Le ultime tre stagioni del tennis maschile di vertice hanno seguito due filoni: la scomparsa del Fedal (l'ultimo Slam di Nadal è datato 2014, l'ultimo di Federer addirittura 2012) e lo strapotere di Djokovic, che nel 2016 sembrava avviato in carrozza al Grande Slam e a diventare il miglior tennista di tutti i tempi.
La rivalità sportiva (ma per niente umana) tra Federer e Nadal è stata una delle più grandi sintesi dicotomiche dell'archetipo del duello: un mancino contro un destrorso; un rovescio a una mano contro un rovescio a due mani; un giocatore smaccatamente elegante contro un altro (quasi) perfettamente pragmatico; un giocatore propositivo contro un altro reattivo (anche se solo diversamente propositivo in molti casi); uno esageratamente muscoloso contro un altro più snello e agile. La spartizione di significati e immaginari è così netta che i tifosi dei due giocatori hanno creato davvero due sette religiose, animate da una passione e una rigidità ideologica rara nel tennis. E forse proprio per questo in grado di rendere lo sport ancora più popolare.
Non abbiamo quindi fatto in tempo a celebrare la presunta invincibilità di Djokovic e poi il nuovo Numero 1 Andy Murray, che la prima finale importante della stagione che avrebbe dovuto definitivamente mettere in ginocchio le carriere di Federer e Nadal saranno proprio loro due a giocarsela.
Ma se le vecchie finali tra di loro a scadenza regolare avevano il sapore dell'innamoramento ormai consolidato e consapevole, quella di domani di Melbourne ha tutta l'aria di essere di un incontro tra due amanti la cui relazione era già formalmente conclusa, ma che decidono di concedersi un ultimo estemporaneo momento di piacere. Da qualche parte a Maiorca e a Basilea stanno già procedendo all'allestimento delle statue di Denis Istomin e Mischa Zverev e i passaggi a vuoto di Djokovic e Murray (soprattutto così simultanei) saranno più radi. Una finale tra Federer e Nadal è il simbolo più chiaro della difficoltà del tennis nel generare nuovi campioni, ma dall’altra parte è innegabile che rappresenti l’epilogo romantico che qualsiasi appassionato avrebbe voluto vedere.
Come si abbatte una Bestia Nera?
Entrambi arrivano in finale dopo i cinque set delle rispettive semifinali (Federer contro Wawrinka, Nadal contro Dimitrov). Federer ha un giorno in più di riposo ma aveva già manifestato qualche problema atletico, a differenza di Nadal. La superficie di quest'anno agli Australian Open è stata descritta da tutti come molto rapida, cosa che dovrebbe in teoria favorire le caratteristiche tecniche di Federer.
Tutti però conoscono le croniche difficoltà dello svizzero nell'affrontare Nadal, testimoniate dal saldo negativo di 23-11 nei confronti diretti. Di questi va sottolineata soprattutto il saldo di 8-2 per lo spagnolo sui campi duri all'aperto e di 3-1 sul duro outdoor al meglio dei 5 set (3-0 all'Australian Open). L'unica sconfitta di Nadal è arrivata a Miami 2005, quando il maiorchino era poco più che diciottenne e ancora a digiuno di trofei Slam. Per questo motivo e per una maggiore freschezza atletica, Nadal parte come favorito - anche se, va detto, in una finale dall'esito comunque aperto.
Da anni ormai si insiste sul dominio della diagonale sinistra come chiave tattica che risolve la sfida in favore dello spagnolo. In questo senso ci sono buone notizie per Federer: la prima è che il dritto di Nadal non ha più il top spin di un tempo. Lo scorso anno l'infortunio al polso sinistro ne aveva enormemente diminuito lo spin, ma in generale il movimento di Nadal è meno strappato (un po' lo dovrebbe essere per sporcare di rotazione la palla) perché non ha più la forza di un tempo, tanto sulla parte superiore quanto su quella inferiore del corpo. Non esiste più l'accelerazione di braccio-polso di qualche tempo fa.
