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La misteriosa scomparsa di 5dimes Tony
18 feb 2020
La storia di Sean Creighton, fondatore di uno dei più grandi siti di scommesse del mondo e svanito nel nulla.
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William Sean Creighton Kopko è nato da qualche parte in West Virginia, USA, un qualche giorno di 43 anni fa. William, il padre, era un omaccione del Sud, proprietario di un Giant Eagle, una catena di supermercati famosa in quell’area degli Stati Uniti. Sean si laurea alla West Virginia University in Economia Aziendale nel 1998, e questo è tutto quello che sappiamo di lui. L’anno seguente si trasferisce in Costa Rica e sparisce nel nulla, non in senso letterario, si capisce, ma il mondo sembra smettere di considerare l’idea che William Sean Creighton Kopko, detto Sean, possa esistere. Nessun profilo social, nessuna storia Instagram con gli amici su una spiaggia dorata, nessuna informazione su Wikipedia. In tutto internet esistono soltanto due foto: una poco più che maggiorenne, ripresa da l’annuario della West Virginia University (capelli a spazzola e sorriso di circostanza), e un’altra da adulto, età indefinita, probabilmente sui trenta, sfocata. Non c’è altro.

Sean Creighton è una di quelle persone che non avreste mai sentito nominare, il perfetto Signor Nessuno che ha lottato in ogni modo per mantenere il proprio anonimato. Veste sempre con maglietta e pantaloni casual, ai piedi magari un paio di sandali: potrebbe essere il Diavolo in persona, oppure il vicino di casa che incontrate quando andate a buttare fuori la spazzatura la sera, quello che salutate appena e del quale non vi siete mai lamentati.

Sean Creighton, però, è anche una delle persone più ricche di tutto il Nord America, perché è il creatore e proprietario di 5dimes.com (5dimes da qui in poi), uno dei siti di scommesse sportive più antichi del continente; uno dei primi; in attività da oltre vent’anni, di quelli che possono vantarsi di essere entrati nell’Industria del gioco d’azzardo a stelle e strisce a bordo della Mayflower.

In Costa Rica nessuno conosce il suo vero nome, nessuno sembra sapere neanche perché c’è andato. Creighton ci tiene talmente al proprio anonimato che il suo ruolo ufficiale all’interno di 5dimes è quello di semplice consulente. Un impiegato qualsiasi che la sera del 24 settembre 2018 stacca tardi da lavoro e sale in macchina, una Porsche Cayenne Turbo nera con i finestrini oscurati, per tornare a casa dalla moglie e i due figli. Un consulente, appunto, che si mette al volante e dopo pochi minuti viene fermato a un posto di blocco nel cantone di San Isidro, viene fatto accostare giusto in tempo per vedere un pick-up grigio affiancarsi alla sua macchina, e rendersi conto che quelli che lo avevano fermato erano poliziotti corrotti. Un perfetto Signor Nessuno veniva quindi rapito e spariva, inghiottito dal nulla.

Questa è la storia del rapimento di William Sean Creighton, creatore di uno dei siti di scommesse sportive più famosi al mondo, conosciuto nel giro col nome di “5dimes Tony”, che una notte di circa un anno e mezzo fa è sparito e da allora non è stato più ritrovato.

Quando suona il telefono in casa Creighton le tre di notte sono passate da un pezzo. Piove. La signora Laura Varela Fallas è stata istruita a dovere dal marito Sean nel corso degli anni, e sa benissimo di non dover rispondere mai a una telefonata nel cuore della notte. Ma quando si accorge che lui non è ancora rincasato, e il telefono continua a squillare, intuisce che deve fare uno strappo alla regola.

«Parlo con la signora Varela?»

«Chi parla?»

«Abbiamo rapito Tony»

È una conversazione breve, probabilmente frammentata dai singhiozzi della donna. “Tony” è il nome con cui chiunque, in Costa Rica e non solo, conosce Sean Creighton, suo marito, l’uomo per cui i rapitori vogliono un riscatto da 5 milioni di dollari. Non sono persone con cui si può scherzare questi rapitori, sanno benissimo che “Tony” è un nome fittizio, e che non è un semplice consulente – nessuno in tutti i Caraibi viaggia in Porsche se è un consulente. Ma anche “Tony” non è uno con cui si scherza e negozia lui stesso il riscatto, abbassandolo fino a un milione solo. Nel giro di pochi minuti la signora Varela (sotto istruzione del marito, messo al telefono per tranquillizzarla) si reca nello studio, accende il computer, e con una serie di clic trasferisce i soldi dove gli viene ordinato.

