L’edizione dei campionati europei appena conclusa è stata forse una delle competizioni più divisive degli ultimi anni, con l’opinione pubblica oscillata tra chi li ha definiti i più noiosi di sempre e chi invece è rimasto entusiasta dei tanti gol spettacolari o al talento scintillante di Lamine Yamal. In ogni caso, nonostante la figura pessima dell’Italia, il torneo ha presentato una grande varietà di squadre, talenti e soluzioni di gioco.
È interessante allora analizzare alcuni dati del torneo che magari potrebbero sorprendervi, oppure no. Dieci statistiche individuali o di squadra che ci hanno incuriosito.
Questo articolo, lo sapete già, è fatto in collaborazione con Statsbomb - uno strumento incredibile per analizzare il calcio.
1. L'Italia voleva affidarsi al pressing, e invece non ha pressato per niente
Partendo dalla disastrosa spedizione azzurra, uno degli aspetti in cui la nazionale di Luciano Spalletti ha fatto peggio è proprio in quello che doveva essere uno dei punti di forza, ovvero il pressing. L’Italia è stata la quarta squadra dell’europeo con il PPDA più alto, dietro solo a Slovenia, Albania, Georgia e a pari merito con l’Ungheria. Il PPDA è una metrica che indica il numero medio di passaggi “concessi” alla squadra avversaria prima di effettuare un’azione difensiva come un tackle o un intercetto e evidenzia, di fatto, l’efficacia del pressing.
L’Italia ha mediamente permesso alle nazionali che ha incontrato ben 16,52 passaggi prima di intervenire, un dato di 3 unità superiore alla media (13,31) della competizione e lontanissima da squadre forti nel fondamentale come Germania, Spagna o Austria, con valori che si attestano intorno ai 9. Quello italiano è un valore che mal si sposa con molti dei suoi giocatori abituati a pressare (come Scamacca, Jorginho o Barella) nei loro club, ma che sembra essere coerente con la passività con cui l’Italia ha affrontato i suoi avversari.
2. Lo stile di gioco del Portogallo ha richiesto molte conduzioni ai propri giocatori
Spostandoci sulla penisola iberica, un dato particolarmente sorprendente dell’Europeo del Portogallo è stata l’enorme responsabilità affidata ai singoli in fase di uscita da dietro e di inizio azione. Tra i giocatori di questo europeo con più “carries”, cioè che hanno effettuato più conduzioni ogni 90 minuti, le prime 5 posizioni sono occupate dai seguenti giocatori: Vitinha, Kroos, Pepe, Ruben Dias e Nuno Mendes. Tutti portoghesi ad eccezione di Kroos, tutti con valori altissimi e ravvicinati tra loro (dalle 72,62 conduzioni di Vitinha p90, alle 65,07 del suo compagno al PSG Nuno Mendes), con ben 3 dei primi 5 ad essere titolari della linea difensiva di Roberto Martinez.
Questo può dimostrare sia una propensione a saltare il pressing tramite conduzioni, ma anche una mancanza di meccanismi consolidati in fase di costruzione bassa che permettessero di trovare l’uomo libero dietro le linee di pressing avversarie.
3. Il Portogallo ha crossato tantissimo
Restiamo sul Portogallo. Una delle costanti del suo europeo è stata la continua ricerca della sua punta dalle fasce tentando di sfruttare le abilità aeree della versione scolorita di Cristiano Ronaldo. Dati anche i tornei deludenti di grandi creatori come Bruno Fernandes e Bernardo Silva, la Nazionale lusitana è stata costretta a passare tanto dagli esterni, arrivando quindi a crossare tantissimo verso il centro dell’area sperando di trovare pericolosità.
Tra tutte le squadre di Euro 2024 i portoghesi sono stati la seconda squadra che ha tentato più cross per partita (13,4), dietro solo alla Repubblica Ceca con 15 (calcolato però su 3 partite quindi meno affidabile). Di questi 13,4 cross però, solamente 2,6 (solo il 19,4%) sono poi andati a segno, creando 11 tiri e 1,26 xG, di cui nessuno trasformato poi in gol.
La strategia non ha evidentemente pagato e ha scatenato le polemiche in patria sia verso i calciatori sia verso Roberto Martinez, colpevole (anche) di non aver mai sostituito il capitano della squadra se non contro la Georgia, una partita ininfluente per un Portogallo già certo della sua prima posizione.
