
Prendersela con Balotelli, odiare Balotelli, difendere Balotelli, tifare per Balotelli, sono tutte cose che non servono a niente. Anche quando lo offendiamo, quando proviamo a spronarlo con affetto o quando lo biasimiamo con aria di superiorità, sbattiamo la testa contro il muro con la speranza di rompere il muro. Non perché Mario Balotelli sia un coglione senza speranza, ma perché è, per sua fortuna, affetto da atarassia. Per atarassia si intende, mutuando il pensiero di Seneca, la totale «mancanza di turbamento nell'anima». Una condizione assolutamente invidiabile e raggiungibile, a voler ascoltare i filosofi, una volta liberi da tutte le passioni umane.
Dall'inizio della sua carriera, Mario ha dimostrato una tendenza alla continua ricerca di questa pace dell'anima: le mancate esultanze, l'imperturbabilità davanti ai momenti più grigi, il disinteresse nel cercare parcheggio, tutti segni di un costante tentativo di divincolarsi dagli interessi umani. Gli ultimi 12 mesi di Super Mario raccontano di un ulteriore passo avanti in questo percorso spirituale che prevede anche la rinuncia al gol. Non è facile riconoscere l’atarassia perché è facilmente confondibile con stati emotivi al contrario negativi, ma studiando il caso Balotelli è possibile individuare 10 momenti che spiegano il lavoro dell'attaccante italiano verso l'assoluta pace interiore.
Mario Sparrow Balotelli

Mario Balotelli va a Gardaland e si fa una foto con gli attori che interpretano i pirati dei Carabi.
Mario Balotelli dribbla le contestazioni sgasando

Solo pochi organi di stampa, e neanche i più affidabili, riportano questa notizia, che per quanto mi riguarda potrebbe non essere vera, però guardate quanto è Mario Balotelli anche solo negli aggettivi: la contestazione è curiosa, la Ferrari nera e la compagnia dolce. Il finale è incredibile: il calciatore ha dribblato con una “sgasata”.
Per vivere una storia così, o anche solo accettare che la scrivano per te, devi essere davvero sopra le cose, e Mario lo è.
Balotelli e la pipì
In assenza di desideri, rimangono solo gli istinti: nutrirsi, accoppiarsi ed espletare i propri bisogni fisiologici. È per questo che Mario Balotelli si è alzato dalla panchina del Milan dopo l'ingresso in campo di Josè Mauri durante i supplementari della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Qualunque ricostruzione che preveda una sua fuga rabbiosa per il mancato ingresso in campo dopo essersi tanto riscaldato, è semplicemente in malafede: la condizione di Mario Balotelli non prevede emozioni, ma solo inevitabili porzioni di tempo atte a svuotare la vescica.
Mario Balotelli fa i complimenti al Liverpool, comunque
Tendiamo a dimenticarlo, visto che la parabola discendente di Balotelli ha ben impressa la maglia del Milan, ma il cartellino di Mario appartiene al Liverpool. Anche se in prestito, i rapporti tra il giocatore e i Reds sono stati tutt'altro che idilliaci nel corso della stagione: lui ha più riprese detto di non voler tornare, la società sta facendo di tutto per liberarsene con Raiola che lo offre in giro come se fosse un pandoro a gennaio, i tifosi inglesi non lo amano più di tanto.
Alle 22:43 del 18 maggio 2015, appena qualche minuto dopo il fischio finale di Liverpool Siviglia 1 a 3, Mario lancia questo tweet.
Preso asetticamente è un macigno, ci si legge dentro tutto: per molti è una neanche tanto sottile presa in giro al Liverpool. I tifosi si scatenano: c'è chi gli scrive waste of sperm (spreco di sperma) in uno degli insulti più brutti che mi sia mai capitato di leggere. Molti lo mandano a quel paese, altri gli scrivono che con lui in campo il risultato sarebbe stato diverso, ma anche qui sembra una presa in giro della presa in giro. Qualche sporadico tifoso del Manchester City se la ride. Nessuno capisce che in Balotelli non c'è più nessuna seconda chiave di lettura, non c'è nel pollice alto e colorato che è il suo pollice, tanto meno c'è in quel anyway che suona tremendamente stonato, ma non lo è se a scriverlo è lui, un uomo che ha raggiunto un perfetto equilibrio interiore.
