
1. Balotelli è pronto a diventare serio?
Emanuele Atturo (@Perelaa)
Da mesi Balotelli è lentamente scivolato ai margini del discorso mediatico. È paradossale che uno dei personaggi più sovraesposti del calcio italiano si sia ritrovato in pochi mesi avvolto da un silenzio simile. Questo rende difficile farsi un’idea di quali siano le sue attuali condizioni. Nelle poche foto che pubblica appare sempre sereno e tirato a lucido: non porta i segni del proprio decadimento calcistico di altri talenti bruciati come Adriano e Cassano. Ha smesso di fare provocazioni: adotta cuccioli di cani, si rilassa in piscina, sorride. Se non lo conoscessimo penseremmo semplicemente a un ragazzo tranquillo, a un tipo a posto con un sacco di soldi. Dati i precedenti, invece Balotelli pare avere l’aria del reduce, di chi sta lentamente provando a rimettere insieme i pezzi della propria vita dopo anni di traumi profondi. Del resto Balotelli, a 25 anni, è stato già talmente tante cose che si porta dietro 10 intere vite “normali”.
Il punto non è capire se Balotelli sia pronto a “mettere la testa a posto” (in questo tipo di rimproveri morali c’è stata del resto sempre una massiccia dose di razzismo) quanto capire se prova ancora qualche interesse nel calcio. E se questo interesse sia talmente forte da spingerlo a sopportare tutto il torbido mediatico che gli abbiamo sempre costruito—e continueremo a costruirgli—attorno. L’attuale Balotelli magari è serissimo, ma non ha alcuna voglia di fare il calciatore.
Fulvio Paglialunga (@FulvioPaglia)
Chiedere a Balotelli di essere serio è come chiedere a me di diventare biondo. Non ha senso il ragionamento se è posto così: si vede che è forzato anche il suo atteggiamento. Perché poi di quello si parla, del suo atteggiamento fuori dal campo che finisce per diventare focus ogni volta che gioca. Non che stia giocando bene, ma tutte le attenzioni partono dal pregiudizio. Sono d'accordo con Emanuele: non è quello che fa fuori che ci dovrebbe interessare, ma quello che ha ancora intenzione di fare in campo. È pronto a tornare il giocatore che per un po' ci ha fatto credere di avere un attaccante vero in squadra? Negli ultimi anni si è fatto fagocitare dalle polemiche su di sé, ne ha anche attratte. Non è esente da responsabilità, anche se l'attenzione mediatica a volte ha trovato "casi" in situazioni ridicole.
Io Balotelli voglio vederlo in campo. Voglio vedere se ha ancora fiuto, se al Liverpool era una questione di atteggiamento della squadra o se si è definitivamente perso. Poi, serio o provocatore me ne frega abbastanza poco. Fa il calciatore, non insegna sociologia. E se vogliamo caricare tutti i giocatori di una responsabilità sociale rischiamo di ingigantire un gioco. Il più bello di tutti, il più visto di tutti, ma un gioco.
Ecco, io vorrei vedere Balotelli giocare. Partendo da un dato: il giorno del suo compleanno, leggendo sui social speranze o (in maggior parte) ironie su Mario, mi sono soffermato sull'età. Ha ancora 25 anni. Vero è che molti campioni a 25 anni hanno già fatto un pezzo di storia. Ma ha ancora un bel po' di tempo per dimostrare qualcosa. Se ne ha voglia. Però, non ne avesse, un po' gliene avremmo tolta noi, con un dimostrabile accanimento. E avremmo perso qualcosa. Più lui. Ma anche noi.
Daniele Manusia (@DManusia)
Secondo me se di Balotelli si è parlato poco è perché, almeno in questo, il contesto inglese è migliore di quello italiano. Se Rodgers non lo giudica adatto alla squadra e non lo fa giocare nessuno ne fa uno scandalo. Le notizie invecchiano in fretta e Balotelli è stato abbastanza a lungo in panchina da non essere più una novità. In Italia, però, il discorso è diverso.
Fin qui abbiamo parlato di lui sempre in cornici più grandi di quelle di un semplice giocatori, e non credo che abbiamo sbagliato. Credo davvero che il razzismo abbia influenzato il suo atteggiamento e la percezione del pubblico italiano, che si pretendesse molto da lui nel bene (perché diventasse una risposta vivente a razzismo, fascismo, ecc.) e nel male (perché ogni suo errore era la prova che "non era razzismo ma"...). E se non era razzismo era il discorso sui calciatori milionari stupidi, pagati solo per dare calci al pallone a cui però, senza sentirsi in contraddizione, si chiede qualcosa di più che essere bravi a dare calci a un pallone. Non credo fosse sbagliato perché alcuni calciatori, e Balotelli tra questi, hanno una forza simbolica, o se preferite un carisma, che va al di là del campo da calcio.
