Nel processo di distillazione dell’agave, ciò che permette di distinguere il prodotto finale in mescal o tequila risiede nella parte della pianta che si sceglie di lavorare. Il mescal è, in qualche modo, più selettivo e quindi elitario: l’agave che lo origina viene spogliato delle foglie e del fusto, rimane solo il cuore.
Hirving Lozano, allo stesso modo, è la distillazione dell’essenza più pregiata dell’ultimo lustro di calcio messicano: più veloce, più tecnico, più precoce di alcuni suoi colleghi che lo hanno preceduto, ma allo stesso tempo anche più maturo
L’importo che il PSV ha versato nelle casse del Pachuca per il suo trasferimento in Olanda, dieci milioni di euro, è il più alto nella storia del mercato in uscita della LigaMX: anche più di quanto il Manchester United pagò Chicharito. Certo, il prezzo viene fissato dal mercato: la LigaMX lo ha capito da qualche anno, cioè da quando ha iniziato a gonfiare i prezzi dei cartellini negli scambi interni con l’obiettivo di monetizzare ogni espatrio.
Eppure c’è la percezione che Hirving Lozano, a ventidue anni, oggi valga esattamente quanto è stato pagato.
8 Febbraio 2014 - América vs Pachuca. Cioè l’esordio in LigaMX.
I giovani prospetti dei club messicani esordiscono spesso precocemente: vengono buttati nella mischia con le loro maglie a tre cifre, che ne testimonia l’appartenenza ai settori giovanili, con l’ambizione di mettersi in mostra, e strappare un contratto ambizioso.
Quando Jesús Martínez, il presidente del Pachuca, parla dei “suoi” giovani li chiama “gli alberi”. «Abbiamo Chucky», ha confessato prima dell’estate, quando si cominciava a parlare con una certa insistenza di un potenziale trasferimento di Lozano (che porta lo stesso soprannome di Franco Cervi) in Europa, «ma anche quello che verrà dopo di lui e quello che verrà dopo quello che verrà dopo di lui. Da dieci anni abbiamo un sostituto per ognuno che se ne va: noi siamo una fabbrica di calciatori».
Hirving è entrato nelle giovanili dei “Tuzos” a 11 anni: da Città del Messico si è trasferito al nord da solo, ha cominciato a frequentare le istituzioni scolastiche interne al club, ha rischiato di farsi cacciare, poi ha incrociato sulla sua strada Enrique Meza e Anita.
Anita è la ragazza che, ancor prima che esordisse tra i professionisti, lo ha sposato e gli ha dato un figlio. Enrique Meza è il tecnico d’esperienza, giramondo in LigaMX e con una fugace apparizione sulla panchina della Nazionale, che lo ha fatto esordire.
Una frase ricorrente di Meza è «los tempos de Dios son exactos», «i tempi di Dio sono esatti»: quello scelto per Hirving Lozano da Dio, e da Meza, era una sera di Febbraio al Coloso de Santa Ursula, l’Azteca, dove il Pachuca all’83’ era sullo 0-0 e la partita era ancora in equilibrio. Poi il suo ingresso in campo.
Non è solo nella personalità con cui reclama la palla con l’entusiasmo dei neofiti, sulla fascia destra, e si invola verso il primo gol da professionista che si legge, controluce, il suo destino, ma anche sul numero di maglia. Che non ha tre cifre, come a suggerire che non si tratta di una comparsata.
19 Gennaio 2015 - Messico vs El Salvador. Masaniello di una Tri destinata a stupire.
Quando Lozano partecipa al torneo di qualificazione dell’area CONCACAF per i Mondiali U-20 del 2015 ha già collezionato una ventina di presenze in prima squadra e sei reti. È il talento più brillante di una squadra che ha tra le sue fila altri due giovani del Pachuca, Érick Aguirre e Érick Gutierrez, e che è considerata tra le favorite del Mondiale di Nuova Zelanda (dove invece verrà eliminata al primo turno, inserita nello stesso girone della Serbia poi campione). Il pre-mondiale è una formalità: Hirving segna una tripletta nella passeggiata sulle macerie di Cuba, e pur immerso in un contesto di evidente superiorità sembra avere uno shining in più. Contro il Canada segna un gol attaccando la fascia, una caratteristica distintiva del suo gioco, in maniera brutale, ridicolizzando il difensore avversario che fisicamente potrebbe sovrastarlo, e finisce invece per accartocciarsi di fronte alla sua rapidità di gambe, la stessa che annichilisce il 6 di Honduras.
Segnerà in 4 partite su 5 giocate, rimanendo a secco solo in finale. Nella scorribanda contro El Salvador (che si conclude con un fallo da rigore, che realizzerà lui stesso) ci sono tutti i crismi del tipo di giocatore che è Lozano: veloce e intenso quando parte in velocità, creativo e snervante per gli avversari che devono affrontarlo. Vincerà la scarpa d’oro del torneo, oltre a guadagnarsi il premio di peggiore incubo dei terzini tardoadolescenti centramericani.
5 Aprile 2017 - Pachuca vs FC Dallas. Una mezza firma sulla ConcaChampions.
Nonostante ami giocare in una posizione defilata, largo sulla fascia, Lozano è un giocatore efficace in fase realizzativa: questo soprattutto perché viene schierato sulla fascia sinistra, come estremo a piede invertito, il che gli consente di accentrarsi e dare sfogo a rasoiate secche. Nell’ultima ConcaChampions, la Champions League della CONCACAF, si è laureato capocannoniere con otto reti (va bene, quattro ai beliziani del Police United). La più pesante è stata la prima delle due segnate in semifinale contro l’FC Dallas, in una partita che ha sgretolato (ancora una volta) i sogni di gloria del calcio statunitense e spianato il tappeto alla conquista del trofeo per i Tuzos (che giocheranno il prossimo dicembre la Coppa del Mondo per Club).
