Questa notte Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers daranno vita all'ultimo atto della stagione NBA. Un remake delle Finali dello scorso anno, ma con alcuni cambiamenti significativi nei protagonisti nella sfida. La redazione basket de l'Ultimo Uomo si è riunita in consiglio su un Google Doc per deliberare i temi tattici più interessanti della serie.
1. La principale differenza rispetto alle Finali dello scorso anno è la presenza di Kyrie Irving e Kevin Love. Ma siamo sicuri che sia un bene per la difesa di Cleveland? In altri termini: cosa possono fare i Cavs quando Irving e Love vengono coinvolti in 30 pick and roll a partita?
Dario Vismara
Il dirty little secret dello scorso anno è che quella versione dei Cavs era limitata in attacco, ma anche la migliore possibile per tentare di arginare gli Warriors - cosa riuscita nelle prime tre partite, ma fallita nelle ultime tre -, non fosse altro perché in quella rotazione non c’erano punti deboli difensivi da poter attaccare. Ora gli Warriors hanno ben due da poter sfruttare, e i Cavs possono solo sperare che una cosa funzioni: mettere Love su Bogut e raddoppiare i pick and roll quando la palla è nelle mani di Steph, facendogliela scaricare. Da lì in poi si è 4 vs 3, ma sempre meglio che concedere un uno-contro-uno di Steph contro Love.
Il 4 vs 3 che ha ucciso Cleveland nelle scorse finali.
Nicolò Ciuppani
Sarà curioso vedere come Tyronn Lue si adatterà alla prima vera serie che richiede degli aggiustamenti per i Cavs. Cleveland potrebbe limitare molto i minuti di Kyrie e Love, in particolar modo quelli in cui dovrebbero giocare entrambi assieme, ritardare i possessi in attacco al limite dei 24 secondi (i Cavs giocano quasi 10 possessi in meno di GSW, 91.83 vs 101.67, praticamente un altro sport) per tenere bassa la forbice di punti e inserire entrambi nel finale, quando due bocche da fuoco riposate possono spostare enormemente l’ago della bilancia contro degli Warriors affaticati da tutta la gara.
Francesco Andrianopoli
I Cavs possono fare quello che hanno fatto l’anno scorso: intasare l’area, sfidare al tiro chiunque non sia Curry o Thompson (tolti loro due, solo Iguodala e Speights viaggiano oltre il 40% da tre in questi playoff), e vivere e morire con le percentuali al tiro di questi ultimi. Può sembrare una scelta sconsiderata, ma per una squadra con il talento difensivo dei Cavs, buono ma non eccelso, la coperta contro un attacco atomico come quello di Golden State è sempre, inevitabilmente corta.
La miglior giocata difensiva della carriera di Irving, che in gara-1 delle scorse Finals fece un lavoro più che discreto su Curry
2. Allo stesso modo, gli Warriors dove nascondono Curry in difesa?
Dario Vismara
È probabile che Steph inizierà in marcatura su Kyrie Irving, anche per sfruttare il difetto più evidente della point guard di Cleveland - la tunnel vision che non lo fa ragionare quando pensa di avere un vantaggio sul suo marcatore e si intestardisce nell’uno contro uno, bloccando tutto l’attacco. Ad ogni modo, se Kyrie dovesse prendere il sopravvento, gli Warriors possono spostare Steph sull’altra guardia (che sia JR Smith, Dellavedova o Shumpert cambia poco) che sono poco pericolosi quando mettono palla per terra. Anche perché Klay Thompson è un difensore tremendamente sottovalutato sulle point guard avversarie.
Nicolò Ciuppani
Curry non ha più tutto questo bisogno di essere difeso, ma Golden State non può nemmeno pensare che posizionarlo sul peggior attaccante di Cleveland porti a dei risultati miracolosi. I Cavs sono stati fenomenali nel trovare l’uomo libero sul perimetro, specie quando LeBron conduce l’azione. GSW deve provare a sfruttare Curry sulle linee di passaggio laterali, dove la sua intelligenza unita alla rapidità di gambe e mani può portare delle rubate e dei contropiedi mortiferi.
Francesco Andrianopoli
La “coperta di Linus” per Steph potrebbe essere rappresentata non da una marcatura più agevole, ma dalla Strong Side Zone che gli Warriors adottano con grande convinzione ed efficacia. È uno strumento che li ha già aiutati molto contro Westbrook e KD, e potrebbe garantire risultati ancora migliori contro Irving e LeBron. Volendo interpretarla in modo aggressivo e “proattivo”, la marcatura di Curry su Kyrie potrebbe essere volontariamente “morbida”, e volta non tanto a stargli davanti quanto a indirizzarlo specificamente contro un ben più ostico difensore appostato nel pitturato, sfidandolo ad essere veloce ed efficace negli scarichi/ribaltamenti sul lato debole, oppure a segnare continuativamente contro 2-3 dei migliori difensori avversari.