La transazione va a buon fine, i rapitori aggiornano il saldo e i soldi ci sono: 1 milione di dollari americani. La signora Varela chiede di riportarle “Tony”, ma dall’altro lato della cornetta non c’è più nessuno. Non può saperlo ancora, ma quella sarà l’ultima volta che sente la sua voce.

La nascita dell’impero di 5dimes “Tony”

Avete presente quella scena all’inizio di The Social Network in cui Eduardo Saverin (Andrew Garfield) disegna sulla finestra del dormitorio di Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) l’algoritmo che poi diventerà la prima pietra nella creazione di Facebook? Quando ancora studiava a West Virginia University, Creighton deve aver fatto una cosa simile per creare un sistema che gli permettesse di capire quando gli handicap (lo scarto con cui una squadra o un giocatore devono vincere) oppure gli spreads (le singole quote) di una partita non rispecchiavano la realtà. Un modello molto semplice, creato utilizzando Microsoft Excel, ma che gli permise in poco tempo di diventare uno scommettitore praticamente infallibile, capace di vincite talmente grandi da costringere i bookmakers a chiudere i suoi conti per una sorta di eccesso di rialzo.

Ma come faceva a scommettere un ragazzo poco più che maggiorenne, che nella seconda metà degli anni’90 non abitava nello Stato del Nevada, se le scommesse sportive negli Stati Uniti sono state ritenute illegali fino al maggio del 2018, soprattutto se piazzate via linea telefonica?

Con l’arrivo di internet molti bookmakers hanno spostato le proprie sedi operative verso nazioni come Curaçao, Antigua e Barbuda, Panama o Costa Rica (che da sola oggi vanta oltre 400 siti online di scommesse sportive) senza il minimo contraccolpo in termini di introiti. Per poter giocare da suolo americano, semplicemente, bastava registrare il proprio account come se il proprietario abitasse fuori degli Stati Uniti. Sembra incredibile che uno stratagemma tanto stupido potesse funzionare tanto bene, ma ci sono voluti quasi dieci anni al governo soltanto per emanare una legge che vietasse l’utilizzo della carte di credito su ogni tipo di sito legato al gioco d’azzardo (Unlawful Internet Gambling Enforcement Act, 2006). Una legge che peraltro non ha risolto la situazione. Nel famoso scandalo del 2015 che coinvolse Pinnacle (agenzia di scommesse con sede a Curaçao), i procuratori distrettuali decisero di fermarsi alla prima pagina (su oltre un migliaio) di account bancari sospetti collegati alla piattaforma, perché saltava fuori in continuazione che un conto registrato a Vienna fosse in realtà collegato a un appartamento in Florida, oppure che un altro del Vietnam fosse proprietario di un cameriere di Boston, e via così.

Uno dei siti su cui Creighton amava scommettere di più si chiamava Island Casino, appartenente al gruppo di Sportbook.com, una piattaforma digitale creata da Allen “Al” Ross, uno dei pionieri del gioco d’azzardo statunitense. La storia di Ross meriterebbe un capitolo a parte, ma quello che è importante sapere adesso è che Ross è stato uno dei cosiddetti Internet 21, ovvero una delle ventuno persone – tra cui Steve Budin, Jay Cohen (uno dei fondatori di World Sports Exchange) e altri magnati della primissima ora – che vennero arrestate nella prima operazione anti-gioco d’azzardo online della storia giuridica americana. Alcuni di loro finirono in galera, seppur per breve tempo, ad altri venne vietata la possibilità di far ritorno negli Stati Uniti per sempre. Altri ancora, come Steve Schillinger, un altro dei fondatori di WSEX, si tolsero la vita in circostanze misteriose.

