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Young, gifted and french
31 ott 2016
Amine Harit, uno dei giovani talenti francesi più promettenti.
(articolo)
2 min
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Questo pezzo è un adattamento di quello pubblicato originariamente (in inglese) sul blog di Wyscout, che vi consigliamo vivamente di seguire (ci sono anche i nostri autori).

A diciannove anni, il gioco di Amine Harit non è incentrato sul dribbling, pur avendo un’ottimo gioco di gambe e una tecnica in velocità di primo livello. Dal suo allenatore al Nantes, René Girard, non è considerato un giovane da far adattare a poco a poco, ma piuttosto un calciatore in grado di coprire tutti i ruoli del centrocampo, abbastanza affidabile da essere il quinto giocatore della squadra ad aver giocato più minuti dall’inizio della Ligue 1 (i primi 4 hanno giocato sempre).

Harit si era messo in mostra nell’Europeo U19 vinto dalla Francia quest’estate, superiore ai suoi coetanei praticamente sotto ogni aspetto. In queste prime 9 giornate di Ligue 1, la sua prima stagione tra gli “adulti”, sta dimostrando polivalenza e maturità non comuni per la sua età.

Ha giocato da trequartista, mezzala e esterno di un centrocampo a 4, interpretando ogni ruolo con una mobilità da tuttocampista. Da centrocampista centrale resta più bloccato per ragioni difensive, ma può sfruttare tutta la sua qualità nel playmaking e può guidare le transizioni della squadra con una conduzione di destro fuori dal comune (è alto solo 1.79 ma ha leve lunghe e una struttura molto leggera).

Non c’è un’azione tipica che racchiuda il talento di Harit, proprio perché adattabile a circostanze e spazi diversi. La conduzione della palla ad alta velocità è solo un aspetto, a cui si aggiunge il dribbling e la visione di gioco, la capacità di lettura dell’azione, a partire dal gesto tecnico con cui può indirizzarla in un senso o in un altro.

Qui sotto Harit chiude lo spazio al centro e parte in verticale dribblando il raddoppio avversario, poi con l’uomo addosso arriva fino a un secondo raddoppio ma quando sembra aver perso palla riesce invece a proteggerla fino all’ultimo e a trovare una linea di passaggio alle spalle dell’avversario. Così crea un 3 contro 3 momentaneo che il Nantes poi non è in grado di sfruttare.

Da mezzala si alza tra le linee e in orizzontale cerca il giusto half-space in cui prendere palla e girarsi. Da trequartista non prende sempre la scelta migliore, ma soffre anche la mancanza di spazio per portare palla. Da esterno, sia sinistro che destro, si sposta al centro fino a entrare in relazione addirittura con il terzino opposto. E spesso riesce a girarsi e partire in verticale anche con l’uomo alle spalle e la linea laterale alla sua destra.

Se la tecnica è da fuoriclasse, in compenso Harit dovrà lavorare sulle conclusioni per migliorare la precisione. Secondo i dati di Wyscout tira 1.6 volte ogni 90’ di cui solo il 25.9% coglie lo specchio della porta (on target), e sono ancora 0 gol su 17 tentativi (di cui 8 da dentro l’area di rigore (inside the box)).

È presto per dirlo, ma il Nantes potrebbe aver prodotto un centrocampista all’altezza di una tradizione che ha visto in maglia gialla giocatori come Desailly, Deshcamps, Karembeau, Makélélé Toulalan e Payet.

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