Siamo già arrivati alla quarta giornata di campionato e a questo punto qualcuno di voi potrebbe pensare: ma davvero nel cielo della Serie A continuano ancora a volteggiare tutti quei Fatti Volanti Non Identificati di cui ci avete raccontato fino a ora? Volteggiano, volteggiano, e riempiono i nostri week-end di colori e sapori imprevedibili fino a un momento prima. E il fenomeno si sta allargando anche all'estero.
Pep-Art
Come la gente che corre nei film di Muccino o il sax in un pezzo anni Ottanta di Antonello Venditti, il marchio di fabbrica di Guardiola è certamente la vittoria per 8-0 in ogni Paese in cui ha lavorato, come se a un certo punto decidesse di piantare una colossale bandierona con le sue insegne. L'8-0 al povero Watford (che contro il City di Guardiola ha perso otto partite su otto, segnando 3 gol e subendone 35!) contagia anche la Premier League, terzo grande campionato europeo a esporsi al Guardiolismo dopo la Liga e la Bundesliga. Nel dettaglio: uno 0-8 in trasferta ad Almeria con tripletta di Messi il 20 novembre 2010, un 8-0 all'Osasuna con tripletta di Messi il 17 settembre 2011, un 8-0 all'Amburgo il 14 febbraio 2015. Lo aspettiamo in Italia...
In Bayern-Amburgo 8-0 del 2015 c'è anche la firma di Franck Ribery, il che ci porta al prossimo capitolo.
Vecchio Franck
Ma poche storie, il grande protagonista della quarta giornata è un ex giocatore di Guardiola: l'inossidabile Franck Ribery, finalmente a segno nella bella e sfortunata partita della Fiorentina in casa dell'Atalanta. In gol a 36 anni, 5 mesi e 15 giorni, Ribery è diventato il secondo giocatore più anziano della storia a segnare il suo primo gol in Serie A. Meglio di lui solo un certo Angelo Mattea, che ruppe il ghiaccio a 38 anni e 7 giorni in Ambrosiana-Casale 5-1 del 28 ottobre 1930 – della quale, ci perdonerete, ma non riusciamo a mostrarvi le immagini.
Ma chi è Angelo Mattea e come osa frapporsi all'asteroide FR7? Nato a Santhià il 21 ottobre 1892, Mattea detiene questo record essenzialmente perché la Serie A era stata inventata appena l'anno prima, nel 1929, ma era stato un signor giocatore già nell'era del calcio “regionale”, capace di tanti gol con la gloriosa maglia biancostellata del Casale e anche di cinque presenze in Nazionale (e un gol segnato addirittura nel 1914), che da assistente di Vittorio Pozzo avrebbe vinto a Berlino 1936 - l'unico oro olimpico dell'Italia del calcio. Insomma, Ribery si può considerare a buon diritto il detentore morale di questo primato.
United Colors of Serie A – secondo episodio
Ricorderete che alla prima giornata erano andati a segno giocatori di ben 15 diverse nazionalità. Ebbene, primato stagionale eguagliato! Nel dettaglio: Argentina (Simeone), Costa d'Avorio (Kouamé), Brasile (Joao Pedro, Romulo), Portogallo (Veloso, Ronaldo), Galles (Ramsey), Belgio (Lukaku, Castagne), Croazia (Brozovic), Ghana (Duncan), Serbia (Kolarov), Bosnia (Dzeko), Spagna (Llorente, Fabian Ruiz), Slovenia (Ilicic), Francia (Ribery), Montenegro (Marusic), Italia (tutti gli altri). Ad essere particolarmente maligni potremmo anche arrivare a 16 includendo l'autogol del colombiano Zapata, ma est modus in rebus.
Altre circostanze notevoli: un gol di un giocatore gallese mancava dal 1° maggio 1988, data passata alla storia più che altro per lo storico sorpasso del Milan di Sacchi ai danni del Napoli. Eppure quel giorno si giocava anche il derby di Torino, deciso da una delle rare prodezze in bianconero di Ian Rush, secondo rappresentante del Paese con il toponimo più lungo d'Europa ad aver segnato in Serie A (il primo era stato John Charles, anche lui ex juventino). Invece Lukaku è diventato il secondo belga a segno in un derby di Milano, 115 (centoquindici) anni dopo il primo: Louis Van Hege da Uccle, 98 gol in 92 partite con il Milan, soprannome “Pallido Saettante”, mitologico bomberone rossonero degli anni Dieci del Novecento.
Chiamarsi auto-bomber
In un famoso derby di Milano del 1987 Riccardo Ferri beffò così Walter Zenga mettendo a segno il più spettacolare degli otto autogol che lo vedono in testa a questa speciale classifica della Serie A. Per restare in clima derby, a quota 8 lo affianca anche Franco Baresi. Ma chi è il miglior auto-goleador in attività? Si tratta di un altro difensore che ha lasciato il segno in un recente Milan-Inter: Cristian Zapata, che con lo spettacolare harakiri della Sardegna Arena è arrivato a quota 5 (tre con l'Udinese, uno con il Milan e quest'ultimo con il Genoa), staccando lo sloveno Cesar del Chievo.
