Il PSV ha conquistato il 24° titolo della sua storia con tre giornate d’anticipo, grazie a una schiacciante vittoria nel Topper, la sfida contro i rivali storici dell’Ajax. Il 3-0 finale dello scorso 15 aprile è stata un’umiliazione per il club ajacide, che hanno visto festeggiare gli avversari festeggiare la vittoria del titolo proprio al termine dello scontro diretto.
Quella del PSV è stata una vittoria pragmatica. Lo scorso anno avevano chiuso al terzo posto in classifica, con 6 punti meno del Feyenoord, mentre quest’anno hanno rifilato un passivo di ben 17 punti ai campioni d’Olanda in carica, privi del loro leader carismatico Dirk Kuyt e in preda a quello che sembra essere un progressivo indebolimento.
Gli errori dirigenziali dell’Ajax hanno certo reso le cose più facili alla squadra di Philip Cocu, in testa fin dalla sesta giornata e capace di vincere 26 partite sulle 34 disponibili, realizzando un filotto di 10 vittorie consecutive da settembre a dicembre, interrotto solo dalla sconfitta contro l’Ajax nella gara di andata.
PSV a parte, è stata interessante la lotta per il secondo posto tra Ajax e AZ. Sebbene la differenza tra le due squadre sia evidente, la lotta si è potuta dire chiusa solo all’ultima giornata, quando il club di Amsterdam ha messo la parola fine alla contesa con un secco 3-0 alla Johan Cruijff ArenA. È stato un campionato molto spezzettato, dove la vera contesa si è consumata a metà classifica, dove 6 squadre (dal Vitesse sesto al Groningen dodicesimo) si sono raccolte in 11 punti, mentre anche la lotta per non finire in zona playout è rimasta aperta fino all’ultimo. Forse la nota più stonata dell’anno è stata il Twente: Campione d’Olanda appena 8 anni fa e retrocesso oggi, peraltro in mezzo a un mare di debiti.
Nel 4-3-3 proposto, sei undicesimi arrivano dalle rose di Ajax e PSV, oggettivamente di un livello tecnico superiore rispetto alle concorrenti. L’Eredivisie, però, è un campionato ricco di calciatori interessanti che possono non sfigurare anche in contesti più competitivi, se messi a loro agio (i recenti casi di Hateboer e Gosens, arrivati a Bergamo rispettivamente dal Groningen e dall'Heracles Almelo, dimostrano che è possibile), e anche questa Top XI lo dimostra.
Portiere: Jeroen Zoet (PSV Eindhoven)
Zoet a 27 anni non è un portiere con una grandissima prospettiva, ma ha confermato di essere un giocatore dal rendimento sicuro. La stagione appena terminata, passata a difendere ancora una volta la porta del PSV è stata, molto probabilmente, la sua ultima nel Brabante.
Se qualcuno aspettava ancora la sua definitiva consacrazione (motivo per cui il suo trasferimento all’estero è saltato la scorsa estate) quest’anno ha dovuto ricredersi: Zoet è stato un leader sia fuori che dentro il rettangolo verde, rendendosi protagonista di alcune prestazioni superlative. Le sue parate sono risultate decisive nel big match con il Feyenoord del 17 settembre (vinto 1-0 dal PSV), ma anche contro i più modesti Excelsior e Heracles Almelo.
Complice il grande rinnovamento che sta attraversando la Nazionale olandese, Zoet può anche ambire a diventare il numero uno oranje, accrescendo ulteriormente il suo bagaglio di esperienza. A dispetto di un fisico pesante (Zoet è alto 187 cm e pesa 85 kg), si è dimostrato molto reattivo e abile nell’occupare l’intero specchio della porta, soprattutto sulle conclusioni dalla distanza. Con quasi 300 partite giocate tra i professionisti, se riuscirà a lavorare sui suoi limiti, magari in un campionato più probante come la Premier League o la Serie A, ha tutto il tempo può ancora alzare il livello del proprio gioco.
Difensore destro: Santiago Arias (PSV Eindhoven)
Scoperto dallo Sporting Lisbona in Colombia, quando giocava con la maglia verde del Club Deportivo Equidad di Bogotà, Santiago Arias è stato capace, durante le quattro stagioni trascorse con la maglia del PSV, di evolversi costantemente, fino a diventare un interprete del ruolo completo. Arias ha avuto un rendimento costante, sintomo anche dei suoi miglioramenti. Nato come esterno offensivo, nel corso degli anni europei ha affinato anche le doti di copertura, migliorando sensibilmente anche nella fase di ripiego. Quest’anno Arias è sceso in campo 30 volte in campionato, saltando solo due partite per infortunio, una per scelta tecnica (a campionato già vinto) e una per squalifica.
