31 luglio 1993. Makita Tournament al White Hart Lane.
Nel 1993 si sfidano Tottenham, Chelsea, Ajax e Lazio. La prima partita vede opposte la squadra italiana e gli Spurs. Il risultato non è rilevante, al trentesimo minuto il numero 10 in maglia gialla riceve il pallone e trafigge con il sinistro Marchegiani. È Edward Paul "Teddy" Sheringham, è nato a Walthamstow, distretto del nord-est di Londra confinante con Tottenham, e tifa Spurs da sempre. A sua volta diventa un mito per tutti i ragazzi dell'est di Londra, e tra questi c'è Harry, nato nel suo stesso quartiere, proprio nel 1993, a tre giorni da questa partita che è l'esordio di Sheringham nello stadio degli Spurs nella stagione 1993-94.
Da piccolo Harry è andato nella stessa scuola di David Beckham. Dice di avere i geni dello sport grazie al nonno materno, che ha giocato anche a livelli discreti. Con gli amici incontra Jermain Defoe, attaccante del Tottenham in quegli anni. Gli chiedono un autografo, anche Harry, che però in camera ha libri e riviste e un solo poster calcistico: quello di Teddy Sheringham.
25 agosto 2011. Tirare e sbagliare un rigore all'esordio, come se niente fosse.
Playoff di Europa League, il Tottenham ha già battuto 5-0 gli scozzesi dell'Heart of Midlothian, così al ritorno scendono in campo molti giovani. In realtà Kane non ha giocato sempre con il Tottenham. A otto anni ha iniziato con il Ridgeway Rovers, dove hanno cominciato anche Beckham e Andros Townsend. Poi lo notano gli osservatori dell'Arsenal, che in teoria sono i rivali degli Spurs. Ma Kane è ancora un bambino e vive benissimo l'anno in biancorosso. Solo dopo essere passato anche per il Watford arriva al Tottenham, a undici anni. A 15 anni è alto ma non grosso, con una buona tecnica di base. Per necessità lo fanno giocare anche a centrocampo, davanti alla difesa. Nell'Under-18 diventa una stella, segna 18 volte in 22 presenze, lo convocano in Nazionale Under-17. L'allenatore Alex Inglethorpe dice: «È un bravo ragazzo, con una grande etica del lavoro, uno che continuerà a migliorare».
Esordisce non lontano, in prestito al Leyton Orient, e nel 2011 torna a casa. La prima partita ufficiale con gli Spurs non è di certo delle più emozionanti, ma è carica di significato. Al ventottesimo minuto Kane galleggia sul filo del fuorigioco, stoppa il pallone scartando con lo stesso movimento il portiere, che lo atterra. Rigore. Kane, appena maggiorenne, prende il pallone. La gradinata dietro la porta è folta di tifosi scozzesi che agitano la sciarpa per confonderlo. Il portiere intuisce e neanche la respinta premia Kane, anticipato da un difensore. Si guarda intorno, la testa è alta e le mani non vanno tra i capelli, consapevole di aver perso un'occasione, ma che non sarà l'ultima.
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Il primo gol da professionista in maglia Spurs arriva al minuto 0:42.
Ancora una volta in Europa, contro lo Shamrock Rovers, con gli Spurs che sono quasi fuori dalla competizione e Kane che a fine dicembre verrà ceduto nuovamente in prestito. L'ultima occasione per farsi notare prima di partire.
Kane segna il 4-0, il suo primo gol con la maglia della squadra che tifava da bambino, ma la sua reazione è controllata e tranquilla. Ha sempre fatto gol e il contesto qui è una partita poco importante, con il risultato già deciso. È solo un gradino in più in una scalata lunga e faticosa.
Il riassunto della sua esperienza al The Den, passando per il gol "speciale" al Portsmouth (minuto 0:33).
Harry Kane ritiene l'esperienza con la maglia del Millwall fondamentale nella sua formazione calcistica. Certo, la stagione in Championship non è stata delle più facili: il Millwall rischiava seriamente la retrocessione e Kane a diciotto anni è arrivato per risolvere i problemi offensivi. Gioca titolare in quasi tutte le partite e si fa amare immediatamente dai tifosi, nonostante l'antipatia per tutto ciò che riguardi il Tottenham.
Nel sud-est di Londra il contesto umano è quello di un proletariato urbano che ha poco a che fare con il turismo di Piccadilly Circus. I tifosi del Millwall non piacciono a nessuno, come cantano loro stessi: «No one likes us, no one likes us and we don't care». Tra i pochi grandi giocatori passati di lì c'è anche Teddy Sheringham, che in prestito dagli Spurs giocò nella stagione 1987-88, una delle rarissime esperienze in prima divisione del Millwall.
