di quella appena passata? Dico la mia: se immagino il centrocampo con Marchisio mediano e Khedira mezzala, mi pare migliorato rispetto all’ultima versione con il declinante Andrea Pirlo in campo, ma ho qualche dubbio a considerare complessivamente più forte la squadra senza l’apporto tecnico ed emotivo di Tévez. A meno che la crescita di Dybala non sia molto più rapida di quanto ci si possa immaginare.
Ampliando la domanda, riusciamo realisticamente a immaginare un mercato dei sogni, che migliori una squadra eccezionale come quella della stagione appena conclusa, o dobbiamo mettere in conto la possibilità di un mercato che a fronte di qualche cessione eccellente consegni ad Allegri una squadra meno competitiva?
Antonio Corsa (@AntonioCorsa)
Sostituire Pirlo e Tévez senza perderci nell’immediato sarebbe stato difficilissimo per chiunque: la Juve l’ha fatto spostando il sempre affidabile Marchisio al posto del primo e investendo una cifra considerevole per portare a Torino uno dei giovani più interessanti del campionato con l’obiettivo di raccogliere gradualmente l’eredità del secondo. Concordo con te sul centrocampo: Khedira è un gran bel giocatore e tornerà parecchio utile nelle rotazioni sostituendo di fatto Marchisio. C’è poco da dire: resta complessivamente un reparto solidissimo, forse—al momento in cui scriviamo—privo di un pizzico di fantasia sulla trequarti, che avrebbe reso felice Allegri (riportare a Torino Berardi sarebbe stato importante anche in quest’ottica).
https://www.dailymotion.com/video/x2lkr5z_sami-khedira-best-skills-ever-hd_sport
Concordo anche sull’attacco. La Juve ha perso o si appresta a perdere Tévez e Llorente, ovvero i due giocatori che fino all’inizio della scorsa stagione parevano titolari inamovibili. Mettiamoci pure il fine prestito di Matri, che per quanto sottovalutato era comunque un uomo spogliatoio e dal buon rendimento e l’addio del gennaio scorso di Giovinco e, dei 6 attaccanti che hanno indossato la maglia bianconera la passata stagione, restano i soli Morata (col dubbio recompra) e Coman, al quale a mio avviso la Juve non può e non deve rinunciare. Impossibile sapere, oggi, se si riusciranno a replicare i livelli raggiunti nel recente passato, ma su una cosa mi sento di essere certo: non vedremo più lo sproposito dell’anno scorso, con Tévez sceso in campo complessivamente per 4.027' (il doppio di Morata e Llorente, davvero un’enormità) e spentosi inevitabilmente a un mese e mezzo dalla fine, risultando quasi un fantasma nelle due finali decisive. Potrebbe essere un vantaggio all’interno di una stagione che si spera essere nuovamente ricca di partite.
In conclusione—in base a quanto si è potuto registrare finora—non so se definirei quello bianconero un mercato dei sogni, probabilmente no, ma si è riusciti certamente a trovare una buona ricetta per sopperire ad addii importanti puntando sullo svecchiamento della rosa e consegnando ad Allegri una maggiore quantità di frecce a disposizione nel proprio arco. È stato, se vogliamo etichettarlo, un mercato “razionale”. Che, viste le premesse, è già molto.
Alfredo
Un mercato da sogno, allora, contemplerebbe l’acquisto di una stella in attacco, uno come Edinson Cavani o (fatemi esagerare) come “El Kun” Agüero. Gli acquisti di Dybala e Mandzukic ci dicono che la dirigenza juventina sogna poco e sta molto con i piedi per terra. In questi anni Marotta e Paratici hanno lavorato bene, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche dal punto di vista finanziario, e avranno considerato impraticabile ogni altra ipotesi. Inoltre, se la Juve oggi fosse andata forte su un attaccante di prima fascia, avrebbe voluto dire che la permanenza di Morata il prossimo anno era tutt’altro che scontata. Ci dicono anche che la stella designata del mercato, l’unico vero erede di Tévez, è proprio Dybala. I dirigenti bianconeri credono nel ragazzo italo-argentino più di quanto ammettono (anche se 32 milioni di euro sono un gran bel attestato di stima). Mandzukic è la loro polizza assicurativa, può togliere pressione a Dybala ed è un giocatore pronto per l’inizio della fase a gironi della prossima Champions. A mio parere, l’attacco è il reparto dove la Juve è messa meglio.
