Nel 2005 Dietrich Mateschitz, produttore della Red Bull, acquista l’Austria Salisburgo, storica squadra di una delle città più antiche d’Europa. Il club aveva problemi finanziari ed è arrivato in suo soccorso l’uomo più ricco del paese, che con la sua azienda aveva già un curriculum di investimenti su altri sport, specie estremi, come la Formula 1 o l’hockey su ghiaccio. Red Bull toglie all’Austria Salisburgo i tradizionali colori cittadini bianco e lilla, cambia il nome del club e sulla maglia imprime, enorme, il logo dell’azienda. Gli ultras lasciano il club e rifondano lo SV Austria, adesso militante nella Serie C austriaca. La Red Bull, da parte sua, non cerca consensi: «Questa è una nuova squadra, una nuova società. Non c’è una storia, non esiste una tradizione» dichiara il suo proprietario.
Il Red Bull Salisburgo è pieno di soldi e ambizioni. La più grande di tutte è giocare in Champions League. Con i soldi di Mateschitz la squadra si è stabilita subito in testa alla classifica ed è riuscita a vincere tre campionati nei primi cinque anni di vita. All’inizio il Salisburgo si è concentrato più nel comprare vecchie stelle, come i tedeschi Alexander Zickler e Thomas Linke dal Bayern Monaco, o il ceco Vratislav Lokvenc. Anche per quanto riguarda gli allenatori aveva puntato sull’usato sicuro: Giovanni Trapattoni (con Lothar Matthäus come suo assistente), Co Adrianse e Huub Stevens.
Il lavoro di Rangnick
Il 2012 è stato l’anno zero. La squadra vince sia la Coppa austriaca che la Bundesliga, pero alla fine della stagione l’allenatore Riccardo Moniz si dimette. Una reazione esagerata dopo una discussione con il reparto medico. Moniz voleva ritrattare la decisione, ma non gli è stata concessa la possibilità di tornare sui propri passi. Con la partenza di Moniz sono entrati due tedeschi che hanno costruito il futuro della società: Ralf Rangnick e Roger Schmidt.
Rangnick è il precursore della nuova scuola di allenatori tedeschi. È stato un giocatore semi-professionista ma un tecnico all’avanguardia. Nel 1998 si è guadagnato la notorietà in una famosa scena andata in onda sulla tv tedesca, quando spiegò al ZDF la difesa a quattro e il suo modo del pressing, rivoluzionaria per il calcio tedesco in quel momento . Nel 2006 Rangnick è entrato nel nuovo progetto dell’Hoffenheim, portando il club dalla terza divisione alla Bundesliga. Sei anni dopo è arrivato come dirigente sportivo alla Red Bull, lavorando sia per il Salisburgo che per il Lipsia. Rangnick ha portato con sé idee nuove e una visione d’insieme rivoluzionaria.
Insieme al nuovo allenatore, Roger Schmidt, Rangnick ha costruito la filosofia calcistica di Red Bull, basata soprattutto sull’elaborazione maniacale di un singolo aspetto del gioco: il pressing offensivo. «Con Roger Schmidt abbiamo imparato un nuovo sport. All’inizio pensavamo: “come vuole giocare a calcio?! Non lo abbiamo mai visto, non può funzionare”», ha spiegato Franz Schiemer, parte della squadra nei due anni con Schmidt. Per imparare un nuovo sport certo ci vuole tempo e così l’inizio di Schmidt e Rangnick ha coinciso con il punto più basso della storia della società: l’imbarazzante eliminazione nella qualificazione per la Champions League contro il F91 Dudelange, campione del Lussemburgo.
Dopo un paio di mesi il pressing offensivo ha però iniziato a funzionare e nella seconda stagione il Salisburgo ha fatto furore in Europa. I sedicesimi di finale d’Europa League hanno messo il RB Salisburgo contro l’Ajax di Frank de Boer. La scuola olandese del 4-3-3 e del gioco posizionale contro il pressing offensivo del Red Bull. Per 180 minuti l’Ajax ha provato a costruire il gioco dal basso, messo sotto pressione dal 4-2-2-2 del Salisburgo. Il risultato è stato disastroso per l’Ajax: ha perso la partita di andata in casa 0 a 3 e il ritorno in Austria 1 a 3. Il pressing, in sintesi, ha avuto la meglio sul possesso palla olandese.
Alla fine della stagione Roger Schmidt ha lasciato la società, andando al Bayer Leverkusen. Per il Red Bull Salisburgo la partenza di Schmidt è stata meno grave del previsto, anche perché la filosofia calcistica del club era ormai radicata. Grazie a Rangnick il Salisburgo era comunque ricco di persone competenti, aveva una buona struttura e un’unica filosofia di gioco. Gli allenatori dopo Schmidt hanno seguito questa idea di calcio che definisce anche il modo di lavorare nel settore giovanile.
Con una filosofia di gioco così particolare non è però facile trovare gli allenatori giusti. Per questo la società lavoro sul settore giovanile non solo per sviluppare giocatori ma anche allenatori. Proprio dal settore giovanile arriva l’attuale allenatore del RB Salisburgo: Marco Rose.
