E quindi siamo arrivati al giro di boa: la fine del girone d'andata. È vero, ancora una manciata di squadre devono giocare la 19ª giornata che sancisce questo piccolo traguardo, ma dal nostro punto di vista cambia poco perché possiamo iniziare a stilare qualche bilancio, almeno da un punto di vista statistico. Oltre però alle grandi stagioni di Napoli e Atalanta o ai 12 gol fatti da Marcus Thuram, cosa possiamo dire in più sulla prima parte di campionato? Ho selezionato cinque tra le statistiche più interessanti che la Serie A ci ha fornito fino a questo punto, aiutandomi con i dati forniti da StatsBomb.
NUNO TAVARES STA ROMPENDO LA SERIE A
Arrivati a questo punto è difficile ricordarsi che Nuno Tavares è un rookie del nostro campionato, cioè è alla sua prima stagione di sempre in Serie A. In pochi si aspettavano un apporto così determinante dalla prima giornata. Il terzino portoghese, dopo l’esordio al Benfica, era arrivato all’Arsenal nell’estate del 2021. A Londra non ha però mai convinto davvero, con il momento più basso raggiunto in una partita di FA Cup contro il Nottingham Forest del 9 gennaio del 2022 in cui venne sostituito al 35’ (momento addirittura immortalato in All or Nothing: Arsenal). Il suo rendimento ha così convinto i Gunners ad iniziare una serie di prestiti che lo hanno portato prima a Marsiglia e poi proprio a Nottingham, fino ad arrivare all’estate del 2024, quando ha deciso di puntare su di lui la Lazio.
L’impatto di Nuno Tavares sulla Serie A è stato a dir poco devastante: nelle prime 8 partite in Italia ha realizzato 8 assist, con una facilità di corsa in conduzione e in inserimento da top nel ruolo. Secondo i dati riportati da Opta, il record di assist in Serie A da parte di un difensore appartiene a Pablo Armero (che in realtà giocava più come quinto di centrocampo del 3-5-2 di Guidolin, ma tant’è), che nella stagione 2011/12 ne mise a referto 10.
Gli 8 di Tavares, in ogni caso, rappresentano per distacco un record per il ruolo tra gli ultimi 5 gironi d’andata di A, superando di due lunghezze anche la stagione dello scudetto di Mario Rui, che di quel Napoli era praticamente il regista. È vero che Tavares non realizza un assist dalla fine di ottobre, ma gli basta talmente poco per battere il record di Armero che sarebbe strano se non riuscisse a entrare nella storia della Serie A da questa porta.
C'È UN GIOCATORE PIU' FORTE DI TESTA DEGLI ALTRI
Dalla promozione con la Salernitana nella stagione 2020/21, Milan Djurić è arrivato come un alieno in Serie A. Il suo stile di gioco e il suo modo di essere pericoloso lo hanno subito uno degli attaccanti più iconici e riconoscibili del nostro campionato.
Da quando gioca nella massima serie italiana, Djurić è stato sempre e costantemente il miglior colpitore di testa del campionato; arrivando nella stagione 2022/23 ad un numero di duelli aerei vinti semplicemente folle: 15,11 ogni 90 minuti (con il 75% di efficienza). Per dare una tara, il secondo in classifica in Serie A era stato il suo compagno al Verona Abilgaard con 7,44. Meno della metà.
Nonostante non abbia più toccato quel picco, quest’anno Djurić resta per distacco il migliore tra i top 5 campionati nel fondamentale, vincendo 9,4 duelli per 90 minuti con il 69% di efficienza. Solo Muriqi è paragonabile, ma viene staccato di più di 2 duelli netti.
L’attaccante del Monza compirà a maggio 35 anni ed è oggi un giocatore naturalmente meno mobile di qualche anno fa, e per questo meno dominante. Chissà magari questa potrebbe essere una delle ultime stagioni di Djurić in Serie A, in un calcio in cui gli attaccanti forti di testa sono sempre di meno. Godiamoci oggi la sua unicità prima che sia troppo tardi.
L'INTER È MOLTO FORTE SUI CALCI D'ANGOLO
Nelle scorse settimane si è parlato molto (anche ironicamente) della grande abilità dell’Arsenal di Arteta di segnare e di rendersi pericoloso da calcio d’angolo. La squadra londinese quest’anno segna mediamente 0,4 gol a partita da corner, generati da 0,41 Expected Goals, entrambi i dati più alti tra i cinque principali campionati europei. L’Arsenal, però, non è l’unica squadra ad eccellere nel fondamentale.
Nel grafico sono rappresentate le 96 squadre dei 5 migliori campionati d’Europa. Ogni squadra è posta nel grafico a seconda della differenza tra xG generati e subiti da corner in questa stagione, in modo da determinare numericamente quanto ogni squadra sia “forte” da calcio d’angolo nelle due aree.
Dopo l’Arsenal, che come detto è la migliore, l’Inter è per ora la squadra più forte: i nerazzurri creano in media infatti ben 0,35 xG p90, subendone solo 0,1. Questa eccellenza ha diverse spiegazioni: dalle grandi abilità aeree di Bisseck, de Vrij, Acerbi o Thuram alle incredibili capacità balistiche di chi calcia come Calhanoglu o Dimarco.