La sua abilità col pallone ha sbilanciato la costruzione del PSV dal suo lato. È un esterno bravo nei cross (6 assist quest’anno) e con una certa visione di gioco (1.7 passaggi chiave ogni 90’). Abilità che potrebbero renderlo ricercato in un mercato europeo carente di terzini destri (si parla anche di Juventus).
Difensore centrale: Kashia (Vitesse)
Arrivato nel 2010 dalla Dinamo Tbilisi, il georgiano è diventato una bandiera e un simbolo del Vitesse. A trent’anni Kashia ha superato una leggenda locale come Theo Janssen in quanto a numero di presenze (siamo a 289, di cui 245 in Eredivisie) con i gialloneri. Il Vitesse negli ultimi anni è diventato famoso per essere una sorta di parcheggio di Abramovich e di alcuni suoi fiduciari dal passato torbido.
Il centrale georgiano è stato tra i protagonisti del sesto posto del Vitesse, il cui accesso all’Europa League passerà dai playoff che inizieranno nelle prossime settimane. Oltre alle consuete buone prestazioni difensive, Kashia è stato importante anche in zona goal, andando a segno 3 volte, nelle vittorie contro il Roda, l’Ajax e il Feyenoord.
Carismatico e sicuro nelle scelte e in marcatura, Kashia sa far sentire il fisico agli attaccanti avversari e, dove necessario, trovare i tempi giusti per il tackle. È stato l’assoluto leader della quinta migliore difesa del campionato.
Difensore centrale: Matthijs de Ligt (Ajax)
Il vivaio dell’Ajax sembra non poter smettere di produrre talento. Nonostante sia ancora molto giovane (appena 18 anni), de Ligt gioca come un veterano e ha già una grossa consapevolezza di come utilizzare il proprio corpo per ostacolare l’avversario o per rendersi pericoloso all’interno dell’area di rigore avversaria. Ha chiuso la stagione da capitano dell’Ajax, raccogliendo 39 gettoni di presenza tra campionato, coppa e le sfortunate qualificazioni di Champions League ed Europa League, oltre all’esordio in Nazionale maggiore ad appena 17 anni.
Nell’arco dell’Eredivisie appena conclusa De Ligt si è saputo far notare per le ottime capacità nell’uno contro uno, essendo dotato di grande coordinazione e precisione nell’intervento sul diretto avversario. In 33 gare giocate in campionato, ha raccolto una media di 1,7 palloni intercettati e 4.4 azioni offensive avversarie interrotte a partita.
Da buon difensore di scuola olandese, ovviamente De Ligt è anche bravo con i piedi e non si limita a presidiare la propria area di rigore, avventurandosi spesso con grande sicurezza con il pallone tra i piedi. Si tratta di un difensore dal potenziale enorme, su cui hanno già messo gli occhi per il futuro il Barcellona, il Manchester City e il Bayern Monaco, cioè tutti i club più ricchi del pianeta.
Difensore sinistro: Angeliño (NAC Breda)
Arrivato a Breda passando per il Manchester City, il terzino sinistro spagnolo ha impiegato poco tempo a catturare le attenzioni di club ben più importanti, anche fuori dai confini dei Paesi Bassi. Con 6 assist vincenti, è il difensore ad aver creato più occasioni nell’intera Eredivisie 2017/18 e uno dei principali artefici della salvezza del NAC Breda, che ha chiuso il campionato al 14° posto. Attraverso la sua capacità di andare in transizione, sfruttando le sue doti tecniche e atletiche i gialloneri hanno spesso capovolto situazioni di gioco che li vedevano in difficoltà, rendendosi pericolosi nella metà campo avversaria.
Il Manchester City lo ha acquistato da giovanissimo (aveva appena 16 anni) dalle giovanili del Deportivo La Coruna. La sua carriera da quel momento è stata travagliata: ha giocato in Major League statunitense con i New York City FC e nella seconda serie spagnola con il Mallorca, prima di cominciare a macinare chilometri sulla fascia sinistra dei Rats di Breda. Schierato sempre come terzino sinistro, ha avanzato all’occorrenza il suo raggio d’azione fino ad agire da centrocampista di fascia puro in fase di conduzione dell’azione. Difensivamente ha ancora tanto da imparare, ma Angelino è stato una delle migliore sorprese di questa Eredivisie. Per la definitiva consacrazione c’è tempo, ma le premesse sono davvero buone.
Centrocampista centrale: Frenkie de Jong (Ajax)
Frenkie de Jong è un calciatore dal talento unico, con delle qualità rare nel calcio attuale. La sua stagione è iniziata il 2 dicembre del 2017, quando gli infortuni dei titolari hanno costretto l’allenatore dell’Ajax Marcel Keizer a schierarlo da titolare al centro della difesa.