La scelta del trequartista, che quasi sembra bramato più dalla tifoseria che da Allegri stesso, potrebbe rappresentare la classica ciliegina sulla torta. Se potessi sognare, andrei oltre Oscar: il brasiliano è un giocatore di buona tecnica, disciplinato e forgiato dalla lezione mourinhana, e forse proprio per questo mi scalda il cuore né più né meno di un Poulsen. Perché i vice-campioni d’Europa non hanno pensato di fare lo sgambetto al Liverpool per assicurarsi le prestazioni di Roberto Firmino? Rispetto a Oscar è molto più concreto in zona gol e più imprevedibile, col suo continuo movimento tra le linee. Perché non sollevare Guardiola circa le pene derivanti dall’impiego marginale che sta riservando a Mario Götze? Il match-winner della finale mondiale è adatto a un gioco di possesso come a un gioco di ripartenze (danke Klopp), può essere impiegato sull’esterno nella necessità di passare a un modulo a tre punte. Sognare non costa nulla, purtroppo.
Ora vi chiedo: il mercato di una squadra che al 19 giugno ha già completato quattro acquisti, rischia di essere considerato deludente a fine sessione? L’acquisto o meno di un trequartista è la cartina di tornasole del mercato bianconero? Personalmente sarei molto deluso se non arrivasse almeno un terzino, magari capace di giocare su entrambe le fasce, possibilmente italiano (lo so, sto facendo l’identikit di Matteo Darmian). La Juventus non può affidarsi, per una stagione che tutti ci auguriamo sia lunga quanto l’ultima, solo a Stephan Lichtsteiner e Patrice Evra. Soprattutto per ragioni anagrafiche (i due hanno rispettivamente 31 e 34 anni), ma anche per una questione tecnica. Allegri non ha reali alternative nel ruolo, i sostituti sono ripieghi di fatto: Padoin è quello che sugli albi Panini della mia infanzia avrebbero definito come “jolly”; Asamoah si è infortunato quando la transizione verso la difesa a quattro non si era ancora completata ed è ancora oggi un’incognita come laterale di difesa; Cáceres è un centrale; Romulo non è stato riscattato.
L'XI della Juventus 2015-16 dei miei sogni è: Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Darmian; Marchisio, Vidal, Pogba, Götze; Morata, Dybala.
Fabio
Mandzukic mi pare proprio la polizza assicurativa della Juventus, specie in campo internazionale. Dando per scontata a questo punto la partenza di Llorente e che non arrivi più nessuno, in avanti ci sono, oltre al croato, Dybala, Morata e molto probabilmente Zaza e Coman. Tutti molto giovani. Senza Mandzukic il più vecchio sarebbe stato il ventiquattrenne Zaza. È evidente che la Juventus ha pensato, credo a ragione, che era necessario avere in rosa almeno un attaccante abituato da anni a giocare ad alti livelli in Europa. Interessante è capire come verrà chiusa la rosa in attacco.
Per talento, versatilità e adattabilità alle idee di Allegri i più indicati a completare il reparto sarebbero stati Coman e Berardi. Sul maggiore talento dei due giocatori rispetto a quello di Zaza penso ci sia poco da discutere, e mentre Zaza è una prima punta (come Mandzukic e come possono essere Dybala e Morata), Coman e Berardi giocano bene sull’esterno e non sarebbe stato impossibile ipotizzare una sorta di 4-3-2-1, tipo quello visto nella splendida semifinale di ritorno di Coppa Italia a Firenze, con, in quella occasione, Morata e Pereyra dietro e decentrati rispetto al centravanti Matri.