Mario Balotelli e il rigore
Il calcio di rigore era l'ultimo ostacolo tra Mario Balotelli e la piena felicità: troppo facili per sbagliarli. Balotelli ha infatti segnato 22 dei primi 22 rigori tirati in carriera, ma dopo tanto lavoro ha iniziato a sbagliarli. In un intervista a Sport Illustrated ha anche spiegato come ha imparato a sbagliarli, e c'entra molto con la sua ricerca dell'atarassia:
«È una questione di testa. Devi stare calmo e aspettare che il portiere si muova. Se rimane fermo fino alla fine, non riuscirà a parare un pallone tirato negli angoli della porta. Se si muove, lo vedo e tiro dall’altra parte. È impossibile, per lui. Gli unici due modi in cui posso sbagliare un rigore sono se non sono concentrato e se tiro fuori»
Quest'anno ha calciato due rigori, uno contro l'Alessandria segnato, ed uno contro il Frosinone, che è riuscito a sbagliare.
Quello che accade dopo l'errore ci permette anche di mettere a confronto le due scuole di pensiero: quella di Balotelli, sdraiato sul prato con gli occhi chiusi, le braccia aperte e le gambe leggermente incrociate alla ricerca del perfetto stato di meditazione e quella di Mirko Gori, difensore del frusinate, che invece presenta un linguaggio del corpo completamente negativo, con i muscoli tesi, la postura sbilenca e il volto arcigno proteso in una smorfia che è puro odio. Voi in quale stato preferireste trovarvi?

Mario Balotelli contro il fumo
Tra i vizi terreni, quello del fumo, è uno dei più difficili a cui rinunciare. Eppure come possiamo vedere da questo video, Mario ci è riuscito. Il suo cammino verso l'imperturbabilità dell'anima è sempre più vicino alla conclusione: ora deve solo liberarsi delle cattive amicizie.
Mario Balotelli va al pub con Mexès e gioca con il cellulare
Il 5 Aprile Mario Balotelli posta sul suo profilo Instagram una foto di lui e Philppe Mexes con il volto scambiato. Il risultato è quello che vedete qui sopra, una specie di manifesto per un milanismo surrealista. Due giorni prima il Milan ha perso 2 a 1 contro l'Atalanta allontanandosi sempre di più dal quarto posto dell'Inter, il giorno stesso c'è stato il funerale di Cesare Maldini, una delle più grandi bandiere della storia del Milan. Alla luce di queste informazioni, se provassimo ad analizzare questa foto con degli strumenti empirici ci troveremo semplicemente in un cortocircuito. Non c'è infatti nessun motivo valido per la sua pubblicazione, non è neanche individuabile una sottile vena da troll di Balotelli. L'unico modo per accettare l'esistenza di questa foto è accettare che per Mario non ha nessun tipo di sovrastruttura. È solamente una foto di lui e del suo amico coatto che usano MSQRD mentre aspettano che la cameriera bionda porti loro due chiare medie coi nachos e il guacamole. E se lo potete fare voi, perché non può farlo lui?
Mario Balotelli va ad Alessandria
Veder giocare Mario Balotelli contro l'Alessandria è quasi metafisico. Mario ci appare come il giocatore più lontano da questa idea di calcio di provincia, fatto di sacrifici e campi sempre un po' rovinati; un ideale tanto triste quanto perfetto che invece la squadra dell'Alessandria abbraccia completamente a partire dalla prima maglia, grigia, fino ad arrivare al suo soprannome, i Grigi, e sembra davvero incredibile pensare che il giocatore forse più talentuoso del nostro calcio, Gianni Rivera, sia partito proprio da qui. Eppure la tirannia bislacca degli accoppiamenti della Coppa Italia non prevede eccezioni nemmeno per un calciatore come Mario Balotelli.