La seconda buona notizia per Federer è che Nadal non ha più nemmeno la stessa velocità di piedi di qualche anno fa. Quella che gli permetteva di spostarsi costantemente sul dritto anche sull'angolo destro senza perdere la copertura di tutto il campo. Infine, la terza buona notizia è che i campi più veloci danno ancora meno possibilità di spostarsi sul dritto e quindi Federer, con un lungolinea non necessariamente perfetto, potrà trovare il rovescio di Nadal e provare a uscire da quella diagonale, invertendo le direttrici dello scambio.
Dall'Australian Open 2012: il tipico scambio pro-Nadal, la raffigurazione sportiva allegorica di un lento rito di esecuzione capitale. All'epoca però la superficie era più lenta, il top spin di Nadal rimbalzava più alto ed era più difficile per Federer sfuggire a questa morsa.
Sul piano tecnico-tattico la brutta notizia per Federer è invece che Nadal, nonostante stagioni difficili nei risultati come il 2015 e il 2016, ha però nel frattempo enormemente migliorato l'esecuzione del rovescio. Lo spagnolo ora ha un movimento più composto e pulito, che gli fa perdere meno tempo nella preparazione prima dell'impatto, accorciando l'apertura e migliorando l'anticipo. Nadal riesce ora a essere molto più sicuro, preciso e potente con il rovescio incrociato. Ma la vera novità delle ultime due stagioni è che Nadal è diventato estremamente competitivo anche con il rovescio lungolinea, cosa che gli permettere di dover giocare meno dritti dal lato destro. Dimostrazione che nello sport (come nella vita) il lavoro nei periodi di magra ritorna sempre utile quando poi tornano la fiducia e i risultati.
In passato, quando non riusciva a chiudere lo scambio in pochissimi colpi, sia al servizio che alla risposta, Federer cercava di uscire vincitore da scambi più laboriosi stringendo l'angolo sulla diagonale destra, sfruttando la superiorità del proprio dritto contro il rovescio di Nadal, e chiudendo magari con un vincente sull'angolo opposto che nel frattempo si era scoperto. Questa tattica sarà più difficile da riprodurre perché Nadal è diventato letale ad aprirsi e cambiare gli angoli anche con il rovescio. Sarà forse necessaria per Federer qualche palla più centrale sul rovescio di Nadal (dove più difficilmente lo spagnolo può aprire angoli) per poi sfruttare qualche palla più corta dove accelerare sul dritto dello spagnolo, che su una superficie rapida è ora il suo colpo più debole in fase difensiva.
Così sempre all'Australian Open 2012. Federer gioca 2 palle su 3 verso il rovescio di Nadal, ma gioca poi tutti i colpi vincenti (pallini rossi) sull'angolo opposto, in questo modo. Ma con il rovescio attuale di Nadal sarà più difficile riprodurre questa strategia.
Mouratoglou su Eurosport ha invece mostrato come, nell'ultimo precedente a Basilea 2015, Federer destinasse più palle verso il dritto di Nadal. Le condizioni indoor più veloci suggerivano allo svizzero di accelerare subito da quella parte, sfruttando una maggiore debolezza difensiva di Nadal con il dritto sui campi più veloci.
Nadal nel frattempo ha lavorato anche sulla posizione in risposta. Lo scorso anno si è sforzato di stare sempre più vicino al campo, soprattutto sulla seconda, così da evitare (con i dolori al polso e la forza fisica ormai in leggero calo) di scendere molto dietro al campo e dover caricare la palla. Ora Nadal ha la doppia opzione di poter rispondere lontano oppure vicino, a seconda dei casi.
Nella partita contro Raonic ai quarti, Nadal ha scelto di rispondere quasi sempre in avanti. Contro Dimitrov invece è arretrato un po' troppo spesso ed è finito per avere troppo campo da coprire sugli slice ben eseguiti sul suo rovescio. Unito alla preparazione più breve e al miglior anticipo sul rovescio, Nadal potrà più facilmente disinnescare i servizi slice da destra di Federer ed eventualmente anche metterlo in difficoltà se decidesse per il serve and volley.
Lo slice di Federer è più preciso di quello di Raonic, ma questi sono i rischi che lo svizzero potrebbe correre se Nadal rispondesse in anticipo.
Dal canto suo Federer ha un back di rovescio letale su questi campi rapidi e che dovrebbe destinare sul rovescio di Nadal, molto bravo invece a caricare con il proprio dritto una palla tagliata e senza peso. Sul terreno veloce è però più difficile avere tempo per girarsi sul dritto e un eventuale back lungolinea di Federer cozzerebbe di sicuro sul rovescio di Nadal, sterilizzandone un po' il gioco.