“Ferri batte il record di autogol”
La notte viola
Vincenzo Montella aveva fatto la bocca alla sua prima vittoria da allenatore di serie A dopo quasi due anni (i suoi ultimi tre punti tutti insieme risalgono a questo 0-2 a Sassuolo il 6 novembre 2017, tre settimane prima di essere sostituito da Gattuso), invece nisba. E così, suo malgrado, gli tocca ridere amaro di un altro primato di cui avrebbe fatto volentieri a meno: la Fiorentina non era triste, solitaria y final in coda alla classifica di serie A dal 17 ottobre 2010, allenatore Sinisa Mihajlovic, presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, allenatore in testa alla classifica Edy Reja (con la Lazio). Sembra passato un secolo, vero? Ma ridi, Vincenzo! Alla fine i viola si salvarono relativamente in carrozza, mentre proprio nelle ultime giornate Montella si ritrovò a debuttare in serie A come allenatore, catapultato alla guida della Roma direttamente dai Giovanissimi.
Va detto che per battere l'Atalanta la Fiorentina le aveva provate tutte, compreso acquistare in estate il portiere polacco Bartlomiej Dragowski, vero incubo della Dea negli ultimi sei mesi. Sommando i 90 minuti di Atalanta-Empoli 0-0 dello scorso 15 aprile e i primi 84 minuti di questo Atalanta-Fiorentina, i nerazzurri avevano tirato 44 volte verso la porta di Dragowski senza mai segnare, con 19 parate del polacco e 25 tiri fuori oppure respinti. Al 45° tentativo Ilicic ha interrotto il sortilegio.
In Atalanta-Empoli 0-0 della scorsa stagione, Dragowski ha stabilito il nuovo record di parate – 17 - in una singola partita di campionato dal 2004/2005.
I limiti di CR7
Al 95' di una Juventus-Verona ormai finita Cristiano Ronaldo ha voluto calciare l'ennesima punizione dal limite, negando la possibilità a Pjanic che pure può sostenere di essere bravino. È finita come al solito, o perlomeno come sono abituati da un anno e mezzo i tifosi juventini: barriera piena. Su 24 punizioni calciate in porta tra campionato e Champions, CR7 ha colpito il muro 15 volte, due volte ha tirato fuori, 7 volte ha trovato lo specchio ma anche la parata del portiere. Zero gol, uno in meno di Pjanic che nello stesso periodo ci ha provato appena 6 volte, trovando la rete contro il Napoli. Con 18 tentativi andati a vuoto nel solo campionato, Ronaldo è il secondo giocatore di Serie A che ha tirato più punizioni senza mai segnare, alle spalle del solo Camillo Ciano che l'anno scorso a Frosinone ci ha provato per ben 21 volte, ma niente da fare.
Ronaldo ha calciato la sua miglior punizione da juventino al Wanda Metropolitano, andata degli ottavi di finale della scorsa Champions, alzata in angolo da Oblak.
Di Carmine e altre storie
Chiudiamo con una nota un po' struggente, su ciò che poteva essere e non è stato. Samuel Di Carmine poteva finalmente nobilitare una carriera da bomber di periferia segnando un rigore allo Juventus Stadium, se l'era procurato, era anche riuscito a spiazzare Buffon ma un palo senza cuore gli ha spezzato il sogno. Cos'avrà pensato nei lunghi secondi di attesa sul dischetto? Forse che anche suo padre Emidio aveva giocato una sola partita in Serie A e proprio in casa della Juventus, il 26 novembre 1972, con la maglia del Cagliari, per sostituire l'indisponibile Gigi Riva. Coraggio ragazzo, il campionato è appena iniziato.
Eppure Di Carmine fa parte di un ristretto club di giocatori particolari: quelli che non hanno mai segnato in Serie A eppure possono vantarsi di un gol nelle coppe europee. A Di Carmine è capitato l'8 novembre 2007 in un Fiorentina-Elfsborg 6-1 di Europa League e condivide questo suo magic moment con altri eroi per una notte tra cui l'ex parmense Ruopolo, il giovane torinista Millico (che però ha ancora tempo) e naturalmente Marco Amelia, che in quanto portiere non è riuscito a replicare la sua prodezza in Coppa UEFA contro il Partizan Belgrado. Ma, escludendo l'incomprensibile Intertoto, c'è solo un giocatore italiano che ha segnato in Europa con una squadra italiana senza neanche mai esordire in Serie A: il grande Filippo Maria Scardina, in gol in CSKA Sofia-Roma 0-3 di Europa League 2009-2010 e poi per sempre sparito dalle prime pagine dei giornali (oggi ha 27 anni, è il centravanti della Sicula Leonzio in Serie C e ieri ha segnato su rigore alla Ternana).
Evidentemente Fiorenza Marchegiani non ha recepito gli insegnamenti di Massimo Troisi di non dare al figlio un nome troppo lungo, visto che poi il suo l'ha chiamato Filippo Maria.
E chiudiamo con una chicca da rivendervi agli aperitivi: Filippo Maria Scardina è il figlio dell'attrice Fiorenza Marchegiani, partner di Massimo Troisi in “Ricomincio da tre”.