Rispetto alla questione Berardi, io, come sembra faccia Allegri, penso che possa ricoprire tutti i ruoli tra i tre davanti, sia in un classico attacco a tre punte che nella configurazione con un trequartista e due punte. Sono un grandissimo estimatore di Berardi dalla prima ora, intravedendo in lui le potenzialità di un futuro giocatore d’attacco moderno, tecnico, essenziale e capace di giocate decisive (e il numero di gol e assist per stagione confermano questa tendenza). Purtroppo tutte le volte che l’ho visto giocare quest’anno, non mi è parso che le sue potenzialità si siano sviluppate rispetto al suo esordio in Serie A. Dopo due anni è lo stesso giocatore. Un altro anno a Sassuolo non ha per me nessuna utilità mentre, al di là dei minuti giocati (non è questo il suo problema, né ha accumulati tantissimi in questi due anni) avrebbe dovuto confrontarsi con un livello di compagni di squadra e richieste di prestazione più elevate per crescere come calciatore.
Considerando completo il reparto offensivo e non sottovalutando l’incredibile apporto dato da Tévez in queste due stagioni, il mercato dei sogni è quello che completa una squadra, colmando le lacune della stagione precedente. Per me i maggiori margini di miglioramento della Juventus stanno nelle fasi di rifinitura e finalizzazione della manovra, negli ultimi trenta metri. Ma non sono affatto certo, anche per consistenza numerica della rosa, che senza una cessione eccellente in mezzo al campo, la Juve prenda un altro giocatore offensivo. Ipotizzando il mercato dei sogni, tra i trequartisti, dei nomi che si fanno, i più adatti mi sembrano Oscar e De Bruyne. Il trequartista ideale di Allegri è innanzitutto un giocatore capace di utilizzare gli spazi creati dalle punte, piuttosto essenziale nelle giocate e, in fase di non possesso palla, capace di giocare in pressione sul centrocampista basso avversario e di abbassare la propria posizione per difendere. Ed entrambi i giocatori citati rispondono all’identikit fatto. Per caratteristiche tecniche sarebbe ideale pure il mio pallino Fekir del Lione, un po’ punta esterna, un po’ trequartista. Difficilmente però la Juve investirà ancora, specie su un giocatore che non sia una certezza assoluta ad alti livelli. Oltretutto, il profilo tattico di Fekir è sovrapponibile a quello di Berardi, ancora in mano alla Juventus. Un attacco formato da Oscar, Morata e Dybala (o Mandzukic) e un centrocampo con tre tra Marchisio, Vidal, Pogba e Khedira disegnerebbe in potenza una squadra ancora più forte di quella della scorsa stagione. E se devo sognare il mio trequartista ideale è Pastore.
Oscar, il sogno realistico.
Invece, al contrario di Alfredo non vedo l’assoluta necessità di trovare per forza un terzino. Cáceres per me in una difesa a 4 è un terzino destro e mi pare che anche Allegri lo consideri tale. Riguardo Asamoah, è vero che non ha esperienza nel ruolo di terzino sinistro, ma ha velocità, forza, rapidità e intelligenza ampiamente necessarie per ricoprirlo ad alti livelli. L’acquisto di Rugani ringiovanisce e completa la batteria di difensori centrali.
Ecco, nei mei sogni, l'XI della Juventus 2015-16, considerando quanto già fatto da Marotta e Paratici, è questa: Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, Asamoah; Marchisio, Vidal, Pogba, Oscar, Morata, Dybala.
Antonio
Faccio mia la formazione di Fabio ma—se proprio di sogno deve trattarsi—fatemi andare fino in fondo ipotizzando una realtà parallela dove il PSG di turno ci offra 15 milioni per Lichtsteiner portandoselo a Parigi. Lo svizzero ha grande corsa, temperamento e cuore, ma mi piacerebbe sostituirlo con un esterno in grado anche di dialogare con i compagni, di crossare e di partecipare maggiormente alla costruzione del gioco. È solo che non ce ne sono tanti, in giro, men che meno sul mercato. Ma è un sogno, quindi fatemi sognare un giocatore immaginario.
