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Recap statistico di fine campionato
31 mag 2017
Con l'aiuto degli Expected Goals, un punto sul rapporto tra Juve e Napoli, la salvezza del Crotone, il calo dell'Inter.
(articolo)
8 min
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Finito il campionato i verdetti ufficiali li emette la classifica. Ma è anche il tempo di bilanci “alternativi”, c’è chi li fa emotivi, chi ragiona su i “what if” che riempiono ogni stagione di ogni squadra, chi ripensa a uno o più episodi particolari. Senza pretendere che il nostro sia un approccio universalmente migliore degli altri, utilizzeremo qui le statistiche per tirare una linea che divida le prestazioni dai risultati. Attraverso i numeri è possibile effettuare una comparazione tra le squadre che sia la più obiettiva possibile, senza mai illudersi che esista l’oggettività assoluta.

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Juventus, Napoli e Roma si sono mostrate superiori al resto delle contendenti dall’inizio alla fine del campionato. Nella differenza tra Expected Goals prodotti in attacco e concessi in difesa, la Juventus (65,8 xG fatti e 24,5 xG subiti) precede di poco il Napoli (70 xG fatti e 28,9 xG subiti). Nella seconda parte del campionato, la Roma ha recuperato il gap difensivo che aveva caratterizzato il suo girone d’andata: dalla nona posizione per xG concessi, la Roma ha chiuso con la quinta prestazione assoluta, 38 gol subiti (rigori esclusi) a fronte di 38,4 xG concessi. Per migliorare la prestazione difensiva, la squadra di Spalletti ha dovuto rinunciare a parte della propria efficacia offensiva (va ricordato che a lungo la Roma è stata la miglior squadra d’Europa sia per numero di Expected Goals prodotti che per numero assoluto di conclusioni tentate) pur tenendo lo scettro dell’attacco più produttivo del campionato (74,3 xG) fino alla fine.

Con un nuovo direttore sportivo e un nuovo allenatore alle porte, per la Roma si può ipotizzare la necessità di dare il via ad un nuovo ciclo; al contrario di Juventus e Napoli che possono lanciare la sfida al prossimo Scudetto nel segno della continuità del loro progetto tecnico. Ed è interessante capire se esiste un gap che gli azzurri possono ambire a colmare rispetto ai bianconeri.

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I grafici riportano il numero di conclusioni tentate (o concesse, nel secondo grafico) da Juventus (linea nera) e Napoli (linea azzurra) divise per intervallo di Expected Goals: in questo modo possiamo provare a valutare la quantità di occasioni “importanti” effettuate o subite, e non solo la somma totale.

Il volume di tiro prodotto dal Napoli è più alto della media del campionato (linea tratteggiata in verde) praticamente in ogni intervallo. La Juventus sopravanza il Napoli per le conclusioni che hanno un valore compreso tra 0,35 e 0,55 xG.

Considerato che il valore Expected Goals medio su tutti i tiri effettuati in Serie A è circa pari a 0,09 xG (cioè un’occasione “standard” nel campionato italiano ha meno del 10% di possibilità di venire trasformata in gol), si comprende che la differenza tra le due squadre ha essenzialmente due cause: la Juventus restringe la rosa delle conclusioni intorno alla porta avversaria in maniera più efficace di quanto faccia il Napoli. E lo fa sia sfruttando meglio le situazioni da palla inattiva (14 conclusioni a 9 per i bianconeri rispetto agli azzurri che hanno raggiunto quel valore di xG), sia attaccando più spesso la porta con la palla in aria (14 colpi di testa a 10, sempre considerando quell’intervallo di pericolosità).

Dal punto di vista difensivo lo scarto tra le due squadre è simile ma stavolta per motivi opposti: il Napoli ha concesso molte più occasioni, rispetto alla Juventus, nel range compreso tra 0,25 e 0,5 xG, tutte all’interno della propria area di rigore (e invece si può notare l’abisso che separa, in questo stesso intervallo, la Juventus dalla media del campionato). Insomma, la Juventus subisce meno tiri, e di questi tiri ne subisce una parte proporzionalmente inferiore a quella del Napoli nelle occasioni che statisticamente hanno un valore di pericolosità più alto.

Il miracolo del Crotone

La salvezza del Crotone ha i connotati dell’impresa se guardiamo ai risultati ottenuti nelle ultime settimane: ultimi alla fine del girone d’andata con soli 9 punti, i calabresi hanno conquistato 20 punti nei mesi di aprile e maggio, due più della Juventus nello stesso periodo.

La prestazione del Crotone, però, se si guarda agli xG non ha subito mutamenti sconvolgenti da giustificare un tale cambio di marcia: nel grafico sopra sono rappresentate le medie mobili su 5 giornate della differenza reti reali (linea verde) e della differenza reti attese (linea nera).

La prestazione del Crotone si è attestata sugli stessi livelli per tutta la stagione, raggiungendo un picco tra la 18ma e la 22ma giornata di campionato, al quale è corrisposto solo un modesto bottino di 4 punti sui 15 disponibili. La performance complessiva dei calabresi in campionato, in ogni caso, non è stata dissimile da quella, ad esempio, del Cagliari, una squadra che non è stata mai realmente coinvolta nella lotta per non retrocedere. Forse il Crotone avrebbe potuto raccogliere qualcosa di più prima del rush finale, dove invece ha colto sensazionalmente di più del previsto.