Credo davvero che sia stato, anche solo per poche partite, o poche azioni addirittura, il più forte attaccante italiano degli ultimi dieci anni, e che sia stato giusto parlarne in quei termini. E il punto non è più se lui vuole così tante responsabilità (non le vuole, ha detto di essere un giocatore normale), ma che forse quei tempi sono finiti. Un calciatore si esprime tanto nelle singole azioni quanto nella carriera che si costruisce, nella continuità delle prestazioni, nella serietà con cui si allena, nel rispetto che ne traspare dalle parole degli allenatori, nell'importanza che assume per le squadre in cui gioca. Balotelli ha avuto già una seconda grande possibilità, secondo me, con il Liverpool, con un allenatore come Rodgers che pensa solo al campo e non ha scontri caratteriali con i suoi giocatori. Non dovrebbe cambiare molto: è giovane, fisicamente è ok, ma resto scettico quando qualcuno dice di essere cambiato prima di dimostrarlo in un modo o in un altro.
2. Perché ha deluso negli ultimi anni?
Tim Small (@yestimsmall)
A me della domanda se "è davvero pronto a fare il serio" interessa molto poco. Mi interessa molto se "è davvero pronto a diventare un campione di calcio" e non penso che le due cose siano connesse. E secondo me, negli ultimi anni ha deluso non perché ha i capelli strani o perché tratta male un giornalista o perché spende male i suoi soldi o perché è tamarro o tutte quelle stupidaggini da gossip che mi fanno solo venire il vomito e sono tremendamente razziste. Negli ultimi anni ha deluso perché non ha capito che ruolo avere in campo. Se si decide a fare il centravanti vero e a rispettarne i movimenti e la smette di pensare di essere il figlioccio di Ibrahimovic, abbiamo tra le mani il nuovo Vieri (con meno colpo di testa). Se no, abbiamo tra le mani un giocatore che non ha alcun senso tattico in campo.
Emanuele
Un calciatore è però sempre un intreccio complesso di dimensioni. Può essere un’operazione perniciosa, ma bisogna considerare che un giocatore porta in campo quello che è fuori («Si gioca come si vive», dice Nico Burdisso). Non so se sia un problema di pigrizia o di auto-sopravvalutazione, bisogna però considerare la possibilità che i problemi tecnico-tattici di Balotelli-calciatore possano essere il prodotto dei problemi di Balotelli-persona. In fondo questa sarebbe un'angolatura ottimistica da cui leggere i problemi degli ultimi anni. Se fosse un problema interamente legato al campo sarebbe persino peggio. Se cioè Balotelli in questi anni ha giocato male perché ha uno scarso senso tattico del gioco, perché non capisce quello che deve fare in campo, sarebbe molto peggio.
Balotelli è stato allenato da Cesare Prandelli, Roberto Mancini, Massimiliano Allegri e Brendan Rodgers. Tutti allenatori che non solo evitano il conflitto, ma che sono noti proprio per mettere i propri giocatori nelle condizioni tattiche migliori per rendere in campo. Che un allenatore come Rodgers, capace di creare le condizioni tattiche ideali per sfruttare i talenti offensivi, prima non del tutto espressi, di giocatori come Sturridge, Coutinho, Suárez e Sterling, non sia in nessun modo riuscito a far giocare bene Balotelli, beh, è preoccupante. Più di qualsiasi festa con i petardi o dei tweet passivo-aggressivi. Mi pare la dimostrazione che i margini di miglioramento calcistici di Balotelli sono piuttosto limitati, e che allora sarebbe quasi il caso di riconsiderare la misura del suo talento. Dovremmo allora parlare di un giocatore limitato piuttosto che di un giocatore pazzo, e sarebbe molto più triste.
È difficile credere che un giocatore con quella fisicità, e quel modo incredibile di calciare la palla, non stia diventando uno dei migliori attaccanti al mondo. Forse però dovremmo rassegnarci all’idea che il talento di un calciatore non finisce con le sue doti tecniche e atletiche.
