Olanda e Belgio sono serbatoi di talento tra i più produttivi d’Europa, e questo è forse il motivo principale che ci spinge a interessarci ai loro campionati. Così anche quest’anno, come già avevamo fatto dodici mesi fa, abbiamo raccolto i 15 talenti più interessanti da seguire tra Eredivisie e Jupiler League.
Calvin Stengs (AZ)
È difficile restare indifferenti davanti alla stagione dell'AZ Alkmaar. Il piccolo club allenato da Arne Slot, abituato a un'esistenza nella medio-alta classifica con rari exploit, quest'anno sta dando prova di grande stabilità. Uno dei protagonisti della splendida stagione dell'AZ è Calvin Stengs, ventunenne esterno d'attacco di origini surinamesi, arrivato a raccogliere 9 goal e 11 assist dopo una prima metà di stagione tra Eredivisie ed Europa League.
Calciatore versatile, adatto a ricoprire più ruoli sul fronte offensivo, Stengs gioca a piede invertito prettamente da esterno destro nel 4-3-3. Da quella posizione decide spesso di tagliare il campo negli ultimi metri per associarsi con gli altri compagni d'attacco (il trio Idrissi-Boadu-Stengs è uno dei più interessanti del campionato olandese) o fare spazio alle sovrapposizioni del terzino Svensson. La sua lettura del gioco gli consente di rendersi estremamente utile nella rifinitura della manovra (in campionato effettua 2,5 passaggi chiave ogni 90 minuti), portata avanti con improvvisi strappi e percussioni che possono portarlo sul fondo per un cross o a penetrare l'area di rigore.
Abile nel dribbling, che tenta in media 2,3 volte a partita, Stengs interpreta il suo ruolo di esterno d'attacco a destra in maniera creativa ma, al tempo stesso, efficace. Di lui si è accorto anche il CT olandese Koeman, che gli ha regalato l'esordio in nazionale nella gara vinta 5-0 contro l'Estonia. Nei novanta minuti giocati in maglia arancione, Stengs ha fornito due assist vincenti a Gini Wijnaldum, candidandosi per un posto nella rosa che parteciperà alla fase finale dell'Europeo 2020.
Donyell Malen (PSV)
https://twitter.com/EuropaLeague/status/1181483049395085314
Nel mancato ricambio tra gli ultimi big del calcio olandese e i protagonisti dell'attuale nazionale oranje, c'è un ruolo che, più di altri, presenta forti lacune: quello del centravanti.
Nella carrellata di nomi che si fanno per il futuro prossimo della maglia numero 9, quello che più di tutti sembra poter reggere il peso della responsabilità è quello di Donyell Malen.
Cresciuto nelle giovanili dell'Ajax, è poi volato in Inghilterra, all'Arsenal, per entrare a far parte dell'accademia dei “Gunners”. Il PSV l'ha riportato a casa nell'estate del 2017 e Malen, nell'arco di pochi mesi, da giovane promessa in rampa di lancio è passato a essere l'attuale capocannoniere della sua squadra, sfruttando un intuito da centravanti di razza, con 11 gol e 2 assist in 14 partite di Eredivisie, a cui si devono aggiungere anche gli altri 6 segnati nelle 10 partite giocate in Europa, tra qualificazione alla Champions, preliminari di Europa League e il girone che ha visto il PSV chiudere al terzo posto, dietro LASK e Sporting.
A settembre è arrivata la convocazione in nazionale e lui ha risposto con un gol all'esordio contro la Germania, guadagnandosi altre tre presenze nelle gare successive della nazionale olandese. Malen ha raggiunto il traguardo dei 10 gol a inizio ottobre, segnandone cinque contro il Vitesse ed eguagliando così il record di Bert Theunissen che resisteva dal 1964, ma un primo infortunio alla caviglia a metà ottobre l'ha costretto a perdere cinque gare e, poco dopo il suo rientro, è stato fermato nuovamente per un'operazione al ginocchio che potrebbe tagliarlo fuori dall'Europeo. Dotato di una struttura fisica non imponente (179 centimetri d'altezza), Malen legge molto bene il gioco lontano dall'area di rigore, attirando a sé il pallone per combinare con i compagni di reparto. La sua rapidità e la buona progressione lo avvantaggiano soprattutto contro linee difensive alte, potendo sfruttare gli spazi in profondità per arrivare nei pressi dell'area di rigore e tentare la conclusione (in media tira 4,2 volte a partita in Eredivisie). In attesa di scoprire quale sarà la sua condizione post-operazione, il suo nome è finito sul taccuino di molti scout.