In linea con l’idea di calcio universalista ereditata dall’Olanda della seconda metà degli anni 70, Frenkie de Jong si è trasformato da riserva di centrocampo a titolare della difesa con compiti di impostazione del gioco.
Un libero cui sono state affidate le chiavi del gioco e l’onere di dettare i tempi e impostare l’azione. Già nella prima metà del campionato - quando ancora giocava centrocampista - De Jong si abbassava tra i due centrali difensivi per impostare il gioco. È stato quindi naturale, prima per Keizer e poi per Ten Hag, schierarlo in un ruolo ibrido, quasi di “libero dinamico”. Con lui in campo l’Ajax ha migliorato molto la costruzione offensiva, e quindi i risultati, infilando 9 vittorie e 3 pareggi su 12 partite giocate.
Un infortunio alla caviglia a fine febbraio ha compromesso il resto della sua stagione, ma gli sprazzi di luce che De Jong ha mostrato lo rendono uno dei prospetti più entusiasmanti sfornati dall’Eredivisie 2017-18.
Centrocampista centrale: Marco van Ginkel (PSV Eindhoven)
Marco Van Ginkel è stato uno dei grandi protagonisti del trionfo del PSV. questa stagione è stata la migliore della sua carriera in termini di gioco e prestazioni: 33 partite giocate, condite da 16 goal e 5 assist tra campionato, coppa e i preliminari di Europa League, durante le quali non è emersa solo la qualità, indubbia dai tempi del Vitesse, ma anche il carattere, che forse era mancato durante le deludenti esperienze a Milano (sponda rossonera) e allo Stoke City.
Sfortuna a parte, visto che è stato tormentato da diversi infortuni nel corso degli anni, nelle poche occasioni che gli sono state date nel recente passato van Ginkel non è riuscito ad avere l’impatto sperato. Circondato da dubbi ed etichettato troppo presto come l’ennesimo giocatore timido buono solo per il campionato olandese, per ritrovarsi, anche se a soli 24 anni, van Ginkel ha scelto di tornare in Olanda, al PSV, dove ha avuto immediatamente un impatto importante sul gioco dei Boeren, aiutando la squadra a vincere due campionati. Segno della sua maturazione è la fascia da capitano, seppur essendo un calciatore in prestito, affidatagli da Cocu. Ora i tifosi del Chelsea lo rivogliono a Stamford Bridge, dove van Ginkel era già arrivato nel 2013, diventando l’unico calciatore –fino ad ora- che il Chelsea ha potuto prelevare in virtù della partnership con il Vitesse.
Trequartista: Zakaria Labyad (Utrecht)
Croce e delizia dei suoi allenatori, Labyad è stato l'elemento attorno a cui hanno girato i meccanismi di gioco dell'Utecht con Erik ten Hag (fino alla scorsa stagione) e Jean-Paul De Jong, attuale guida in panchina dei “Domstedelingen”. Entrambi gli allenatori sono stati felici di costruire un sistema di gioco che esaltasse la qualità di Labyad, in grado di dargli sempre punti di riferimento quando gira la testa o di permettergli di finalizzare il lavoro di fisico della prima punta.
Dotato di una grande sensibilità con entrambi i piedi e molto pericoloso sui calci piazzati, Labyad durante l'Eredivisie appena conclusa è stato coinvolto in 179 azioni che hanno portato al tiro, tra tentativi personali e chances create, lui o i compagni di reparto dell'Utrecht (dati Opta).
Dopo l'esplosione, da giovanissimo, con la maglia del PSV Eindhoven, era arrivato il trasferimento allo Sporting Lisbona nel 2012, forse prematuro. Negli anni successivi, trascorsi a peregrinare tra Olanda (Vitesse), Inghilterra (Fulham) e Portogallo (Sporting Lisbona) Labyad sembrava destinato a essere ricordato come uno di quei calciatori che hanno dilapidato il loro talento. Il ritorno in Olanda, svincolatosi dallo Sporting, come per molti suoi colleghi in questi ultimi anni, ha avuto un effetto benefico. All’ombra della torre di Utrecht Labyad sta ricominciando ad avvicinarsi all’idea che avevamo di lui qualche anno fa.
Ten Hag, che gli ha trovato una collocazione tattica, se lo è già portato all’Ajax, dove Labyad avrà la possibilità di dimostrare di non aver sprecato il proprio talento.
