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I 40 secondi di calcio più belli di sempre?
27 lug 2022
Avvenuti nel bucolico scenario del nono livello del calcio inglese.
(articolo)
13 min
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Quasi esattamente cinque anni fa capitando sul video di una partita del 1993 tra Queens Park Rangers e Manchester City, venti secondi di puro caos e retropassaggi sbagliati, rinvii sbagliati e gol sbagliati a un centimetro dalla porta, mi chiedevo: sono forse questi i venti secondi più brutti della storia del calcio? Adesso la corrente sacra del fiume Internet mi ha messo di fronte un altro video, quasi un minuto di puro dramma, azione, gesti tecnici assurdi e disperati, resi ancora più magnifici dal fatto che avvengono giù in fondo nelle profondità del calcio dilettantistico inglese. Un video che ci ricorda cosa sarebbe il calcio se lo spogliassimo di ogni orpello superfluo e che mi spinge a farmi una domanda opposta a quella di cinque anni fa: ho forse avuto la fortuna di trovare i quaranta secondi più belli di sempre?

Anche in questo caso, ecco una serie di ragioni che potrebbe aiutarvi a rispondere:

1. La prima cosa perfetta di questo video è il ritmo della sua struttura narrativa. Una squadra segna un gol, l’altra squadra batte subito e va vicinissima a segnare a sua volta, ma dopo un salvataggio sulla riga è di nuovo la prima squadra a fare gol. Nel calcio il gol dovrebbe essere un momento raro - a differenza, che ne so, di un canestro - in questo video è praticamente tutto. Tra un gol e l’altro, o tra un gol e un gol salvato sulla linea di porta, che è praticamente lo stesso, non c’è nient’altro. Quante sono le probabilità che una serie di avvenimenti così eccezionali capitino l’uno dopo l’altro nel giro di quaranta secondi?

2. Più in profondità, se si guardano i dettagli, non c’è niente di banale in questo video. Persino il primo gol nasce da un presupposto assurdo: il rinvio di un difensore in giallo sulla schiena del giocatore che ha davanti, che diventa un assist per quello che segna.

3, La drammaticità di questo singolo evento, che appunto è solo l’inizio di una piccola valanga di eventi, è sottolineata dal numero 8 giallo che (0:02) si mette le mani in testa appena la palla, dopo aver rimbalzato sulla schiena del 9 blu, finisce in area. Lui sembra aver già capito tutto.

4. Ma va notato subito - altrimenti sembra che anche questo video sia una collezione di errori - come pur sempre nel caos dell’azione che non ha un attimo di pausa (anche perché la pausa dopo il primo gol è stata opportunamente editata) brillino un paio di gesti tecnici oggettivamente belli: il primo gol ad esempio, segnato dal numero 7 blu, è un bel missile calciato di sinistro sotto l’incrocio più vicino; il salvataggio sulla riga, in scivolata, anche è piuttosto notevole; ma forse più di tutti gli altri gesti è sorprendente il lancio (0:49) che mette la palla sulla testa del numero 9 blu, che poi prende la traversa.

È un lancio elegante e preciso che sembra mettere ordine con un solo gesto al casino che abbiamo visto fino a quel momento, come una madre che pettina il proprio figlio sudato con una sola passata di mano sui capelli.

5. Tra l’altro, se lo seguite dopo che rimette la palla a centrocampo, vi renderete conto che a fare l’assist per il secondo gol è sempre il numero 7 - che come il numero indica probabilmente è un’ala destra. Quindi, questo è anche il video di una delle migliori partite di un essere umano a noi sconosciuto, uno di quei momenti calcistici che se li hai vissuti - un gol e un assist nel giro di pochi secondi - te li ricordi per sempre.

6. Non sappiamo il minuto di gioco, né il risultato, ma possiamo provare a dedurli. Dato che il numero 7 blu riprende la palla da in fondo la rete dopo il primo gol, possiamo immaginare che fossero sotto nel punteggio di un gol o due. Io dico che il primo gol è quello del pareggio, altrimenti diventa un po’ strano che la squadra gialla si sbilanci immediatamente in avanti alla ricerca di un gol (e se il punteggio fosse stato di 1-0, a quel punto, diventa difficile capire l’esultanza della squadra blu dopo il secondo gol).

