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Prima di Bud Spencer
06 lug 2016
Ricordo dell'atleta Carlo Pedersoli.
(articolo)
5 min
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Nel 1933 a Seiano, frazione in provincia di Napoli, un bambino di quattro anni venne buttato a mare legato a una corda. Metodo un po' ruvido per iniziare un bambino all'acqua, al nuoto, alle difficoltà della vita, a cavarsela da solo nel mondo, ma qualcuno la vede così, concepisce il metodo traumatico come il più efficace: o stai a galla o vai a fondo. Il bambino però non rimase molto impressionato dal gesto, dalla corda, dal mare, dalle difficoltà della vita e cominciò a nuotare tranquillo.

Carlo Pedersoli affermava di fare, sui cinquanta metri stile libero, alla fine degli anni '40, i tempi dei campioni del mondo di oggi. Invece sui settanta, ottanta e cento metri no, perché fumava. Non si è mai allenato, mai seriamente, mai al suo massimo. Nuotava per piacere e perché l'acqua era il suo elemento naturale, era 192 cm x 100 kg e tagliava le piscine come uno squalo, senza schizzi o scrosci e la propulsione di gambe e braccia lo portavano a fare tempi incredibili. Diceva anche che se non avesse fumato e se si fosse allenato seriamente, sarebbe potuto diventare tranquillamente uno dei primi due o tre al mondo.

Carlo Pedersoli nasce a Napoli nel 1929, nel 1940 si trasferisce a Roma e inizia le scuole superiori, dove pratica il pugilato, gioca a rugby e si iscrive alla Romana Nuoto, primo club natatorio italiano, fondato nel 1887, con sede ancora oggi su un barcone galleggiante sul Tevere. Intanto l'Italia entra in guerra. Nel 1943, a quattordici anni, va a Trieste a fare il Campionato Nazionale Allievi (due anni dopo diventerà campione italiano della categoria). Ritorna, insieme alla squadra, la mattina del 19 luglio, alle 9:00, alla stazione di San Lorenzo. Due ore dopo 662 bombardieri statunitensi sganciarono 4000 bombe su Roma, colpendo principalmente il quartiere di San Lorenzo, ma anche il Tiburtino, il Prenestino, il Casilino, il Labicano, il Tuscolano e il Nomentano, provocando circa 3000 morti e 11000 feriti.

A diciassette anni comincia a giocare a pallanuoto. Tutto ciò che si pratica in acqua gli viene fin troppo facile. Come ebbe a dire più di una volta: "Le cose venivano automaticamente, io non mi allenavo e vincevo". Qualche allenatore provava anche a farglielo pesare: "Ma come, tu che nuoti in 1 minuto i 100 metri, mi fai 2'30 sui duecento, dovresti fare almeno 2'10, 2'08", ma Carlo rispondeva: "Io sono un centista, gli altri cento metri ve li regalo". Nel 1947 stabilisce la seconda prestazione nazionale sui 100 rana. Ormai è sui taccuini dei tecnici azzurri e a un passo dalla Nazionale, ma lo stesso anno si deve trasferire in Sud America con la famiglia ed è costretto ad abbandonare gli studi e le varie squadre.

Bud Spencer era un tifoso del Napoli, ma era molto legato alla Lazio in quanto polisportiva con cui fece le Olimpiadi. Nel 1949, tornato in Italia, viene tesserato dalla S.S. Lazio Nuoto, per la quale gareggia nello stile libero e nella farfalla, ed entra nella squadra di pallanuoto come centroboa e con la quale vince il Campionato Italiano nel 1956 (primo e unico nella storia della società), guadagnandosi anche la convocazione in Nazionale.

Nel 1950 è a Salsomaggiore per delle gare, tra i vari atleti c'è anche Celio Brunelleschi, grande nuotatore italiano, all'epoca sulla cresta dell'onda, il primo a raggiungere il minuto netto sui 100 stile libero. A detta di Pedersoli, Celio lo apostrofò mentre saliva in pedana con un "Chi è quel napoletano lì?". La cosa non gli andò molto giù e si tuffò nella vasca di 25 metri particolarmente motivato. Fece 59"7: record. Il primo italiano a scendere sotto il minuto. Ma la Federazione, subito avvertita di tale prestazione, non convalida il tempo per mancanza di giudici ufficiali. Carlo è costretto a ripetere la gara il giorno successivo: 59"5. È storia.

Dal 1951 al 1956 Pedersoli vive il periodo più intenso della sua carriera da nuotatore e pallanuotista. Nel 1955 vince la medaglia d'oro nei Giochi del Mediterraneo di Barcellona con la Nazionale Italiana di pallanuoto. Come nuotatore partecipa ai Campionati europei a Vienna, vince due argenti ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d'Egitto, arriva in semifinale alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 e alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956. Fino a quel momento è stato 7 volte Campione italiano nei 100 metri stile libero e 4 volte campione in staffetta. E poi? E poi si stufa, gli allenamenti sempre uguali, la vita ai Parioli, di punto in bianco decide di tornare in Sud America, in Venezuela, dove per nove mesi lavora alla costruzione della Panamericana con indios e povera gente del luogo, contribuendo a erigere una piccolissima parte dei 25000 km di strada che vanno dal nord dell'Alaska alla punta più a sud del Cile.

Un gol di Pedersoli in Ungheria - Italia del 1955.

Nel 1960 torna a Roma, ha 31 anni e problemi completamente nuovi da risolvere: sposarsi, trovare un lavoro e il cibo. Si sposa con Maria Amato lo stesso anno, dalla quale avrà tre figli. Scrive canzoni e prosegue a fare piccoli ruoli in alcune pellicole. Il cibo invece diventa un problema più complicato. Il punto è che Carlo continua a mangiare le quantità pantagrueliche di cibo che mangiava mentre era uno degli atleti italiani più forti e più in forma, senza essere più un atleta. Dai suoi 100 kg di muscoli, arriva a pesare 130 kg negli anni '70 e '80, e successivamente sfiorerà un massimo di 152 kg. Raccontò una volta di essere andato in una clinica per dimagrire vicino Ginevra. Appena lo videro si fecero anticipare dieci giorni di paga. A pranzo gli portarono un'ala di pollo. Tenne duro. A cena si presentarono con un vassoio e una mela cotta. La sera stessa prese la valigia e scappò dalla finestra della camera che era al pian terreno, arrivò al paese più vicino e spese l'equivalente di 70 mila lire in una rosticceria.

L'attore Pietro Martellanza, al secolo Peter Martell, era un uomo molto irrequieto, nel 1967, durante una lite furibonda con la sua ragazza, diede un calcio al muro e si ruppe un piede. Il giorno dopo doveva fare uno spaghetti-western del regista Giuseppe Colizzi. Un cowboy con il piede ingessato però non poteva funzionare e l'attore venne sostituito. Sul set si presentò un ventiseienne con gli occhi blu, nervoso perché di lì a poco avrebbe incontrato il famoso campione di nuoto Carlo Pedersoli, di cui era un grande ammiratore e con il quale avrebbe dovuto fare coppia nel film. I due si presentarono e il regista pensò che non erano una brutta coppia, però quei nomi andavano cambiati, erano troppo italiani, bisognava riuscire a entrare nel mercato americano. Gli diede 24 ore per scegliersene di nuovi. Il giorno dopo erano Bud Spencer e Terence Hill.

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