Federer però, dopo l'addio di Edberg e l'arrivo di Ljubicic come allenatore, è meno propenso alle discese a rete e non ha più nemmeno la brillantezza atletica del 2015 per eseguirle in tempi rapidi e corretti. Insomma, se la partita di Nadal sarà orientata a cercare la diagonale sinistra fin dal servizio (contro Dimitrov ha servito il 95% di palle sul rovescio del bulgaro) e spostare molto spesso Federer anche con il rovescio per poterlo sfiancare, lo svizzero dovrà generalmente cercare accelerazioni sul dritto di Nadal (il passante di rovescio del maiorchino è una sentenza), magari a seguito di qualche back lungolinea, e abbreviare gli scambi senza però esagerare con la ricerca della rete, cosa che potrebbe rivelarsi un deleteria nella situazione attuale.
La finale dei sogni
Dall'uscita di scena di Murray dopo un'inconcepibile partita contro Mischa Zverev, il popolo tennistico ha subito invocato il Fedal sul quale però si sono stagliati tanti ostacoli. Federer aveva già battuto Berdych e Nishikori e ha successivamente eliminato al quinto set Wawrinka giocando il quinto parziale poco più che da fermo, con una prestazione perfetta al servizio e qualche regalo del campione degli scorsi US Open.
Nadal dalla sua parte di tabellone ha avuto una serie di turni difficili, frutto anche della testa di serie per lui anomala (numero 9, Federer invece è la numero 17): dopo la vittoria in 5 set su Alexander Zverev, l'enfant prodige del tennis mondiale, Nadal ha eliminato un Monfils reduce da una stagione molto solida da top ten, Raonic che è sempre difficile da disinnescare e Dimitrov che ha amplificato i recenti progressi con Vallverdu, soprattutto dal punto di vista atletico, arrivando ad avere due palle break consecutive alla fine del quinto set.
Nadal ha iniziato a sentire l'odore del sangue e, come sempre accade quando capisce di poter vincere il trofeo, ha alzato il proprio livello di gioco. Tuttavia sembra non essere ancora abbastanza costante da non avere cali come accadeva in passato e su questo Federer dovrà giocarci. Va detto però che mentre Nadal ha sentito molta pressione contro Dimitrov (calando troppo spesso nei momenti chiave) - forse perché non è ancora arrivato il momento in cui si sente sfavorito contro il bulgaro - lo sconfinato rispetto che Nadal nutre da sempre verso Federer gli farebbe accettare con più serenità un'eventuale sconfitta. Per questo motivo Nadal potrebbe giocare con meno pressioni e a braccio più libero, forte anche delle memorie positive accumulate nei precedenti.
Il braccio libero è invece un vero e proprio l’imperativo categorico che Federer deve porsi, evitando le scelte scriteriate ma evitando comunque di cadere in troppe ragnatele. Nella semifinale contro Wawrinka, Federer ha ceduto l'inerzia della partita proprio quando ha diminuito la spinta, arrivando invece al quinto set dove ha capito che la scarsa mobilità lo costringeva a prendere rischi necessari che hanno pagato.
Si arriva quindi al copione classico del Fedal, dove è Federer quello che nell'immaginario comune fa la partita e Nadal quello che lo cucina lentamente. Anche se i due giocano in realtà su due livelli diversi di proattività, questo luogo comune non è così sganciato dalla realtà, pur con tutti i necessari piccoli e grandi accorgimenti tecnico-tattici di cui abbiamo detto.
Raramente due giocatori hanno, quasi da soli, alzato il livello di passione globale verso uno sport come hanno fatto Nadal e Federer, con il loro carisma, diverso nei modi ma uguale per intensità. Non è difficile immaginare un calo generale di interesse verso il tennis quando si ritireranno. Per fortuna non è ancora arrivato il momento di pensarci, anche se quello di Melbourne potrebbe essere effettivamente l'ultimo capitolo di una meravigliosa saga di finali Slam tra i due, a cui ci avviciniamo con l’eccitazione solenne che si riserva agli eventi che, già sappiamo, segneranno la storia dello sport.