Il corso di Marco Rose
Marco Rose è nato a Lipsia ed è stato un calciatore mediocre. Ha giocato per otto anni al Mainz 05, dove ha cominciato anche come allenatore. Nel 2013 è entrato nel settore giovanile del Red Bull Salisburgo. Quella attuale è la sua prima stagione tra i professionisti ed è già uno dei giovani allenatori più prometti nel mondo del calcio.
Nei cinque anni da allenatore a Salisburgo (con U-16, U-18, U-19 e i professionisti) ha fatto più di 140 partite – e ne ha perse solo sette. Ancora più impressionante è il fatto che nelle competizioni internazionali non ha mai perso una partita. Né Dortmund, né Real Sociedad hanno vinto contro Rose. Forzando un po’ il concetto, neanche Manchester City, Paris Saint-Germain, Atletico Madrid o il Barcellona ci sono riuscite, visto nella stagione scorsa Rose ha vinto l’Uefa Youth League con la U-19 del RB Salisburgo. Un risultato sensazionale, che sottolinea l’ottimo lavoro del settore giovanile e della rete di scouting.
Marco Rose non è il solo responsabile del successo della squadra, che sta per vincere il quinto campionato austriaca in fila. Anche il suo staff tecnico è ricco di professionisti interessanti, a partire dal suo assistente, René Maric. Maric ha solo 25 anni ed ha iniziato giovanissimo come allenatore, poi ha cercato di capire meglio il calcio iniziando a scrivere analisi su Spielverlagerung, un progetto creato da lui e da amici. Maric ha dedicato un articolo alla squadra U-18 di Rose, che lo ha poi preso nel 2016 come assistente.
La formazione preferita di Marco Rose è il 4-3-1-2. Il Salisburgo lo usa quasi sempre e solo a volte gioca con un 4-3-2-1. Il principale punto di forza è rappresentato dai meccanismi di pressing ma, al contrario di Schmidt, Rose e il suo staff riescono a combinare il pressing anche con un buon gioco posizionale in fase di possesso.
Grazie allo scouting e al lavoro nel settore giovanile, Marco Rose ha una squadra interessante e piena di talenti a disposizione. I giocatori d’esperienza sono pochi: solo Alexander Walker, il portiere, e Andreas Ulmer, il terzino sinistro, hanno più di trent’anni. Il resto dei giocatori (fatta eccezione per il panchinaro Leitgeb) ha al massimo 26 anni. Con il successo nel campionato e nell’Europa League gli scout di tutta Europa hanno già messo gli occhi su diversi prospetti della squadra. Un paio di esempi: Tottenham e Lipsia avrebbero già nel mirino Amadou Haidara, ventenne mezzala del Mali. Sul regista Diadie Samassekou ci sarebbero invece Paris Saint-Germain, Dortmund e Marsiglia. Il Newcastle sarebbe interessato a un altro centrocampista centrale e leader della squadra, Valon Berisha.
Nella gara contro il Dortmund a mettersi in mostra sono stati Hee-Chan Hwang e Xaver Schlager. Il ventenne Schlager ha dimostrato contro il Dortmund le sue qualità in tutte le fasi del gioco. Può giocare ogni ruolo nel centrocampo, è aggressivo nel pressing, ha una buona tecnica e un’ottima visione. È un centrocampista completo e uno dei talenti più promettenti del paese, se non d’Europa. Al momento Schlager non è un titolare fisso, non solo perché è indietro nelle gerarchie ma anche perché Rose cambia spesso a centrocampo. Il RB Salisburgo ha già giocato 48 partite e Rose ha bisogno di giocatori al massimo della condizione, anche perché il suo gioco è molto dispendioso.
Come gioca il RB Salisburgo
Il possesso palla del Salisburgo parte a ritmi bassi. La squadra non gioca lentamente, però vuole controllare il gioco e iniziare attacchi ben orchestrati. Quando poi gli attaccanti o il trequartista ricevono la palla, la velocità cresce e il Salisburgo combina rapidamente usando solo pochi tocchi.
In fase di possesso il RB Salisburgo fa un uso interessante dei terzini e degli interni di centrocampo. I due esterni bassi, Andreas Ulmer e Stefan Lainer, che giocano anche nella Nazionale austriaca, costruiscono il gioco con tanti passaggi diagonali verso il centro. Ulmer e Lainer ricevono diversi passaggi sulla fascia, ma usano la posizione esterna solo per aprire spazio al centro e negli half-space.
Per tornare al centro, il RB Salisburgo lavora molto con i movimenti degli interni. Tre giocatori del rombo restano quasi sempre in posizione, mentre l’interno più vicino alla palla si stacca alla posizione iniziale. Può muoversi ad esempio attaccando la linea difensiva, prendendo un centrocampista avversario fuori posizione, così da aprire spazio per un passaggio diagonale del terzino verso il vertice alto del rombo o un attaccante. Altrimenti gli interni si offrono per passaggi verticali sulla fascia o vicino a un difensore centrale, per permette al terzino di posizionarsi più in alto nel campo. A volte tutto il rombo è posizionato centralmente, però in questo caso uno dei attaccanti supporta il terzino sulla fascia. Così il Salisburgo ha un rombo flessibile che adatta i propri movimenti alla fase difensiva avversaria.
