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20 calciatrici da seguire nel 2021 - seconda parte
12 gen 2021
Vivianne Miedema, Wendie Renard, Khadija Shaw e altre giocatrici da tenere d'occhio nel nuovo anno.
(articolo)
14 min
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Dopo la prima parte, abbiamo scelto altre dieci giocatrici da tenere d'occhio nel 2021 per vari motivi. Buona lettura!

Alexandra Popp, Wolfsburg (Germania)

Alexandra Popp è ormai un’istituzione del movimento calcistico tedesco. A 29 anni ha vinto 6 Bundesliga, 3 Champions League e 8 Coppe di Germania. Da ormai quasi dieci anni è una delle colonne portanti del Wolfsburg, la seconda squadra più dominante del calcio femminile degli ultimi anni. Finalista anche dell’ultima Champions League, in una partita in cui Popp ha segnato di testa il gol che ha accorciato le distanze contro il Lione.

Il colpo di testa è la sua specialità: pur non avendo una grande elevazione riesce a colpire la palla sempre con straordinaria precisione. Le compilation dei suoi gol sono piene di anticipi in area di rigore, terzi tempi, stacchi sul posto, palloni sempre colpiti col tempo giusto per battere le portiere. Ma Popp sa segnare in tanti modi diversi, soprattutto quando tira col sinistro sa trovare traiettorie forti e secche, o dolci e astute. Non è una calciatrice appariscente, che ruba l’occhio per un talento evidentemente sopra la media, ma Popp non ha punti deboli nel gioco e sembra sempre leggere le situazioni meglio delle altre, almeno negli ultimi trenta metri. Con la Nazionale tedesca ha segnato 53 gol in 107 presenze.

Nel 2021 ripartirà la sfida del Wolfsburg al Lione per il titolo europeo, e il rendimento di Popp in area di rigore sarà come sempre cruciale.


Valentina Giacinti, Milan (Italia)

Il 2020 è stato un anno dolceamaro per Valentina Giacinti. Da una parte ha segnato quasi in ogni partita giocata (non moltissime però, visto che la Serie A Femminile non è ripresa dopo il lockdown), dall’altra a causa di un algoritmo beffardo con il Milan non ha centrato l’obiettivo della Champions League. Per questo nel 2021, come ci ha detto in un’intervista qualche settimana fa, l’obiettivo principale suo e delle compagne è quello di arrivare in Europa. Sarebbe la prima volta per la sua squadra. Giacinti può aiutare la squadra con i suoi gol e la sua leadership, pur essendo ancora giovane (ha appena compiuto 27 anni) è già una veterana del nostro calcio, con quasi 250 gol in carriera.

Con il 9 sulle spalle e la fascia da capitana, Giacinti guida l’attacco del Milan grazie a una combinazione di talento fisico e tecnico. Ha un istinto naturale per l’attacco della profondità (come dice lei stessa: «una cosa che nessuno mi ha insegnato, che viene da me») grazie a una velocità non banale nel breve a cui fa seguire grande freddezza sottoporta, con soluzioni per concludere a rete anche non convenzionali, come il pallonetto in controtempo con cui ha segnato il gol del vantaggio nella recente sfida nella semifinale della Supercoppa femminile. In questo 2021 è chiamata a contribuire all’affermazione del Milan Femminile e alla qualificazione agli Europei con la Nazionale, che punta sui suoi gol per finire il girone tra le migliori terze o passando per i playoff.


Annamaria Serturini, Roma (Italia)

Annamaria Serturini ha esordito in Serie A con la maglia del Brescia a 16 anni, ormai 6 anni fa. A farla esordire era stata Milena Bertolini, attuale CT della Nazionale. Gioca a questi livelli ormai da così tanto tempo che rischiamo di dimenticare che, in fondo, ha ancora 22 anni. Dalla scorsa stagione il suo rendimento è cresciuto, ma se è ancora presto per parlare di vera e propria esplosione è perché dal talento di Serturini è lecito aspettarsi sempre di più. È un esterno offensivo capace di prendere palla da una zona remota nei pressi dell’area di rigore, e tirare sotto il sette, come ha fatto con il Chievo Verona un po’ di tempo fa, quando ha realizzato forse il gol più bello della sua carriera finora.