Myron Boadu (AZ)
Uno dei giocatori più entusiasmanti dei primi mesi di Eredivisie è senza dubbio il diciannovenne Myron Boadu, terminale offensivo del sorprendente AZ di Alkmaar. Difficile trovare un confine alle sue potenzialità, soprattutto se si considera che il ragazzo è reduce da due terribili infortuni che gli hanno fatto saltare oltre 60 gare nelle ultime stagioni. Vederlo schierato come punta centrale sembra una mossa azzardata, considerate le caratteristiche fisiche (è alto 180 centimetri) ma ogni giudizio affrettato svanisce dopo aver visto la sua progressione e la capacità di aggredire gli spazi. Boadu è un tipo di attaccante che, a dispetto di una struttura fisica non imponente, risulta difficile da arginare, specie quando è lanciato verso la porta avversaria. Una buona capacità di giocare nello stretto e l'abitudine a usare entrambi i piedi lo rendono un fattore chiave nelle partite dell'AZ, soprattutto per la perfetta alchimia che si è creata con i compagni di reparto Idrissi e Stengs.
Grazie ai suoi gol, Boadu sta trascinando l'AZ Alkmaar sia in campionato sia in Europa League, dimostrandosi innanzitutto un numero nove con estrema confidenza con il gol. Il classe 2001 è arrivato a 16 gol in 23 partite nell’attuale stagione. Vista l'attenzione che il club sta dedicando ai giovani e la presenza in panchina di Arne Slot, che si sta rivelando uno tra i migliori allenatori in Olanda a sviluppare il talento dei giocatori a sua disposizione, è facile pensare che i margini di crescita di Myron Boadu possano essere ancora enormi.
Lutsharel Geertruida (Feyenoord)
Lutsharel Geertruida è un prodotto delle giovanili dello Sparta Rotterdam, squadra che ha lasciato nel 2012 per trasferirsi al Feyenoord, club al quale si dice legato da un forte senso di appartenenza. Segue, in questo senso, la strada tracciata da tanti altri giocatori che hanno deciso di entrare a far parte del Varkenoord, il settore giovanile del Feyenoord, con Georginio Wijnaldum che fa da capofila.
Il difensore con origini di Curacao è entrato subito tra i titolari dell’Under-17 dei biancorossi, proseguendo la sua crescita negli anni successivi con una certa rapidità. Nel 2017/18 viene chiamato da Giovanni van Bronckhorst per aggregarsi alla prima squadra in occasione di alcune gare di Eredivisie e di Champions League. Non riuscirà a debuttare, ma fa parlare di sé per le buone prestazioni durante la UEFA Youth League. La selezione Under-19 del Feyenoord gli è però andata presto stretta e nell’estate del 2018 si è guadagnato l’esordio in prima squadra nei preliminari di Europa League e nella Coppa d’Olanda. Per i primi minuti in Eredivisie ha dovuto aspettare dicembre, quando è entrato nel finale della sfida pareggiata con l’ADO Den Haag, venendo schierato come terzino destro da van Bronckhorst.
