L’unica direttiva sensata che possiamo darvi anche noi, in questi giorni, è “restate a casa”. Ce lo stanno dicendo i medici, i governanti, ce l’ha detto perfino “Ciccio” Caputo. Il tempo speso a casa può essere considerato noioso o, al contrario, può essere visto come un’opportunità. Quella di espandere i vostri orizzonti, anche mettendovi in orizzontale sul divano a guardare dei video, nel senso più ampio del termine.
Grazie ad internet è possibile accedere a tantissimi video che vi intratterranno, vi sorprenderanno, vi faranno conoscere cose nuove. Attraverso i principali servizi di streaming a pagamento (come Netflix o Amazon Prime) o che paghiamo con il canone (RaiPlay), ma anche semplicemente su Youtube. Noi parlando e lavorando con lo sport ogni giorno, vogliamo consigliarvi video a tema sportivo. Dopo i dieci della prima settimana e i dieci della scorsa, eccovene altri dieci.
Tre film a tema sportivo
Foxcatcher
Nonostante se ne sia parlato poco, Foxcatcher è stato uno dei film sportivi più raffinati degli ultimi anni. I premi che ha vinto lo dimostrano in parte: “Prix de la mise en scene” al Festival di Cannes e cinque nomination agli Oscar.
È un film tratto da una storia vera, quella del campione olimpico Dave Schulz e del rapporto con il suo allenatore, il ricco e perverso John E. du Pont. Se non conoscete la vicenda non vi dirò molto di più sulla trama per lasciarvi intatta la sorpresa del film, che comunque è ricco di tematiche profonde. Il rapporto genitori-figli e allenatore-atleta, l’omosessualità nello sport e negli sport di contatto in particolare. È un film che non rispetta il canoni dei film sportivi classici, ma che è interessante guardare proprio per la sua eleganza e profondità nell’affrontare temi universali dello sport.
Ultras
È l’esordio alla regia di un lungometraggio per Francesco Lettieri, autore di videoclip diventati di culto negli ultimi anni. I fan di Liberato - che ha curato la colonna sonora del film - possono riconoscere anche in Ultras la cifra stilistica di Lettieri: l’estetica vintage ma contemporanea, la poetica della strada, la cura dei dettagli fino a creare un effetto ultrapatinato. Il film è uscito pochi giorni fa ed è stato piuttosto divisivo nelle critiche, tra chi ci ha visto una ricostruzione insopportabile e artefatta dell’universo ultras, e chi invece un tentativo di andare oltre i luoghi comuni e l’atmosfera di criminalità. Comunque lo trovate su Netflix, poi diteci cosa ne pensate.
Amateur
I tempi cambiano, il cinema si adegua. Koo ha promosso il suo progetto sul web nel lontano 2011 e ha progressivamente coinvolto Tony Parker nelle vesti di consulente-produttore e la piattaforma Netflix per la distribuzione. In questi sette anni di sviluppo i social network hanno modificato in modo sempre più incisivo la vita degli adolescenti; le dirette su Instagram hanno rapidamente preso il sopravvento sugli altri mezzi di comunicazione e hanno contribuito a far nascere nuovi canali per vivere il basket a 360 gradi. Un aspetto che la sceneggiatura ha centrato alla perfezione e ha felicemente integrato con la denuncia sociale che ha animato le intenzioni del suo creatore. Siamo di fronte a un eccellente esempio delle potenzialità del cinema indipendente che incontra la passione per la palla a spicchi. Koo ha vissuto in prima persona il clima di esaltazione e di profonda rivalità che si respira intorno alla squadre universitarie della “Tobacco Road” nel North Carolina (dove in 40 chilometri sono concentrati quattro programmi cestistici di grande livello) e ha dedicato il suo progetto più ambizioso alla pallacanestro e alle evidenti contraddizioni del mondo amatoriale NCAA.