4. Kvaratskhelia y diez más
Tornando per un attimo al settore delle conduzioni, la Georgia è stata un’esperienza allucinante: una squadra irrequieta, piena di transizioni rapidissime e di giocatori eccitanti. La Nazionale di Willy Sagnol ha ottenuto la qualificazione agli ottavi anche grazie alle grandissime prestazioni di Mamardashvili, che con 0,46 è stato il portiere con il valore maggiore per quanto riguarda la differenza tra PSxG affrontati (una metrica che teorizza i gol che ci si aspetterebbe di prendere dati i tiri subiti) e gol effettivamente concessi.
A livello offensivo però la Georgia si è completamente affidata alle abilità di giocatori come Kvaratskhelia, Mikautadze o Chakvetadze di rendersi pericolosi tramite azioni offensive repentine, che hanno permesso alla squadra di respirare dopo i lunghi attacchi avversari.
Alla luce di questo non può quindi stupire il dato che proprio l’ala sinistra del Napoli è stato il giocatore ad aver percorso mediamente più metri ad ogni conduzione: i 10,26 metri medi di Kvara palla al piede sono il valore più alto del torneo, staccando di quasi due metri netti gli 8,51 di Ousmane Dembélé al secondo posto.
5. L’aggressività dell'Austria
Una delle squadre più attese di Euro 2024 era l’Austria di Ralf Rangnick che, dopo aver rifiutato la panchina del Bayern Monaco, ha presentato una Nazionale estremamente aggressiva, che ha fatto del gegenpressing la sua caratteristica principale.
Sono molti i giocatori che infatti spiccano in questo senso: Seiwald con 2,99 intercetti per partita ha il dato più alto di tutto l’europeo, stesso discorso per Baumgartner che ha più azioni difensive (33,92 tra tackle, pressioni e falli) e aggressive (18,97 azioni difensive nei due secondi successivi la ricezione di un avversario) di tutti gli altri calciatori del torneo, avendo inoltre registrato 23,28 azioni di pressing nella metà campo offensiva, anche qui il migliore della competizione.
Posch con i suoi 3,45 falli p90 vanta anche lui un primato, dando un’idea dell’aggressività con la quale l’allenatore tedesco chiede di giocare. È sicuramente un tipo di calcio molto estenuante e difficile da coordinare per evitare squilibri e conseguenti transizioni, ma sembra un’architettura tattica ben digerita dai calciatori austriaci, visti la coerenza di tutti questi record individuali.
Questo atteggiamento è certificato anche dal già citato PPDA, che con il dato di 8,48 passaggi medi concessi all’avversario prima di un intervento è il più basso di Euro 2024, valore che sembra fruttare visto che le 36 riconquiste del pallone p90 nei 5 secondi immediatamente successivi alla sua perdita sono anch’essi il valore più alto del torneo.
Ovviamente un atteggiamento di questo tipo richiede una linea altissima per permettere di portare pressioni immediate sulla trequarti offensiva, indovinate quindi chi è il portiere che ha compiuto interventi difensivi più lontani dalla propria riga di porta? Sembrerà pazzesco ma è proprio Patrick Pentz dell’Austria, che con i 29,40 metri medi precede di quasi sette metri il collega Diogo Costa.
L’Austria, dopo aver vinto il proprio girone con Olanda e Francia, è poi uscita per mano della Turchia ai quarti di finale anche grazie alla parata incredibile del portiere turco Günok allo scadere, ma resta una delle squadre più peculiari di Euro 2024.
6. La Spagna e la pressione alta
Già detto dei diversi atteggiamenti, la Spagna non è stata molto meno aggressiva dell’Austria. Avendo il terzo PPDA (9,42, quasi identico al secondo della Germania con 9,38) più basso della competizione, è stata una delle squadre più aggressive del torneo, riuscendo ad estenuare gli avversari sia con la palla sia senza.
Da questo punto di vista però la squadra di de la Fuente è stata quella più in grado di creare occasioni immediatamente dopo un’azione di pressing alto nella trequarti avversaria, riuscendo a tirare ben 5,57 volte per partita subito dopo una riconquista alta.
