Se vi siete mai chiesti che faccia abbia una partita di Finale NBA in cui due compagni di squadra segnano 40 punti ciascuno, Gara-5 tra Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors è la risposta che stavate cercando. Già, perché non era mai successo che due giocatori facessero quello che hanno fatto LeBron James e Kyrie Irving ieri notte — talmente superiori nella metà campo offensiva da cancellare qualsiasi lapsus mentale e di comunicazione difensiva sul campo più difficile della NBA, riportando la serie finale a Cleveland per Gara-6.
One-two punch
Qualsiasi analisi di questa partita non può che partire dalla storica prestazione di coppia di James e Irving. A tratti è sembrato quasi che i Cavs abbiano deciso di simulare l’attacco degli Oklahoma City Thunder nella serie precedente: palla in mano alle due stelle che attaccano a ripetizione, ridurre al minimo i passaggi (217 contro i 296 di Golden State) per evitare palle perse (solo una di James nel secondo tempo, 5 di squadra), massimizzare gli assist (9 contro i 6 degli Warriors nel secondo tempo), and repeat. Non sarà esteticamente appagante o sostenibile sul lungo periodo, ma ieri notte ha funzionato e ha tenuto in piedi una serie che sembrava ormai destinata a concludersi in cinque partite.
Definizione di prestazione storica: 41 punti con soli 7 errori al tiro (17/24); primo giocatore dai tempi di Wilt Chamberlain a segnarne 40+ con il 70% al tiro; primo giocatore di sempre a segnare 40+ punti con una percentuale effettiva superiore all’80%.
La grossa differenza rispetto alle altre partite della serie è che il tiro in sospensione di LeBron James ha vissuto una serata di grande ispirazione — e quando James si fida del suo jumper, marcarlo diventa un’impresa pressoché impossibile. Nelle precedenti quattro partite LeBron aveva chiuso con 23 punti totali fuori dall’area pitturata: solamente ieri sera ha toccato quota 20 con 4 triple mandate a segno, arrotondando una prestazione — 41 punti, 16 rimbalzi, 7 assist, 3 recuperi e 3 stoppate — che non si vedeva da più di 30 anni a livello delle Finals. La cosa più straordinaria è che è riuscito a zittire la più rumorosa arena della NBA che lo aveva messo nel mirino fischiandolo e gridandogli di tutto fin dalla palla a due, accusandolo di aver provocato e poi richiesto la squalifica di Draymond Green dopo i fatti di Gara-4. Quale che sia la vostra opinione in merito, non si può non rimanere increduli alla risposta di James, che nelle 7 partite a eliminazione diretta nelle Finals disputate in carriera viaggia a una media di 32-11-7 — alla faccia di quello che non risponde presente nel momento del bisogno.
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Gli 82 punti combinati di Irving e James sono il massimo di una coppia davanti alla possibilità di essere eliminati in una Finale NBA, e in generale hanno segnato o assistito per 97 punti dei 112 dei Cavaliers, di fatto pareggiando in coppia i 97 segnati da tutti gli Warriors. Non c’è molto altro da aggiungere, se non che LeBron non ha mai visto un suo compagno di squadra giocare in questo modo in una partita di questo peso specifico — e in fin dei conti, il non dover fare tutto da solo è esattamente il motivo per cui è tornato a Cleveland.
Everybody needs Draymond
Una delle chiavi della storica prestazione delle due stelle dei Cavs è inevitabilmente l’assenza di Draymond Green. Non serve nemmeno addentrarsi in statistiche particolarmente avanzate per osservare come la difesa degli Warriors fosse sensibilmente diversa senza la sua àncora di salvataggio — e sarebbe strano il contrario, altrimenti Green non sarebbe diventato quello che è ora. Senza Green in campo in questa serie i campioni in carica passano da un differenziale di +11.6 a uno di -4.2, l’unico negativo in tutto il roster.
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Insomma, se il pezzo di Gara-2 era stato intitolato “Festival degli orrori”, non è che in Gara-5 le cose siano migliorate granché: i Cavs sono riusciti a eliminarne un po’, ma sono stati graziati dagli errori di Golden State nel secondo tempo e dalla prestazione incredibile di James e Irving — che ha coperto anche un Kevin Love da 2 punti e 3 rimbalzi, pressoché nullo nell’economia della partita tanto in attacco quanto in difesa nonostante il ritorno in quintetto. La notizia peggiore, semmai, è che con un Dellavedova ormai fuori dalla rotazione (ieri 2 errori al tiro, 2 palle perse e 3 falli in 3 minuti), gli uomini a disposizione di Tyronn Lue sono solo 7 — di cui due sono pur sempre JR Smith e Shumpert (totalmente inaffidabili lontano dalla palla a livello di concentrazione e comunicazione) o sono cattivi difensori come Irving e Love. Un po’ poco per pensare di battere gli Warriors al completo altre due volte, ma è già un bel risultato aver forzato Gara-6 e la protezione del ferro di James è stata di livello assoluto (1/6 contro di lui in area, 9/27 di squadra).
Quando James è così coinvolto in difesa, le cose cambiano e nemmeno di poco