Il 26 gennaio 2016 mentre fuori fanno circa otto gradi e a Torino (dove si gioca) c'è quella nebbiolina che percepisci dalla TV ma che se abiti ad Alessandria credo non ci hai mai fatto davvero caso, Mario indossa la sua maglia numero 45 a strisce rosse e nere e va a lavoro. Sul campo vestito a festa per l'occasione, Mario emana un'evidente aura di superiorità, che non sembra essere frutto di superbia, ma un dato di fatto: la sua schiena è più dritta, il suo corpo più muscoloso, la sua maglia sembra l'unica a non sporcarsi mai, neanche con tutto quel fango, e i giocatori dell'Alessandria lo guardano come guarderebbero un monile prezioso dentro una teca di cristallo. Nella prima azione della sua partita liscia un cross non impossibile di De Sciglio a neanche due metri dalla porta; l'unico pallone che prova a recuperare veramente è dopo un grave errore. In generale le sue giocate migliori sono fatte da fermo, mentre pensa ad altro e il calcio esce naturale dai suoi piedi. Segna su rigore e non esulta. Per tutta la partita dà la sensazione di poter schiacciare un tasto e cambiarla completamente, fare 4 o 5 gol bellissimi. Eppure quel tasto non lo schiaccia mai, perché non c'è nessuna pulsione rimasta in Mario Balotelli.
Due minuti di Mario Balotelli che batte rimesse laterali con musica rilassante come sottofondo
Quale futuro?
Quello che possiamo aspettarci ora da Mario Balotelli è di vederlo sfumare lentamente come il vino in un soffritto, dimenticarci di lui finché non leggeremo la notizia del suo ritiro. Anzi se non ci fosse una dose di voyerismo insita nella sua figura molto probabilmente non starei neanche scrivendo questo articolo, che la miglior cosa che possiamo fare è lasciarlo in pace. Al momento è un giocatore del Liverpool, vive a Liverpool, si allena con il Liverpool, ma Klopp lo ha già scaricato.
Ora immaginate un video delle migliori 10 esultanze di Balotelli.
Il suo nome continua a comparire pigramente nelle pagine di calciomercato, il presidente del Crotone lo usa per avere un po' di spazio sui media; Prandelli vorrebbe portarlo alla Lazio sulla cui panchina però non arriverà mai; qualche tempo fa è uscito il suo nome quale possibile sostituto di Higuain al Napoli, una notizia che sembra quasi un offesa ai cuori già affaticati dei tifosi del Napoli; adesso sembra che Mancini voglia tornare a sbattere la testa contro il muro di Balotelli. Eppure nessuna di queste realtà sembra credibile, neanche accettando il basso grado di verità che solitamente hanno le notizie di calciomercato. L'unica verità ad oggi è che lo consideriamo un ex giocatore. Anzi, come un giocatore di qualche anno fa che per qualche ragione è ancora in giro, senza neanche essersi riciclato in una vita social tipo Vieri.
E Mario Balotelli cosa si aspetta dal futuro? Se volesse davvero assecondare l'indole mostrata in questa ultima stagione, il passo successivo sarebbe quello del ritiro, ma lui insiste a dire che non è ancora detto, che può ancora vincere il Pallone d'Oro. E in fondo anche per noi è inaccettabile che il miglior attaccante italiano degli ultimi anni smetta semplicemente, che non abbia più voglia di giocare a calcio, che voglia lasciare tutto e lo faccia come abbiamo sognato tutti di fare, in un momento o in un altro delle nostre vite. Ma la realtà è molto più larga delle nostre visioni e Mario Balotelli a 25 anni ha dimostrato di non avere più alcun interesse nel calcio, o magari non l'ha mai avuto e anche lui fatica a capirlo. Forse ha interesse nel denaro che il calcio genera, forse ha interesse nell'assecondare tutta la gente che lo circonda e che, magari in buona fede, gli fa un torto convincendolo che questa è la sua strada.
Quello che possiamo augurargli è che continui il suo cammino verso la pace interiore, quel Nirvana fatto di insensibilità e soldi che è forse l’unica forma di saggezza e crescita umana che gli è concessa. In bocca al lupo Mario, e scusaci se a volte siamo stati cattivi con te.