La lista di inizio anno dei 50 giovani da seguire è una delle tradizioni più durature di Ultimo Uomo. Ad ogni puntata pubblichiamo dieci nomi: qui trovate la prima, qui la seconda, qui la terza. Le indicazioni di rito: non troverete giocatori nati prima del 2005 e nemmeno quelli, talmente precoci, da averci costretto a scriverne già o di cui per la stessa ragione intendiamo scrivere più approfonditamente a breve. Per esempio Lamine Yamal, Francesco Camarda, Pau Cubarsí, Estevao, Ethan Nwaneri, Antonio Nusa, Andrija Maksimovic.
PARIS BRUNNER, 2006, CERCLE BRUGGE (GERMANIA)
Paris Brunner è uno dei 2006 più promettenti in Europa, presentato un po’ ovunque come il futuro della Germania per quanto riguarda l’attacco. Finora però ha brillato principalmente a livello giovanile: con l’Under 17 e l’Under 19 del Borussia Dortmund ha segnato più gol che partite giocate, mettendo in mostra un istinto del gol fuori dal comune. Con l'Under 17 della Germania ha vinto sia l’Europeo che il Mondiale, ricevendo il premio di miglior giocatore in entrambi i tornei. Questo per dire di che tipo di talento potenziale stiamo parlando.
Inaspettatamente in estate ha lasciato la Germania per diventare un nuovo giocatore del Monaco in Francia, che subito lo ha girato in prestito al Cercle Brugge, dove sta iniziando la sua carriera tra i professionisti che si prospetta ricca di soddisfazioni. Finora non ha giocato molto, soprattutto in Conference League, competizione in cui ha segnato il suo primo gol tra i professionisti, ma la cessione di Denkey in MLS dovrebbe aprirgli un po’ di spazio.
Brunner è un attaccante già fisicamente e atleticamente esuberante, questo gli permette di giocare sia da numero 9, spalle alla porta, facendo a spallate con i centrali avversari e attaccando l’area di rigore (è alto 186 centimetri), sia partendo più esterno grazie alla forza delle sue gambe e a una buona tecnica in conduzione, per far valere la sua velocità: tra i suoi punti di riferimento non a caso c’è Leroy Sané. Le grandi capacità di finalizzazione lasciano intendere che quello del centravanti sarà il suo mestiere, ma al momento la sua versatilità ha permesso ai suoi allenatori di provarlo in più posizioni. Il 2025, forse, sarà l’anno in cui inizieremo a capire che tipo di giocatore potrebbe diventare. Scoprirlo nei prossimi anni sarà affascinante.
MIKA GODTS, 2005, AJAX (BELGIO)
Mika Godts non ha ancora 20 anni ma la sua carriera può già definirsi piuttosto lunga. Prodotto delle giovanili dell’Anderlecht, l’ala belga ha cambiato due volte maglia ancora prima di esordire tra i professionisti, prima trasferendosi nel 2020 al Genk e poi decidendo di passare all’inizio del 2023 all’Ajax. Il suo debutto in Eredivisie risale addirittura al 9 aprile del 2023, quasi due anni fa, ma da quel momento la sua ascesa è stata meno repentina di quanto forse sperava forzando la mano sul mercato. La scorsa stagione, terribile per l’Ajax, Godts ha raccolto meno di 600 minuti nel campionato olandese e solo le briciole nelle coppe europee. Quest’anno con Farioli, complice anche la cessione di Steven Bergwijn, mai davvero sostituito dal club di Amsterdam, Godts sta giocando di più anche se ancora non può considerarsi davvero un titolare. Da questo punto di vista, la qualità migliore di Godts sembra essere quella di sfruttare al massimo il tempo a disposizione. Insomma: 7 gol stagionali in meno di 1400 minuti giocati in tutte le competizioni non sono pochi.
Godts non è però uno di quei giocatori che spacca la partita, come si dice. Non è particolarmente esplosivo sui primi passi, o fulmineo in spazi aperti, e invece si esalta in spazi stretti grazie a un buona conduzione con il destro e una naturale tendenza ad associarsi con i compagni (caratteristiche che forse fanno intravedere un’evoluzione da mezzala). Godts sembra provare un’attrazione magnetica verso le zone più interne del campo, dove viene in conduzione dall’esterno o a giocare direttamente da trequartista di fatto. Con ottimi risultati, tra l’altro: nell’Ajax a nessun altro giocatore riescono più dribbling in Eredivisie (2.98 per 90 minuti; dati StatsBomb). I suoi buoni numeri realizzativi, invece, sono dovuti in parte a un’ottima tecnica di tiro con il destro, soprattutto con l’interno, che sono un altro piatto forte del suo repertorio.