La storia ruota attorno al difficile percorso di crescita di Terron Forte, un 14enne con un grande talento per la pallacanestro e un importante problema di apprendimento che arriva a compromettere anche la sua gestione del cronometro dei 24 secondi. Un aspetto che non basta a scoraggiare i reclutatori scolastici che, dopo una serie di video pubblicati in rete e presto diventati virali tra i giovanissimi, non esitano a bussare alla porta del prospetto e della sua famiglia. È il principio di una avventura che attraversa e fotografa con spietata freddezza il mondo delle “Prep School” che anticipano e indirizzano il passaggio verso le grandi università. La trama si sviluppa intorno alla giungla che ogni ragazzo con grandi potenzialità deve affrontare: brand di abbigliamento, agenti, allenatori e istituzioni scolastiche pronte a spremere ogni potenziale dollaro da ragazzini spesso inconsapevoli. Protagonisti privi di una assicurazione medica e sedotti da regali di ogni genere che funzionano più come uno strumento di ricatto che come incentivo vero e proprio.
La passione per il gioco trasuda da ogni inquadratura, le movenze del protagonista (Michael Rainey) sono curate in modo maniacale ed imitano egregiamente lo stile che abbiamo imparato ad apprezzare nella moderna NBA (con vaghi accenni al Markelle Fultz collegiale). Il ritmo delle azioni e dei fotogrammi decelera per enfatizzare certi movimenti per poi accelerare di colpo per rendere al meglio la sensazione dinamica propria di questo sport. La fluidità del gioco ricorda qualche discreto film di azione, un merito non trascurabile considerando la complessità tecnica di certi fondamentali. La necessità di regalare al pubblico una sensazione di realismo non si dimostra mai un problema ed esalta le qualità del giovane regista. Le discrete prove degli attori agevolano dei dialoghi abbastanza riusciti e il personaggio del Coach Gaines (Josh Charles) sintetizza efficacemente una nutrita dose di stereotipi con cui abbiamo imparato a convivere al livello collegiale.
La critica non si è dimostrata entusiasta di questo lungometraggio e il passaparola tra appassionati è rimasto abbastanza sottotraccia: elementi che hanno fortemente limitato la visibilità di Amateur nei primi mesi di presenza sul catalogo Netflix. Spesso le recensioni hanno cercato accostamenti forzati con dei mostri sacri come He Got Game e hanno bollato superficialmente il lavoro di Koo come una sorta di remake del famoso lavoro di Spike Lee. La storia perde mordente solo nel finale, un peccato veniale. La traduzione italiana ed i relativi sottotitoli dimostrano una scarsa connessione con la pallacanestro e si perdono in qualche piccola incongruenza che potrebbero confondere le idee degli appassionati meno esperti. Ma merita senza dubbio una possibilità.
Un documentario: Long Shot | Netflix
Come vi comportereste se foste accusati di un omicidio che non avete commesso e l’unica prova a vostra disposizione è dimostrare di essere stati a una partita di baseball? È questa, all’incirca, la storia di Juan Catalan raccontata da Long Shot, che trovate su Netflix. Il baseball fa da sfondo a un giallo in cui i protagonisti principali sono in realtà la discriminazione razziale, la situazione dei latinos all’interno della società statunitense e Larry David. Per fortuna per voi non abbiamo intenzione di spoilerarvi oltre.
Gli highlights individuali di un giocatore: Francesco Totti vs Francia a Euro 2000
https://twitter.com/90sfootball/status/1241821953125535744?s=20
Secondo molti Totti non è mai andato vicino a vincere il Pallone d’oro come dopo quell’Europeo, in cui aveva 24 anni, indossava il cordino tra i capelli e la maglia numero 20. Era già un rifinitore eccezionale ovviamente e in questi highlights individuali si può apprezzare a fondo il suo marchio di fabbrica: un gioco lungo di passaggi che in pochissimi hanno avuto. Di quella partita ricordiamo ovviamente il tacco smarcante per Pessotto che ha crossato per il gol di Delvecchio - quel tacco tra due con la pressione addosso era molto “tottiano”, ne fece uno simile nel derby del 5-1. Oltre quel gesto ce ne sono almeno altri due-tre con lo stesso coefficiente di difficoltà.