Ross fu uno dei pochissimi a rientrare in America per il processo, dove riuscì a patteggiare una condanna semi-irrisoria grazie all’aiuto di Oscar Goodman, un avvocato molto famoso per aver difeso, nel corso della sua carriera, una quantità assortita di criminali tra cui Jimmy Chagra, Phil Leonetti e Frank “Lefty” Rosenthal. Goodman è stato anche a lungo sindaco di Las Vegas (dove ha cercato di legalizzare la prostituzione, già legale in altre parti del Nevada), e se il nome di “Lefty” Rosenthal vi sembra di averlo già sentito da qualche parte è perché si tratta proprio di quel Rosenthal, il personaggio interpretato da Robert De Niro in Casino, il film di Martin Scorsese.

Provate a indovinare: Chi è l’attore che interpreta la parte dell’avvocato di Rosenthal nel film? Esatto! È proprio lui, Oscar Goodman!

Dovendo sostenere non poche spese legali, e con un debito a sei cifre nei confronti di Creighton, Ross gli propose di rilevare alcune delle sue compagnie come risarcimento. Creighton accettò e una volta finiti gli studi partì alla volta del Costa Rica insieme ad altri due amici e cinque americani assunti per sviluppare i software della compagnia. In meno di due mesi dal suo arrivo, sfruttando i vecchi server delle piattaforme di Ross, Creighton rilasciò sul mercato 5dimes (che in gergo significa “giocare pesante”) proponendosi come uno dei nuovi punti di riferimento del gioco d’azzardo online.

Uno dei pregi di 5dimes, fin dal primo giorno, è stato quello di non spaventarsi di fronte a nessun tipo di giocata. Molti bookmakers, soprattutto all’inizio degli anni 2000, si rifiutavano di accettare scommesse enormi; “Tony” invece accettava tutti, anche i pesci più grossi – perfino Billy Walters, Il Pesce Più Grosso Di Tutti, l’uomo che ha ripulito decine di casinò di Las Vegas – a patto, però, di sapere prima su cosa avrebbero puntato. Continuando a seguire il suo modello di previsione, e conoscendo il flusso delle scommesse dei migliori giocatori al mondo, Creighton riusciva a guadagnarci da ogni situazione, tanto che in poco tempo portò al fallimento decine di siti rivali, strozzandoli sotto il peso delle sue vincite fino a toglierli dal giro.

Nel 2003, in quattro anni dalla sua fondazione, 5dimes non solo riusciva a guadagnare oltre un milione di dollari al giorno, ma aveva costretto al fallimento tutte le altre compagnie offshore con sede nello stesso quartier generale di San Pedro, Costa Rica, causando decine di posti di lavoro persi.

Intrigo internazionale

Josué Medrano Vargas e Antonio Jirón López sono due poliziotti della stradale di San Pedro. Sono loro a fermare Creighton la sera del 24 settembre, a chiedergli di spegnere il motore e di uscire dalla macchina senza fare domande. Il pick-up grigio è guidato da Mauricio Màrtinez Chacón e insieme a lui ci sono Alejandro Vega Aguirre, un certo Kenny Fort Dougman – che però all’anagrafe è registrato Ford Dowdon e che gli altri chiamano solo “Kevin” – e Jordan Vega Morales, nipote di Aguirre e capo dell’operazione. È lui a puntare una torcia in faccia a “Tony” mentre lo spintona a forza nel retro del pick-up, prima di ripartire sotto gli occhi dei due poliziotti, che se ne vanno nella direzione opposta. Quando sarà mattina sarà sparito pure il Cayenne abbandonato.

Chacón guida per una decina di chilometri fino a raggiungere La Trinidad de Moravia, in piena periferia, dove i tetti delle case sono ancora più bassi e le porte hanno le moschiere di plastica. Si ferma davanti alla casa di Cleofas Aguirre Leal, la nonna 71enne di Morales: è da lì che chiamano la signora Varela e concludono la transazione.