Certo che quando poi attacca così… fermatelo voi.
3. L’anno scorso LeBron si è ritrovato a fare i conti con una difesa sempre adattata su di lui, quest’anno ha gli altri due sani e una batteria di tiratori on fire: come cambiano le cose per lui e per i Cavs?
Dario Ronzulli
Cambia tantissimo. Offensivamente si aprono possibilità che l’anno scorso era impossibile sfruttare e i Cavs hanno l’obbligo di percorrere questa strada. Poi c’e da trovare equilibrio nella propria metà campo, ma questo è un altro discorso: intanto LBJ non dovrà predicare nel deserto prendendosi letteralmente tutte le responsabilità di fare canestro. E non mi pare poco. Rovescio della medaglia: Irving e Love sapranno reggere il peso del ruolo? Se la risposta sarà sì avremo una grande serie.
Dario Vismara
LeBron l’anno scorso ha segnato 215 punti in sei partite di Finals, con il secondo miglior marcatore dei Cavs che è stato Timofey Mozgov con 84, di cui una buona parte palesemente “invitati” dalla difesa di Golden State. Con Kyrie e Love in campo, gli Warriors non possono permettersi di raddoppiare e triplicare LeBron ogni volta che mette palla per terra, a meno di vedersi recapitata una tripla sulla testa da uno dei tanti tiratori appostati sul perimetro. Avere il campo così aperto e una potenza di fuoco così superiore rispetto al passato è IL vantaggio che i Cavs devono sfruttare per vincere questa serie.
Francesco Andrianopoli
Quest’anno LeBron ha anche un’altra freccia al suo arco, un quintetto “veloce” e la volontà di spingere il pallone in contropiede; le due partite di regular season fanno poco testo, perché quelli erano ancora i “vecchi” Cavs di Blatt - quelli con Mozgov centro titolare, per intenderci. Cleveland è diventata inarrestabile quando Lue ha implementato il quintetto da corsa con Thompson centro titolare, e quel quintetto (che ha inflitto agli avversari 21.4 punti di distacco su 100 possessi nei playoffs) gli Warriors non l’hanno ancora affrontato, se non per un paio di minuti in tutto. Può darsi che, come ha lasciato intendere OKC, il modo migliore per battere Golden State sia sfidarli sul loro terreno, quindi cercare di giocare a ritmo più alto, essere più aggressivi e andare in contropiede più spesso di loro. I “nuovi” Cavs possono farlo, o almeno possono provarci.
4. Andre Iguodala partirà in quintetto per pareggiare i minuti di LeBron?
Dario Vismara
Arrivati a questo punto della stagione, non c’è più spazio per i buoni sentimenti. La mossa di schierare in campo Iguodala e panchinare Harrison Barnes potrà avere anche effetti psicologici sulla mente del secondo, ma è la mossa giusta da fare. Le Finals dello scorso anno ci hanno detto che Iggy è l’unico che può tenere James in difesa, perciò giù la maschera: ogni volta che James sarà in campo, ci sarà anche Iguodala.
Nicolò Ciuppani
Kerr ha già inserito Iggy in quintetto in gara-7 contro OKC, ed è probabile pensare che una mossa del genere possa ripetersi in finale. Magari non da gara-1, dove i due allenatori si limiteranno a muovere i pedoni verso il centro della scacchiera, ma quando il gioco di aggiustamenti e contromosse si farà vivo potrebbe essere una mossa molto probabile. Barnes non è un cattivo difensore, ma non raggiunge minimamente le eccellenze di Iguodala e nella passata stagione LeBron è passato sopra all’ex UNC con lo schiacciasassi ogni volta che gli Warriors hanno provato a posizionarcelo. Maggiori saranno i minuti che Iggy passerà su LeBron, migliori sono le probabilità degli Warriors di vincere il secondo anello consecutivo.
La serie di Iguodala dello scorso anno.
