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La Juventus ha troppe armi per il Milan
02 apr 2018
La Juventus ha vinto una partita fondamentale, dove il Milan forse avrebbe potuto fare di più.
(articolo)
9 min
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Juventus – Milan era una partita importante, sia per la corsa Champions dei rossoneri che, soprattutto, in chiave Scudetto, a maggior ragione dopo il pareggio del Napoli con il Sassuolo. Con lo scontro diretto sempre più vicino, i bianconeri avevano la possibilità di allungare nuovamente sulla squadra di Sarri. La squadra di Gattuso era però un avversario tutt’altro che abbordabile, capace di vincere cinque partite di fila e di subire solo 5 reti nell'anno solare in Serie A, miglior prestazione difensiva del campionato, Juventus esclusa.

Una Juventus atipica

Allegri, che aveva a disposizione solo tre giocatori offensivi, ovvero Higuain, Dybala e Douglas Costa, oltre all’appena recuperato Cuadrado, disponibile solo per uno spezzone nel finale, ha deciso di lasciare inizialmente in panchina anche il brasiliano e puntare sul 3-5-2. Con Alex Sandro e Bernardeschi ancora fuori per infortunio, Asamoah e Lichtsteiner hanno giocato larghi, con Khedira, Pjanic e Matuidi a centrocampo e i due attaccanti argentini davanti.

Gattuso, a cui Allegri qualche anno fa aveva persino proposto di entrare a far parte del suo staff, ha schierato quella che potremmo definire la formazione tipo del Milan. Tra i tre centravanti che si contendono da tutta la stagione l’unica maglia da attaccante centrale del 4-3-3, stavolta l’ha spuntata André Silva, forte delle ultime buone prestazioni.

Il 3-5-2 della Juventus era piuttosto asimmetrico in entrambe le fasi di gioco. In fase difensiva, Lichtsteiner rimaneva spesso più alto, anche a causa della disposizione del Milan, che aveva sulla destra il proprio lato forte. Non sono mancate occasioni in cui lo svizzero si è allineato con il resto dei difensori a formare il tipico 5-3-2, ma probabilmente la sua posizione ibrida, oltre all’orientamento su Rodriguez, dipendeva dalla volontà di avere un giocatore più avanzato sulla fascia da utilizzare in un eventuale ribaltamento di fronte. Uno dei difetti strutturali del 5-3-2 difensivo è proprio la mancanza di giocatori avanzati sulla fascia che possano far risalire la squadra correndo negli spazi una volta che il pallone viene recuperato e forse Allegri voleva utilizzare Lichtsteiner proprio in questo modo, anche se effettivamente ciò non è praticamente mai accaduto.

Lo schieramento offensivo dei bianconeri era ancora più atipico. La Juventus creava un rombo di impostazione formato da Barzagli, Benatia, Chiellini e Pjanic: quando la palla era centrale, le due mezzali Khedira e Matuidi si alzavano molto rispetto al compagno per abbassare le linee del Milan e creare opportunità di un passaggio tra le linee mentre Dybala veniva incontro, tanto che i tre erano quasi allineati. Sono state però poche le occasioni per far avanzare il gioco in verticale, vista la compattezza dei rossoneri e la quantità di giocatori che occupavano quel settore di campo; quindi i padroni di casa hanno spesso provato a far progredire il proprio gioco passando dalla fascia. Specie nelle ultime uscite, la squadra di Allegri ha mostrato alcune difficoltà a risalire il campo, soprattutto di fronte a squadre aggressive che non rinunciavano al pressing offensivo. Per ovviare a questa problematica, Dybala si allargava moltissimo a destra, prendendo di fatto il posto di Lichtsteiner e ricevere palla da Barzagli. Una volta entrato in possesso della sfera convergeva con decisione verso il centro del campo.

Dybala ottiene palla da Barzagli lungo la fascia e, smarcato, converge verso il centro.