Fulvio
Balotelli ha bisogno di sé, prima che di una posizione in campo. È una gestione complessa, perché parte in ritardo e con il peso degli ultimi fallimenti. Un allenatore dovrebbe forzarsi, per riavere un attaccante che può tornare a livelli altissimi solo a determinate condizioni: deve essere un po' paterno, incoraggiarlo senza ricorrere ai "può dare di più" che forse non avrebbero lo stesso effetto. Ha bisogno del gol e di un buon clima intorno, almeno della sua squadra, perché tanto dall'esterno sarà sempre e comunque bersagliato. Io non do peso alle parole di Mario, che sono buone, danno fiducia, ma sono parole. Do peso a quello che da questo momento in poi farà. Poi si dirà che lui non partecipa al gioco della squadra e qui ci siamo dati una risposta già: non è Ibra, deve giocare fronte alla porta. E deve trovarsi gli spazi.
Serve pazienza, ma serve anche a lui. Negli ultimi anni Balotelli è sembrato ignaro di sé: non sapeva cosa volere da sé stesso, come posizionarsi in campo, che atteggiamento aveva. Si è confuso e non è l'uomo forte che vuol far vedere. Le due cose continuano a intrecciarsi. Ma per non fallire quest'anno ha bisogno di capire che negli ultimi anni ha fallito, non è stata colpa di altri (che pure sarebbe un po' vero, ma non gli serve).
3. Cosa potrà fare ancora?
Tim
È vero che le due cose sono connesse, certo, però penso che la collocazione in campo di un giocatore come Balotelli sia un problema centrale. Nel nuovo Milan me lo immagino come vice-Luiz Adriano, e penso che ce lo immaginiamo così un po' tutti. La differenza immensa sta nel fatto che, nelle due ultime stagioni, Luiz Adriano ha segnato 21 e 25 gol. Balotelli ne ha segnati 14 e 1.
Però nell'amichevole col Mantova ha anche giocato da trequartista dietro a due punte (per quanto sia possibile considerare uno che si muove come Cerci una "punta"). Mi chiedo: ma Balotelli trequartista è una follia? Se imparasse davvero a entrare nel gioco, e se i suoi compagni si fidassero a metterlo in mezzo alle trame e ai movimenti, e se lui la smettesse di andare a cercarsi la palla in fondo alla fascia o in difesa, non so... potrebbe essere questa la svolta per la sua carriera?
Perché ripeto, io non credo che la sua carriera si sia "deragliata" per via un discorso psicologico, o almeno non un discorso psicologicamente fattibile da quattro blogger (né tantomeno da quattro giornalisti di Sky o Mediaset o anche, che Dio ce la mandi buona, della rosea). Mi pare più un discorso di consapevolezza di sé, quasi di propriocezione in campo. Per dire: due anni fa intervistai Mario per GQ, cosa che rimane uno dei momenti più alti e interessanti della mia carriera giornalistica, e mi ricordo due cose in particolare.
La prima è che Mario mi è sembrato davvero, davvero timido. Uno che fa lo sbruffone o il duro per coprire la sua sensibilità, e vi giuro, mi ha colpito quanto fosse appunto sensibile, più che quanto fosse grosso o muscoloso o simpatico o che ne so. La seconda cosa che mi è rimasta impressa è stata una sua risposta specifica a una mia domanda altrettanto specifica. Rimanendo sul discorso della propriocezione, gli ho chiesto che tipo di giocatore lui pensi di essere quando pensa a sé stesso. Un centravanti? Una seconda punta? Un'ala? E lui ha risposto, senza esitare, «Io penso di essere un giocatore imprevedibile». Che mi è parsa una risposta abbastanza stupida. Mi ha fatto pensare che lui voglia estraniarsi dal gioco per poi tirare fuori un colpo matto dal cilindro. Che lui pensi che questo sia meglio che essere un affidabile centravanti da 20 gol a stagione. Forse è questo il problema?
Daniele
Il discorso di Tim è molto interessante e credo ci stiamo chiedendo tutti che altro può succedere a Balotelli (a parte cose tipo il ritiro della patente...). Il piano psicologico e quello calcistico sono inestricabili, anche Tim finisce col tracciarne un profilo psicologico che dà luce ad alcune sue scelte in campo. Ma il problema calcistico a mio avviso è inesistente: Balotelli deve giocare vicino alla porta, non ha la qualità per fare il trequartista. E non ci sarebbe bisogno neanche di provarcelo, capita spesso che venga a prendere palla indietro e a parte i tiri da fuori non ha nessuno strumento per offendere le difese avversarie. Credo che sia solo un'ulteriore evoluzione della sua pigrizia in campo, ed è un peccato perché quando Balotelli corre è un treno. Secondo me potrebbe fare benissimo da seconda punta in coppia con Bacca, giocando anche leggermente dietro a lui, ma non trequartista.