Guardate questo video e provate a non disperarvi sull’errore di Del Piero, su quel tiro strozzato di sinistro.
Un video per il vostro umore: Maria Sharapova ride per un minuto
Ecco a voi.
Un video per diventare Arrigo Sacchi
Ancora oggi i migliori allenatori al mondo continuano a citare Arrigo Sacchi come mentore. Tutti sono passati dal suo calcio, hanno letto i suoi libri, consumato le videocassette delle partite del suo Milan. Se avete deciso di approfittare di questo tempo libero per diventare grandi allenatori, beh, vi conviene partire da questo video. Con una voce narrante che guida le immagini, potete vedere alcuni dei principi del calcio di Sacchi nelle esercitazioni per la Nazionale Italiana alla vigilia della partenza per USA ‘94. Se non vi interessa la tattica, potete rimanere per l’estetica vaporwave di metà anni ‘90 e la tuta verde del più grande allenatore della nostra storia.
Un video di cui non sentivamo il bisogno: Shaquille O'Neal vs Michael Phelps
Sono diversi gli incroci tra Shaquille O’Neal e il mondo dell’intrattenimento e quasi tutti ridicoli. Shaq Vs. è un reality show tanto semplice quanto geniale (non è vero): l’ex stella dei Los Angeles Lakers sostiene di essere il più grande atleta di tutti e per provarlo si mette quindi a sfidare i migliori atleti nelle loro discipline.
È un format che funziona - o almeno prova a funzionare - perché Shaq è una figura slapstick notevole, il cui corpo gigante risulta sproporzionato e comico in ogni posto che non sia un campo da basket. O’Neal lo sa e ci gioca con grande naturalezza. Tra tutti i posti, una piscina è il posto più assurdo dove veder muovere i suoi 150 chili. Anche per questo, la puntata in cui sfida Michael Phelps - uno che potrebbe dire davvero di essere il miglior atleta tra tutti gli atleti - è una delle più godibili. Insomma, se volete spegnere il cervello per 45 minuti, buona visione.
Il dietro le quinte di una scena girata in uno stadio: Il segreto dei suoi occhi
Se avete visto Il segreto dei suoi occhi (se non l’avete fatto rimediate immediatamente), splendido film di Juan José Campanella, sarete rimasti sicuramente impressionati dall’incredibile piano sequenza girato all’interno dello stadio dell’Huracán, il Tomás Adolfo Ducó di Buenos Aires, che si conclude addirittura sul campo da gioco durante una partita. È una scena bellissima e tecnicamente molto complicata da girare, come rivela questo backstage che trovate liberamente su YouTube. Ne Il segreto dei suoi occhi la passione per il calcio non è protagonista ma si avverte fortissima, non solo in questa scena. D’altra parte, il film è tratto da un libro di Eduardo Sacheri, scrittore argentino che ha messo il calcio al centro di molte sue opere e che ha anche una rubrica sul quotidiano sportivo El Grafico. Se volete approfondire, su di lui ha scritto anche un bel pezzo il New York Times qualche anno fa.
Un video del riscaldamento di Jury Chechi
Magari siete tra quelli che vogliono approfittare di questi giorni in casa per lavorare sul proprio corpo. Molte palestre si stanno attrezzando per fornire corsi online, e il lavoro specifico dei professionisti è il modo migliore per fare esercizio in maniera sicura e regolare, ma vi aiuterà ad avere il fisico di Jury Chechi? La risposta è che nulla vi aiuterà ad arrivare alla definizione muscolare del "Signore degli Anelli", ma con questo video potete quantomeno farvi un’idea dello sforzo necessario per usare due anelli sospesi per aria come il divano di casa.
Sono circa 15 minuti di riscaldamento composti da esercizi più o meno complessi. Se non riuscite a seguire il suo ritmo, potete guardare i partecipanti alla lezione faticare come ossessi mentre vi concedete una birra e un pacchetto di patatine al lime e pepe rosa, in questi giorni davvero nessuno vi giudicherà.