Le ricezioni di Dybala erano favorite dall’organizzazione del pressing del Milan, che come avviene da quando Gattuso siede in panchina, ha l’uomo come principale punto di riferimento. Così, se i componenti del tridente si orientavano sui tre difensori della Juventus e Bonaventura o Kessié si alzavano su Pjanic, mancava un avversario diretto dell’attaccante argentino, perché Rodriguez, in teoria quello più indicato a prenderlo in consegna, era impegnato su Licthsteiner che si alzava molto per allontanare il terzino sinistro rossonero da Calhanoglu. Quando il Milan portava pressione, con la Juventus che cominciava a costruire il gioco molto bassa, la distanza tra i centrocampisti e il tridente erano troppo ampie, favorendo la trasmissione della palla verso Dybala.

Quando invece era Lichtsteiner a ricevere largo, il Milan poteva affidarsi ai punti di riferimento su cui probabilmente Gattuso aveva preparato la partita e il laterale bianconero si ritrovava a duellare con il connazionale Rodriguez.

Stavolta è Lichtseiner a ricevere palla largo e nonostante si trovi in un settore di campo molto basso arriva Rodriguez altissimo a pressarlo.

Nell’azione del gol dell’1-0, la Juventus ha risalito il campo proprio appoggiandosi su Dybala che ha ricevuto largo a destra, prima di convergere verso il centro del campo e cambiare gioco su Asamoah, costringendo il Milan a schiacciarsi sulla propria area di rigore. L’azione sembrava sfumata, ma il baricentro rossonero e la quantità di uomini che i bianconeri avevano nel frattempo portato nella metà-campo avversaria, hanno permesso alla squadra di Allegri di riaggredire e riconquistare la palla, prima della ricezione tra le linee di Dybala che ha preceduto la conclusione vincente dell’argentino.

L’occupazione della trequarti prima del gol di Dybala.

In occasione di quel recupero palla la Juventus ha probabilmente offerto la migliore occupazione del blocco avversario di tutta la gara: con Asamoah largo a sinistra, Lichtsteiner e Higuain hanno minacciato la profondità, ampliando quel tanto che bastava la distanza tra difesa e centrocampo del Milan, mentre Dybala e Khedira hanno creato superiorità ai fianchi di Biglia e alle spalle di Bonaventura, con Kessié che si era alzato su Pjanic.

La solita prudenza bianconera, le difficoltà del Milan

Con il gol, i bianconeri sembravano aver trovato un punto debole nel blocco difensivo del Milan, ma con il passare dei minuti si sono abbassati invece che cercare di trovare il gol del raddoppio. I rossoneri hanno avuto fasi di possesso prolungate, anche perché la Juventus ha pressato la costruzione avversaria solo quando c’erano le condizioni per recuperare palla, altrimenti si abbassava concentrandosi sul mantenimento di un’organizzazione difensiva stabile.

La squadra di Gattuso aveva sulla catena di destra il proprio lato forte, con Calabria, Kessié e Suso posizionati di fronte a Bonucci, regista difensivo tanto quanto lo era nella Juventus fino alla passata stagione. Nonostante riuscisse a costringere la Juventus nella propria metà-campo, al Milan è mancata la struttura per penetrare centralmente. In primo luogo, perché Calabria e uno tra Kessié e Suso erano spesso posizionati praticamente sulla linea laterale ed uno di fronte all’altro, fatto che risultava ridondante e facilitava il compito ai difensori di Allegri. In seconda battuta perché mancava quel giocatore in grado di connettere il lato forte al lato debole: Bonaventura si manteneva più avanzato e, soprattutto nel primo tempo, si è proposto poco, mentre Calhanoglu serviva a fornire un’eventuale opzione sul lato debole. C’era sempre spazio per ritornare al centro ma mancava chi lo occupasse.

La catena di destra del Milan non era strutturato per favorire una progressione rapida attraverso il blocco bianconero e mancava un giocatore in grado di raccordare il lato forte al lato debole, nonostante ci fosse lo spazio in cui gravitare.

Il Milan poteva rendersi più pericoloso se Gattuso avesse incoraggiato i movimenti a stringere verso la trequarti di Suso, che in un primo momento si manteneva largo per poi accentrarsi e muoversi alle spalle delle prime due linee difensive della Juventus.