Francesco Andrianopoli
Prima o poi sarà necessario mettere Iggy su LeBron, per gli ovvi motivi che sono già stati sottolineati. Kerr però spera ancora di potersi permettere questa marcatura come arma tattica da rimandare il più a lungo possibile, piuttosto che come quintetto base. Anche sotto questo aspetto la Strong Side Zone e le pre-rotazioni verso LBJ potrebbero aiutare, rendendo più semplice il compito per Harrison Barnes contro LBJ così come per Curry contro Irving. In 1-vs-1 sono accoppiamenti che i due Warriors non possono sopportare a lungo, ma gli Warriors sanno difendere di squadra e non lasciare i propri compagni “soli sull’isola”.
Dario Ronzulli
Io mi aspetto una marcatura a uomo di Iguodala su LeBron in ogni angolo del palazzetto, anche durante gli inni e negli spogliatoi.
5. I Cavs devono andare piccolo o è meglio se rimangono con sempre due tra Love, Thompson e Frye in campo?
Dario Vismara
Ho seri dubbi che Love possa finire in campo le partite per i Cavs, come già successo nelle uniche due partite competitive della serie contro Toronto, e la coppia Thompson-Frye ha giocato solo 35 minuti in questi playoff - gli stessi di garbage time di Mozgov e Mo Williams. Perciò vedremo ampi brani con LeBron da 4 o comunque appiccicato a Draymond Green, come fatto dai Thunder con Kevin Durant. È tutto da vedere però quanto sarà gravoso per il fisico di LeBron un lavoro del genere, ma nelle Finals ci ha abituati a sforzi sovraumani.
Nicolò Ciuppani
A parte dei parziali ristretti all’interno della singola gara, i Warriors hanno finora affrontato delle squadre che a rimbalzo offensivo sono state migliori dei Cavs in regular season. Rockets, Blazers e Thunder si posizionano davanti a Cleveland per Offensive Rebound Pursuit Rate, e la mossa di posizionare Tristan Thompson da 5 per prendere i rimbalzi potrebbe non portare i risultati sperati - considerando soprattutto che attorno al ferro TT non spaventa nessuno, vedasi gara-3 e gara-4 contro i Raptors. Quando la Death Lineup scende in azione, i Cavs potrebbero addirittura provare ad andare molto piccolo, con LeBron su Green, Love o Frye su Barnes, JR su Iggy, Shumpert su Klay e Delly su Curry (oppure invertire la marcatura se è in campo Kyrie). Non basterà di certo a vincere lo scontro diretto, ma allungando i possessi in attacco e giocando a metà campo Cleveland può limitare i danni in maniera consistente.
Qui è dove i Cavs non riescono a limitare i danni, anche perché c'è poco da fare.
Francesco Andrianopoli
A prescindere dalla scelta del quintetto, un ritmo più alto è quello che ha permesso ai Cavs di Lue di distanziarsi nettamente dalla concorrenza (quantomeno quella dell’Est), e quindi non ha senso rinunciare preventivamente a qualcosa che ha già pagato sostanziosi dividendi. I Cavs hanno dimostrato di saper correre e quindi dovranno provare a correre: poi, se la scelta dovesse rivelarsi controproducente, faranno sempre in tempo a ripiegare su scelte più conservative, eventualmente rispolverando addirittura Mozgov dalla naftalina.
6. L’anno scorso i Cavs sono riusciti a togliere dalla serie Klay Thompson: come cambiano le cose se quest’anno non ci riescono?
Dario Ronzulli
Cambierebbero tanto, al punto che l'intera serie può esserne condizionata. Klay è stato splendido contro i Thunder, per me MVP della serie. Al di là degli impressionanti numeri, è stato soprattutto per il modo in cui ha costituito l'appiglio per i compagni nei momenti di difficoltà e ha ulteriormente e vistosamente migliorato le proprie capacità di lettura. Questa versione di Thompson dei playoff 2016, leader anche emotivo, non è facile da ridimensionare, ma il titolo Cavs passa anche da qui.
Dario Vismara
Prima di averlo sentito nell’ultima puntata del Dunc’d On, mi ero totalmente dimenticato che Klay aveva subito una commozione cerebrale nella gara-5 dello scorso anno contro Houston - ed è probabile che le sue prestazioni invisibili nelle Finals di 12 mesi fa si spieghino anche così. Quest’anno invece Thompson è nel miglior momento della carriera, e nessuno dei difensori dei Cavs - J.R. Smith in difficoltà anche solo con DeRozan, Shumpert troppo indisciplinato lontano dalla palla, Delly troppo basso - sembra equipaggiato per rallentarlo. A meno di spenderci LeBron, che però non si trova a suo agio a correre sui blocchi per inseguire i tiratori.
