Le lacrime in diretta televisiva dopo aver segnato il primo gol in Serie A hanno aumentato ancora di più l’hype che circonda Manuel Locatelli. L’aver mostrato il suo lato più sensibile in un mondo che richiede comportamenti meccanici e dichiarazioni omologate anche a ragazzi appena maggiorenni ha ulteriormente innalzato l’asticella delle speranze riposte in lui dal Milan e dai suoi tifosi, già alte per il solo fatto di essere italiano e cresciuto nel settore giovanile e per aver segnato il primo gol in Serie A nel momento più delicato della partita più assurda di questo inizio di campionato.
Spogliato di ogni retorica, che giocatore è Manuel Locatelli? È già pronto per prendere il posto di Riccardo Montolivo, un passaggio di consegne che molti tifosi del Milan vorrebbero accelerare, specie dopo il grave infortunio che terrà fuori il capitano rossonero?
La maturazione
Sono ormai un paio di anni che Locatelli è tenuto d’occhio dalla dirigenza e dagli allenatori che si sono succeduti sulla panchina rossonera. Massimiliano Allegri fu il primo a portarlo in prima squadra, aggregandolo per alcuni allenamenti alla fine della sua avventura milanista, poco prima di essere esonerato per una sconfitta contro il Sassuolo; a Sinisa Mihajlovic si deve invece la promozione in pianta stabile in prima squadra, mentre l’esordio è arrivato con Cristian Brocchi: tre minuti contro il Carpi prima di giocare da titolare e per intero l’ultima partita del campionato scorso, contro la Roma.
Un esordio tutt’altro che sfavillante, in una delle peggiori partite della stagione del Milan, letteralmente dominato dai giallorossi: un contesto che ha quindi accentuato la sensazione che Locatelli non fosse ancora pronto per un ruolo così delicato ed esigente. Il regista rossonero era sembrato in difficoltà nello smarcarsi per ricevere e dare il via all’azione e aveva mostrato una distribuzione del gioco piuttosto semplice e troppo orizzontale, sbagliando oltretutto il passaggio che aveva causato il contropiede dell’1-0, segnato da Salah.
A campionato finito Locatelli si è quindi aggregato alla Nazionale Under-19 per disputare gli Europei di categoria. Una tappa importante per la sua crescita, perché il giovane milanista si è segnalato come uno dei ragazzi più promettenti della squadra di Paolo Vanoli, arrivata in finale, ma schiacciata dalla Francia in una gara senza storia. Titolare in 4 partite su 5, pur giocando sotto età, Locatelli è stato l’unico altro marcatore dell’Italia oltre a Dimarco: un calcio di punizione contro l’Austria che, prima che si mettessero in mostra in maniera più scenografica contro il Sassuolo, ci aiuta a inquadrare le sue ottime capacità di calcio.
Le prestazioni e il cammino con la Nazionale nell’Europeo Under-19 lo hanno certamente aiutato, e così Vincenzo Montella si è ritrovato in rosa un giocatore più maturo e convinto dei propri mezzi rispetto alle prime, timide apparizioni con la maglia del Milan. Il suo campionato è comunque iniziato alla quarta giornata, quando è subentrato a poco più di mezz’ora dalla fine a José Sosa nella partita contro la Sampdoria.
Locatelli vs Montolivo
Vale la pena soffermarsi subito sul suo rapporto con Montolivo, di cui in teoria dovrebbe prendere il posto. In realtà, in tre dei quattro spezzoni di gara concessigli finora, Locatelli ha giocato insieme a Montolivo, togliendogli però il posto davanti alla difesa: tutte le volte che è entrato, Locatelli è stato impiegato da regista, anche con in campo Montolivo, che finiva per scalare qualche metro più avanti in un ruolo più offensivo rispetto alle abitudini. Sembra quindi che, almeno per Montella, Locatelli abbia già un ruolo ben definito, una cosa non scontata per un ragazzo della sua età (è del ’98), e che al tempo stesso l’allenatore milanista non lo veda qualche metro più avanti, da mezzala o trequartista magari, per avvicinarlo alla porta avversaria, nonostante la prima cosa che salta all’occhio osservando Locatelli sia la sua qualità tecnica.
