Non siamo ancora a primavera ma la Serie A è già entrata nell’ultimo terzo di stagione e in modo sorprendente, rispetto alle ultime stagioni, è ancora aperta la lotta per il titolo, con il Napoli che vede ancora a portata di mano, o quasi, una Juventus fortissima. Per restituire la grandezza di queste due squadre e comprendere la straordinarietà di una lotta di così alto livello, bisogna fare riferimento ai numeri registrati negli scorsi campionati.
Le linee tratteggiate nell'immagine qui sopra rappresentano gli andamenti medi, dalla prima alla trentottesima giornata, che dalla stagione 2012/13 a quella 2016/17 hanno garantito il raggiungimento dei vari obiettivi. Per vincere uno Scudetto è bastato superare la quota di 81,4 punti, viaggiando con una media punti a partita superiore a 2,14.
La lotta scudetto
Quella tra Napoli e Juventus è di gran lunga la sfida più avvincente delle ultime sei stagioni. Entrambe sono molto al di sopra della quota che, mediamente, in passato è bastata per garantirsi il titolo: il Napoli ha una media di 2,50 punti a partita; quella della Juventus è addirittura superiore, di 2,63 punti a partita. Nella stagione 2013/14, la Juventus dei 102 punti (2,68 punti a partita) lasciò la Roma a 17 lunghezze di distanza (2,24 punti di media).
Il plot twist concesso dalla Roma e dall’Inter, che hanno rallentato il cammino del Napoli nelle ultime due giornate, hanno tolto un po' di importanza allo scontro diretto di ritorno tra azzurri e bianconeri, ma matematicamente è ancora possibile che entrambe raggiungano la soglia dei 100 punti: se il Napoli le vincesse tutte da qui alla fine, si fermerebbe proprio a quota 100; la Juventus, concedendo agli avversari lo scontro diretto e vincendo le rimanenti, arriverebbe a 101 punti. Più realisticamente, se entrambe continuassero ad accumulare punti secondo la media tenuta finora, escludendo lo scontro diretto, la Juventus avrebbe una proiezione finale di 97,6 punti, mentre quella del Napoli è di 92,5 punti. Il fatto che dalle proiezioni sia escluso lo scontro diretto significa che, a meno di passi falsi della Juventus impegnata su tre fronti, la partita di Torino potrebbe non determinare i destini dello Scudetto.
Gli Expected Goals, che provano a sintetizzare in una sola cifra la pericolosità effettiva del gioco espresso in campo, raccontano una storia diversa. La figura mostra gli andamenti della differenza delle reti attese (il delta tra gli Expected Goals prodotti in attacco e concessi in difesa) e, come per l’immagine precedente, le linee tratteggiate rappresentano le soglie che è stato necessario superare, nelle scorse stagioni, per aggiudicarsi l’obiettivo stagionale. La Juventus di questa stagione ha raggiunto un passo da Scudetto strada facendo, nonostante abbia avuto un inizio di campionato difficile per le scarse performance difensive (ne avevamo scritto qui e qui). La prestazione complessiva del Napoli, secondo gli xG, si è attestata ben al di sopra di quella della Juventus fin dal principio: gli azzurri sono partiti meglio, poi hanno mantenuto pressoché invariata la distanza con i bianconeri tra la quinta e la diciannovesima giornata.
Nelle ultime settimane, la forbice tra Napoli e Juventus è tornata ad allargarsi. La maggiore distanza è dovuta alla perdita consistente di efficacia offensiva dei bianconeri, che sono passati da una media a partita di 1,50 xG prodotti nelle prime 19 giornate, ad una di 1,26 xG nelle ultime 9. Se consideriamo le sole partite giocate dal 1 gennaio, la Juventus è addirittura quintultima per numero di passaggi giocati nell’area avversaria: con una media di 29,2 ingressi in area a partita, i bianconeri si mettono dietro solo Verona, Benevento, Bologna e Udinese.
La Juventus si sta sostenendo, di nuovo, su una prestazione difensiva fuori dall’ordinario: i bianconeri hanno blindato la propria porta concedendo 0,34 xG in media a partita nelle ultime 9 giornate, una cifra inaspettata se consideriamo che nelle prime 19 avevano concesso 0,79 xG in media a partita. Dall’inizio dell’anno solare, la Juventus ha subito meno gol, meno Expected Goals, meno tiri in totale e meno tiri nello specchio di ogni squadra nei cinque campionati europei. Se dovesse vincere lo scudetto dovrà ringraziare ancora la BBC, dove Benatia ha preso il posto di Bonucci.
Il Napoli non ha marcato il passo in maniera sensibile, in termini di Expected Goals, ma le sue medie sono comunque mutate: in attacco, gli azzurri sono passati da 1,63 xG prodotti nelle prime 19 giornate, a 1,70 xG delle ultime 9; in difesa hanno però concesso 0,71 xG a partita nelle ultime 9 giornate, a dispetto dei 0,45 xG concessi di media nelle precedenti 19. In pratica, il Napoli ha pagato un incremento del 4% nella performance offensiva con un deterioramento del 58% di quella difensiva. Detto ancora più chiaramente: nelle ultime giornate il Napoli è tornato a concedere occasioni come faceva lo scorso anno, quando Sarri imputava agli errori difensivi il mancato salto di qualità della propria squadra.