Francesco Andrianopoli
Togliere dalla partita almeno uno tra Klay e Steph è condizione necessaria (ma, come sa bene OKC, non sufficiente) per sperare di avere una opportunità contro questi Warriors. Il problema rispetto all’anno scorso è che Klay in questi playoffs sembra avere più cazzimma, meno voglia di giocare “the right way” e più convinzione nel prendersi la partita in mano con la forza anche quando gli avversari cercano di toglierlo dal gioco.
Kevin Durant aveva appena segnato il canestro del +7. Klay Thompson ha risposto così per la decima tripla di serata, record dei playoff (poi ritoccato a 11).
7. Le percentuali da 3 dei Cavs possono essere sostenibili anche contro la difesa di Golden State o sono un prodotto della Eastern Conference?
Dario Ronzulli
Mi risulta difficile pensare che per Cleveland possa essere una buona idea sfidare Golden State a una sparatoria senza ritegno, non fosse altro perché è il terreno preferito degli Warriors: portare a casa quattro battaglie così, di cui almeno una alla Oracle Arena mi pare un pensiero azzardato. Detto ciò, per i Cavs sarà certamente importante mantenere alta la percentuale per costringere GSW ad allargare la propria difesa. Più che un prodotto da East non esportabile, parlerei di ricerca della soluzione migliore per molti componenti del roster, Love e JR su tutti. Più che sull'attacco degli uomini di Lue sono curioso di vedere come reagirà la difesa degli Warriors quando non avrà un uomo da battezzare come è stato Roberson.
Dario Vismara
In questi playoff gli Warriors hanno concesso in media quasi 28 triple su 100 possessi con il 34% di realizzazione. Numeri nella media di questi playoff, ma inficiati dal fatto che Rockets (26.8%, i peggiori) e Thunder (28.8% nelle ultime tre partite della serie) non erano delle minacce credibili al tiro - o quantomeno non della qualità dei Cavs. Tolte le performance individuali delle tre stelle, le percentuali da tre di squadra sono LA chiave per rimanere attaccati a questa serie.
In particolare, saranno fondamentali le percentuali di Love sui tiri smarcati che gli vengono recapitati nelle mani.
Francesco Andrianopoli
Teoricamente sono senz’altro sostenibili: perché non arrivano per caso, ma da un gioco dei Cavs che si è dimostrato molto efficace nel creare buoni tiri (ed era anche l’ora, visto il potenziale offensivo della squadra), e perché gli Warriors non sono sempre efficaci nel difendere l’arco quando devono preoccuparsi di tenere botta a rimbalzo difensivo e usare molta zona per dissuadere i penetratori avversari (entrambe preoccupazioni che in questa serie si ripresenteranno). Dalla teoria alla pratica però il passo è lungo: segnare triple non contestate contro squadre comunque inferiori, contro cui ti puoi permettere di sbagliare, mentalmente non è la stessa cosa che farlo contro una corazzata che lascia un margine di errore ridottissimo.
8. La second unit di Cleveland (Dellavedova-Shumpert-LeBron-Jefferson-Frye) può avere successo anche in questa serie?
Dario Vismara
In 70 minuti assieme, quel quintetto ha prodotto un differenziale di +46.6 punti su 100 possessi - il migliore di tutti i playoff, ennesima testimonianza di quanto possa essere inarrestabile LeBron James contro le panchine avversarie. Tolta gara-3 contro Toronto, ogni volta che è stato schierato a inizio secondo e quarto quarto ha sempre prodotto qualcosa di buono, e gli Warriors - che in quei momenti della partita fanno riposare Curry - spesso sono andati sotto con OKC. Per i Cavs è vitale vincerli.
Nicolò Ciuppani
Io mi rifiuto di credere che Richard Jefferson possa essere un fattore nel 2016. E anche se succederà (dubito), negherò alla morte che sia accaduto.
Francesco Andrianopoli
I panchinari degli Warriors sono stati una vera e propria sciagura contro OKC, e per poco non gli sono costati una serie, mentre la second unit dei Cavs è affiatata, rodata e spesso inarrestabile. Gli ingredienti perché possa causare dei seri grattacapi ai Warriors ci sono tutti, e per evitarlo i vari Barnes, Ezeli, Speights e Livingston devono salire di livello rispetto alle finali di Conference. Livingston in particolare ha dimostrato di poter fare male agli esterni avversari, che gli concedono un vantaggio enorme in termini di centimetri: un mismatch che non può lasciare impunito.
9. I Thunder hanno mandato in tilt l’attacco di Golden State con atletismo, cambi sistematici e protezione del ferro: i Cavs possono eseguire questo schema?