È il dato, per distacco, più alto degli europei, superando due squadre a caso: la Germania con 4,8 e l’Austria con 4, dimostrando anche qui la doppia natura della nazionale incoronata campione nell’essere capace di essere sia paziente sia incredibilmente repentina nel cercare di rendersi pericolosa offensivamente.
7. Laporte e i passaggi taglialinee
La già menzionata Spagna è stata per distacco la miglior squadra del torneo, con i talenti eccitanti di Lamine Yamal e Nico Williams che hanno acceso le partite in modo spettacolare.
La dote migliore de “la roja” però è stata probabilmente la sublime abilità nel resistere al pressing avversario tramite ragnatele di passaggi difficilmente attaccabili dagli avversari, con centrocampisti come l’MVP del torneo Rodri e la miglior versione in carriera di Fabiàn Ruiz a rendere il possesso basso spagnolo un incubo da pressare.
Questo stile di gioco è stato però permesso anche dalla coppia di centrali Le Normand-Laporte che hanno alternato gioco corto e lungo con maestria. Aymeric Laporte è il giocatore ad aver completato più passaggi (64) verso l’ultimo terzo di campo, mentre riportando i dati ai valori p90 resta il secondo (con 10,15) dietro a un gigante del fondamentale come Kroos (10,39).
8. I centrali della Danimarca e la passione per i duelli aerei
Magari avete visto le partite della Danimarca e avrete fatto caso che in pratica la squadra non riusciva a perdere duelli aerei nemmeno impegnandosi.
Il dato forse quindi non sorprenderà vista la stazza dei centrali difensivi, ma Joachim Andersen e Jannik Vestergaard sono rispettivamente primo e secondo per duelli aerei vinti p90: 4,87 duelli vinti, il 72% di quelli affrontati per Andersen e 3,95, il 77% dei fronteggiati per Vestergaard. E il compagno di terzetto difensivo Christensen? Resta un po’ dietro ma non va lontanissimo: è diciottesimo con 2,17 scontri aerei vinti.
9. Palhinha e la sua capacità di equilibratore
A proposito di pressing, tra i giocatori più aggressivi e battaglieri di Euro 2024 c’è sicuramente João Palhinha. Il nuovo calciatore del Bayern Monaco è stato chiamato al difficile compito di tentare di permettere un equilibrio ad un reparto di centrocampo supertecnico come quello del Portogallo, unito ad un attacco titolare con giocatori praticamente nulli in fase difensiva come Leão e Cristiano Ronaldo.
Il mediano è stato però estremamente efficace in questa particolare funzione: con 4,31 è risultato infatti il giocatore con il maggior numero di tackles per 90 minuti tra quelli che ne hanno giocati almeno 300. Palhinha è stato anche il miglior recuperatore di palloni dopo azioni di pressing (7,76 palle recuperate p90 nei 5 secondi successivi al pressing) e di riaggressione dopo una palla persa, recuperandone in media 2,01 a partita: un dato impressionante visto che è quasi il doppio di Joachim Andersen, secondo in questa speciale classifica con 1,16.
10. Gli europei di Mbappé, Cristiano e Havertz
Una curiosità che viene fuori spulciando tra i giocatori con più tiri tentati di questo europeo è che, sempre filtrando per i minuti giocati, i tre calciatori con più tiri tentati in tutta la competizione sono in ordine Mbappé (4,23 tiri tentati p90), Cristiano Ronaldo (3,87) e Havertz (3,64).
Bene, cos’hanno in comune questi tre giocatori? Esatto, nessuno di loro ha segnato su azione. Mbappé e Havertz tuttavia sono riusciti a non restare a 0 nella colonna dei gol grazie ai rigori (con la Polonia per il francese, con Scozia e Danimarca per il tedesco), mentre Cristiano Ronaldo non è riuscito a segnare nemmeno dal dischetto, sbagliando il suo contro Oblak agli ottavi di finale.
Mentre qual è il calciatore con più npxG per partita senza mai segnare? Cristiano Ronaldo arriva anche in questo caso secondo con 0,38 npxG p90 (2,19 totali suddivisi tra 22 tiri), mentre al primo posto c’è ovviamente Romelu Lukaku, con 0,41 npxG p90 (1,75 complessivi con 11 tiri) sempre senza mai gonfiare la rete, fatto che non l’ha aiutato a scrollarsi le critiche ormai sempre più pressanti.