«Tutto stava andando alla grande con la società, pensavamo di essere nella posizione di concordare un rinnovo, ma ora non è più così». Con queste parole Ramsey ha ufficializzato il mancato accordo per il rinnovo con l’Arsenal lo scorso ottobre, ponendo una data di scadenza alla sua decennale carriera con i Gunners. Ramsey era arrivato all’Arsenal diciottenne dal Cardiff, ed è cresciuto fino a diventare, secondo Steven Gerrard, il migliore centrocampista offensivo della Premier League. «Mi avete accolto che ero adolescente, mi siete stati vicino durante i miei alti e bassi in questi anni», ha scritto ieri sui suoi social il ventottenne, ufficializzando il suo passaggio alla Juventus, che si materializzerà la prossima estate.
Aaron Ramsey è stato senz’altro uno dei giocatori più riconoscibili dell’ultimo periodo di Wenger, per il suo evidente talento poliedrico, la determinazione in campo, ma soprattutto per il suo apporto di gol e assist: 3 stagioni in doppia cifra di gol per 62 gol e 64 assist totali in 357 partite (fino al gennaio 2019). Ramsey è andato anche a segno in 2 delle sole 3 finali importanti vinte dall’Arsenal negli ultimi dieci anni: le 3 FA Cup vinte nel 2014, 2015 e 2017.
Il suo più grande limite sono stati i ripetuti piccoli infortuni che lo hanno tenuto sempre un po’ in sospeso nelle gerarchie: pur avendo il talento per giocare titolare, nelle pianificazioni estive finiva per essere un giocatore da aggiungere ad un sistema già rodato dove gli si trova spazio, più che una colonna portante.
Anche se non è mai riuscito a imporsi come stella dell’Arsenal, oggi Ramsey è un giocatore al picco della propria carriera, che ha raggiunto la piena consapevolezza del ruolo che può avere in una squadra: «Devo sempre fare il massimo: guidare la squadra andando in attacco e allo stesso tempo riconquistare il pallone».
E così, la Juventus dovrà pagare solo il suo ingaggio e le commissioni all’agente (per oneri aggiuntivi complessivi di poco più di 3 milioni di sterline) per averlo a giugno: un vero affare considerato il valore del giocatore.
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Ramsey sarà il terzo gallese della storia della Juventus, dopo John Charles e Ian Rush.
Ramsey è l’esempio del centrocampista box to box tecnico che Wenger ha provato a sviluppare per anni, da Fàbregas in poi. Dello spagnolo, però, Ramsey non ha né le doti organizzative né quelle tecniche, ma compensa con un grande istinto per la giocata e una certa velocità di esecuzione anche in spazi ristretti.
Ramsey può giocare su ogni lato del campo - ha un ottimo uso del piede debole - e negli anni si è specializzato in due azioni specifiche: nel secondo passaggio della transizione offensiva, dove sfrutta un’ottima protezione del pallone, e nella rifinitura dell’azione: è in grado di capire dove sfruttare lo spazio e trovare il tempo giusto per l’ingresso in area e quando può ricevere frontalmente in corsa in area di rigore unisce coordinazione e freddezza nella conclusione. Ha segnato più di un gol di tacco in carriera e in generale possiede un controllo del corpo e un istinto che gli permettono soluzioni creative sotto porta.
Alcuni dei tanti modi diversi con cui è andato in rete in questi anni con l’Arsenal.
Come si adatterà Ramsey nella Juventus?
Per le sue caratteristiche sembra quindi inserirsi benissimo nel sistema della Juventus attuale, che ha bisogno di un’ulteriore spinta sia in termini di rifinitura al limite dell’area che di finalizzazione dentro di essa, di capacità insomma di riempire l’area e concludere in porta il volume di gioco creato.
Dal punto di vista tecnico-tattico l’arrivo di Ramsey a Torino è in linea con lo sviluppo che la Juventus ha avuto in questa stagione e, quindi, non soltanto ha senso dal punto di vista del rapporto tra il suo valore e i soldi investiti, ma per come Ramsey potrebbe inserirsi in questa versione della squadra. La fluidità nelle posizioni in campo della Juventus e la richiesta di essere in grado di svolgere compiti in base alla posizione in campo e non al ruolo teorico calzano a pennello al giocatore che è oggi Ramsey: volendolo immaginare all’interno dell’undici attuale (anche se non possiamo sapere come sarà la Juventus 2019-'20), le caselle in cui vederlo meglio sono quelle delle mezzali, o quella di esterno destro. Posto che l’esterno destro sembra il ruolo più coperto dalla rosa a disposizione di Allegri - Douglas Costa, Bernardeschi, Cuadrado, all'occorrenza anche Dybala e Cancelo - è quindi come mezzala che il gallese dovrebbe inserirsi in questa Juventus.