Dall’entusiasmo a bordocampo, così come dalla stanchezza dei giocatori lontani dalla palla, o dal fango accumulato sui loro calzettoni e pantaloncini - alcuni hanno il fango che gli arriva fino alle ascelle - possiamo dedurre che siano gli ultimi minuti.

7. Comunque, dopo il primo gol, la persona che sta riprendendo con il suo cellulare, o con una di quelle piccole videocamere che secondo Francis Ford Coppola avrebbero rappresentato il futuro del cinema, esegue una splendida zoomata sul portiere arrabbiato, basso e quadrato, con una maglietta così stretta che sembra gli stiano per uscire i pettorali, e vicino a lui il numero 5, forse quello che ha più fango di tutti addosso.

Niente più di loro due ci parla di calcio dilettantistico.

8. I giocatori in campo, a farci caso, sembrano tutti grossissimi. Guardate che spalle hanno il numero 11 blu e il 14 giallo.

9. Altre cose che non sappiamo di questo video: come si chiamano le due squadre coinvolte? Dove siamo? Quanto in basso nella piramide del calcio dilettantistico ci troviamo? Possiamo immaginare di essere in Gran Bretagna. Nel nord dell’Inghilterra, o forse in Galles, in Irlanda? Il paesaggio è composto da arbusti selvaggi a bordo campo con un paesino in lontananza immerso nella nebbia, con un paio di casette vicino che hanno le luci accese di giorno. A centrocampo si intravede il tetto stretto e alto di una chiesa gotica, forse c’è vento, sicuramente fa freddo.

10. Chissà se a inizio partita sull’erba si vedevano le righe. Non si vede l’area di rigore, non si vede la linea di fondo, persino il centrocampo è invisibile e quando il numero 7 riporta la palla sul punto di battuta sembra lo scelga arbitrariamente.

11. Che ci troviamo nel Regno Unito lo sappiamo con certezza da una cosa: dalla voce che dopo il lancio lungo del portiere, successivo al salvataggio sulla linea, grida, non si capisce se per la gioia del salvataggio o la disperazione del gol mancato, urla un gigantesco Fuck Off (0:45).

12. Qua e là nel video si sentono altri fucking e fuck off con intonazioni diverse, a significare l’intera gamma delle emozioni di un essere umano. Anche questo, se permettete, è molto bello.

13. In realtà, guardando meglio, c’è un indizio importante. Dietro la porta a sinistra c’è uno striscione: «Welcome to the Arbories». Dopo una rapida ricerca ho scoperto che l’Arbories Memorial Center è il campo dove gioca il Padiham F.C., un club fondato nel 1878 nel Lancashire e che gioca nella North West Counties Football League, nono livello del calcio inglese. Nello stemma ha uno splendido airone - parte della fauna del Lancashire e, probabilmente, facile da incontrare passeggiando lungo il fiume Calder, sulle cui rive sorge Padiham - e il motto “Fortuna Virtutis Comes”, che significa “La Fortuna si accompagna alla virtù”. È la squadra con la maglia blu, il che spiega la gioia del pubblico (di casa) al secondo gol. Se non è giornalismo d’inchiesta questo, io non lo so.

Se vi chiedete quanto è profondo il calcio inglese eccovi uno schemino (il migliore che ho trovato):

14, Oh, ne approfitto per darvi una bella notizia. Il prossimo sabato, 30 luglio, comincia il campionato per il Padiham, quindi se volete andare in vacanza da quelle parti, anche solo per il LOL, sappiate che il 2 agosto il Padiham ospiterà il Bury A.F.C., una squadra della regione di Manchester di proprietà dei suoi tifosi. L’account Twitter del club consiglia di comprare i biglietti in anticipo per evitare confusione ai botteghini.

15. A forza di scavare su internet ho trovato la partita del video. Datemi il Pulitzer.

La partita in questione è stata giocata il 28 ottobre 2017 e la squadra avversaria del Padiham, in maglia gialla, si chiama Widnes, club dell’omonima cittadina del Cheshire. Nel logo del Widnes, giallo e nero, c’è una nave vichinga, mi pare (e credo sia così anche perché la squadra di rugby della città si chiama Widnes Vikings, quindi c’è qualcosa tra la cittadina industriale di Widnes e i celebri guerrieri norreni che tra la fine del ‘700 e l’inizio degli anni 1000 hanno fatto razzia in Inghilterra).

