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A Bergamo un passo avanti per la Juventus
15 gen 2025
E un pareggio tutto sommato giusto.
(articolo)
6 min
(copertina)
Foto IMAGO / Sportimage
(copertina) Foto IMAGO / Sportimage
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Lo sappiamo bene: non sempre i big match del campionato italiano si traducono in sfide all’altezza delle aspettative. Non è stato questo il caso di Atalanta-Juventus, la cui sfida di ieri sera ha contenuto tutto ciò che possiamo aspettarci da una partita nel 2025: intensità, agonismo, bei gesti tecnici e anche uno spettacolo tatticamente interessante.

La Juventus veniva da un momento di crisi di risultati, a meno che non vogliate considerare la grande attitudine al pareggio come un pregio della squadra di Thiago Motta. L'allenatore ha scelto di affrontare la partita in modo interessante.

Al momento della lettura delle formazioni l’impressione era quella che, per sostituire l’acciaccato Dušan Vlahović, il tecnico italo-brasiliano avrebbe riproposto Nico González da numero 9. Una soluzione già adottata con discreti risultati nel derby col Torino (al di là dell’esito del match) e in linea con le caratteristiche da attaccante del calciatore argentino.

Una volta sistemate le squadre sul terreno di gioco, invece, ci si è accorti che non era come pensavamo. Motta inizia la partita con McKennie e Koopmeiners come riferimenti più avanzati, mandando in fascia González e Yildiz. Non solo: questi ultimi due sono invertiti rispetto alle posizioni abituali: entrambi sono stati schierati sui rispettivi piedi forti, con il turco a destra e l’argentino a sinistra, quindi.

Di fatto quindi, se volessimo tradurre in numeri la disposizione in campo della Juve, era strutturata in un 4-4-2-0 che, in fase difensiva, diventava spesso nel primo tempo un vero e proprio 4-6-0.

La scelta tattica di Motta aveva due motivazioni. Dal punto di vista difensivo, avere due centrocampisti come attaccanti consentiva alla squadra di poter contare anche su McKennie e Koopmeiners in fase difensiva. Lo statunitense e l’olandese si abbassavano naturalmente sotto la linea della palla, pronti anche ad allargarsi nei corridoi esterni del campo per andare in aiuto dei compagni.

Questa soluzione permetteva alla Juventus di non rimanere in inferiorità numerica contro i quadrilateri laterali attraverso cui l’Atalanta è solita muovere palla per risalire il campo fino all’ultimo terzo. La Juve riusciva quindi a coprire l’ampiezza senza dover sguarnire il centro.

L’altro aspetto per cui Motta decideva di giocare senza attaccanti di ruolo riguarda poi la fase offensiva. L’obiettivo era di mandare in confusione il sistema difensivo avversario non offrendo ai difensori atalantini dei punti di riferimento precisi, disorientandoli ulteriormente col continuo movimento. Insomma, Motta ha presentato una strategia per approfittare del sistema a uomo dell'Atalanta.

Sul campo si sono comunque formati dei duelli individuali prevalenti, fra i quali quelli che hanno visto confrontarsi nel primo tempo Scalvini e Nico González;Sead Kolašinac e Yildiz; de Roon e Koopmeiners e anche De Ketelaere e Kalulu. Con Cambiaso che usciva forte su Zappacosta il centrale francese della Juve era spesso chiamato a uscire in fascia per contrastare il belga. Qualcosa che l’ex milanista faceva molto bene, tanto da costringere Gasperini a richiamare in panchina nella ripresa un De Ketelaere impalpabile.

Questi scivolamenti laterali erano permessi anche dalla doppia copertura centrale garantita da Manuel Locatelli e da Kephren Thuram. I due sono stati gli equilibratori della Juventus: hanno fornito protezione alla difesa ma anche solidità in possesso, attraverso un’accorta gestione della palla.

Insomma, si sono visti dei passi in avanti, anche in una fase difensiva mai passiva. La Juventus ha cercato di pressare forte in avanti per contrastare la costruzione dell'Atalanta. Non sempre questo si è tradotto in una riconquista della palla. Quando i padroni di casa sono stati in grado di mettere il naso oltre la prima linea di pressione ospite ecco che la squadra di Motta si mostrava abile ad abbassarsi fino anche ai propri ultimi trenta metri di campo, sempre col supporto di tutti e dieci gli uomini di movimento.