Questo però non è l’unico bel gol segnato in questo modo. Serturini ama ricevere sui piedi, convergere portando palla con l’esterno per tirare poi a giro sul secondo palo. È l’azione che definisce un esterno offensivo a piede invertito, e lei è tra le migliori a eseguirla. Guardate anche anche il gol segnato al Verona. È alta un metro e 60, ha il baricentro basso e una tecnica molecolare in conduzione palla. È ancora piuttosto discontinua, ma quando è in giornata è una di quelle giocatrici che può far succedere qualcosa ogni volta che tocca il pallone. Contro la Fiorentina a inizio novembre ha segnato un gol incredibile da 30 metri calciando praticamente da ferma una palla innocua che stagnava in mezzo al campo.

Il suo contributo in Nazionale finora è stato marginale, 9 presenze e un gol, ma ci si aspetta che questo sia l’anno della sua definitiva consacrazione.


Vicky Losada, Barcellona (Spagna)

A giugno del 2015 è stata la prima calciatore spagnola a segnare un gol in un mondiale; complessivamente ha già giocato quattro campionati del mondo con la Nazionale e a 29 anni è già una leggenda del calcio spagnolo.

Capitana del Barcellona femminile, Losada ha iniziato a giocare nelle blaugrana in un’epoca buia del club, poco prima di una retrocessione, ed è stato il leader della squadra che ha vinto il primo campionato femminile. Gioca al centro del campo e detta il tempo delle corse e degli attacchi delle sue compagne. Ha un gioco fatto di passaggi semplici a due metri e lanci lunghi super sensibili come questo con cui ha mandato in porta Garcia.

Ha giocato un anno in Inghilterra, all’Arsenal, e ha vinto il premio di calciatrice dell’anno secondo i tifosi; ed è stata inserita nel miglior undici dell’anno dall’associazione calcistica del campionato. Poi è tornata al Barcellona, ha indossato la fascia da capitana e ha guidato la squadra in finale di Champions League, dove - come sempre - le blaugrana si sono dovute arrendere al Lione.

L’idolo di Losada, come potete immaginare, è Xavi Hernandez. È una maestra del primo controllo, della resistenza alla pressione, del modo in cui ribalta le palle che riceve dalla difesa in un attacco diretto verso la porta avversaria. Se siete dei feticisti delle calciatrici che giocano davanti alla difesa, quelle a cui tutti gli sguardi delle compagne sono rivolte quando c’è da mettere in cassaforte il pallone, Losada diventerà una delle vostre calciatrici preferite.


Daniëlle van de Donk, Arsenal (Olanda)

Dopo il biennio d’oro 2017-2019, che l’ha vista alzare il primo Europeo della storia dell’Olanda femminile e la Women’s Super League con l’Arsenal, Daniëlle van de Donk (o DVD, come la chiamano le compagne) sembra essere entrata in una fase declinante della sua carriera. La sua stagione con i “Gunners” per adesso è opaca, con appena un gol e un assist in 9 partite giocate, di cui solo 4 da titolare. Eppure veder giocare la numero 10 olandese è ancora uno spettacolo per gli occhi, tra tocchi di suola, filtranti geniali e cambi di gioco che riescono a sorprendere difese schierate anche nelle più complicate delle situazioni. Van de Donk rimane una delle mezzali più eleganti e creative in circolazione, e la sua influenza è evidente anche dal fatto di essere stata nominata dalla FIFA tra le giocatrici che sarebbero potute entrare a far parte dell’undici dell’anno (senza riuscire però a rientrare nella selezione finale). Con l’Arsenal secondo in campionato a quattro punti dalla vetta e l’Europeo in arrivo nel 2022 (con l’Olanda già prima incontrastata nel girone di qualificazione), van de Donk quest’anno dovrà dimostrare di potersi riprendere un ruolo da protagonista nel calcio europeo. Ne va della sua carriera, ovviamente, ma anche del nostro piacere di guardare questo sport.


Lucy Bronze, Manchester City (Inghilterra)

Dopo la triennale e vincente esperienza a Lione (3 campionati, 3 Champions League, 2 Coppe Nazionali e altri trofei), in estate Lucy Bronze è tornata al Manchester City e poco dopo ha vinto la finale di FA Cup, spostata a causa della pandemia. Il 17 dicembre la FIFA l’ha nominata miglior calciatrice dell’anno, «ricorderò questo momento per sempre» ha detto lei. È la seconda volta che vince questo premio: nel 2018/19 era stata il primo difensore, in una competizione storicamente riservata ai giocatori offensivi.