Il pick-up grigio sparisce nella notte: non si sa chi ci sia dentro. Di sicuro non c’è Morales, che fa un rapida telefonata prima di salire su un’altra macchina parcheggiata davanti al giardino della signora Leal. Guida fino a Cartago, un’ora di macchina da La Trinidad se si passa dalle parti di Rancho Redondo, lontano dalle strade trafficate della capitale, dove si ferma pochi minuti, il tempo di trasferire i soldi e prendere con sé due donne, la madre Guiselle Vega Aguirre, e Fernanda Solis Chaves, la fidanzata. I tre si rimettono in cammino fino a raggiungere il confine con Panama, lo oltrepassano quando ormai è già mattina e continuano lungo la costa fino al porto di Colón, dove salgono sulla prima nave che li condurrà fino a L’Avana. È probabile che si trovassero ancora in territorio costaricense quando la signora Varela contatta la polizia, nella speranza di ritrovare suo marito.

Varela però non si fida del tutto della forze dell’ordine del proprio paese, e decide di assumere anche due americani, ex agenti privati dell’FBI. Saranno loro a ritrovare la macchina di Creighton, andata a schiantarsi contro un cancello nella zona di Heredia, lontana circa venti minuti dal luogo del rapimento. Sono agenti esperti e bastano un paio di occhiate reciproche per concordare che l’incidente è stato sicuramente inscenato. Parte una caccia all’uomo, ma è inutile: Sean Creighton non verrà più ritrovato. La polizia investigativa del Costa Rica riesce a rintracciare i portafogli elettronici su cui sono stati trasferiti i soldi fino a risalire all’indirizzo della casa di Cartago e al nome di Vega Morales. Ancora una volta, però, è troppo tardi. Morales ha già lasciato il paese, e con lui la madre e la fidanzata, e tra qualche settimana si imbarcheranno su aereo diretto all’aeroporto di Bajaras, Madrid, Spagna.

A questo punto, però, occorre fare un passo indietro.

Alla fine del dicembre 2016 la signora Vega Aguirre (la madre di Morales) è su un altro aereo, stavolta in direzione Londra, Regno Unito dove deve presentarsi per un colloquio di lavoro alla Winsor Consultants Limited (WCL), un’agenzia immobiliare. Del passato lavorativo di Aguirre non sappiamo granché: pare che per un certo periodo abbia lavorato nell’ambiente bancario, e che gestisse la comunicazione di alcune compagnie di Malta, ma non c’è nulla di certo. Quello che è sicuro è che ai proprietari della WCL, Aguirre deve piacere parecchio, perché il 18 gennaio 2017 non solo viene assunta in un curioso duplice ruolo, sia come Segretaria che come Direttore, ma addirittura le vengono cedute il 75% delle azioni della società. Tre mesi dopo, nell’aprile del 2017, la Winsor ConsultantsLimited dichiara bancarotta fraudolenta e chiude i battenti per sempre.

Perché era importante conoscere questa informazione? Perché una volta ottenuto il lavoro è probabile che Aguirre si sia dovuta mettere in contatto con la persona che stava sostituendo, un certo Baron Manzel, un londinese di 50 anni con la faccia scafata di chi ne ha viste talmente tante che non ha neanche il tempo per capire da dove iniziare a raccontartele. Non possiamo sapere di cosa Aguirre e Manzel abbiano parlato, non possiamo sapere neanche se quell’incontro ci sia stato oppure no (e non lo sapremo fino a quando un giudice lo chiederà direttamente a lei, ammesso di ottenere la verità); quello che sappiamo, però, è che Manzel, un ex laureando della London South Bank University e attualmente partner della ISM Investments Inc. (un’azienda di gaming e scommesse con sede a Gibilterra), all’inizio degli anni 2000 è stato una delle figure chiave della scena nord-europea del gioco d’azzardo online – nonché ideatore di uno dei primissimi siti per giocare a bingo, BingoHour.com. Una scena composta da decine di portali che hanno visto il proprio portafoglio sgonfiarsi parecchio dopo l’arrivo in Europa di alcune delle piattaforme più in voga negli Stati Uniti, incluso 5dimes.

Vega Morales ha 25 anni quando raggiunge la Spagna. Non si sa praticamente nulla sul suo conto eccetto che è un ingegnere informatico. Sfortunatamente per lui, però, quando in classe devono aver spiegato in cosa consistono le criptovalute dev’essere stato assente, oppure distratto, e questo sta per costargli parecchio. Nel chiedere il riscatto alla signora Varela, Morales ha espressamente chiesto che i soldi venissero pagati tramite Bitcoin, una criptomoneta usata su scala mondiale che però non è anonima come lui deve aver creduto; e infatti, prima ancora che arrivassero a Madrid, la polizia costaricense ha già allertato l'Interpol spagnola e ogni loro spostamento viene tenuto sotto stretto controllo.