Dario Vismara
Un quintetto formato da Irving-Smith-Shumpert-LeBron-Thompson è piuttosto atletico e può cambiare sui blocchi senza pagare troppo, ma non ha la lunghezza di braccia chilometrica dei Thunder e soffre tantissimo le penetrazioni, per non parlare della pessima protezione del ferro di Thompson (54% concesso in questi playoff). Questo per dire che no, i Cavs non possono seguire il solco lasciato dai Thunder. Ma sono in pochi a farlo in generale.
Francesco Andrianopoli
Temo anche io che questa scelta non sia replicabile: solo i Thunder hanno quella combinazione di atletismo, centimetri, chili, grinta e cattiveria. I Cavs hanno altre frecce al loro arco, e devono accontentarsi di quelle.
10. Quale accoppiamento possono sfruttare i Cavs?
Dario Vismara
Andrò con una banalità, ma LeBron James è sempre l’accoppiamento da sfruttare quando hai la fortuna di averlo. In questi playoff si è sostanzialmente riposato, andando sopra quota 30 solo una volta (gara-6 vs Toronto), ma deve sperare che le migliori spaziature lo aiutino a liberarsi del demonio difensivo rappresentato da Andre Iguodala.
Nicolò Ciuppani
Frye è un collante sottovalutato tra attacco e difesa, sfruttando la marcatura di Bogut proverà ad allontanare l’australiano dal ferro, liberando l’area per le penetrazioni di LeBron, o punire su scarico se Bogut esita ad uscire forte. In difesa non sarà un difensore in aiuto sufficiente, ma in post è in grado di reggere per diversi possessi senza dover sistematicamente chiamare un raddoppio.
Francesco Andrianopoli
Bogut nella serie contro OKC è sembrato stanco, pesante sulle gambe e non sempre lucido come siamo abituati a vederlo; Thompson deve sfruttare questa opportunità e mettere in croce l’australiano con la sua energia, costringerlo a correre in contropiede, rendergli difficile la vita nel tagliafuori, e più in generale fare in modo che Kerr sia costretto a limitare i minuti del suo centro titolare.
Dario Ronzulli
Vado controcorrente con un azzardo: una delle chiavi per Cleveland sarà quanto Kevin Love metterà in crisi Draymond Green. Può sembrare paradossale perché è fin troppo evidente che il #0 non ha mostrato una qualità di gioco tale da impensierire uno dei - e per molti versi il - migliori difensore della Lega. Quindi in partenza è un mismatch pro Warriors. Ma, come Bogut è apparso stanco, Green è apparso molto nervoso: se Love dovesse riuscire a mandare mentalmente in tilt l’avversario, ecco che le carte sarebbero sparigliate. Ci vuole una furbizia che Love non ha? Ovvio: ma se vuole vincere il titolo deve imparare e in fretta.
Dicevamo del nervosismo di Green.
11. Quale accoppiamento possono sfruttare gli Warriors?
Dario Vismara
Come scritto prima, non vedo come i Cavs possano riuscire a fermare il Klay Thompson visto in questi playoff.
Dario Ronzulli
Men che meno con JR Smith a prendersi cura di lui.
Nicolò Ciuppani
Tristan Thompson non ha la minima possibilità di replicare in difesa quello che ha fatto Durant, perciò se Green ha campo libero di inventare in attacco e se scaccia i fantasmi dell’ultima serie giocata, può costringere i Cavs a preparare l’intera partita su di lui.
Francesco Andrianopoli
LeBron spera di poter giocare da “libero” difensivamente, per rompere i giochi avversari con la sua superiore intelligenza tattica e “riposarsi” in modo da sopportare il carico offensivo che la sfida gli richiederà; sarebbe utile per Golden State non consentirglielo, facendo in modo che Iggy e Barnes non si limitino ad accamparsi nell’angolo, muovendosi in giro per il campo e facendo in modo che LBJ non possa semplicemente ignorarli.
Tipo evitare che succeda questo.
12. Sì, ma quindi alla fine chi vince?
Dario Vismara
Warriors in 5.
Nicolò Ciuppani
Warriors in 6, ma sarà più equilibrata del previsto.
Francesco Andrianopoli
Warriors in 6. Sudate, ma 6.
Dario Ronzulli
Mi unisco al club Warriors in 6 ma con enorme fatica.
Marco Vettoretti
Cavs in 6.
Daniele V. Morrone
Warriors in 5.
Lorenzo Bottini
Warriors in 5.
Fabrizio Gilardi
Se Green non salta partire, Warriors in 5.
Lorenzo Neri
Warriors in 7.