La corsa Champions
La lotta a tre per il terzo e per il quarto posto vede la Roma davanti a Lazio e Inter, almeno secondo le proiezioni degli Expected Goals. I giallorossi sono passati da un andamento che, a lungo andare, li avrebbe portati a lottare per un posto in Europa League, ad un ritmo addirittura da Scudetto, seppur per un breve lasso di tempo. Nelle ultime settimane, le difficoltà della Roma (che Dario Saltari ha analizzato dal punto di vista tattico e analitico) possono spiegarsi anche considerando una sorta di regressione statistica verso il valore medio: cioè più partite si accumulano, più fedelmente gli Expected Goals rispecchiano la qualità del gioco, al di là delle oscillazioni di breve periodo dovute a periodi di forma o difficoltà di calendario. In questo momento, i giallorossi ottengono più o meno i risultati che ci si aspetterebbe da loro e viaggiano comunque con un ritmo che nelle scorse stagioni è stato più che sufficiente per piazzarsi entro i primi quattro posti.
Diversa è la situazione di Lazio e Inter. La macchina da gol dei biancocelesti ha rallentato vistosamente: in appena un mese è passata dal segnare 2,7 gol a 2,4 gol di media a partita, e da 1,55 xG a 1,37 xG di media a partita. Sette giornate sono bastate per abbassare del 13% la prestazione di tutta una stagione. A questo punto del campionato, le prestazioni di Lazio e Inter sono davvero vicine: 38,3 xG a 35,5 xG a favore dei biancocelesti in attacco, 24,8 xG a 27,0 xG a favore dei nerazzurri in difesa. L’Inter ha però un turno da recuperare rispetto alla Lazio e questi numeri potrebbero avvicinarsi ancora.
Entrambe le squadre si sono sostenute sulle performance dei loro centravanti: sia Icardi che Immobile sono nel novero dei dieci migliori attaccanti europei della stagione (tra quelli che hanno tirato verso la porta avversaria almeno 50 volte) e hanno una percentuale realizzativa (intesa come rapporto tra gol e tiri) superiore al 20%. Il recupero di Icardi potrebbe essere decisivo affinché l’Inter riesca a dare una spallata alla Lazio da qui alla fine del campionato, ma in questo momento dire chi la spunterà è too close to call.
La lotta salvezza
La vittoria nel derby ha ridato speranze al Verona e ha riaperto la lotta per non retrocedere. La quota salvezza, in proiezione, è a 35 punti, una soglia simile alla media salvezza delle cinque stagioni precedenti (34,6). Nonostante la vittoria sul Chievo, il Verona sembra essere, col Crotone, una delle squadre meno attrezzate per restare sopra la linea di galleggiamento. La squadra di Pecchia è tra le peggiori d’Europa nel saldo tra le reti attese prodotte in attacco e concesse in difesa: solo Benevento (-24,2 xG), Metz (-23,5 xG) e Las Palmas (-21,8 xG) fanno peggio del Verona (-20,4 xG).
Il Crotone già sotto la guida tecnica di Davide Nicola aveva valicato la linea tratteggiata in rosso, quella che storicamente ha condannato le squadre che l’hanno attraversata, con Walter Zenga le prestazioni dei crotonesi sono ulteriormente peggiorate, fatto salvo il recupero delle ultime settimane.
La classifica complessiva degli Expected Goals prodotti e concessi.
Realisticamente quanto hanno da temere Cagliari, Chievo e Sassuolo, le tre squadre della piccola borghesia della Serie A? Per gli Expected Goals, la qualità del gioco che stanno esprimendo è superiore a quella di Benevento, Crotone e Verona. Il Sassuolo sembra godere delle credenziali migliori anche se, per amor di verità, non è merito del cambio in panchina: sia con Bucchi che con Iachini, il Sassuolo ha avuto la tredicesima prestazione difensiva e l’ottava prestazione offensiva del campionato, in termini di Expected Goals. Il problema del Sassuolo non è la qualità del gioco offensivo, che è buona, ma è la pessima conversione delle occasioni che genera: dall’inizio del 2018, la percentuale dei tiri trasformati in gol dai neroverdi è appena del 1,9%.
Il Chievo invece ha un problema di volumi di gioco: è la squadra che nel 2018 ha tirato meno in tutta la Serie A, ha infatti una media di 2 tiri a partita. Il Cagliari infine non trae più forza dalle mura domestiche, come invece accadeva lo scorso anno. Mettendo a confronto gli xG prodotti e concessi, si scopre che il Cagliari genera quasi il doppio degli xG alla Sardegna Arena (15,2 xG in casa, 8,1 xG fuori casa); ma incassa allo stesso modo sia in casa (17,2 xG), che fuori casa (17,3 xG). Per questo andamento, unico in Serie A, per gli isolani potrebbe non essere così svantaggioso giocare fuori casa 6 delle 11 partite finali.
Mancano ancora una decina di partite alla fine e i vari traguardi del campionato sono ancora tutti in gioco. In una stagione in cui il discorso sulla competitività interna del nostro campionato è stato particolarmente acceso, non c’è niente di banale.