Alex Grimaldo è uno dei giocatori più forti del Benfica, uno dei calciatori più interessanti del campionato portoghese e uno dei migliori terzini sinistri d’Europa. Grimaldo è una gemma che rischia di diventare uno degli errori di valutazione più gravi del Barcellona negli ultimi anni. Viene dalla Masìa, dove arriva a 13 come centrocampista centrale. Segue il flusso della "cantera" fino al Barcellona B, da dove la squadra di Lisbona lo preleva per un milione e mezzo di euro. Per definizione rappresenta il classico colpo "à la Benfica": un giocatore ricco di talento e cresciuto in un vivaio storico, eppure non abbastanza appariscente da guadagnarsi una convocazione in prima squadra.
Se da una parte è sempre complicato prevedere lo sviluppo di un calciatore giovane, resta difficile da spiegare la cessione di Grimaldo, che il Barça non ha avuto nemmeno una chance. Tutte le qualità mostrate al Benfica, in modo senz'altro più frammentato, le aveva già messe in mostra nella seconda squadra blaugrana. Ha dovuto soltanto riordinare i pezzi del proprio talento per comporre l’immagine di un terzino completo, moderno ma soprattutto speciale. Come in un puzzle bello ma piuttosto ordinario, che diventa sorprendentemente diverso scambiando di posto qualche tessera.
Grimaldo sembra giocare con questa continuità di rendimento e di efficacia da anni. Non si capisce se riesce a giocare in questo modo a causa di una flessibilità mentale particolarmente sviluppata oppure se l’accumulo di esperienza funzioni diversamente per lui rispetto agli altri. La reazione agli stimoli colpisce per rapidità e analiticità: non ripete mai lo stesso errore e sembra modificare gli output attraverso un’innata funzione auto-migliorativa, e questo avviene non solo in generale ma nel contesto dei 90 minuti della stessa partita spiegando in parte la vertiginosa crescita degli ultimi 12 mesi.
Grimaldo è un giocatore raffinato, tanto nelle scelte quanto nelle esecuzioni tecniche. Possiede un'ottima sensibilità nel piede sinistro che esprime nei fondamentali, come nell’eccellente controllo di palla sempre molto pulito e preciso. Con il pallone si muove come il protagonista di uno di quei platform games per gli smartphone: evita gli avversari come se fossero ostacoli inermi: vira verso gli spazi liberi, cambia direzione al tempo giusto, dimostrando di possedere una visione periferica e verticale superiore alla media.
Quando ha il pallone appare in controllo anche di coordinate spaziali più lontane; i compagni lo considerano sempre un appoggio sicuro e lo servono appena ne hanno la possibilità. Calcia molto bene con il sinistro, è pericoloso sui calci piazzati e sa costruirsi il tiro in area - anche con il destro - in poco spazio anche perché non è mai fuori equilibrio. Tranquillità e sveltezza mentale si sovrappongono nel suo gioco e sono strumenti che Grimaldo utilizza per manipolare situazioni anche molto complesse. È il classico giocatore che converte positivamente anche giocate difficili facendo sembrare che il merito non sia suo ma dei compagni o quasi di una casualità. Fino a che però le circostanze si ripetono con continuità e quindi con l’obbligo di rivedere la tesi iniziale.
La partita di Champions League giocata dal Benfica al San Paolo, dove Grimaldo ha dominato la fascia sinistra su tutte e due i lati del campo, è un saggio soprattutto delle sue capacità difensive. Qui spiega come annullare i tagli di Callejón sul lato debole (tema molto attuale), qui invece lo rimbalza dimostrando che è in grado di annullare differenziali negativi di kg e cm per vincere i duelli fisici. In quest'altra occasione lo brucia in velocità ma “incredibilmente” non ne esce palla al piede quindi si dispera; qui sceglie il tempo perfetto per mortificare un controllo di Hysaj amplificandone l’imprecisione. Vincere l’86% dei tackle (2,4 su su 2,8 p90) con un fisico del genere senza avere un talento speciale nello scegliere il tempo è impossibile. Sull’uomo è un difensore profondamente razionale che concede sempre il rischio minore. Può permettersi addirittura scelte posizionali difensive rischiose, giocando sulle letture e sulla rapidità, impossibili per altri terzini.
Grimaldo è il prototipo del giocatore che nuota libero in un gioco associativo fatto di possesso e collegamenti continui tra i calciatori. Dalla fascia laterale si occupa di variare la distribuzione del gioco: la sua tecnica di passaggio e la sua visione di gioco gli permettono a tratti di essere realmente il regista della squadra e non un semplice checkpoint nella circolazione del pallone.
Sviluppa il gioco con un’attenzione continua verso i compagni e non ha paura di andare dentro il campo portando il pallone o con passaggi negli spazi, è abilissimo a giocare sotto pressione e con angoli di luce molti stretti. Quasi fisiologicamente viene da pensare che l’installazione del chip da “falso terzino” faccia parte del suo prossimo aggiornamento. Ecco che l’endorsement indiretto di Guardiola diventa ingombrante. La presenza del tecnico del City alle partite di Grimaldo somiglia a quella dei bambini che ai primi di Dicembre si fanno accompagnare dai genitori a fissare la vetrina del negozio di giocattoli, dove è sistemato il loro preferito, quello che sperano di trovare sotto l’albero di Natale.