A pensarci è strano pensare a una terzina come alla migliore calciatrice al mondo, ma Lucy Bronze è una calciatrice unica nel panorama mondiale. In un ruolo che è un’eterna contrapposizione tra fase offensiva e fase difensiva, Bronze offre un pacchetto completo di qualità. Nella stessa azione può recuperare un attaccante lanciato a rete con la sua velocità e forza e poi prodursi in un dribbling ubriacante sulla linea di fondo avversaria. Per il suo allenatore della Nazionale inglese, Phil Neville, è la miglior giocatrice al mondo, probabilmente “più completa” è una definizione che si avvicina di più alla realtà. Quando attacca pensa principalmente ad arrivare sul fondo per servire una compagna in area di rigore, ma può anche segnare gol spettacolari soprattutto da lontano.

Contro la Norvegia ai Mondiali ha fatto saltare dalla sedia anche David Beckham.

La scelta di lasciare il Lione per il Manchester City, ovvero una squadra piena di stelle che domina il calcio mondiale come fosse il proprio giardino per una che sta cercando di diventare una realtà vincente dimostra anche come Bronze voglia fare un passo successivo nella sua carriera, provare a diventare ancora più determinante. Per una calciatrice che viene da tutti raccontata come ossessionata dalla vittoria, che lavora duramente per essere sempre la migliore, non possiamo che aspettarci un grande 2021.


Khadija Shaw, Bordeaux (Giamaica)

Nel 2018, quando aveva appena 21 anni, il Guardian ha eletto Khadija Shaw calciatrice dell’anno. Non era ancora arrivata nel calcio europeo e la conoscevamo solo per le sue prestazioni sontuose con la nazionale giamaicana, con cui ha segnato finora 42 gol in 31 presenze. Il Guardian ne aveva soprattutto raccontato l’impressionante vicenda personale. Cresciuta a Spanish Town, nei sobborghi di Kingston, insieme a 7 fratelli e 5 sorelle. Ne ha persi 4 in un breve periodo di tempo, tre dei quali dopo scontri armati. Suo padre era un calzolaio, sua madre allevava polli e sono riusciti in qualche modo a mantenere il resto della famiglia in salute.

Da due anni Shaw è al Bordeaux e ha segnato 24 gol in 26 presenze. È alta un metro e 80 - molto per un'attaccante di calcio femminile - gioca in attacco col numero 10. La finalizzazione è la sua migliore qualità. Calcia col destro o col sinistro, dopo smarcamenti dietro la linea fatti sempre col tempo giusto. È un'attaccante in grado di dominare fisicamente le difese avversarie. Sembra grossa e rigida, ma trova sempre il momento per anticipare le avversarie, a mettersi davanti, a ricavarsi lo spazio per il tiro. Nel colpo di testa non ha la tecnica di Miedema o Popp, ma la sua forza fisica gli permette comunque di segnare spesso. Oggi è in testa alla classifica marcatrici della D1 francese, davanti a Katoto e Nikita Parris. Il Bordeaux è la terza forza del calcio francese, dietro PSG e Lione inarrivabili, quindi non è detto che nel 2021 “Bunny” Shaw non diventi protagonista di un trasferimento importante.


Christiane Endler, PSG (Cile)

Christiane Endler è stata spostata in porta, giocava attaccante, da un ex portiere cileno Marco Cornez che ne aveva notato l’agilità e l’altezza (Endler è alta 182 centimetri). Nel 2012, appena ventenne, parò il rigore successivo nella Finale di Libertadores femminile per far vincere la coppa alla sua squadra, il Colo Colo. Dal 2017 difende la porta del PSG femminile e nel Mondiale del 2019 si è messa in mostra con alcune parate eccezionali, soprattutto nella partita con gli Stati Uniti, una prestazione così eccezionale che gli era valsa il premio di giocatrice della partita nonostante la sconfitta per 3-0.

In un ruolo che nel femminile è spesso mira di facili ironie, Endler rappresenta un’eccellenza. Ha uno stile di parata moderno e spettacolare, grazie a una grande tecnica e una notevole agilità. Che si tratti di scendere a terra velocemente, oppure uscire per chiudere lo specchio di porta alle avversarie - Endler lo fa con un movimento simile alla croce iberica molto efficace - non c’è nulla in cui non sia tra le migliori al mondo. A dicembre è stata inserita nella FIFA FIFPro Women’s World 11 del 2020, la miglior formazione dell’anno votata da migliaia di calciatrici professioniste. In questa stagione, finora, ha subito appena due gol in 12 partite con il PSG, che è primo in classifica e sta provando a superare la concorrenza del Lione. Anche in questo 2021, insomma, Christine Endler è pronta a difendere il titolo onorario di migliore nel suo ruolo.