Attaccante sinistro: Hirving Lozano (PSV Eindhoven)
Quello del ventiduenne messicano è stato uno degli exploit più impressionanti dell'intero panorama calcistico europeo. Arrivato in Europa dal Messico, dove giocava con il Pachuca, con grandi aspettative, “El Chucky” è riuscito ad andare persino oltre le aspettative, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria finale del PSV Eindhoven. A differenza di altri connazionali (Carlos Vela e Giovani Dos Santos su tutti) il suo impatto sull’Eredivisie è stato ottimo. 6 gol nelle prime 6 giornate, fino ad arrivare alla vittoria del campionato e a sfiorare il titolo di capocannoniere. Alla prima esperienza calcistica al di là dell'Oceano, Lozano è riuscito a segnare 17 gol. Giocando ai lati di Luuk de Jong, In coppia con Pereiro o con l’altro gioiello di casa Bergwijn, Lozano ha completato un trio d'attacco ben assortito e gestito bene da Philip Cocu.
A Lozano - i cui interessi sono gestiti da Raiola - sembra essere interessato il Chelsea. Se i mezzi tecnici del messicano non si discutono – esplosivo nello scatto e dotato di un destro micidiale – per continuare la sua ascesa Lozano dovrà dimostrare una crescita complessiva nella gestione della partita. Insieme ai goal (tanti) e agli assist (tanti anche quelli) Lozano ha raccolto anche quattro gialli e due rossi diretti, entrambi ricevuti durante le partite contro l'Heerenveen: nel primo caso per una brutta entrata su Dumfries, nel secondo (che gli è valso 3 giornate di squalifica comminata dalla KNVB) per aver rifilato una gomitata intenzionale a Lucas Woudenberg.
Centravanti: Wout Weghorst (AZ Alkmaar)
Già nel corso della scorsa stagione, Wout Weghorst si era dimostrato un attaccante affidabile, segnato 18 volte tra tutte le competizioni. Quest'anno, però, l’attaccante dell'AZ sembra aver anche migliorato la propria consapevolezza negli ultimi metri di campo, rendendosi utile anche in fase di rifinitura.
Weghorst in questa Eredivisie ha segnato 19 gol e confezionato 6 assist e, insieme a Jahanbakhsh e Idrissi, ha dato vita ad un grande exploit realizzativo (60 gol in 3) che in pochi si aspettavano.
Weghorst ha guidato l'attacco dell'AZ di John van den Brom per tutta la stagione, contendendo il secondo posto all'Ajax fino ai titoli di coda del campionato e arrendendosi in finale di Coppa d'Olanda al Feyenoord in finale. Proprio in coppa, Weghorst ha dato il meglio di sé, segnando 9 volte.
Stiamo parlando di un attaccante di 1 metro e 97 centimetri, che non può essere quindi molto veloce, ma usa molto bene il corpo per far avanzare la manovra della squadra. Weghorst viene ovviamente molto usato per le palle alte: ingaggia 5 duelli aerei ogni 90 minuti, vincendone circa la metà. Il Feyenoord lo ha già individuato come possibile erede di Jorgensen, ma Weghorst ha già fatto sapere di preferire la Bundesliga. «Un campionato che, per il mio stile di gioco e la mia mentalità, sembra essere perfetto per me».
Attaccante destro Alireza Jahanbakhsh (AZ Alkmaar)
L’attaccante iraniano ha vinto a sorpresa il titolo di capocannoniere della Eredivisie, segnando 21 gol in una squadra che non è certo una big del campionato. È soprattutto grazie alle sue prestazioni che l’AZ è riuscito ad arrivare terzo dietro a PSV ed Ajax. Jahanbakhsh ha un’ottima sensibilità tecnica ed è rapido e bravo nello stretto. È riuscito a rendersi pericoloso sia con i movimenti senza palla all’interno dell’area di rigore che con dei tiri dalla distanza da fuori. Ha un ruolo ibrido: gioca da numero 9 ma partendo più defilato sulla fascia destra, da dove può attaccare la porta da lontano.
Gli scout del NEC Nijmegen, la squadra che lo ha portato in Europa, hanno sempre dimostrato di avere un particolare fiuto. Sono riusciti a prelevarlo nel 2013 dal Damash Gilan pagando meno di 1 milione di euro. Oggi, in attesa dell’apertura del mercato, Jahanbakhsh rischia di valere almeno dieci volte tanto.
Stiamo parlando di un calciatore ancora giovane (24 anni), capace di segnare tanti goal, ma anche di farsi valere in fase di rifinitura. Quest’anno i passaggi vincenti ai compagni di squadra sono stati 12. Con il Mondiale alle porte, Jahanbakhsh si candida a diventare una sorpresa anche della competizione che si disputerà in Russia, dopo aver stupito nella Eredivisie.