Alla trentesima giornata, con la vittoria esterna contro il Chievo, è iniziato il filotto di risultati dei calabresi; ma cosa abbia determinato il successo del Crotone dal punto di vista statistico è difficile da determinare. La quantità di tiri nelle ultime 9 giornate non è tanto differente da quella delle precedenti 28, sia dal punto di vista offensivo che da quello difensivo. Lo stesso vale per la qualità delle conclusioni: gli Expected Goals per 90 minuti (una misura temporale della qualità) e quelli per tiro (una misura spaziale) sono rimasti sostanzialmente invariati.

È improvvisamente cambiata la precisione in attacco: la percentuale di tiri nello specchio è salita dal 32% al 39,8% e il tasso di conversione (il rapporto tra i gol e i tiri) dal 6,2% al 11,6%. Sono le stesse percentuali che hanno portato l’Atalanta a meritare il quarto posto finale.

Stessa variazione, ma di segno opposto, hanno avuto le percentuali sotto porta degli attaccanti che hanno affrontato il Crotone. Che si tratti di uno scarto di motivazioni tra una squadra che aveva un obiettivo ambizioso, quella calabrese, e le altre che non avevano più niente da chiedere al campionato - magari di minore e maggiore pressione difensiva e densità in area al momento del tiro, di cui gli xG non riescono a tenere conto - o che si tratti di semplice fortuna è impossibile da dire guardando ai soli numeri.

Il crollo dell’Inter

Al successo del Crotone fa da contraltare il crollo primaverile dell’Inter, quando ormai Stefano Pioli, terzo tecnico nerazzurro in questa stagione, sembrava aver dato un’identità tattica alla sua squadra, e questa aveva portato con sé prestazioni e risultati.

Una crescita evidente nel grafico che mette a confronto l’andamento nell’arco di tre stagioni della differenza reti conseguita in campo (media mobile su 7 partite in verde) e la differenza delle reti attese dagli Expected Goals (linea nera).

Pur non sostenuto dai risultati, il trend dell’Inter sotto Frank De Boer era già in crescita positiva; se escludiamo il picco di risultati ottenuti da Mancini tra l’ottobre e il dicembre del 2015, un’overperformance rientrata nella seconda metà della stagione 2015-16, dal punto di vista dei numeri l’Inter dell’inizio di questo campionato era già una squadra migliore di quella che conquistò il quarto posto.

L’Inter con Pioli ha invertito definitivamente la tendenza: dall’assunzione dell’incarico fino alla vittoria per 7-1 contro l’Atalanta, l’ultima prima della svolta negativa, i nerazzurri vantavano la seconda miglior prestazione offensiva (solo il Napoli con 32,4 xG faceva meglio dei 30,9 xG dei nerazzurri) e la quarta miglior prestazione difensiva (13,2 xG concessi, in quel lasso ha fatto meglio dell’Atalanta e della Roma).

Dopo la partita contro i bergamaschi a San Siro, il meltdown dell’Inter è stato completo: tutte le statistiche, soprattutto quelle di tiro, per volumi, per qualità e per precisione (sia quelle offensive che quelle difensive) sono precipitate. Le ragioni, probabilmente, sono da ricercare in ambiti diversi da quelli tecnici, tattici o atletici.

Come si sono comportati gli xG?

Alla prova dei fatti, il bilancio circa la prima stagione di utilizzo degli xG a “L’Ultimo Uomo” è positivo. La forza di questo strumento sta nella possibilità di scindere le prestazioni dai risultati. Così, ad esempio, hanno fornito uno sguardo oltre le circostanze poste dal calendario all’inizio del campionato.

Grazie agli xG avevamo intuito che c’era qualcosa in più dietro l’avvio di stagione disastroso dell’Atalanta di Gasperini, che era penultima dopo le prime 5 giornate ma accreditata della settima prestazione assoluta secondo gli xG. Così come gli xG sembravano indicare uno scarto tra i valori della Sampdoria e i risultati disastrosi di inizio stagione (6 punti nelle prime 8 giornate), in sedicesima posizione fino alla decima giornata.

Va poi tenuto conto che le prestazioni e le motivazioni di una squadra - che è un organismo composto da una quarantina di persone tra calciatori e staff tecnico - cambiano continuamente nel corso della stagione: la statistica può essere utile per provare a cogliere i cambiamenti all’interno di ogni mini-ciclo di cui è composta un’intera stagione.

Questo utilizzo nel particolare, tra l’altro, è in contrasto con l’esigenza di ogni strumento analitico, avere cioè a disposizione il maggior numero possibile di dati per rendere una figura quanto più nitida possibile. Ma è stato dimostrato che gli Expected Goals hanno un’affidabilità più alta di ogni altra metrica già dopo poche partite. Il che non significa che siano uno strumento infallibile, o che non vadano interpretati con attenzione, né in nessun modo si può giustificare un confronto tra xG e risultati reali come se i primi mostrassero un dato “più vero” dei secondi: il calcio è uno sport a punteggio basso ed è bello proprio perché un dettaglio, a volte anche casuale, può determinare l’esito di una gara.

Gli xG vanno considerati come un supporto insostituibile per l’analisi calcistica. Non necessario per chiunque voglia parlare di calcio, per fortuna. Uno in più diciamo, oltre a tutti gli altri a disposizione di chi ama il calcio e vuole percorrere tutte le strade che potrebbero portarlo a una maggiore conoscenza. A partire dai nostri occhi che a volte bastano e avanzano per formulare analisi corrette. Gli xG sono un approfondimento, un’apertura a nuovi discorsi, non dei mattoncini con cui costruire muri intorno alle proprie opinioni per difenderla.

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