Wendie Renard, Lione (Francia)

C’è una foto di quest’anno di Wendie Renard che rappresenta ciò che fa in campo da ormai più di quindici anni, cioè da quando ha esordito ad appena 16 anni con la maglia del Lione. Renard stacca in verticale mezzo metro più in alto della giocatrice che dovrebbe marcarla. Questa pare travolta dalla presenza stessa di Renard, ha gli occhi chiusi e l’espressione spaventata di chi, vicino alla riva, sta per essere travolto da un'onda particolarmente alta. Renard colpisce la palla con l’angolo della testa tra fronte e tempia. Nell’evoluzione del calcio femminile degli ultimi anni, Renard è sembrata comunque qualche decennio avanti. La sua forza fisica, la sua tecnica nel colpo di testa e nei fondamentali difensivi non sembrano avere una soluzione per le avversarie. Ha segnato circa 150 gol in circa 450 partite, meno di uno ogni quattro gare. Giocando centrale difensivo. In carriera ha vinto 14 campionati francesi, 9 coppe di Francia, 7 Champions League. Non so se avete capito bene, rileggete il suo palmares. Quest’anno Renard ha giocato la sua nona finale di Champions negli ultimi undici anni, la quinta consecutiva. Il dominio dell’Olympique Lione sul calcio europeo può essere espresso da tante interpreti - Dzsenifer Marozsán, Ada Hegerberg e Amandine Henry in particolare - ma nessuno lo riassume meglio di Wendie Renard, via terra e via aria. Renard è arrivata al Lione l’anno in cui il club di Aulas ha vinto il primo titolo, avviando una delle dinastie più impressionanti dello sport contemporaneo - e che solo negli ultimi due anni sembra più precaria del solito. Per ricevere il suo primo stipendio ha dovuto attendere tre anni al Lione.

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La FIFA non l’ha ancora premiata col massimo riconoscimento individuale per una calciatrice, il Pallone d’Oro, ma potrebbe essere il 2021 l’anno buono.


Vivianne Miedema, Arsenal (Olanda)

In un anno drammatico per il calcio femminile, Vivianne Miedema ha passato il 2020 a scrivere più volte il proprio nome nella storia di questo sport. Che sarebbe stata una grande annata per lei lo si era capito già dal suo incipit, se così si può dire, quando il primo dicembre del 2019 ha segnato 6 gol e 4 assist contro il Bristol in quella che è diventata la più larga vittoria nella storia della Women’s Super League (11-1; Miedema non ha contribuito solo all’undicesimo gol dell’Arsenal, segnato da Emma Mitchell). Nonostante l’interruzione del campionato per via della pandemia di Covid-19, Miedema ha continuato a passare sulle macerie dei suoi avversari come se nulla fosse con quella sua tipica nonchalance che la porta a non esultare quasi mai per i suoi gol. Dopo una Champions League che l’ha vista in cima alla classifica dei marcatori con 10 gol, nella stagione 20-21 in campionato siamo già a 11 gol in 10 partite (a partire da 8 Expected Goals, secondo i dati di FBRef), tra cui la gloriosa tripletta al Tottenham che le ha permesso di superare Nikita Harris e salire in cima alla classifica all-time delle marcatrici della Women’s Super League (WSL). Per avere una prima dimensione del suo impatto sul campionato inglese, in cui è approdata nel 2017 firmando per l’Arsenal, basti pensare che Miedema è al momento a 53 gol segnati in appena 55 partite, mentre Harris, che deteneva il record precedente, si è fermata a 49 gol in 110 presenze (la differenza tra le medie gol/minuti delle due è ancora più impietosa, con Miedema che segna un gol ogni 88 minuti, contro i 171 impiegati da Harris per ogni rete).

Nonostante si sia aperta una discussione sul suo impatto contro le grandi squadre, Miedema, con ancora diversi anni di carriera davanti a sé, può ambire a ritagliarsi una dimensione ancora più grande nell’Olimpo del calcio femminile. E questo va oltre il semplice numero di gol segnati in carriera, che alla fine sono un metro abbastanza grossolano per misurare la sua grandezza. L’attaccante olandese non si considera una semplice punta da area di rigore (ha recentemente dichiarato di aver scelto il 19 come crasi tra il 10 e il 9) e basta vederla giocare per rendersi conto di quanto è sfaccettato il dominio tecnico e atletico che esercita sugli avversari, che spesso non sembrano altro che attori non protagonisti dei suoi gol. Certo, per riuscirci avrà bisogno intorno a sé del miglior Arsenal, che al momento è secondo in campionato e fuori dalla Champions League. Con un talento come il suo, comunque, provarci è più che lecito.


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