In un sistema basato sul controllo del pallone, e che lo porterebbe a scambiare la posizione di frequente, Ramsey dovrebbe trovare la sua piena efficacia. Specie se riesce a ricevere nei pressi dell’area, dove la sua tecnica e la sua freddezza hanno un peso superiore a quello, ad esempio, di Emre Can.
È anche vero che come dice Jack Pitt-Brooke: «Spesso è sembrato che Ramsey potesse giocare meglio in un sistema più aggressivo e organizzato, uno che potesse sfruttare meglio la sua dinamicità in difesa e attacco». E con Wenger, questo, non si è mai visto; il tecnico puntava invece sullo sfruttare il suo stile di gioco poliedrico per compensare di volta in volta le lacune della formazione. Una situazione che forse non ci ha permesso ancora di vedere il miglior Aaron Ramsey possibile, negli anni con l’Arsenal ha giocato in più posizioni e con più funzioni, dalla mezzala al centrocampista di una coppia centrale, dal falso esterno, al trequartista.
Difficilmente si può dire che sia stato esaltato dai tanti cambi di posizione; lo stesso Ramsey più volte si è sentito in dovere di ribadire qual è la sua posizione preferita in campo: «Sono un giocatore che vuole essere sempre coinvolto nel gioco. Per questo non mi piace particolarmente partire dalla fascia, non riesco ad essere così coinvolto. Voglio il pallone ogni volta che attacchiamo».
Questa sua smania di partecipazione al gioco, calpestando le vie centrali, era comunque assecondata nell’Arsenal, che risaliva il campo con una rete di passaggi corti e costruendo triangoli in velocità. Eppure, Ramsey non si atrofizza quando è in possesso del pallone, con il gioco non è mai stagnante: il fatto che sia cresciuto praticando rugby (ancora lo sport gallese per eccellenza) e atletica leggera, oltre al calcio, potrebbe spiegare il suo stile così insolito. In definitiva parliamo di un giocatore in grado di percorrere ampie zone di campo in corsa, mantenendo sempre l'attenzione a dove si trova il pallone per giocarlo mentre avanza.
Il famoso gol segnato al Fulham pochi secondi dopo essere entrato ne è un esempio perfetto. Ramsey segue tutta l’azione dalla propria difesa fino all’area piccola avversaria.
Va detto che Ramsey è in grado di svolgere sia i compiti della mezzala destra che di quella sinistra nell’attuale sistema della Juventus, a cambiare sarebbero alcuni compiti in relazione ai compagni più vicini come Joao Cancelo, se gioca a destra, e Cristiano Ronaldo, se gioca a sinistra. Ramsey resta un giocatore in grado di attaccare con continuità la porta avversaria dalla seconda linea, migliorando in tal senso l'apporto di Khedira, e di far progredire il pallone con una conduzione meglio di quanto facciano al momento Emre Can o Bentancur.
C’è da registrare anche una sua evoluzione recente: Ramsey nelle ultime stagioni ha diminuito il coinvolgimento puro nella fase di possesso, abbassando il numero di passaggi a partita, passando da 67.3 passaggi per 90’ due anni fa, a 60.3 la scorsa stagione, fino ai 50.2 di questa. Per dare un contesto: 50 passaggi per 90’ è più o meno la cifra che nella Juventus al momento hanno proprio le mezzali Bentancur e Can (52.4 e 51.3), mentre Matuidi e Khedira sono a 46.6 e 45. Ovviamente a parità di ruolo bisogna ricordare che sia il numero di passaggi che la precisione degli stessi risente del contesto di gioco e della strategia della propria squadra. Serve quindi giusto per avere un quadro della situazione, e in questo caso ci dice ad esempio che Ramsey, come volume di gioco, rientrerebbe nei parametri di quello che già ora è lo standard delle mezzali di questa Juventus. Contestualmente al calo nel numero di passaggi effettuati, inoltre, Ramsey ha alzato la propria posizione di partenza in campo.
Aaron Ramsey è un giocatore che sembra voler tenere sotto controllo i quattro cardini fondamentali dello sviluppo della manovra: pallone, compagni, avversari e spazio. Riesce quindi a muoversi per il campo e a capire dove intervenire, anche con la conduzione per vie centrali può spezzare le linee di pressione e far avanzare il pallone e, allo stesso tempo, ha anche un grande istinto negli ultimi metri per immaginare una giocata.
Insomma, sembra fatto per esaltarsi nel sistema attuale di Allegri. Certo non è Pogba, il giocatore che per caratteristiche e livello garantirebbe un ulteriore salto di qualità alla squadra, ma un giocatore così, preso spendendo pochissimo, è un’occasione che la Juventus non poteva certo farsi sfuggire.