Nato come centrale di difesa veloce, potente e difficile da superare nell’uno contro uno, tra i professionisti non riesce ancora a essere dominante come accadeva nelle giovanili. Considerata, però, la sua esplosività, unita a una discreta tecnica di base, l’idea di van Bronckhorst (confermata da Stam e poi da Advocaat) è di spostarlo sulla fascia, dove interpreta il ruolo di terzino destro “bloccato”, difficile da superare nell’uno contro uno. Non si tratta sicuramente di un esterno di difesa dalle attitudini offensive: dotato di un buon senso dell’anticipo, con il pallone tra i piedi è sicuro e composto (41,6 passaggi per 90 minuti con una precisione dell’86%) ma spesso incorre in errori di posizionamento che ne limitano le iniziative offensive. Geertruida è alto 1 metro e 80 e dispone di una struttura fisica notevole (80 kg), ma avendo ancora 19 anni non è detto che in futuro possa tornare a giocare al centro della difesa.
Jonathan David (Gent)
https://twitter.com/JDNalton/status/1140176257751093249
Jonathan David è arrivato in Belgio nel gennaio del 2018 dall’Ottawa Internationals Soccer Club, club dove è cresciuto calcisticamente. Dopo i primi mesi di fisiologico ambientamento, l’allora tecnico del KAA Gent, Vanderhaeghe, intuendone le ottime potenzialità, non esita a lanciarlo in prima squadra, regalandogli qualche minuto nei turni preliminari di Europa League e in campionato all’inizio della stagione 2018/19. Con l’avvento, in autunno dello stesso anno, del danese Jess Thorup in panchina, David si è visto costretto ad arretrare il proprio raggio di azione, esaltando quella verticalità che caratterizza il suo modo di giocare.
Schierato dietro le punte, il ragazzo canadese scala rapidamente le gerarchie, fino a diventare praticamente inamovibile a dicembre. Cinico, freddo e dotato di una velocità di pensiero oltre la media, Jonathan David ha rubato la scena in quest’avvio di stagione grazie a 13 gol e 9 assist tra campionato ed Europa League, continuando sulla scia di quanto fatto vedere con la nazionale canadese durante il 2019. Gli 8 gol segnati nelle 9 partite giocate con i “Canucks” nell’anno solare lo aiutano a entrare nella storia calcistica del paese, visto che mai nessun giocatore canadese, negli ultimi vent’anni, era riuscito a essere così prolifico nell’arco di soli dodici mesi.
In pochi mesi, il Gent ha visto sbocciare nel suo vivaio un talento appetibile per gran parte dei club europei. Le doti atletiche fuori dall’ordinario sono combinate a un’ottima tecnica: David ama il gioco negli spazi stretti e cercare la rifinitura, spesso impegnandosi in passaggi filtranti molto ambiziosi, quasi sfacciati. Sebbene ami il rischio, è un tipo di calciatore che sa associarsi con i compagni e, dove necessario, scegliere la più efficace tra una certa varietà di soluzioni. Il canadese, a vent’anni appena compiuti, è già un giocatore chiave per la sua squadra, in grado anche di garantire un’enorme plusvalenza nei prossimi anni.
Orkun Kökcü (Feyenoord)
Gemert, 17 settembre 2018, gara di Coppa d’Olanda tra il piccolo club padrone di casa e il Feyenoord. Nel 4-0 che la squadra di Rotterdam rifila ai colleghi che giocano in Derde Divisie, una serie minore della piramide calcistica olandese, spicca sul tabellino il nome di Orkun Kökcü, centrocampista di 17 anni convocato da van Bronckhorst per l’occasione. Due mesi dopo arriva il debutto in campionato, contro l’Emmen, sempre in trasferta. Anche in questo caso, Kökcü segna, mostrando di non pagare particolarmente il salto dalle giovanili alla prima squadra, e si mette in luce anche con un assist.
