Premessa
Sulla carta sembrava che quello tra Juventus e Borussia Dortmund dovesse essere il più equilibrato tra gli ottavi di finale e in effetti, finora, è l’unico in cui la squadra in trasferta, la testa di serie del sorteggio, ha perso.
È stata una sfida in cui gli allenatori hanno effettuato scelte abbastanza nette per adattarsi al meglio alle caratteristiche degli avversari, contrastarne i presunti punti di forza e sfruttarne i punti deboli.
Se c’erano pochi dubbi di formazione sulla Juventus - con Vidal alle spalle di Tevez-Morata - l’esatta composizione del quartetto offensivo di Klopp nel suo 4-2-3-1 era oggetto di discussione. Alla fine il tecnico giallonero sceglie di schierare come centravanti l’ex Immobile, con Mkhitaryan alle sue spalle e Reus e Aubameyang sugli esterni.
Sviluppi tattici
Già dal calcio di inizio, battuto dalla Juventus, si osserva la prima mossa di Klopp: in fase di non possesso palla il Borussia Dortmund si schiera con il 4-3-3 con Sahin vertice basso, Gündogan mezzala destra e Mkhitaryan mezzala sinistra.
Il 4-3-3 in fase di non possesso del Borussia Dortmund
La potenziale superiorità numerica in mezzo al campo della Juventus viene immediatamente annullata dal tecnico giallonero: il centravanti Immobile si abbassa su Pirlo, le mezzali si confrontano con quelle bianconere e il mediano Sahin gioca nella zona di Vidal. Già nei primi ottanta secondi di gioco c’è tutta la partita. Al cinquantesimo secondo di gioco, la pressione uomo contro uomo del Borussia frutta un tiro in porta di Immobile.
Immobile va in pressione su Pirlo che cerca Marchisio. Mkhitaryan, supportato da Reus recupera il pallone che giunge velocemente a Immobile che conclude pericolosamente da fuori area.
Trenta secondi dopo il pressing del Borussia non è puntuale come nell’occasione precedente e per la Juventus si spalancano spazi invitanti alle spalle della linea di pressione dei tedeschi.
Sahin esce leggermente in ritardo su Vidal.
Vidal ha il tempo di giocare il pallone e servire con facilità Pogba, che può affrontare fronte alla porta la difesa del Borussia Dortmund.
Pressione del Borussia e attacchi rapidi della Juventus quando la pressione giallonera viene saltata: gran parte della partita tattica è questa.
La pressione sulla costruzione del gioco della Juventus è ben studiata da Jürgen Klopp: il suo 4-3-3 in fase di non possesso schiera i due esterni Reus e Aubameyang stretti, in posizione intermedia tra i centrali e i terzini della Juventus. Con Immobile basso su Pirlo e lo schieramento a specchio a centrocampo, il 4-3-3 sembrerebbe lasciare libertà di manovra ai due centrali difensivi della Juventus. Ma la particolare posizione dei due esterni e il loro atteggiamento in fase di non possesso, consente a Reus e Aubameyang di controllare contemporaneamente i due centrali e il loro terzino di riferimento. Klopp, oltre a forzare la transizione difensiva col suo famoso gegenpressing, organizza una pressione alta anche nella fase di non possesso palla e non concede libertà a nessun giocatore bianconero. L’innesco del pressing è segnato dal primo passaggio orizzontale tra i due centrali difensivi della Juventus, a quel punto l’esterno si alza in pressione sul ricevente con tempi perfetti e un angolo tale da impedire lo scarico sul terzino.
Bonucci serve Chiellini. È il messaggio che serve a fare partire il pressing. Aubameyang esce su Chiellini. Si noti la posizioni di Reus: piegato, pronto a scattare in pressione.
Il tempo e l’angolo di uscita di Aubameyang chiudono ogni possibile scarico verso l’esterno forzando Chiellini a rigiocare verso l’interno del campo.
Sul passaggio di ritorno di Chiellini su Bonucci, Reus è già in pressione sull’altro centrale della Juventus.
La pressione aggressiva e organizzata del Borussia in fase di non possesso palla e la sua transizione difensiva funzionano piuttosto bene e la Juventus ha difficoltà ad avanzare con il pallone manovrando.
Quello che funziona meno nella squadra di Klopp è quello che succede alle spalle della linea avanzata di pressione. La linea difensiva è incapace sia di difendere la profondità che di giocare forte in anticipo sulle punte della Juventus. Morata e Tevez dominano il duello contro i difensori centrali gialloneri e il lancio diretto e verticale sia alle spalle della difesa che sugli attaccanti che vengono incontro, diviene, per la Juventus, una via di successo per superare la pressione del Borussia Dortmund e far giungere il pallone nelle zone avanzate e rendersi pericolosa.