Adesso la domanda diventa: se la partita è del 2017, perché io la vedo solo oggi, perché è rimasta sepolta nella discarica a cielo aperto di YouTube per riemergere cinque anni dopo? Internet, cosa stai cercando di dirci?

16. Alla fine di quella stagione 2017-18 il Widnes sarebbe stato promosso in Northern Premier League e nel momento in cui comincia il video il risultato è sul 3-1, fuori casa, per il Widnes, e si tratta effettivamente - se Internet dice il vero, ma poi perché dovrebbe dire il falso su una cosa così insignificante - l’ultimo minuto di gioco. Quindi sì, in effetti non ha senso il modo in cui si buttano in avanti dopo aver preso il gol del 3-2.

Anzi, ha molto senso, è calcio inglese. La mia breve esperienza nella Promozione laziale mi dice che, se il Widnes fosse stata una squadra italiana, l’allenatore avrebbe messo dentro un paio di difensori a sgomitare in area fino al fischio finale.

17. Torniamo al campo. Appunto, il Widnes subisce il gol che riapre la partita e batte in modo pazzo. Con un lancio così lungo che inizialmente pensavo avessero tirato in porta (0:20). La palla invece arriva dalle parti del terzino sinistro del Padiham che anziché metterla in fallo laterale prova a giocarla col portiere. Il passaggio è indirizzato male e per poco non si fanno autogol - anche qui sono arrivati i danni della costruzione dal basso - il portiere arriva sulla palla praticamente pattinando sul fango e rinvia malissimo.

A questo punto, non si capisce benissimo, ma credo che un difensore del Padiham, forse troppo pavido, prova a passarla di prima al compagno, il numero 5, dandogliela lunga però e costringendolo a quel glorioso contrasto in scivolata con il numero 14 del Widnes che, per quel che mi riguarda, è in assoluto il gesto tecnico che preferisco di tutto il video.

18. Il 14 vince il contrasto - anche perché ci era andato pronto a uccidere, o a morire - e la palla arriva sui piedi del 16 del Widnes, che è fresco (nelle immagini prima si era visto che era l’unico o quasi senza una goccia di fango addosso) e se l’allunga oltre il portiere.

Quando ormai il gol sembra fatto, sorpresa: forse il numero 16 del Widnes, che sembra gigantesco, ha paura di sbagliare e calcia piano, basso, e da dietro spunta il difensore pavido di prima, il numero 2 del Padiham, che compie un miracoloso salvataggio in scivolata sulla riga, riscattando il suo stesso errore (0:37). Tutto è bene quel che finisce bene.

19. Il numero 11 del Padiham si è messo le mani in testa quando il suo compagno ha perso il contrasto e ce le ha tenute per sei lunghissimi secondi, finché il campanile alzato dal numero 2 non è caduto tra le braccia del portiere. A quel punto si gira verso la panchina e sembra dire qualcosa, o forse controlla solo che siano tutti vivi.

20. Il portiere del Padiham lancia lungo, il numero 5 del Widnes (forse è lui il più grosso di tutti) vince il duello aereo con il 9 e la palla arriva tra i piedi del numero 7 in blu, che vede l’inserimento tra terzino e centrale del numero 16. La palla è un cioccolatino, come si dice, e l’attaccante biondo del Padiham la colpisce dal basso verso l’alto, irrigidendo tutto il corpo, come se si fosse trasformato improvvisamente in un pezzo di legno (0:51).

La palla rimbalza violentemente sulla traversa che fa un suono di plastica secco e squillante, un suono che sembra quello della porta del cesso di un pub sbattuta violentemente, o quello della porta del cesso di un pub presa a calci. Ad accompagnare quel suono indescrivibile ci sono le grida di stupore del pubblico che diventano immediatamente grida di stupore perché il numero 9 ha continuato a crederci e, scivolando sulle ginocchia, ribadisce di testa in rete.