Dopo aver fatto costantemente la differenza con l’Under-19 del Feyenoord, il ragazzo nato ad Haarlem è stato promosso titolare da Jaap Stam e si è confermato con il suo successore Advocaat. Centrocampista tecnico ed elegante, dopo aver fatto la classica trafila con le nazionali giovanili olandesi, ha scelto di vestire la maglia della Turchia Under-21, con la quale ha debuttato lo scorso settembre. Kökcü è un calciatore normolineo, dotato però di una particolare intelligenza tattica e di grande duttilità, che gli permettono di essere schierato da trequartista, regista puro oppure da mezzala. Dialoga bene con i compagni di squadra e sembra poterne leggere le intenzioni in anticipo, servendoli con estrema precisione in spazi che non tutti i calciatori sono in grado di vedere. Resta da migliorare la gestione della palla quando è sotto pressione, ma ha tutto il tempo di crescere sotto questo aspetto, specie se deciderà di rimanere in Olanda fino alla definitiva consacrazione.
Ryan Granvenberch (Ajax)
Il nuovo gioellino dell’Ajax si chiama Ryan Gravenberch. Play moderno, il suo gioco è fatto di geometrie e pressing che gli consentono di prendere per mano la squadra. L’ennesimo nome sulla lista di talenti prodotti al De Toekomst, il settore giovanile dell'Ajax, ha da tempo conquistato i talent scout di mezza Europa: a 16 anni e 130 giorni ha strappato a Clarence Seedorf il primato di giocatore più giovane a esordire con la maglia dell’Ajax, ma è stato anche il più giovane marcatore di sempre dell’Ajax (in goal contro il Te Werve nel primo turno ella Coppa d’Olanda 2018/19) e ha segnato al debutto in Youth League con l’Hammarby nel settembre 2017.
Che Ryan fosse un tipo precoce lo si è capito presto. A 15 anni è entrato a far parte dell’Under-19, impressionando per la sua capacità di giocare in una zona nevralgica del campo. Quest’anno è stato impiegato con il contagocce da ten Hag: quattro presenze in Eredivisie (titolare nel 6-1 rifilato all’ADO Den Haag, condito da gol e assist) e una in Coppa d’Olanda, ma l’impressione è che verrà presto aggregato alla prima squadra.
Grazie a una capacità di leggere il gioco sviluppatissima, Gravenberch detta i tempi ai compagni, cattura e distribuisce palloni con grande lucidità, rivelandosi molto pratico nelle scelte da prendere, con e senza palla. Il suo habitat naturale è la zona a ridosso del centro del campo, dove riesce a dare un grande contributo alla manovra della squadra. Con delle movenze sguscianti, Gravenberch fa grande uso delle propria struttura fisica per recuperare il pallone, talvolta arpionandolo grazie alle sue lunghe leve. Ricorda, in questo, Paul Pogba, suo modello di riferimento. Proprio come Pogba, Gravenberch sta dimostrando di avere una straordinaria capacità di leggere il gioco, regalando passaggi filtranti e giocate nello stretto da applausi, ma anche di avere un grande spirito di sacrificio e la capacità di usare il proprio corpo per la conquista o la protezione della palla.
Henrik Bjordal (SV Zulte Waregem)
Classe ‘97, non più giovanissimo, il norvegese Henrik Bjordal sembra tornato a essere quel calciatore promettente che il Brighton aveva acquistato dall’Aalesund nel gennaio del 2016.
Sebbene nasca come esterno, da quando è approdato allo Zulte Waregem Bjordal ha dimostrato di poter essere un giocatore verticale, accentrando la sua posizione per esaltare tutte le sue capacità: visione di gioco, buona tecnica di base e capacità di giocare in spazi stretti. Rispetto a un’ala classica, il norvegese ha atteggiamenti diversi in campo: si accentra molto, magari per dettare un passaggio tra le linee, e non mantiene necessariamente l’ampiezza del gioco, preferendo movimenti in diagonale.
Quest’anno con l’Essevee è sceso in campo in 20 occasioni, occupando quasi tutti i ruoli del centrocampo: come trequartista centrale o largo a destra o a sinistra, sia a ridosso della punta nel 4-2-3-1 che più arretrato, in un 4-5-1 più accorto scelto da Frank Dury. Le scelte di gioco di Bjordal non sono quasi mai conservative ma, dove possibile, cerca sempre di innescare i compagni di reparto o accentrarsi e cercare il tiro. Rispetto alla scorsa stagione, quando tra regular season e playoff ha raccolto 1550 minuti in 24 partite, con 2 gol e 5 assist, quest’anno sembra poter raccogliere un minutaggio maggiore, ammesso che lo Zulte Waregem riesca ad accedere al mini campionato riservato alle prime sei classificate al termine delle 30 giornate.