Qua Hirving fende lo spazio di mezzo tra il laterale e l’interno di centrocampo degli statunitensi con la scioltezza e l’estro baldanzoso di chi è arrivato al terzo bicchiere di Los Danzantes de Pechuga e non sembra volersi fermare: gli avversari diventano due statue di sale, e i suoi tifosi - ormai rassegnati all’inarrestabilità di ogni processo che la carburazione di Lozano innesca - non trovano neppure fuori luogo lanciargli una bottiglietta d’acqua, per vedere se riesce a dribblare pure quella.
24 Giugno 2017 - Russia vs Messico. Un brevissimo interludio giusto per capire se ci stiamo rendendo conto di che tipo di giocatore sia Hirving Lozano.
Cioè, uno con l’arroganza di gettarsi su un lancio che a te sembra buttato là alla scordarella (anche se non si può mai essere davvero sicuri che un difensore non nutra la segreta certezza di star innescando un Concorde con la maglietta verde), e che si trasforma invece nell’opportunità di dimostrare come bruciare due difensori (e un portiere in uscita, anche se è Akinfeev) prendendo venti metri al primo non sia poi così fantascientifico.
I volti di Hirving e di Viktor Vasin, e la mossa di karate scomposta di Akinfeev, sembrano uscire da un dipinto di Hyeronimus Bosch.
30 Settembre 2017 - PSV vs Willem II. Il ragazzo è discretamente on fire
Molti calciatori messicani arrivati in Europa giovanissimi e pieni d’ambizione si sono trovati a dover soccombere di fronte all’impossibilità di eguagliare le aspettative: Ulises Davila, Carlos Vela, lo stesso Giovani Dos Santos hanno avuto il demerito di non saper apprezzare il valore dell’attesa, obnubilati dal richiamo dei top club. Il risultato è stato quello di vedersi stritolare dalle spire di prestiti su prestiti su prestiti che ne hanno tarpato lo sviluppo.
Che Hirving prima o poi dovesse arrivare in Europa era abbastanza inevitabile. Un po’ come provare la curiosità di masticare il gusano, il verme che dimora nelle piante d’agave e che si trova sul fondo della bottiglia di mescal, quando l’ultimo bicchiere lascia spazio all’entusiasmo etilico.
Questo contro il NAC Breda è stato il terzo gol in tre partite di Eredivisie per Hirving, ed è forse quello più lozanesque: in realtà in Olanda Hirving sta dando sfoggio di poliedricità, segnando di destro, sinistro, anche di testa. Alla quarta giornata, forse vittima dello stesso fuoco sacro che ne muove l’impeto, si è fatto espellere. Nessun problema: alla sesta, scontata la squalifica, è tornato a segnare, così come alla settima, con una doppietta, giusto per mettere in pari la media.
Lozano ha avuto un impatto devastante sul campionato olandese, che somiglia molto alla LigaMX: stessa attenzione alla tecnica, stessa sublimazione degli atteggiamenti iperoffensivi. Un contesto nel quale Hirving si trova a proprio agio. E al contempo uno scenario “minore”, per questo più prono a tollerare sviste tattiche e ingenuità comportamentali.
L’Olanda è il luogo perfetto per l’Erasmus calcistico dei calciatori messicani in generale e di Hirving nello specifico: e Eindhoven la scuola di danza in cui imparare a flettersi sulle punte, guardandosi allo specchio mentre si ripetono le mosse dell’insegnante.
2 Settembre 2017 - Messico vs Panama. Beatificazione, principio di.
Nell’ultima partita che ha giocato finora in Nazionale, contro Costa Rica, Lozano ha tentato 6 dribbling (5 riusciti), effettuato 3 passaggi chiave, vinto 10 duelli offensivi su 14: quattro giorni prima aveva mandato il Messico ai Mondiali di Russia con un gol che ne rappresenta l’evoluzione nella continuità, ancora un taglio dall’esterno verso il centro.
A osservare l'azione da un po' prima del cross, e da un'angolazione diversa, ci si ritrova tutto il Messico della nouvelle vague: Vela serve un filtrante per il “Tecatito”, che non si nega lo sfizio di un dribbling prima di servire Hirving, che solo cinque secondi prima, a inizio azione era larghissimo sulla destra, indietro rispetto a Vela.
«I laterali di fascia sono una delle forze del calcio messicano. Se Jesús (Corona, nda) è tra i cinque o dieci migliori nel suo ruolo, Hirving offre qualcosa di speciale alla squadra: genera competizione interna, perché sostanzialmente è già al livello di Tecatito o Carlos Vela», ha dichiarato recentemente Osorio, che non ha mai fatto mistero di considerarlo uno dei migliori calciatori che abbia mai allenato.
In un’intervista di un anno fa, quando gli hanno chiesto di cosa avesse più paura, Hirving ha risposto: del fallimento. Aveva appena vissuto il trauma della grandinata cilena in Copa América, sostituito dopo un primo tempo inconsistente.
Difficilmente riuscirà a mantenere per tutta la stagione i ritmi piretici attuali; eppure Hirving Lozano potrebbe essere uno dei calciatori capaci di traghettare il Messico, con un’accelerazione bruciante, fuori dalla melassa di inconsistenza alla quale i talenti degli ultimi cinque anni lo hanno abituato.