Questo pezzo partirà da un paio di assunti largamente condivisibili e una deduzione dagli stessi. Il Fantacalcio è un gioco che, a un livello superiore rispetto al calcio vero, si nutre di casualità. Il primo assunto allora è che il potere dei fantallenatori verso la vittoria è limitato. Il secondo assunto dice che il Fantacalcio lo vince solo una persona, tutti gli altri sono non-vincitori, o perdenti.
A questo punto la conclusione mi sembra ovvia: visto che le vostre possibilità di vittoria sono piuttosto risicate, pensate a diventare i migliori tra gli sconfitti. E quale modo migliore se non quello di avere in squadra giocatori culto del prossimo campionato?
In questo pezzo ve li indicherò spiegandovi perché dovreste prenderli; non ci assumiamo nessuna responsabilità riguardo alla prestazione effettiva ovviamente. Non vogliamo le promesse, non vogliamo neanche le scommesse, vogliamo i feticci: quelli in cui credere perché sono simpatici, o sono talmente antipatici da fare il giro, o che tanto non vorrebbe mai nessun altro all’asta. Non sono giocatori per vincere, sono giocatori per perdere con stile.
Gervinho
Tipo di feticcio: il cappello di Gervinho con su scritto "Gervinho"
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: «Quando stava in forma sbagliava i gol a porta vuota ora che non gioca da due anni che deve fare».
Nel momento in cui scrivo Gervinho non è ancora ufficialmente un giocatore del Parma, ma le fonti lo danno vicinissimo. Chi avrebbe mai detto che avremmo vissuto questo sogno di rivedere Gervais Lambo Yao Kouassi in Serie A?
Gervinho risponde a quasi tutte le caratteristiche di un feticcio: è buffo, simpatico, completamente pazzo e, soprattutto, ha un rendimento imprevedibile. Potrebbe ribaltare la Serie A, oppure mettersi pigramente a fare da spettatore alla spettacolare retrocessione del Parma. Potrebbe fare 3 gol in una partita, poi sparire per le altre 37.
Parliamoci chiaro: l'acquisto di Gervinho non ha alcun senso, e per questo dovreste fare di tutto per comprarlo. È forse il giocatore con la maggiore sproporzione tra la vostra voglia di comprarlo e quanto logico sarebbe farlo.
Felipe – SPAL
Tipo di feticcio: amuleto tropicalista
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: “Ah cavolo mi serve un difensore, vabbè prendo Felipe va’ ormai è bollito”
Un post condiviso da Felipe Dal Bello (@felidalbello) in data: Ago 8, 2018 at 3:29 PDT
Felipe onora il padre.
Il 29 aprile 2018 la SPAL gioca a Verona contro l’Hellas, in una delle più tipiche sfide salvezza. Dopo 13’ Valoti si inserisce benissimo su un filtrante di Petkovic che si infila nella difesa dei ferraresi come un coltello rovente nelle cose dei video di youtube e segna; in pieno recupero del primo tempo però Fares segna un’autorete contro i gialloblù, riportando la parità; nella ripresa gli ospiti si scatenano e provano a segnare in tutti i modi ma l’Hellas sembra ben chiuso e riparte veloce, e solo la mania di protagonismo di Cerci impedisce allo stesso Fares di riscattarsi in contropiede e riportare i suoi in vantaggio; poco prima della mezz’ora su un corner per la SPAL Vicari spizza e alza il pallone, che fa una piccola parabola verso Felipe che con la porta spalancata davanti a sé non sbaglia, segna tuffandosi a terra e resta giù per 10 secondi dopo aver fatto gol, incredulo, mentre i compagni lo scuotono. È una rete pesantissima e decisiva per la permanenza in A della sua squadra e Felipe lo sa.
Perché non potrebbe fare la stessa buona annata quest’anno? E certo, un gol all’anno non è tanto, e lui è un difensore della SPAL, quindi un po’ di bambole in un anno se le prenderà, ma vuoi mettere? Esperto, simpatico, lucido, brasiliano, sosia di Rovazzi (ok questa forse peggiora la situazione), un tipo sensibile: Felipe è l’amuleto giusto da piazzare in difesa quando “non si sa mai”. Felipe è il più forte difensore di una medio-bassa che vi potete permettere.
Sandro – Genoa
Tipo di feticcio: idolo candomblé
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: “Ma figuratevi tanto è rotto, lo prendo per pietà”
Un post condiviso da Wesley De Mesquita (@wesleycabeca) in data: Ott 8, 2015 at 2:26 PDT
Sandro con quest’aria qua potrebbe essere un grande lottatore di MMA.
Sandro è un giocatore serissimo, un grande mediano davanti alla difesa, un discreto leader e uno che dà fiducia in campo. Il girone di ritorno del Benevento è andato bene anche perché Sandro si è preso un sacco di responsabilità e tirava via le castagne dal fuoco delle streghe. Al Genoa Sandro si unisce in centrocampo a una serie di buttafuori minacciosi come Rolòn, Rômulo, Omeonga, Hiljemark, per prestare solidità al centrocampo di Ballardini.
Il povero Sandro ha riportato un piccolo infortunio al ginocchio e dovrebbe saltare l’inizio del campionato, ma credete in lui. Alle brutte avrete un grande fantalanciatore di freccette, a cui si è appassionato nel suo periodo in Inghilterra e che ha imparato dal grande campione Bobby George, il king delle freccette.