Kane sotto porta sbaglia poco, segna 9 gol in pochi mesi. Ai tifosi piace soprattutto il suo atteggiamento combattivo, in linea con il carattere tradizionale della squadra. Il 10 aprile in trasferta contro il Portsmouth si gioca una fetta di salvezza. La partita è dura e poco spettacolare, a otto minuti dalla fine del primo tempo Harry Kane salta un avversario e incrocia il tiro nell'angolo. La partita finisce così e il Millwall ringrazia anche Kane se alla fine riesce a salvarsi. Kane da parte sua ha imparato molto. Come ha detto il suo ex compagno David Forde: «Se puoi giocare nel Millwall puoi giocare ovunque».
Da sottolineare, in questo video di gol e dribbling, le reti siglate a seguito di personali azioni di pressing, anche sul portiere.
La svolta vera è arrivata alla fine della scorsa stagione. Il 7 aprile Kane gioca per la prima volta da titolare in Premier contro il Sunderland, segnando il suo primo gol. Nello stesso mese segna contro West Brom e Fulham. Tre presenze, tre reti. Ma dovrà aspettare la stagione successiva e l’arrivo di Mauricio Pochettino per diventare titolare, sorpassando nelle gerarchie estive Roberto Soldado, pagato 30 milioni di euro appena un anno e mezzo prima.
Fino ad ottobre Kane parte dalla panchina, ad alternarsi in campo ci sono lo spagnolo e Adebayor; a novembre inizia ad affiancare Soldado da seconda punta, nel ruolo che aveva ricoperto nelle giovanili. La vena realizzativa dei due però si è dimostrata differente. Alle difficoltà di Soldado hanno fatto da contraltare le reti di Kane.
Tim Sherwood lo ha definito «una versione più giovane di Teddy Sheringham» e non è stato il solo a fare questo paragone: Dietmar Hamann, ex giocatore del Liverpool, ha riconosciuto nei due lo stesso tocco palla, e la visione di gioco. Les Ferdinand, che lo affiancava da mister dell'U21 nei suoi allenamenti individuali, ne ha notato la stessa capacità di inserirsi negli spazi e trovare la posizione giusta. In più, secondo Ferdinand, Kane ha una potenza di tiro che Sheringham non aveva, ma che lo avvicina invece ad Alan Shearer.
Kane cerca molto la porta, con un'ottima precisione (74%) ma Pochettino è stato convinto definitivamente dalla sua maggiore partecipazione alla manovra (quasi 1.000 minuti di gioco di differenza adesso tra lui e Soldado). Pochettino ha impostato il suo Tottenham su una grande intensità e un recupero alto del pallone e Kane sembra a proprio agio anche in fase difensiva, diventando il primo difensore della squadra.
Inglethorpe, suo allenatore nell’U18 degli Spurs, ricorda Kane disposto a sopportare carichi di lavoro molto elevati, spesso anche extra rispetto al resto della squadra. Les Ferdinand dice anche: «Per me la qualità che lo fece risaltare fin da giovane era questa incredibile fiducia in sé stesso. Lui sapeva esattamente dove voleva arrivare».
7 febbraio 2015. Derby di Londra nord tra Arsenal e Tottenham.
Un mese fa tutti aspettavano Harry Kane nel derby, anche se solo fino a pochi mesi prima nessuno lo conosceva. Neanche alcuni compagni, tipo Nacer Chadli che, arrivato nel 2013 dal Twente, ha detto: «Quando sono venuto al Tottenham non avevo mai sentito parlare di lui».
La partita però è iniziata male, con il vantaggio dell'Arsenal in contropiede, il pubblico del White Hart Lane temeva a quel punto di dover assistere al quinto derby consecutivo senza vittorie. Nel secondo tempo Lamela calcia un angolo da destra, un colpo di testa sul primo palo costringe Ospina al miracolo, ma sulla respinta c'è Kane. Poi: a 4 minuti dal novantesimo Bentaleb fa partire un cross dalla trequarti, uno di quei palloni un po’ velleitari di fine partita. La palla sembra troppo lunga per Kane, che però, in controtempo, riesce a incrociare il tiro nell'angolino. Stavolta corre verso i tifosi e si getta a terra urlando: questo è il gol che merita una gioia scomposta. A fine partita si alza un coro, già intonato altre volte: «Harry Kane, he's one of our own».
Un paio di anni fa, durante una giornata di golf per beneficenza, Harry Kane incontra Teddy Sheringham. I due parlano a lungo, soprattutto della comune esperienza al Millwall. Harry in realtà non sa davvero cosa dire. Lo ascolta finché non decide di chiedergli un consiglio per la sua carriera: Teddy, più di 800 partite e 300 gol tra club e Nazionale, risponde senza esitazione: «Posso solo dirti di segnare tanti gol. Da attaccante devi fare gol».