Questa peculiarità è ben evidenziata anche dal grafico, con i nerazzurri che con il loro ΔxG di 0,25 si staccano nettamente dalla media (che è 0 per definizione: la somma di xG creati e subiti per ogni campionato sarà per forza uguale).
Altri dati interessanti sono quelli di Napoli (che arriva subito dopo) e Bayer Leverkusen, mentre è decisamente strano il dato dei gol fatti e subiti dal Wolfsburg: ne fa 0,4 per partita (prima a pari merito con l’Arsenal), ma ne subisce 0,47 (anche questo è il dato più alto).
In Serie A invece il Monza del già citato Djurić è paradossalmente una delle squadre peggiori, mentre il Southampton del povero Juric è per distacco la formazione più disastrosa in questo aspetto.
IL DRIBBLING E I GIOCATORI ITALIANI
Ormai lo sappiamo e ce lo ripetiamo sempre: in Serie A si dribbla poco. In questa povertà di dribblatori emergono periodicamente degli outlier, che da soli - come si dice - valgono il prezzo del biglietto. L’ultimo mercato estivo, in particolare, ne ha portati in Serie A ben due, entrambi dal campionato portoghese. Sono due dei tre a cui riescono più dribbling per 90 minuti.
Il primo è Francisco Conceição. Arrivato alla Juventus dal Porto, si sta dimostrando il giocatore elettrico e divertente da veder giocare che ci si aspettava, crescendo tanto ed essendo spesso spesso la principale arma di creazione offensiva nella sterilità che sta caratterizzando la Juventus.
L’altro giocatore è invece Neres, acquistato dal Benfica, che dopo un inizio interlocutorio ultimamente sta avendo più spazio dopo gli infortuni di Politano e i problemi di Kvaratskhelia, e sembra oggi un giocatore a cui Conte non possa rinunciare.
A proposito di Kvaratskhelia. Il georgiano al dribbling sta vivendo la sua peggiore stagione da quando è arrivato in Italia: ne completa infatti solo 1,07 con il 27% di efficienza. Alcuni dei peggiori dati del campionato tra chi come lui tenta molto di saltare l’uomo. Tra i discorsi sul rinnovo, i problemi tattici e le recenti voci di mercato, Kvara sta vivendo una stagione difficile e se sarà interessante vedere cosa succederà al suo gioco, e al suo impiego in campo, se alla fine restasse a Napoli.
Il miglior dribblatore di quest’anno è, forse prevedibilmente, Rafael Leão: il portoghese realizza il 59% di quelli che prova, completandone 2,59 ogni 90 minuti. Un dato alto ma che ci aspettiamo possa salire con la maggior centralità che Conceição (padre) sembra volergli dedicare.
Per quanto riguarda invece i giocatori italiani, spiccano le stagioni di Oristanio (2,08 p90 con il 58%) e di Fazzini (1,98 e il 67%), entrambi autori di un ottimo campionato. Altri dati interessanti sono quelli di Kephren Thuram (1,21 realizzati con il 72% (!)), Pulisic (1,46 con il 71%). Forse la statistica più assurda, però, è quella che riguarda Maignan che, parametrando i dati sui 90 minuti (0,11 con il 100%), dribbla di più di più di Zappacosta (0,10).
MOISE KEAN HA UN RAPPORTO CONTROVERSO CON I GUARDALINEE
La prima parte di stagione di Kean alla Fiorentina è stata di altissimo livello. L’attaccante italiano oltre ad avere iniziato a segnare con costanza (in 20 presenze ben 15 gol, di cui 11 in campionato), e a crescere in tantissimi aspetti del gioco, sembra abbia ritrovato una grande fiducia nei suoi mezzi. Dal gioco spalle alla porta all’associazione coi compagni, ora Kean è una pedina inamovibile per Palladino e, probabilmente, il miglior giocatore della Fiorentina. Questa crescita è stata certificata dal ritorno stabile in Nazionale, dove non giocava dal novembre 2023 e pone grandi aspettative per il suo 2025, anche con l’Italia.
La grande stagione di Kean è però segnata statisticamente anche da un motivo più bizzarro: il numero di fuorigioco.
Kean fino a questo momento è infatti finito in fuorigioco per ben 34 volte (ben più del doppio dei “secondi classificati” Lookman e Dovbyk a 15), con una media di 2,19 ogni 90 minuti: un'enormità.
Per dare idea dell’eccezionalità del numero: nel grafico qui sopra sono raffigurati i 20 giocatori che si sono visti alzare la bandierina più volte nelle ultime 5 stagioni di Serie A. I dati di tutti i calciatori coinvolti si riferiscono alla stagione intera, mentre a Kean è bastata metà per arrivare quarto a pari merito con Lapadula (stagione 21/22) e Simeone (20/21), a soli -6 dai 40 di Ibrahimovic (sempre 20/21).
Se considerassimo invece il dato di Moise come quello di “una squadra” di Serie A: Kean sarebbe al sesto posto (!), dietro a Fiorentina (ovviamente), Inter, Roma, Cagliari e Como. Un dato semplicemente assurdo, che potrebbe far segnare un altro strano record nella seconda parte di campionato.