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Il derby di Genoa che si giocherà sabato sarà interessante, oltre che per la rivalità e il calore di entrambe le tifoserie, anche per il carattere differente delle due squadre: la Sampdoria è una squadra propositiva con delle difficoltà di finalizzazione, mentre il Genoa ha una difesa di ferro. Forse, addirittura, la migliore difesa del campionato dopo quella della Juventus: con appena 0,71 reti subite ogni 90 minuti, solo i bianconeri hanno concesso meno (0,63). La squadra di Juric ha lasciato agli avversari 8,6 tiri in media nei loro match, superati solo dagli juventini anche in questo caso (6,9).
La chiave del successo genoano sta in un meccanismo difensivo che in Italia possiamo paragonare a quello di una sola altra squadra, quello dell’Atalanta allenata dal padre putativo Gasperini.
Marcature, ma non solo a uomo
Le marcature a uomo hanno acquisito un senso nuovo negli ultimi anni e diversi allenatori le utilizzano per ostacolare la fase di possesso degli avversari e, inducendo gli avversari all’errore, per riconquistare la palla. Dello stesso concetto esistono applicazioni diverse: Guardiola, ad esempio, intese la marcatura a uomo in maniera totale, a tutto campo, in una semifinale di Champions League tra il Barcellona e il Bayern Monaco.
Le rigide marcature ad uomo del Genoa prima che venga battuto un calcio di punizione, con due sole eccezioni: Simeone ha l’onere di pressare i due centrali; Burdisso, fuori quadro a sinistra, copre la profondità. Da notare la posizione di Izzo, uscito dalla linea per seguire Pucciarelli: continuerà fino alla linea di centrocampo.
Juric adotta un approccio modulare, variabile da avversario ad avversario. Contro squadre dotate di tecnica nel palleggio, come Napoli e Empoli, il Genoa concedeva tempo e spazio per la prima impostazione dei difensori centrali, che non era affatto ostacolata attraverso il pressing. Tutti gli uomini prendevano un uomo in consegna al di sotto la linea di metà campo, annullando le possibilità di fare gioco di chi portava palla. L’inferiorità numerica nella zona alta del campo era riscattata da una superiorità di uomini nella zona bassa, davanti alla difesa, dove due difensori genoani si dividevano in marcatura e copertura sulla punta centrale.
Contro il Bologna, invece, il Genoa è stato più aggressivo nell’atteggiamento del recupero alto del pallone fin dal primo minuto della partita. Le uscite dalla linea degli attaccanti e delle mezze ali per andare ad aggredire chi impostava gioco, erano coperte alle loro spalle dalle scalate automatiche degli altri centrocampisti.
In entrambi i casi i dividendi sono altissimi, ma sono notevoli anche i rischi: un giro palla eseguito con velocità e precisione, può far saltare una marcatura o una scalata ed costringere la difesa a ripiegare all’indietro per coprire la porta, spesso in inferiorità numerica. Un rischio ponderato, se pensiamo che neanche l’efficacia del giro palla del Napoli è riuscito a far saltare il banco a Marassi.
Sincronia
Ovviamente non basta che i meccanismi siano studiati bene, ma anche che l’applicazione attraverso i giocatori sia dello stesso livello. Due uomini su tutti, non a caso un’eredità della gestione Gasperini, sono fondamentali nell’esecuzione.
Armando Izzo è al terzo campionato di Serie A e migliora anno dopo anno (al contrario del numero di sue convocazioni in Nazionale, che resta inspiegabilmente inchiodato a zero). Izzo accoppia i fondamentali del difensore classico alla modernità richiesta al ruolo di questi tempi: aggressivo nell’anticipo, forte fisicamente, ha buoni piedi. Il suo spiccato senso tattico gli permette di giocare differenti match nel corso della stessa partita: può essere un centrale nella difesa a tre, allo stesso modo può scalare nel ruolo di terzino in una linea a quattro.
Nicolas Burdisso è un uomo di esperienza, al quale Gasperini chiedeva maggiore aggressività, approfittando della copertura degli altri centrali alle sue spalle che stringevano al centro. Juric invece gli chiede di coprire lo spazio, lasciando ad Orbán o Gentiletti i compiti da marcatore puro.
I numeri sono dalla parte di Juric: il Genoa ha concesso 7,6 xG in 7 partite e solo Juventus, Chievo e Napoli in campionato hanno una impermeabilità difensiva migliore. I tackle sono una parte fondamentale del gioco dei rossoblu, per contestare il possesso del pallone e ripartire. I giocatori del Genoa hanno completato con successo, in media, 19,3 contrasti a partita (solo tre squadre la precedono, e tra queste solo la Samp ha un possesso palla maggiore: con minori occasioni, quindi, per andare a contrasto).
Quest’ultimo dato lascia presagire che il prossimo Sampdoria-Genoa sarà un derby intenso e combattuto, tra una squadra desiderosa di imporre il proprio gioco e un’altra che fa della reazione la propria bandiera. Ma c’è qualcosa di glorioso anche in una fase difensiva così ben riuscita.
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