21. La scivolata del giocatore del Widnes che toglie palla alla difesa del Padiham, quella del difensore che salva il gol sulla riga, il colpo di testa con quello strano tuffo che colpisce la traversa e il colpo di testa che mette la palla in rete, sono quattro gesti tecnici eseguiti come se i giocatori in questione stessero correndo su una discesa ripida come quella su cui corre dietro a una forma di formaggio, a Brockworth nel Gloucester, sempre in Inghilterra.

Questa forse è l’idea massima di sport per gli inglesi, qualcosa di potenzialmente pericoloso e intenso, in cui si mette in gioco il proprio corpo cercando una bizzarra armonia con il caos della natura, con le buche e gli avvallamenti, con la forza di gravità, con il fango, con il vento, con le onde del mare che scutono il Regno Unito da ogni lato. Una momentanea perdita di controllo alla ricerca di una felicità meno rigida, ingessata, di quella borghese, che resta l'unica alternativa che gli inglesi riescono a immaginare (e non solo loro).

22. Quando la palla entra il numero 6 del Widnes, quello che ha dato il via a tutto, con quel rinvio calciato sulla schiena di un avversario, e che alla fine si muove un attimo in ritardo dopo la traversa, guarda entrare la palla, si mette le mani in testa e poi sulla faccia, non riesce a crederci e si guarda attorno come per capire se è solo un sogno, o meglio un incubo. Il suo stupore, in ogni caso, è il nostro stupore dopo che abbiamo guardato per la prima volta questo video.

23. Prima di passare ad altro, visto che siete arrivati fin qui, provate a pensare che bello essere il numero 9 del Padiham, aver osservato tutta l’azione in modo un po’ passivo, con la palla che ti sbatte sulla schiena e fa segnare un tuo compagno, con l’avversario che ti salta in testa e respinge il lancio del portiere, e poi con la traversa che ti mette la palla davanti, proprio sulla corsa, ma per colpirla bene devi inginocchiarti, lasciarti cadere sulla superficie morbida ma non troppa dell’erba mista a fango. Cosa gli è passato per la mente in quei brevissimi istanti in cui le sue ginocchia si avvicinavano al terreno e i suoi occhi guardavano la palla entrare in rete? Se è vero che un attimo prima di morire si rivede la propria vita in un lampo, il numero 9 del Padiham deve aver visto il proprio futuro, la nascita dei propri figli, se non ne ha ancora, la loro crescita, gli scherzi sul divano prima di andare a dormire, i capricci, le litigate con la moglie, o col compagno, tutte le scopate ancora a venire, i viaggi, le lauree, i compleanni, i matrimoni, i regali di natale, e poi la separazione, le scatole del trasloco, e poi mille altre vite, in mille città, nuove scopate e nuove scoperte, momenti di solitudine e tristezza, la vecchiaia, le rughe, le lente passeggiate in riva al mare d'inverno, i pomeriggi d'autunno passati a guardare le foglie tremare sui rami, i nipotini da spingere sull'altalena, magari un nipotino che come lui gioca a calcio con la maglia numero 9, il dottore che gli da la brutta notizia, una mano che stringe la sua, dita intrecciata nelle dita, mentre la vita gli scivola di dosso. E proprio in quel momento, bam, ritorna in sé stesso e vede la palla entrare in rete, le sue ginocchia atterrano nel fango e si ricorda dei trentanove secondi che hanno preceduto il suo colpo di testa.

24. Se un alieno mi chiedesse cos'è il calcio, o perché così tante persone ci stanno in fissa, gli mostrerei questo video.

Ok non c’è altro. So che siamo andati molto più in là rispetto allo scopo che ci eravamo dati ma a questo punto non posso che lasciare al lettore l’ardua sentenza.

Questi quaranta secondi, questi due gol, con in mezzo un salvataggio sulla riga, una traversa, un retropassaggio sbagliato, una scivolata gloriosa, un lancio dalla bellezza euclidea, il tutto eseguito da uomini troppo grossi per giocare a calcio, su un campo troppo scivoloso per le loro articolazioni arrugginite, sono o non sono i quaranta secondi di calcio migliori che abbiate mai visto?

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