MATTIA LIBERALI, 2007, MILAN (ITALIA)
Mattia Liberali è stato una delle stelle dell’Italia Under 17 campione d’Europa a giugno. In estate, aggregato alla prima squadra del Milan, aveva rubato l’occhio durante la tournée negli Stati Uniti, dove aveva mostrato tutta la sua qualità nello stretto contro il Real Madrid. Si pensava che la 2024/25 sarebbe dovuta essere la sua prima stagione tra i grandi, visto che da quest’anno il Milan ha iscritto la sua squadra B, il Milan Futuro, al girone B di Serie C, ma l’impatto con il professionismo non è stato proprio morbidissimo. Il Milan Futuro annaspa in terza serie, è terzultimo e ha vinto solo 3 partite, e Liberali, dopo le prime apparizioni, a novembre è tornato in Primavera.
C’era da aspettarselo: si tratta di una mezzapunta minuta, che inevitabilmente ha bisogno di sperimentare e capire come aggirare i suoi limiti fisici tra i più grandi. In ogni caso non ha compiuto nemmeno 18 anni, per cui ha tutto il tempo per crescere e adattarsi. La sua tecnica, comunque, è fuori discussione, perché tra i pari età Liberali può nascondere la palla a chiunque.
Nel frattempo il trequartista brianzolo ha giocato la sua prima gara da titolare in Serie A, contro il Genoa, e nell’ultimo impegno di campionato della squadra B, contro il Carpi, ha disputato 89’. Vedremo se nel girone di ritorno ci sarà il suo definitivo assestamento tra i professionisti o se avrà ancora bisogno di tempo con la Primavera.
ASSANE DIAO, 2005, COMO (SPAGNA)
Il 2025 si è aperto con la notizia del Como in procinto di spendere quasi 12 milioni di euro per Assane Diao, ala spagnola di origini senegalesi di nemmeno vent’anni che può vantare già una manciata di presenze tra i professionisti con la maglia del Betis. In pochi giorni l’affare è diventato ufficiale e Diao si è così trasformato nell’acquisto più costoso della squadra lombarda. Cesc Fabregas, che forse ha avuto un ruolo nel suo approdo in Serie A, nel comunicato ufficiale lo ha descritto così: “Possiede una combinazione di velocità, qualità e fiuto del gol. È molto intelligente nel gioco senza palla e riesce a trovare spazi aperti in cui liberarsi. La sua versatilità sarà una grande risorsa per la squadra”.
La versatilità a cui si riferisce Fabregas si riassume principalmente nel fatto che Diao, al Betis, è stato schierato anche da prima punta, nonostante al momento non pare avere le caratteristiche per farlo. Spalle alla porta è infatti ancora troppo fragile e acerbo, e sui duelli aerei sembra non riuscire a competere con i difensori più strutturati, eppure è vero che davanti alla porta è capace di soluzioni estemporanee che potrebbero indicare un talento da attaccante che per forza di cose è innato e non allenabile. Contro il Barcellona, all’inizio di dicembre, ha trasformato il suo ultimo pallone toccato in un gol di tacco sul palo più lontano con una coordinazione di una fluidità impressionante, considerando che il cross rimbalzava veloce sull’erba e la distanza dalla porta non era poca.
Nel 2025 sarà interessante vederlo all’opera a Como, dove forse capiremo meglio i contorni del suo talento. La sua velocità sul lungo e il suo buon primo controllo sono caratteristiche non così comuni in Serie A.
AYYOUB BOUADDI, 2007, LILLE (FRANCIA)
Quando si parla di “cervelli del centrocampo” spesso lo si fa a sproposito, ma con Bouaddi vale in senso letterale (o quasi: insomma avete capito). Se vi aspettavate un altro talento di origine nordafricana dalla vita sregolata, beh, scordatevelo: la grande passione del giovane centrocampista del Lille, infatti, è la matematica e a giugno 2023 ha anche vinto un concorso di eloquenza riservato ai centri di formazione dei club di Ligue 1 e Ligue 2.