Parte II: il mercato degli incubi
Alfredo
Nonostante gli sforzi, comunque, basterebbe una sola cessione per decretare il fallimento di questa campagna di rafforzamento: la partenza di Paul Pogba sarebbe un vero colpo al cuore delle ambizioni juventine, la vedovanza per il francese cancellerebbe ogni sforzo e ogni buon proposito fatto in precedenza. Ci sono alcune contingenze che dovrebbero farci stare tranquilli: una trattativa di questa portata economica ha bisogno di tempo per essere definita e le grandi squadre, di solito, consegnano al proprio allenatore la rosa completa per l’inizio del ritiro, che è alle porte; inoltre, a questo punto del mercato, la Juventus avrebbe difficoltà a individuare il profilo del sostituto e reinvestire il ricavato. Insomma: tenetevi il tesoretto.
L'XI dei miei incubi è: Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Khedira, Sturaro, Vidal; Morata, Dybala.
Fabio
Non dirò nulla di originale, ma anche io individuo nella cessione di Pogba il possibile punto di svolta tra un mercato soddisfacente/ottimo e uno insoddisfacente, dove la gradazione del giudizio negativo verrebbe data solo dalla qualità degli acquisti. La contemporanea partenza di Tévez, Pirlo e Pogba non sarebbe probabilmente compensata, almeno nell’immediato, solamente dall’arrivo dei calciatori già presi. La Juventus si ritroverebbe inevitabilmente impoverita dal punto di vista puramente tecnico, perderebbe di colpo, e tutti assieme, i tre creatori di gioco e, cosa da non trascurare, avrebbe a bilancio un numero molto inferiore di gol.
Se ciò non fosse compensato da un giocatore offensivo in grado di creare gioco, di mettere in porta gli attaccanti, di dare brillantezza e velocità alla manovra, di legare i reparti e gestire i ritmi della partita, di realizzare un numero sufficiente di gol, potremmo avere una Juventus, come sempre solida, compatta e dinamica, ma povera di capacità di gestione in mezzo al campo e di soluzioni negli ultimi trenta metri, dove i tre attaccanti principali sono essenzialmente, e con caratteristiche diverse, tutte prime punte. Senza la personalità, la tecnica, la capacità di vincere con colpi isolati le partite di Pirlo, Tévez ed eventualmente Pogba, il mancato arrivo di un calciatore di elevata qualità di gioco nella metà campo avversaria la Juventus potrebbe addirittura fare un passo indietro e avere parecchie difficoltà a confermare il rendimento della passata stagione.
Il ragionamento fatto porta anche a considerare che nella prossima stagione le responsabilità di gioco e di leadership di Pogba dovranno necessariamente aumentare e che la Juventus avrà la necessità che il suo giovane centrocampista alzi la continuità delle proprie prestazioni, accompagnando i picchi del proprio gioco con un rendimento medio più elevato e un coinvolgimento maggiore nelle fasi di costruzione e rifinitura delle azioni.
Realisticamente non credo che la Juventus si priverà in questa stagione di Paul Pogba e che, stando così le cose, investa in un trequartista. I veri scossoni per il mercato Juventus potrebbero arrivare solo a seguito di offerte economicamente irrinunciabili: si fanno i nomi di Vidal e Bonucci. Un’eventuale cessione a prezzi elevati di un giocatore schiuderebbe probabilmente le porte a un investimento pesante su un giocatore offensivo. A quel punto sarebbe comunque da valutare come, anche a fronte di acquisti eccellenti, potrebbe reagire una squadra privata contemporaneamente di almeno tre giocatori fondamentali sia tecnicamente che all’interno dello spogliatoio.
Una Juventus così costruita sarebbe palesemente inferiore a quella della passata stagione: Buffon; Cáceres, Bonucci, Chiellini, Asamoah (Evra); Marchisio (Sturaro), Khedira, Vidal; Salah, Morata, Dybala.
Antonio
Non la faccio lunga: l’incubo è nelle eventuali cessioni da qui alla fine del mercato, specie se per “finanziare” un trequartista. Rinunciare a Pogba, Vidal o Bonucci (i tre nomi costantemente accostati ad altre squadre) andrebbe a stravolgere troppo radicalmente quanto costruito finora e farebbe esporre alla Juventus il cartellino “ricostruzione” fuori dalla sede. Non vivo quest’estate con tale ansia da forzare i tempi per cambiare tutto. Tra il trequartista e quei tre, quest’anno, mi tengo quei tre.