Il giovane regista rossonero ha un ottimo controllo del pallone e un primo tocco quasi sempre felice, sia col destro che col sinistro, col quale riesce a sistemarsi velocemente il pallone per la mossa successiva, che molto spesso è un passaggio semplice a un compagno vicino. Controllo e scarico: questa è l’isola felice di Locatelli, che comunque non si tira indietro se deve giocare di prima nei momenti di maggiore pressione. Nonostante una pulizia tecnica che gli consente di affrontare con disinvoltura situazioni complicate, non si può dire che sia a suo agio quando la pressione sale: se viene costretto ad accelerare la giocata è ancora troppo incline all’errore, e penso sia soprattutto per questo, oltre che per il dinamismo limitato, che Montella preferisca farlo giocare davanti alla difesa, sottraendolo così da zone di campo più congestionate. Oltretutto, non sembra essere un centrocampista particolarmente creativo: non ha una visione di gioco evoluta, il che comunque non vuol dire che non sappia verticalizzare o scegliere una soluzione complessa quando gli viene concesso il tempo e lo spazio per pensare e guardarsi intorno.
Sintetizzando, non sembra avere la capacità di leggere in anticipo il gioco tipica dei grandi registi e molto spesso deve toccare più volte il pallone prima di decidere la giocata. In più, fatica a essere un riferimento costante per il portatore di palla, spostandosi lateralmente quando il pallone viene giocato sulla fascia o uscendo dalla zona d’ombra creata dai suoi marcatori per fornire sempre un appoggio sicuro per i compagni. I pochi spezzoni giocati finora (109 minuti in totale) non rappresentano un campione significativo, ma, riportando il dato sui 90 minuti, Locatelli è piuttosto sotto rispetto a Montolivo per numero di passaggi: 44,6 per 90 minuti contro i 52,7 del capitano.
In sostanza, la partecipazione al gioco è ancora limitata, e solo il tempo ci dirà se si tratta del normale periodo di ambientamento di un ragazzo alle prime apparizioni in Serie A o di un problema più strutturale del suo gioco, che gli impedisce oltretutto di accompagnare l’azione con più continuità e mettere in mostra le sue qualità di passaggio e tiro in zone più avanzate del campo. Per capirci, Locatelli ha segnato il primo gol in Serie A con il primo tiro in assoluto della sua carriera, e ancora non è riuscito a creare un’occasione: statistiche che deve assolutamente migliorare per imporsi come regista ad alti livelli.
La parte sottovalutata del suo talento
I discorsi su Locatelli si sono soffermati soprattutto sulle sue qualità col pallone tra i piedi, ignorando l’altra metà del suo talento, quello difensivo, che pure è così evidente da aver convinto Montella ad affidargli senza problemi un ruolo molto delicato come quello di vertice basso davanti alla difesa. Locatelli ha un senso della posizione e una capacità di leggere lo sviluppo dell’azione avversaria molto sviluppati, che gli consentono di aggirare i limiti fisici e di essere un ottimo schermo per i propri difensori: notare ad esempio la velocità con cui qui sotto legge il taglio di Babacar e copre Romagnoli, aggirato dall’attaccante della Fiorentina.
Finché riesce a giocare d’anticipo, Locatelli è un difensore decisamente sopra la media. I problemi nascono quando viene puntato: non sembra avere la forza nelle gambe per poter affrontare l’uno contro uno con attaccanti rapidi e viene “circumnavigato” troppo facilmente, pur piantandosi sul terreno per darsi la massima spinta possibile. Qui sotto Keita mette bene in evidenza i suoi limiti nell’uno contro uno.
Quando invece affronta un avversario girato di spalle è piuttosto aggressivo e tende a fidarsi delle sue gambe lunghe per affondare il tackle e cercare di recuperare il pallone. Non è sempre una buona idea, ma col tempo imparerà a gestire meglio i momenti in cui temporeggiare e in cui invece provare il contrasto.
Già titolare?
Intuire la traiettoria della carriera di Locatelli è particolarmente difficile, non solo perché non ha ancora compiuto 19 anni, ma perché lo abbiamo visto troppo poco per capire davvero che giocatore sia. Per Montella sembra essere diventato il primo ricambio a centrocampo, quindi è ragionevole supporre che d’ora in avanti avrà sempre più occasioni per mettersi in mostra e accumulare minuti ed esperienza, sfruttando la prolungata assenza di Montolivo.
Al momento è un giocatore di qualità, ma non molto creativo; poco dinamico, ma con un talento difensivo sottovalutato: in pratica, un equilibratore dai piedi buoni piuttosto che un regista vero e proprio, che si troverebbe più a suo agio in una squadra che punti a dominare il possesso palla e abbia riferimenti di gioco precisi. Con tutta una carriera davanti, ha comunque il tempo per sviluppare il suo lato più creativo e offensivo e diventare un giocatore leggermente diverso da quello che è ora. Per ora possiamo considerarlo un ragazzo da seguire e su cui il Milan deve puntare per il futuro, che però non garantisce un’interpretazione del ruolo davanti alla difesa molto diversa da quella di Montolivo, almeno per il momento.