Emanuele Giaccherini – Chievo
Tipo di feticcio: cornetto
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: “GIAAAK, GIAAAAK *frasi indistinte senza vergogna*”
“Full Metal Giaccherini”
C’è una squadra in cui sia stato Giaccherini negli ultimi anni che non sia andata bene?!
Non dico che abbia vinto necessariamente qualcosa, ma che abbia fatto almeno il meglio che potesse e forse pure di più? Giaccherini come le sue squadre ha sempre reso leggermente sopra la stima iniziale, sopra i proprio mezzi atletici e tecnici. Campione d’Italia con la Juventus, vicecampione di FL Cup al Sunderland, salvo facile l’anno successivo sempre in Inghilterra (il Sunderland ora è in terza divisione, classico collasso post-Giaccherini), protagonista positivo nell’anno del ritorno in A del Bologna, e comunque anche nella rosa del Napoli sarrista più ambizioso di sempre anche se riserva.
A gennaio 2018 è passato al Chievo in prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza, salvezza che ovviamente (è una squadra di Giaccherini, dai) arriva, con Giak che fa 3 gol e 3 assist. Uno incredibile, “tottiano, contro il Bologna: «Mi sentivo che sarebbe andata bene, quando Castro mi ha messo quel pallone: avevo il corpo nella posizione giusta, ho calciato e… Poi, certo, serve anche un pizzico di fortuna, magari se avessi colpito il pallone un centimetro sotto sarebbe andato alle stelle».
Quindi ricapitolando: prestazioni, simpatia, narrativa da calciatore operaio, pure gol e assist. Tocca prenderlo. E se non volete prendere lui, sempre dal Chievo, prendete quel fenomeno di Jallow per fare la figura dei talent scout.
Levan Mch’edlidze – Empoli
Tipo di feticcio: totem centroasiatico
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: “Mch’edlidze? Macché. Quello si rompe subito, lo prendo perché mi piace moltissimo la Georgia”
Mch’edlidze ci porta anche la musica georgiana.
In antropologia un totem è un'entità naturale o soprannaturale che ha un significato simbolico particolare per una persona, un clan o una tribù, e al quale ci si sente legati per tutta la vita. Se Empoli con i suoi 50.000 abitanti possiamo inserirla a forza nella categorie delle tribù, Levan Mch’edlidze è chiaramente il suo totem, e perché non potrebbe essere anche il vostro?
Il sabato sera (o il venerdì sera, magari gioca nell’anticipo) accendete dell’incenso e fate una cena tipica georgiana mentre pregate l’enorme dio Levan, con il suo volto chiaramente intagliato nel legno. Se provavate delle simpatie per il progetto Empoli e non aspettavate altro che il suo ritorno in Serie A, sappiate che Mch’edlidze tra l’altro è lo specchio esatto della sua squadra: l’anno scorso è stato infortunato tutto il tempo ed è prontissimo per tornare in A, come se aspettasse solo questo momento.
Magari la sua stazza, il fatto che in rosa debba possa affiancarsi a gente come l’interrogativo Mraz (che ha fatto solo gol brutti in una squadra di suoi sosia) e quindi spesso verrà messo in campo (coppia Mch’edlidze - Caputo = sogno), o il suo sinistro secco e potente vi daranno pure qualche soddisfazione.
Daniel Ciofani - Frosinone
Tipo di feticcio: gnocchi col sugo di salsiccia della nonna abruzzese/ciociara/molisana
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: “di quale Ciofani stiamo parlando?”
Cosa sono state le ultime due stagioni fantacalcistiche se non una dolorosa parentesi tra un acquisto di Ciofani e l’altro?
Ciofani è tra i pochi sopravvissuti di un immaginario da bomber di provincia: ha le spalle grosse, la faccia affidabile di chi sarebbe l’uomo ideale per mettere su famiglia o reggere un attacco del Fantacalcio. In parte è un’illusione: Ciofani al suo unico anno in Serie A ha segnato 9 gol, non pochi, ma neanche abbastanza per puntarci troppo o per guadagnarsi il soprannome “The Commander”. In più l'arrivo di Stipe Perica e l'età avanzata mettono a rischio la sua titolarità.
Un insieme di cose che però fa di Ciofani un ottimo feticcio da Fantacalcio, da schierare titolare contro avversari con cui c’è in ballo qualcosa in più dei 3 punti.
Miha Zajc - Empoli
Tipo di feticcio: Il primo disco degli Hal, quello che conteneva la canzone Worry About the Wind.
Frase da dire per far finta che non vi interessa poi tanto in fase di asta: “Zajc dici il nuovo Djuricic?”
Uno sloveno di 24 anni che gioca trequartista, tira le punizioni di una squadra neopromossa (ma dalle velleità offensive) puzza di asta del fantacalcio lontano chilometri. È quasi più un’entità fantacalcistica che una appartenente al mondo reale. Per questo su Zajc ci si fionderanno in molti, anche se non tutti saranno disposti a spenderci parecchio: in fondo sarebbe da pazzi spendere troppi crediti per un talentino sulla carta così leggero e tutto da verificare in Serie A. Ed è qui che scendete in campo voi, veri pazzi del Fantacalcio, che vi dissanguerete per Zajc, vi toglierà tutti i crediti per gli attaccanti e ogni domenica sognerete una sua punizione sotto al sette.