Suso prima si allarga e poi si accentra per ricevere palla da Biglia sulla trequarti.

Un’altra possibilità, con Biglia che si manteneva più o meno sempre vicino a Bonucci e Romagnoli che non mancavano di portarsi nella metà-campo offensiva, poteva essere quella di stringere Rodriguez e utilizzarlo per far passare il gioco da un lato all’altro anche perché obiettivamente la sua influenza in zone avanzate è stata decisamente bassa. Invece, il Milan ha faticato a creare occasioni in fase di attacco organizzato, provandoci con i cross (21), non esattamente l’arma migliore per provare a segnare alla Juventus. Di fatto se si esclude il gol di Bonucci, che ha anticipato gli ex-compagni Barzagli e Chiellini su un calcio d’angolo segnando alla Juventus il primo gol in campionato del 2018, il Milan ha creato i pericoli più grandi in transizione: il colpo di testa messo clamorosamente a lato da André Silva e la traversa di Calhanoglu.

I cambi di Allegri

Al rientro dagli spogliatoi, Allegri ha richiamato Lichtsteiner, poco utile nello scenario tattico che si era venuto a creare, e mandato in campo Douglas Costa. La Juventus è passata ad un 4-4-2 dove il brasiliano si manteneva largo per combinare con Dybala, mentre a sinistra Matuidi stava più stretto per lasciare la corsia ad Asamoah. La progressione del gioco della Juventus non è però migliorata ed anzi, il Milan ha preso sempre più coraggio, tanto che ha effettuato 4 delle 10 conclusioni complessive nei primi quindici minuti della ripresa. A quel punto, il tecnico livornese ha deciso di cambiare ancora, inserendo Cuadrado per Matuidi e spostando Douglas Costa sulla sinistra per provare a giocare più uno contro uno (il brasiliano ha completato 8 dribbling in 45 minuti) su entrambe le fasce e sbloccare la situazione di parità allargando le maglie della difesa del Milan per favorire gli inserimenti centrali.

A giudicare dai gol che hanno determinato il risultato, non si può certo dire che il tecnico bianconero, che nel frattempo aveva inserito anche Betancur per Pjanic, più adatto in un centrocampo a due, non sia riuscito nel suo intento. La prima rete ha avuto origine proprio da un dribbling di Costa ai danni di Calabria che ha dato la possibilità a Khedira, non seguito da Kessié, di sovrapporsi internamente e ricevere palla verso il fondo. Il tedesco ha poi crossato sul secondo palo dove è arrivato il colpo di testa vincente di Cuadrado. Il 3 a 1 è nato da un'altra giocata del brasiliano, che ha attirato Bonucci e Suso sulla fascia e, quando sembrava essere chiuso, ha trovato uno spiraglio per un passaggio diagonale a Dybala in area di rigore. L'argentino ha scaricato su Khedira, bravo a prendere in controtempo Donnarumma sul primo palo.

Già dopo aver subito il secondo gol Gattuso aveva provato a rimediare inserendo Cutrone e passando al 4-4-2, ma il Milan aveva perso ormai qualsiasi struttura e non aveva più uomini che occupassero stabilmente il centro. Negli ultimi minuti di gara l'unica fonte di gioco è stata rappresentata dalle iniziative di Bonucci. Il Milan ha sicuramente offerto una buona prestazione, ma ha dimostrato di avere ancora ampi margini di miglioramento. I rossoneri hanno mostrato alcuni difetti chiari che Gattuso dovrà provare a migliorare, soprattutto per gare di questo tipo.

Allegri, criticato per alcune scelte, ha invece provato per l’ennesima volta in questa stagione quanto possano essere importanti le sostituzioni. Ci soffermiamo troppo sulle formazioni iniziali, trascurando la lettura dei vari momenti della partita, una delle più grandi forze della Juventus e del suo tecnico, che ora può nuovamente contare su un vantaggio di 4 punti nei confronti del Napoli.

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