Krepin Diatta (Club Bruges)
La storia calcistica di Krepin Diatta inizia nel suo Senegal. Viene individuato dagli scout della
Oslo Football Academy di Dakar, centro di formazione professionale per giovani calciatori destinati a proseguire in Europa la loro carriera e segnalato alla dirigenza del Sarpsborg 08, club norvegese particolarmente attivo nelle attività di scouting. Appena compiuti i 18 anni, Krepin vola in Norvegia e impiega qualche mese per adattarsi ai ritmi di vita e di gioco con i biancoblù, dove viene impegnato principalmente come punta centrale e dove, grazie a un contesto tatticamente molto rilassato come quello della Eliteserien norvegese, riesce spesso a fare la differenza. Da metà luglio 2017 fino a novembre dello stesso anno, gioca 14 partite da titolare con il Sarpsborg, segna 3 gol e fornisce 8 assist, venendo premiato come rivelazione della stagione.
Si tratta di un calciatore molto agile e veloce, esplosivo nei primi passi, dotato di buona tecnica di base ma che non vede molto la porta. Appena arrivato in Belgio, nel gennaio 2018, l’allenatore del Club Bruges, Ivan Leko, decide di spostarlo sulla fascia, dove riesce a sfruttare al meglio le sue caratteristiche tecniche. Quest’anno sono arrivate per lui diverse consacrazioni, dal debutto in nazionale col Senegal, con cui ha rischiato di vincere la Coppa d’Africa, a quello in Champions League, con tanto di gol nel pareggio contro il Galatasaray. Nonostante le caratteristiche suggeriscano un richiamo a Sadio Mané, Diatta è sicuramente un giocatore che vive ancora di brevi lampi e che rischia di essere ancora leggero per campionati troppo intensi. Almeno un’altra stagione in Belgio gli consentirà di crescere e sfruttare le occasioni che gli verranno date, ma per un’esplosione molto dipenderà dagli allenatori che incontrerà nel suo futuro e nella loro capacità di valorizzarne le indubbie qualità di base.
Yari Verschaeren (Anderlecht)
Yari Verschaeren è nato il 12 luglio 2001, è cresciuto nel settore giovanile dell’Anderlecht e ha fatto tutta la trafila con le nazionali giovanili del Belgio. Ha debuttato tra i professionisti nel novembre del 2018, più di un anno fa, conquistando rapidamente un ruolo di prim’ordine nello scacchiere del gigante in crisi del calcio belga.
Lo scorso settembre è arrivato l’esordio con la nazionale maggiore: pochi minuti contro la Scozia cui è seguito, nell’occasione successiva, anche il primo gol con i Diavoli Rossi, nella goleada contro San Marino. Ragazzo serio, molto dedito al lavoro sul campo di allenamento e dalle indubbie qualità tecniche. Tutte doti, queste, che hanno ben impressionato la lunga lista di allenatori che, complice la crisi della squadra, si sono susseguiti sulla panchina dei biancomalva. Trequartista o mezzala, sfrutta il suo baricentro basso e la capacità di usare entrambi i piedi sia per andare al cross che per dribblare. Elegante e dotato di ottimi tempi di inserimento, Verschaeren dialoga a testa alta con i compagni e riesce a far sembrare semplici anche alcune scelte decisamente ardite. Ama cambiare il ritmo della giocata per mettere in difficoltà la retroguardia avversaria
Rispetto allo scorso anno, ha aumentato il proprio minutaggio con la maglia dell’Anderlecht ma poche settimane fa è stato fermato da un brutto infortunio che lo terrà lontano dai campi di gioco almeno fino a metà febbraio. Con i biancomalva ha un contratto fino al 2022.