A rendere speciale il diciassettenne franco-marocchino, però, sono i suoi piedi, quelli sì diretta emanazione del suo sangue berbero. La tecnica e il dinamismo sono i punti di forza di Bouaddi, il cui gioco è sintetizzabile così: riceve, elude la pressione, scarica e si muove in avanti per farsi restituire palla, da una parte all’altra del campo indistintamente.
Bouaddi è sfuggente per i suoi avversari, merito dell’eleganza con cui tratta la palla, dai primi tocchi alle conduzioni. E anche quando riescono a prendere contatto con lui, nonostante sia esile come un fuscello (soli 72 chili distribuiti su 186 cm d’altezza), scivola via grazie a un controllo del corpo da privilegiato.
Il portamento è parte integrante del suo gioco, ma nonostante ciò Bouaddi non ha paura di sporcarsi le mani. È sempre pronto a pressare e non si risparmia quando c’è da correre all’indietro: una classe antica, d’altri tempi, abbinata ad un’attitudine allo sforzo da calciatore contemporaneo. Di queste sue qualità si sono accorte anche due grandi squadre come Real Madrid e Juventus, contro le quali Bouaddi è stato il miglior centrocampista sul terreno di gioco. Il giorno in cui ha affrontato i "blancos", peraltro, era quello del suo compleanno: aveva appena compiuto 17 anni.
NINO MARCELLI, 2005, SLOVAN BRATISLAVA (SLOVACCHIA)
Nome da italiano anni ‘60, stile da gabber anni ‘90, Nino Marcelli è la nuova speranza del calcio slovacco. Ala sinistra agile e veloce, un mese fa è entrato prepotentemente nel giro di notizie del calcio italiano dopo aver segnato un bellissimo gol al Milan in Champions League, un sinistro di mezzo collo esterno che si è infilato all’incrocio non lasciando scampo a Maignan. Il sinistro, tra l'altro, sarebbe il suo piede debole.
Alcuni infortuni ne hanno rallentato la crescita, e a 19 anni deve ancora affermarsi come titolare nello Slovan Bratislava (in questa stagione 1363 minuti giocati, 4 gol e 5 assist) ma è solo questione di tempo. Marcelli non è la tipica ala in divenire che riceve largo per entrare dentro al campo e calciare, ma dimostra di avere già abbastanza maturità tattica per giocare tra le linee, contribuire al gioco associativo grazie a una buona tecnica di base e un dribbling che più che essere esplosivo ed elusivo. Anche senza palla si fa già notare, anche perché forse la sua miglior qualità a oggi è il dinamismo: Marcelli non ha un passo lungo o la capacità di planare sulla fascia, ma ha una grande frequenza di passo e un’ottima resistenza. Caratteristiche più da centrocampista o terzino, e non è impossibile in futuro pensare di vederlo in questi ruoli.
In estate si dice sia stato vicino al Milan, voluto da Jovan Kirovski, sport development director del club rossonero. Un passaggio in uno dei cinque maggiori campionati europei sembra essere nel suo futuro, e forse il 2025 sarà l’anno in cui se lo guadagnerà.
ANTONI MILAMBO, 2005, FEYENOORD (OLANDA)
Antoni Milambo passa quasi inosservato. È giovane ma non così giovane; è un trequartista, ma non di quelli coi calzettoni abbassati e la maglia fuori dai pantaloni che sembra poter far l’amore con la palla. Se andate a cercarlo su YouTube non troverete trick e le statistiche in cui eccelle hanno nomi marziali che di solito associamo ai difensori: contropressioni, pressioni nella metà campo avversaria, defensive regains. Quando tocca la palla Milambo bada al sodo: i suoi colpi non sono mai appariscenti, e raramente eleganti, ma quasi sempre centrano il punto. Difficile vedere da parte sua un filtrante sciatto, una giocata forzata, un tiro poco pericoloso. Insomma, è uno di quei casi in cui un giocatore dimostra molti più anni di quelli che ha davvero.
Non è un caso che Milambo, a nemmeno vent’anni e con poca esperienza alle spalle, in questa stagione sia diventato velocemente un titolare di una squadra che punta a vincere l’Eredivisie. Il suo allenatore, Brian Priske, lo fa giocare trequartista in un 4-2-3-1: un ruolo in cui le sue letture difensive tornano utili nel cavare il massimo dal pressing alto, e i suoi inserimenti in area possono dare più frutti. Anche davanti alla porta, o in generale quando c’è da andare al tiro, la sua tecnica di tiro sembra approssimativa ma Milambo compensa con l’intelligenza di chi ha capito che per segnare non bisogna sempre reinventare la ruota. Da questo punto di vista possiede quella creatività nell’utilizzo dei propri mezzi che serve a superare i propri limiti.