In quest’ottica appare chiaro come il giocatore con più passaggi chiave della Juventus e della partita sia un difensore, Bonucci, che ne colleziona ben sei.
La costruzione lunga della Juventus: Bonucci non ha linee di passaggio utili verso i terzini o i centrocampisti. Cerca direttamente le punte.
Cosa accade alle spalle del centrocampo del Borussia? Tevez riceve indisturbato senza alcuna pressione da parte della linea difensiva avversaria e può girarsi e creare gioco. Gündogan non riesca a correre verso la propria porta con efficacia: non segue Pogba e non riesce a raddoppiare su Tevez.
Tevez premia l’inserimento di Pogba, che metterà un pallone da spingere in porta per Morata, marcato da nessuno.
In fase di possesso palla il 4-3-3 di Klopp si trasforma nel suo consueto 4-2-3-1: Gündogan si abbassa al fianco di Sahin e Mkhitaryan va a giocare dietro Immobile. La costruzione bassa del Borussia prevede l’avanzamento dei due terzini e il movimento di Gündogan crea le condizioni per una superiorità numerica in fase di costruzione (4 vs 3, i due centrali più Gündogan e Sahin contro le due punte e il trequartista della Juventus). Tale superiorità, unita alle difficoltà strutturali di un sistema come il 4-3-1-2 di difendere l’ampiezza fornita dai due terzini, rendono possibile al Borussia trovare sempre un uomo libero e di tenere pertanto maggiormente il pallone rispetto ai bianconeri, in controtendenza con le caratteristiche delle squadre. Il dato finale del possesso sarà per il Borussia Dortmund del 52%.
Come quelle di Klopp, le scelte di Allegri sono piuttosto nette. Giocando sulle caratteristiche degli avversari non vuole concedere profondità alle spalle della propria linea difensiva e conseguenti spazi da sfruttare per le capacità dei velocisti gialloneri. Il piano è pertanto quello di difendere con la difesa piuttosto bassa, 10 metri circa davanti la linea dell’area di rigore e di lasciare davanti a sé spazio per le ripartenze veloci.
Le diverse scelte dei due allenatori in fase di non possesso sono chiaramente fotografate dal dato relativo al numero di palloni recuperati nella metà campo avversaria: 5 per la Juventus e ben 18 (un numero molto elevato) per il Borussia. Si comprende pertanto come i giocatori bianconeri che hanno recuperato il maggior numero di palloni siano stati, secondo i dati SICS, Bonucci (14) e Chiellini (11), mentre per i tedeschi siano stati i due centrocampisti Mkhitaryan (10) e Gündogan (8) e come l’altezza media di recupero palla sia stata 45 metri per i gialloneri e 33 metri per la squadra di Allegri.
Quella della Juventus è una partita inedita, che in Italia non gioca: è pressata con efficacia in ogni momento del match e per tale motivo non riesce ad organizzare dal basso la propria costruzione corta. La priorità data da Allegri di impedire attacchi del Borussia in spazi aperti impone ai due terzini bianconeri una posizione più bassa in fase di inizio azione, rispetto alla posizione alta assunta di solito. Questo crea meno spazio per la ricezione delle mezzali e pertanto linee di passaggio più complicate dai centrali o dal mediano verso gli altri centrocampisti. Tale atteggiamento tattico, unito alla ottima pressione (se limitiamo l’analisi alla sola linea più avanzata) della squadra tedesca, forza parecchi errori in fase di costruzione e impone una più proficua costruzione lunga verso le punte.
La posizione dei terzini (cerchiati in rosso) in un’altra partita della Juve: alti, lasciano spazi alle mezzali, che forniscono linee di passaggio sicure per i difensori e il mediano. Si confronti tale immagine con quella in cui Bonucci inizia l’azione per il gol di Morata.
Inoltre la Juventus è costretta, come sottolineato da Allegri a fine partita, a giocare prolungate fasi di non possesso palla, riuscendo a gestire molto bene una situazione tattica inedita per i bianconeri.
La cosa è sottolineata dall’Indice di Pericolosità (IPO) del Borussia Dortmund, che nonostante il maggiore possesso e il recupero palla avanzato, si ferma a 33, contro il 55 della Juventus.
La Juventus difende bassa e con il 4-4-2.
Lo scarto tra i valori di Indice di Pericolosità fotografa l’attenta partita difensiva della Juventus e la sua capacità di rendersi pericolosa sfruttando la cattiva prova della linea arretrata del Borussia Dortmund.