Credo che Balotelli non conosca la differenza tra "imprevedibile" e "incostante", e forse dovrebbe davvero comportarsi da timido per una volta, mettersi al servizio della squadra, cercare una giocata difficile dopo 10 giocate normali, giocare 3 o 4 palle di prima e poi provare a tenere palla e girarsi, accettare la frustrazione di non riuscire sempre a esprimere a pieno il proprio talento, anziché cercare conferme a ogni azione. Non dubito un istante del fatto che Balotelli possa essere di nuovo un giocatore eccezionale, ma temo non si senta un giocatore normale. Magari non è neanche colpa sua se si sente così, ma i giocatori che possono permettersi di essere solo eccezionali sono davvero pochi. Persino Ibrahimovic in alcuni momenti sembra un giocatore normale, fa cose normali. Mario è sempre al centro del suo universo, forse si prende troppo sul serio.
Emanuele
Sono d’accordissimo con Daniele quando dice che Balotelli non può limitarsi ai tentativi di mettere in mostra le cose eccezionali che sa fare, ma deve creare un contesto complessivo nel suo gioco: quella serie di giocate normali che permettono a un’individualità di integrarsi in un collettivo armonico. Per farlo però credo abbia bisogno di un ambiente—sia umano che calcistico—perfetto per lui, e che gli conceda tempo, spazio, fiducia e importanza nelle gerarchie.
A un certo punto di agosto si era parlato di un suo arrivo alla Lazio, una squadra che forse gli avrebbe garantito questo insieme di condizioni. In quel momento non riuscivo a trovare un solo motivo per cui Balotelli non avrebbe fatto bene a Roma.
Nel ritorno al Milan invece non riesco a leggere niente che non abbia a che fare con i magheggi di Mino Raiola—e con le ambiguità di una dirigenza difficile da decifrare. Siamo sicuri che il Milan sia l’ambiente calcistico giusto perché Balotelli si ricostruisca come giocatore? Riuscirà davvero a ricavarsi un suo spazio in un attacco che prevede già due centravanti molto forti e intelligenti come Bacca e Luiz Adriano?
Fulvio
Balotelli trequartista non lo vedrei. Però sono d'accordo con la tesi per cui Mario debba accettare di poter essere un giocatore normale, per ricominciare. E dovremmo accettarlo anche noi. Il Milan ha Bacca e Luiz Adriano: devono spostarsi per fare posto a quella che al momento è un'incognita? Non credo sia necessario o quantomeno è rischioso. Però Balotelli deve essere pronto alla panchina e, quando entra, a non voler fare qualcosa di straordinario per forza e chi lo osserva dovrà essere pronto a non vederlo titolare e, se dovesse toccargli il campo, bisogna pensare che non dovrà risolvere la partita da subito. Ecco perché dicevo che la gestione psicologica è complessa. Sì, forse per lui sarebbe stata meglio la Lazio. Per una questione ambientale, se vogliamo: la gente laziale sembra disposto a perdonare una potenziale balotellata (ma che termine orribile) se in campo c'è rendimento. Lo ha fatto già, in fondo. Il Milan invece può essere una rivelazione oppure un vulcano dormiente, e questo non aiuterebbe. Ha scelto il Milan forse nemmeno per sua volontà, questo gli dà anche una maggiore esposizione (all'estero, per dire) con cui dovrà fare i conti. Poi, fa l'attaccante: se segna tutto passa. Poi, vive in un mondo mutevole: se segna, tutti cambiano parere. Deve segnare. Alla fine resta la cosa che conta.
4. Una previsione sui numeri della sua stagione.
Daniele
Io dico 20 presenze da titolare, 6 gol, 0 assist.
Emanuele
20 presenze e 9 gol, di cui 4 su rigore, 4 a risultato acquisito e uno nel derby (questo stasera me lo gioco). Balotelli farà una stagione mediocre, ma alla fine potrà rivendicare la spaventosa media di 0,45 gol a partita con un tweet passivo-aggressivo.
Tim
Secondo me farà 11 gol, tra campionato e Coppa Italia. Capocannoniere della Coppa Italia, che verrà vinta dal Milan.
Fulvio
Io non faccio previsioni: voglio ri-vederlo. Ma è l'ultima possibilità.