
Detto da uno che di stronzate in vita sua ne ha sparate parecchie, il contesto è sempre importante. E per contesto intendo quello che è stato detto prima e dopo la stronzata in questione, lo sfondo su cui si muove, come avesse delle gambe la stronzata, ma anche il tono di voce di chi la dice e l’atmosfera che lo circonda. Ad esempio Elon Musk ha commentato il secondo possibile attentato a Trump chiedendosi su Twitter perché nessuno, invece, provasse ad ammazzare Biden o Harris. Come tweet non funzionava, ha ammesso Musk stesso dopo essersi reso conto che qualcuno dei suoi 198 milioni di follower (e gli altri a cui il suo algoritmo su misura recapita le sue opinioni) poteva prenderlo come un invito ad uccidere l’attuale presidente e vicepresidente degli Stati Uniti, ma ha anche aggiunto che si trattava di una battuta che, fatta a voce, in un certo contesto evidentemente, faceva ridere.
Per questo, quando ho letto che secondo Michel Platini si dovrebbe togliere un giocatore per squadra e far giocare le partite di calcio dieci contro dieci, mi sono chiesto dove lo avesse detto, e con che tono esattamente. Il contesto era il podcast di Jerome Rothen, ex esterno di Monaco e PSG, in cui Platini ha partecipato ad una chiacchierata generalmente nostalgica in cui quasi ogni sua frase cominciava con «io sono di una generazione che».
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