Così si è creato un equilibrio tattico fra le due squadre, rotto una prima volta soltanto al ventunesimo, quando Koopmeiners vince il duello con De Roon e calcia malamente a lato. Tre minuti dopo arriva la prima vera azione offensiva dell'Atalanta, conclusa con un tiro di Lookman.

Nel secondo tempo la Juventus ha guadagnato coraggio, dimostrato subito da due percussioni verticali di Gatti e al palo colpito da Kalulu su azione da calcio d’angolo. Dopo arriva lo straordinario intervento sulla linea di porta di Carnesecchi.

Rispetto al primo tempo la Juventus è più fluida: fa più movimento, ha più rotazioni offensive che coinvolgono i quattro giocatori in attacco. La rete del vantaggio è frutto di questa fluidità: un'azione da manuale di istruzioni su come superare la pressione di un sistema a uomo.

Nico si abbassa molto, Kalulu si alza e crea una superiorità numerica nella metà campo dell'Atalanta.

Dopo il gol Gasperini inserisce Lazar Samardžić al posto di un innocuo Pasalic. La manovra dell'Atalanta migliora quasi all'istante. La partita diventa molto aperta, a quel punto; spettacolare nei suoi continui ribaltamenti di fronte. Nella parte finale del secondo tempo la Juventus comincia però ad accusare la stanchezza e le conseguenze di una panchina corta. Motta ha poche armi a disposizione per rinforzare gli argini e sostituire i titolari. Di contro Gasperini ha più armi a disposizione, e decide di usarle tutte, ricorrendo anche a Bellanova (al posto di Zappacosta) e a Retegui (per De Ketelaere).

I due nuovi entrati confezionano la rete del pareggio bergamasco, figlia di un colpo di testa di Bellanova (che sovrasta Cambiaso) e di un altro colpo di testa, quello decisivo di Retegui. Nonostante gli ulteriori innesti di Gasperini - che manda in campo anche Zaniolo - l’Atalanta non riesce a spuntarla. Un pareggio tutto sommato giusto. Dal punto di vista della Juventus il pareggio può generare qualche rimpianto: la squadra si è fatta raggiunta per l'ennesima volta da una posizione di vantaggio, e a questo punto la squadra ha 15 punti meno dello scorso anno.

Il pareggio di Bergamo però ha un sapore diverso rispetto ad altri di questa stagione. La Juventus ha mostrato quella che probabilmente è stata la sua miglior prestazione offensiva sotto la gestione tecnica di Motta. Almeno se guardiamo agli ultimi due mesi. Il livello di fluidità mostrato non ha riscontri nelle precedenti gare, durante le quali invece il modello juventino è risultato essere fin troppo posizionale e statico. Le occasioni per segnare sono state tante e i bianconeri hanno chiuso con 1.52 xG, più di quelli della Dea.

Andamento di una sfida equilibrata. Grafica Statsbomb.

Per la Juventus, insomma, è stato un passo in avanti. I paragoni con un anno fa poi non hanno molto senso, dato che questo è un progetto nuovo con una rosa giovane, rinnovata e, a Bergamo, priva anche di elementi importanti.

Per quanto riguarda l’Atalanta, anche qui abbiamo un passo in avanti rispetto alla scialba prestazione offerta nello scorso turno contro l’Udinese. Gasperini ha confermato di avere a disposizione una rosa completa. Retegui è tornato a vedere il campo e a segnare, dimostrando di essere un grimaldello utile per scardinare le difese avversarie sfruttando il gioco aereo - oltre che un’arma efficace anche a partita in corso.

Una nota infine va spesa per Samardžić . Il calciatore serbo dà alla fase offensiva bergamasca un’altra dimensione. Con le sue qualità offre non soltanto gol e assist ma anche, come confermato contro i bianconeri, la capacità di riuscire a ordinare meglio il possesso bergamasco nella trequarti offensiva. Gli equilibri nell'attacco dell'Atalanta magari possono cambiare nelle prossime partite.

Il pareggio allontana la Dea dal Napoli primo in classifica, ma conferma la solidità di risultati che la squadra ha ormai raggiunto. Anche nelle giornate migliori, contro avversarie ispirate, è molto difficile battere l'Atalanta.

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