Ironia della sorte, Morales avrebbe potuto rimediare alle sue lacune semplicemente chiedendo istruzioni proprio alla persona che aveva rapito, perché se c’è qualcuno che si intende di tutto questo, quello è proprio 5dimes “Tony”, che dovendo aggirare le normative UIGEA (la legge del 2006 di cui sopra) da anni ha studiato un modo per continuare a far circolare denaro in ogni direzione possibile senza che nessuno se ne accorgesse. Sean Creighton era davvero un fantasma: i suoi dipendenti lo conoscevano solo come “Tony”, pochissime persone negli Stati Uniti sapevano che aspetto avesse (e nessuna di queste era fuori dal giro del gioco d’azzardo o gli stretti familiari) e soprattutto nessuno sapeva che fosse il proprietario di un’azienda da milioni di dollari. Per il governo americano era solo un semplice consulente che una volta al mese volava da San Pedro, Costa Rica fino a Pittsburgh, Pennsylvania, USA per poi raggiungere la casa di famiglia in West Virginia.

Ma allora, come si fa a trovare un fantasma? Alcuni sostengono che bisogna dire più volte una combinazione di parole guardando in uno specchio, altri sono sicuri che sia impossibile; ma se chiedete alla Divisione Investigativa della Sicurezza Nazionale USA è probabile che vi risponderanno che serve una gran dose di fortuna.

Scatole cinesi

L’ispettore Geoffrey Gordon sta lavorando da mesi su un possibile caso di riciclaggio di denaro che coinvolge un complicato schema di conti collegati direttamente ad Amazon. Sono giorni che passa in rassegna centinaia di numeri riferenti a infiniti indirizzi IP che arrivano o ripartono dal gigante delle spedizioni, quando a un certo punto si accorge che c’è qualcosa che non torna. Un numero cospicuo di account con lo stesso indirizzo IP, infatti, effettua a cadenza regolare un versamento verso un account Amazon, collegato a un indirizzo negli Stati Uniti – più precisamente a Pittsburgh, Pennsylvania. Il versamento è sempre di 168 mila dollari in monete d’oro. Incuriosito, Gordon inizia a scavare più a fondo e trova altre due cose interessanti: la prima è che Amazon non ha mai rifiutato una transazione eccetto che per una volta, quando la cifra che si voleva depositare era vicina ai 500 mila dollari; la seconda, e ben più importante, è che gli account che spedivano i soldi risultavano tutti direttamente collegati a 5dimes.

Per prima cosa, Gordon rintraccia il proprietario del conto Amazon che per mesi ha ricevuto gli enormi bonifici, e scopre che appartiene a una donna di 45 anni di nome Allison Stawarz. Anche la signora Stawarz sarebbe una perfetta Jane Doe in questa storia, non fosse che in un articolo comparso nel maggio del 2008 sul The Vindicator, un piccolo giornale online dell’Ohio, USA c’è un necrologio per la scomparsa di una donna che è indicata come sua zia. La donna in questione si chiama Marienne Creighton, ed è anche la madre di 5dimes “Tony”.

Stanno per succedere tre cose. La prima è che, tramite Allison Stawarz, Gordon riuscirà finalmente a puntare una torcia contro il mantello bianco di Creighton e a fare chiarezza sulla sua vera identità. La seconda è che trovando lo schema utilizzato da “Tony” per i propri profitti, Gordon e il resto della Sicurezza Nazionale inizieranno uno scrupoloso controllo per ogni ID collegato tra Amazon e la compagnia offshore, scoprendo finalmente come avvenivano i pagamenti negli Stati Uniti. Per farla breve, 5dimes chiedeva ai propri iscritti di registrarsi ad Amazon e fare una foto delle coordinate del proprio profilo, per poi spedirla via mail alla compagnia che saldava il conto comprando loro beni di valore come pellicce, collane di diamanti, braccialetti, monete d’oro e addirittura sedie e mobili da ufficio: chiunque accettava di farsi pagare così otteneva un ulteriore bonus del 10%.