La doppietta realizzata in Champions League contro il Benfica racconta bene il suo talento.
Nel 2025 potrebbe fare ancora molta strada: una buona notizia per il Feyenoord e per la Nazionale olandese, dove per adesso ha giocato solo a livello giovanile.
MARIO PERLINGIERI, 2005, BENEVENTO (ITALIA)
Napoli e la sua provincia vantano una floridissima produzione di attaccanti a tutti i livelli. Torre Annunziata è la città di Ciro Immobile e nei prossimi anni potrebbe tornare alla ribalta per aver dato i natali a Mario Perlingieri, il futuro della tradizione dei centravanti campani.
Alto 1,80 per 75 kg, ha esordito tra i professionisti lo scorso anno con il Benevento, la squadra in cui è cresciuto, e quest’anno è titolare con i giallorossi primi nel girone C di Serie C. Per adesso ha contribuito alla causa con 6 gol e 3 assist in 18 presenze, ma soprattutto con una qualità nella manovra davvero rara per una punta della sua età e tra gli attaccanti italiani in generale, dettaglio che lo rende particolarmente interessante.
La tecnica di Perlingieri nello stretto e spalle alla porta è da numero 10, sembra quasi un giocatore da futsal per la frequenza con cui tocca la palla. Fisicamente sa farsi valere e davanti alla porta cerca sempre la precisione. È vero che si tratta di un giocatore di Serie C, ma la tecnica, a differenza delle doti fisiche, di solito non conosce categoria. Gli attaccanti del Sud Italia di solito hanno il problema di essere poco reclamizzati, di non comparire nei radar di osservatori e dirigenti e anche per questo, a volte, finiscono nell’ombra. Vedremo se Perlingieri troverà il modo di emergere.
LUCAS BERGVALL, 2006, TOTTENHAM (SVEZIA)
Sappiamo com’è la vita per un numero 10 elegante, tecnico e un po’ compassato, oggi. Le squadre di alto livello possono riconoscere il tuo talento e investire su di te, e poi ti abbassano di qualche metro. Ti piazzano davanti alla difesa, dove non c’è urgenza di essere determinanti con gol e assist, e dove la tecnica può emergere con più facilità in spazi e tempi lievemente meno congestionati. E così Lucas Bergvall, numero 10 biondo e quasi demodé, è arrivato al Tottenham dal Djurgarden per 10 milioni di euro e si è posizionato davanti alla difesa. Non si può dire che non stia soffrendo. Dentro la centrifuga della Premier League, Bergvall sembra andare decisamente troppo piano e nelle partite che ha giocato ha perso diversi brutti palloni, in una zona di campo decisamente delicata. Eppure Postecoglou si fida di lui; lo ha elogiato dopo la partita contro i Rangers in Europa League.
In estate ha preferito andare al Tottenham piuttosto che al Barcellona e si pensava potesse entrare nelle rotazioni offensive degli Spurs, soprattutto nella posizione di esterno sinistro ricoperta da Maddison. Per ora nulla, Bergvall sembra finito in un preoccupante limbo. Ieri, però, ha segnato il gol vittoria nella semifinale di Coppa di Lega contro il Liverpool. Nulla è perduto.
STEFANOS TZIMAS, 2006, NORIMBERGA (GRECIA)
Mentre scrivo Tzimas ha già segnato 8 gol in 15 presenze in Zweite Liga, con la maglia del Norimberga, dove è arrivato in prestito dal PAOK - dove detiene il record di più giovane marcatore della storia del club. Il suo stile è perfetto per il calcio tedesco. Appena prende palla, Tzimas accelera, senza mezze misure. Gli piace puntare le difese a testa bassa e prendere velocità in corsa. Caratteristiche che compensano un’altezza non clamorosa - almeno per gli standard contemporanei. Ha un buon senso del dribbling e un buon primo controllo. In Grecia sembrava ancora troppo acerbo per segnare con continuità, ma in Germania si è ambientato più in fretta del previsto. Forse l’influenza di Miroslav Klose, suo allenatore, sta avendo effetti benefici: «Ha trasformato completamente il mio modo di vedere e giocare a calcio. Ora penso e mi muovo diversamente. Ogni consiglio che mi dà è prezioso e mi rende un calciatore migliore».