Haidara attacca la profondità e apre lo spazio per un passaggio di Lainer su Minamino.
Berisha lascia la sua posizione per prendere palla sulla fascia e permettere ad Ulmer di andare più in avanti.
Un problema strutturale di questo sistema è l’assenza di ampiezza in fase di possesso. Solo una delle due fasce viene coperta e per cambiare il gioco da un lato all’altro diventa importante muoversi. Un interno è a volte il primo a posizionarsi sul lato opposto. Molto più spesso è un terzino che arriva nel momento giusto per un cambio di gioco. Il terzino lontano dal pallone non sta sulla fascia e cerca di stabilizzare la struttura per non subire contropiedi. È difficile trovare il momento giusto per andare avanti e offrirsi per un cambio di gioco, un problema che tante squadre che usano questa formazione conoscono. Lainer e Ulmer invece sembrano essere capaci di trovare sempre il momento giusto e si offrono benissimo per i cambi di gioco.
I due terzini giocano tanti cross bassi e creano molte occasioni da gol - Ulmer ha già dieci assist in 23 partite di campionato. Altrimenti la squadra cerca di essere pericolosa con combinazioni nella fascia centrale del campo per entrare in area con passaggi bassi, usando solo pochi tocchi. L’intesa tra i giocatori offensivi è impressionante e nonostante l’altissima velocità e lo spazio ridotto al centro si trovano benissimo. Naturalmente alle combinazioni veloci a volte manca la precisione necessaria, ma il gegenpressing compensa questi errori trasformandoli in opportunità di riconquista in zona avanzata. Come da tradizione tedesca, a volte la squadra usa anche lanci lunghi per avanzare sul campo e per cercare di vincere le seconde palle.
Schlager perde la palla contro Castro. Però il gegenpressing del Salisburgo funziona bene, Castro viene pressato da tre giocatori e perde la palla di nuovo.
Rose riesce non solo ad avere una squadra che pressa con una intensità straordinaria, ma anche con le distanze e i movimenti giusti. La squadra pressa con un 4-3-1-2, ma si adatta sempre un poco all’avversario.
Haidara si prepara già per pressare il terzino. Il passaggio verticale nello spazio di mezzo è bloccato da Hee-Chan e inoltre c’è Samassekou che si muove già un po’ più vicino all’avversario libero.
Con il 4-3-1-2 si copre benissimo il centro del campo. I due attaccanti guidano il possesso avversario verso i terzini, che vengono subito pressati dall’interno di centrocampo vicino, Berisha o Haidara. L’interno lascia la sua posizione, a volte molto presto, però con l’attaccante che blocca l’half-space non è un problema. Contro i terzini bassi gli attaccanti pressano più larghi e gli interni stanno più al centro; contro terzini alti il pressing degli interni sulla fascia diventa invece più importante. Anche se si trova spazio al centro è molto difficile da usare, perché la formazione del Salisburgo si stringe subito, con gli attaccanti che pressano all’indietro.
Il centrocampista dell’Austria Vienna ha un po’ di spazio e riceve la palla. In questo momento gli attaccanti pressano subito indietro e ci sono cinque giocatori molto vicino all’avversario.
Il RB Salisburgo non difende solo per non subire gol ma per segnare e vincere le partite. La squadra pressa velocemente e se l’avversario riesce a superare la prima linea, il pressing spesso continua e ci sono altri compagni di squadra che mettono il portatore della palla subito sotto grande pressione.
Contro il Borussia Dortmund i calciatori del Salisburgo hanno “cacciato” la palla per 180 minuti come pazzi, pressando con un’intensità straordinaria. Nella partita di ritorno ha avuto tante occasioni da gol in contropiede, senza sfruttarne una. Un aspetto forse decisivo che la squadra deve migliorare per la gara contro la Lazio.
Sarà interessante vedere come la Lazio riuscirà gestire il pressing e l’intensità del RB Salisburgo, praticamente sconosciuta in Italia. La Lazio parte di sicuro favorita, anche per il talento offensivo con cui potrebbe aggirare il pressing, affidandosi nelle situazioni più difficili alla capacità di Milinkovic-Savic di vincere i duelli aerei. Il RB Salisburgo però ha già dimostrato la sua grande qualità vincendo contro l’Olympique Marsiglia, la Real Sociedad e il Borussia Dortmund. Anche se la stagione europea del RB Salisburgo dovesse finire contro i biancocelesti, e anche se molti giocatori e lo stesso Marco Rose dovessero andare via in estate, il RB Salisburgo continuerà a lavorare guidato dalla propria filosofia: gli uomini passano, le idee restano.