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I 10 migliori centravanti al mondo, oggi
01 nov 2024
Un ruolo che sembrava destinato a sparire e che oggi invece è più vivo che mai.
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21 min
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IMAGO / Seskim Photo TR
(copertina) IMAGO / Seskim Photo TR
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Qui trovate anche i dieci migliori portieri al mondo, oggi; i dieci migliori centrali al mondo, oggi; i dieci migliori terzini al mondo, oggi.


Durante la pausa per le Nazionali di metà ottobre Luca Toni e Pep Guardiola, ex compagni di squadra, si sono messi a scherzare a cena. «Hai rovinato il calcio con il falso nove», ha detto Toni a Guardiola «Io non ho trovato più squadra per quattro anni: puoi dire che lo facevi solo con Messi?». Guardiola, ridendo, ha risposto: «Mi piacciono i centravanti, Haaland ha fatto 60 gol. Devono essere bravi però».

Il riferimento è ovviamente al periodo di inizio anni ‘10. Messi falso nove nel tridente dei blaugrana, il Barcellona di Guardiola che vince tutto, il suo duello a suon di stagioni sopra i 50 gol con un altro non centravanti come Cristiano Ronaldo. Il timore, ben radicato in quel periodo, che il ruolo di centravanti, uno dei ruoli più riconoscibili e ammirati nella storia del calcio, stesse diventando un residuo del passato. Eppure proprio in quel periodo il maestro di Guardiola, Johan Cruyff, sembrava lasciare un indizio sul fatto che l'era dei centravanti non era ancora finita: «Senza quello che si chiama istinto del gol, come attaccante centrale sei poca roba». Insomma sembrava che persino lui non facesse differenza su chi si mettesse al centro dell'attacco: l'importante è che facesse gol.

D'altra parte, di lì a poco se ne accorgerà anche lo stesso Guardiola. Al Bayern Monaco, per esempio, avrà a disposizione Mario Götze come ipotetico falso 9, ma virerà presto su Mario Mandžukić come centravanti titolare (il croato chiuse quella stagione con 26 gol). Insomma, di lì a poco i timori si sono rivelati infondati: le squadre che volevano farlo hanno continuato a schierare i centravanti al centro dell’attacco e il ruolo non si è estinto com’è successo invece col libero nel passaggio generale alla difesa a zona negli anni ‘90.

Certo, è vero che il ruolo si è evoluto di fronte a squadre sempre più proattive. I migliori centravanti, quindi, sono usciti dalle categorizzazioni classiche di arieti, torri di manovra o puri opportunisti, e si sono dovuti spingere oltre, aggiungere altri registri al proprio gioco. Proprio nell’epoca di Messi e Cristiano Ronaldo sono spuntati fuori una serie di centravanti che possiamo definire "universali", cioè in grado di raccogliere un enorme volume di gioco fuori area e andare in pressione, senza però perdere la capacità di segnare tantissimo. Parliamo dei vari Luis Súarez, Benzema, Lewandowski, Ibrahimovic, Higuain, Dzeko, per esempio, ognuno con le proprie caratteristiche. Certo, sono rimasti esempi di centravanti specialisti, ad esempio Cavani, Aubameyang, Immobile, ma il futuro del ruolo sembrava chiaramente essere questo salto di specie.

Tornando al Bayern Monaco di Guardiola, questo ha significato che per giocare titolare in una squadra di quel livello non bastava più essere Mandžukić, dovevi essere un attaccante universale come Robert Lewandowski, che infatti ne ha preso presto il posto in Baviera. I centravanti che hanno vinto o che sono arrivati arrivati vicini a vincere il Pallone d’Oro negli ultimi dieci anni sono stati Luis Suárez, Lewandowski e Benzema e l’hanno fatto con alle spalle stagioni da minimo 30 gol, interpretando questo nuovo ruolo di attaccante tuttofare lungo tutta la metà campo offensiva.

Finita anche l'epoca di questi giocatori arriviamo ai giorni nostri, segnati dall'arrivo dirompente di Erling Haaland. L'attaccante norvegese è però apparso un punto di inflessione, forse di controtendenza rispetto a quella che sembrava una evoluzione logica. Haaland come un ritorno anche ad altissimo livello al centravanti come puro spauracchio d’area di rigore, finalizzatore implacabile, per cui anche solo la capacità di segnare un gol a partita è sufficiente per essere considerati candidati al Pallone d’Oro. È significativo in questo senso che proprio quel Guardiola che al Manchester City aveva utilizzato negli ultimi anni İlkay Gündoğan, Kevin de Bruyne o Phil Foden come falsi nove, decide che la minaccia di Haaland di potersi lanciare in verticale contro la porta era di per sé l’unica funzione tattica che gli bastava al centro del suo nuovo attacco.

La vittoria della Champions League 2023 forse quindi può essere interpretata come il coronamento di questa inversione di tendenza. Ma è davvero così? O è solo Haaland ad essere un’anomalia e siamo ancora nel calcio in cui i migliori centravanti sono quelli "universali"? Ho cercato di capirlo facendo una fotografia allo stato dell'arte attuale. Eccovi quindi quelli che per me oggi, primo novembre 2024, sono i 10 migliori centravanti in Europa. Dentro non ci troverete gli infortunati di lungo corso e soprattutto quelli che sono arrivati a fare il centravanti dopo una fase più o meno lunga di adattamento (come Havertz e soprattutto Mbappé).

10. Ollie Watkins

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