La terza e ultima cosa è che Creighton, esposto e indagato ufficialmente dalla Corte Distrettuale di Philadelphia, per la prima volta nella sua vita sente il fiato sul collo e inizia a ripulire tutto, tanto che quando la Sicurezza Nazionale arriva a sequestrare i conti Amazon di 5dimes nel marzo del 2016, degli oltre 2 milioni di dollari trovati inizialmente da Gordon riusciranno a recuperarne appena 150 mila. Non solo: spaventato dalla situazione, Creighton inizia a far sparire anche il resto del suo capitale, tanto che un paio di settimane dopo l’intervento del governo americano anche le autorità costaricensi iniziano un'indagine su 5dimes, attratti dall’enorme quantità di denaro che la compagnia con quartier generale a San Pedro, Costa Rica stava iniziando a spostare. Come? Ovviamente non c’è nessuna cosa certa, però possiamo provare a farci un’idea.

Nel 2014 un gruppo d’investimento delle Isole Vergini Britanniche dal nome Woodtree Group Limited, di cui non si conosce assolutamente nulla, manda un emissario a Malta con l’obiettivo di fondare una nuova compagnia. Nasce la Woodtree Equipment Limited (WEL) il cui compito è imprecisato ma nella quale vengono versati seduta stante 1.5 miliardi di dollari americani. Per oltre due anni, WEL non ha alcun tipo di rendiconto finanziario certificato, nessun prelievo e nessun deposito, fino a quando, una mattina del marzo 2016, la compagnia richiede un’autorizzazione a spostare alcuni fondi (circa 67 milioni di dollari) all’interno di un conto appartenente a Latinamerica Trust & Escrow Company SA (Latco), una società creata per gestire l’amministrazione di un’agenzia immobiliare con sede in Costa Rica. Quasi simultaneamente anche una società degli Emirati Arabi Uniti, la Latitude Global (LG), richiede un’autorizzazione simile, e nel giro di pochi minuti entrambe le società richiederanno autorizzazioni a spostare ulteriori fondi in altre 25 tra banche e società sparse tra Germania, Spagna, Regno Unito, Panama, Perù e perfino in altri conti appartenenti a Latco e un’altra compagnia costaricense, la Red Planet SA, che se ve lo state chiedendo non è altro che il nome commerciale con cui è registrata 5dimes.

Banco de Costa Rica, la banca nazionale del paese, blocca le operazioni. Interviene la polizia che, indagando, scopre una cosa molto singolare: sia Woodtree Equipment Limited, che Latitude Global, che Latco e soprattutto Red Planet hanno tutte in comune la stessa azionista di maggioranza, una donna di 35 anni di nome Marisol Carvajal Cordero che, guarda caso, è registrata anche come Direttore Esecutivo di 5dimes. Non serve aggiungere che neanche su di lei si conosce alcunché.

Il governo americano inizia a fare pressione sulle indagini della polizia investigativa costaricense ma, incredibilmente, il caso si sgonfia nel giro di un paio di settimane. Tramite una dichiarazione ufficiale di Alvaro Montoya, Vice Procuratore dell’Ufficio del Riciclaggio di Denaro, rilasciata a LaNation: «Il governo del Costa Rica ha deciso di cessare le indagini per il semplice motivo che i soldi in questione sono relativi al gioco d’azzardo e questo è legale nel paese». 5dimes “Tony” l’ha fatta franca un’altra volta, ma poco male: il governo americano e il mondo intero adesso sanno chi sia realmente. È stato smascherato. Non c’è alcuna possibilità che possa nascondersi di nuovo. A meno che, si capisce, non scompaia letteralmente nel nulla.

Fine?

La banda di Morales arriva in Spagna il 9 novembre 2018 e per tre mesi si muove con estrema cautela: utilizzano solo taxi, pagano solo in contatti, dormono in alberghi che accettano mance extra per la riservatezza. Con l’arrivo dell’anno nuovo la situazione sembra essersi calmata, però, soprattutto dopo che il Costa Rica Starriporta la notizia che la polizia avrebbe identificato i resti di Creighton seppelliti all’interno di un parco nazionale. Questo porta Morales a rilassarsi troppo, tanto che neanche una settimana dopo aver affittato una villa a Zaragoza, la Guardia Civile Spagnola fa irruzione in casa dei tre latitanti, che vengono arrestati.