Ai due lati opposti del campo si evidenziano le ottime prestazioni di un’impeccabile Bonucci e di Alvaro Morata. Il difensore, oltre a primeggiare nelle statistiche dei passaggi chiave e dei palloni recuperati guida quelle dei duelli vinti (9 su 10), si rende protagonista di un intervento decisivo nel secondo tempo intercettando al volo un pallone diretto verso Aubameyang. Morata risulta decisivo negli spazi aperti, come nell’occasione del primo gol, e insieme a Tevez, riesce a difendere molti palloni nella metà campo offensiva, vincendo parecchi duelli individuali.
Gli infortuni di Piszczek e Pirlo, pur non modificando gli schieramenti tattici, cambiano le interpretazioni in campo. La risultante del doppio cambio Piszczek/Papastathopoulos con Ginter/Kirch toglie qualità alla fascia destra del Dortmund e velocità alla linea difensiva. La sostituzione di Pirlo con Pereyra fornisce alla Juventus maggiore capacità di pressione nel ruolo di mediano con Marchisio (è il centrocampista della Juve che recupera più palloni, sette) che regala anche maggiore velocità di circolazione palla contro la pressione avversaria. Inoltre Pereyra, nel ruolo di trequartista, gioca con maggiore mobilità di Vidal, rendendo più semplice l’uscita del pallone verso le zone avanzate e fornendo rapidità e dribbling (3 su 3 per l’argentino, il migliore di tutto il match in questa statistica) per superare il pressing giallonero. In definitiva la versione della Juve con Marchisio mediano e Pereyra trequartista riesce ad arginare meglio gli attacchi avversari e a ripartire con più efficacia verso la porta avversaria.
Conclusioni
Il risultato sorride alla Juventus, ma, occasioni alla mano poteva anche essere più rotondo. Le scelte tattiche di Allegri, a conti fatti, pagano: non concede spazi alle spalle della propria linea arretrata e la squadra lo assiste con una prestazione difensiva di grande livello, giocando un calcio inusuale nel campionato italiano. Il Borussia non si rende quasi mai pericoloso e il gol subito, che i bianconeri sperano di non dovere rimpiangere, è figlio di un infortunio individuale in una situazione tattica gestita bene dai due centrali bianconeri.
Bonucci e Chiellini leggono molto bene la situazione: su lancio lungo verso Immobile, scappano dietro a raccogliere la spizzata del centravanti del Borussia. Lo scivolone di Chiellini (solo sfortuna o bisogna chiamare in causa anche una certa mancanza di coordinazione nel calciare di destro?) vanificherà il buon lavoro tattico.
I tiri da dentro l’area del Borussia Dortmund sono solo 3 contro i 10 della Juventus e i pericoli (relativi) maggiori nascono solo da recuperi alti del pallone e mai da azioni manovrate. Meno bene nella squadra di Allegri funziona l’uscita dal pressing giallonero, che riesce a recuperare tanti palloni nella metà campo della Juve. Oltre a impedire una costruzione manovrata, il recupero alto dei palloni diviene la maggiore arma offensiva degli uomini di Klopp, come dallo stesso recitato (“Il pressing è il miglior playmaker del mondo”). Tuttavia la cattiva prestazione della linea difensiva e in generale tutto quello (di negativo) che accade alle spalle delle linee avanzate di pressione del Borussia rendono possibile alle Juve l’avanzamento del pallone tramite costruzione lunga e diretta verso le punte e la creazione di effettive situazioni di pericolo. In ottica Juve, in vista del ritorno è necessario confermare l’ottima prestazione difensiva e la capacità delle punte di agevolare l’uscita del pallone e di rendersi pericolose. Occorre però migliorare l’abilità nell’eludere la pressione avversaria, diminuire il numero di palle perse nella propria metà campo e alzare il livello delle prestazioni individuali di giocatori come Pogba e Vidal.
Sull’altra panchina Klopp non può certo essere soddisfatto di una partita che ha visto il Borussia recuperare in posizione alta e in maniera frequente il pallone, avere maggiormente il possesso dello stesso, ma creare pochissimo e soffrire su ogni palla arrivata alle punte della Juventus. Il Dortmund, costretto dal risultato a vincere, dovrà coinvolgere maggiormente Reus nella manovra offensiva e, se possibile, aumentare ulteriormente l’intensità della propria pressione. Più complesso appare migliorare l’efficienza della propria squadra quando gli avversari, sia tramite costruzione manovrata che tramite costruzione diretta, riescono a portare il pallone alle spalle della furiose linee di pressione avanzate, in un terra che troppo spesso per Klopp è di nessuno, anzi, è di quelli con la maglia diversa.
Ringraziamo per i dati SICS (che potete anche seguire su Facebook e Twitter).