Lo stesso 13 gennaio 2019, le forze dell’ordine del Costa Rica arrestano altre nove persone, tutte quelle coinvolte nel presunto rapimento di Sean Creighton, e sequestrano tre abitazioni, compresa quella della nonna di Morales. La scientifica ispeziona la casa da cima a fondo, ogni pavimento viene divelto e si scava fino a sotto le fondamenta, ma di “Tony” non c’è traccia. La famiglia di Creighton, intervistata dal Good Morning America, dichiara che per tutto questo tempo ha continuato a credere che Sean fosse ancora vivo da qualche parte. Non sono gli unici.

La casa dove sarebbe stato portato Sean Creighton quella notte, dopo l'ispezione della scientifica.

La polizia investigativa costaricense crede sempre meno alla storia del rapimento, e seguendo una pista relativa a un’associazione criminale del Centro America che falsifica passaporti, inizia a farsi l’idea che Creighton possa essersene procurato uno giusto in tempo per scappare. Avrebbe senso, dopotutto: il governo degli Stati Uniti gli stava addosso dal 2016, la sua identità era stata svelata: perché non inscenare la propria morte? Se davvero è stato rapito e poi ucciso, com’è possibile che neanche una fibra della sua presenza sia stata riscontrata in nessun luogo collegato ai suoi rapitori? E poi: quanti soldi ci vorrebbero per comprarsi qualcuno del governo in Costa Rica, lo stesso che incassa soldi a palate dal gioco d’azzardo?

Ad aggiungere il carico ci ha pensa l’avvocato Helberto Moreira, assunto da Morales non appena la polizia spagnola lo estrada nuovamente nel suo paese, nel tardo aprile del 2019. Fin dal primo momento Moreira ribadisce la convinzione che si tratti tutto di una messa in scena, una cospirazione ai danni del suo assistito e della sua famiglia. 5dimes “Tony” era una delle persone più ricche della nazione, forse la più ricca: se davvero Morales e la sua banda sapevano chi era realmente, per quale motivo si sono accontentati di un singolo, misero, milione di dollari come riscatto?

Prima ancora che abbia inizio il processo, il tabloid costaricense Dario Extra sostiene di aver ricevuto in esclusiva un video che mostra la morte di Creighton, ucciso e poi bruciato in un campo di una fattoria fuori San Pedro, Costa Rica. Nel frattempo su r/sportsbook, la community dove si riuniscono scommettitori di mezzo mondo, gli utenti elaborano ogni genere di teoria. C’è chi lo paragona a Elvis o Paul McCartney, chi è certo che sia ancora vivo da qualche parte, oppure chi propone di mettersi alla ricerca del corpo di Creighton ogni anno, nel giorno della sua scomparsa, come tradizione.

Il 5 settembre 2019, a quasi un anno di distanza dalla notte del rapimento, la polizia investigativa costaricense dichiara di aver trovato i resti del corpo di un cittadino americano in un cimitero di Quepos, Puntarenas, Costa Rica a circa tre ore di macchina da dove era iniziato tutto. L’impronta dei denti combacia con quella di Creighton. La famiglia ha richiesto il test del DNA ma, almeno fino a oggi, non è ancora stato effettuato. Nel frattempo il sito 5dimes.com è ancora in attività, ed è ancora al vertice della catena alimentare del colossi del gioco d’azzardo online.

È probabile che nessuno saprà mai che fine abbia fatto William Sean Creighton Kopko, uno dei bookmakers più famosi e spietati al mondo, un uomo capace di far fallire agenzie rivali, di ripulire interi mercati, di nascondere se stesso e il proprio denaro in ogni modo. Secondo qualcuno era davvero il Diavolo in persona, un cinico che amava truffare la gente. Secondo altri era un semplice consulente, un padre di famiglia, un uomo qualunque.

Quello che è certo è che 5dimes “Tony” è sparito per sempre. Verrebbe da chiedersi se sia mai esistito veramente.

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