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Alberto Costa sembra il terzino giusto per Thiago Motta
16 gen 2025
Il nuovo terzino destro della Juve dovrebbe aggiungere qualità di cui Thiago Motta ha assoluto bisogno.
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10 min
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IMAGO / Sports Press Photo
(copertina) IMAGO / Sports Press Photo
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Nel calcio, come nella vita, il caso e la fortuna a volte sono più importanti di quanto ci piaccia pensare. Lo sa meglio di tutti Alberto Costa, il nuovo terzino destro della Juventus, che un mese fa non avrebbe neppure potuto immaginare un trasferimento del genere.

Fino all’inizio di dicembre, infatti, il portoghese era una riserva del Vitória SC. Classe 2003, era entrato nelle giovanili del club di Guimarães ad appena dieci anni e ha percorso tutta la trafila fino alla prima squadra. Due anni fa, nel 2022/23, ha esordito tra i professionisti col Vitória B in Terceira Liga, la terza divisione portoghese, dove ha raccolto una decina di presenze e una retrocessione, visto che i Conquistadores hanno chiuso la stagione all’ultimo posto. Così, lo scorso anno Alberto Costa si è ritrovato a giocare nel Campeonato de Portugal, il primo campionato di livello dilettantistico. Una discreta stagione, da 22 presenze e 2 gol, durante la quale si è tolto anche la soddisfazione di esordire in prima squadra, a fine aprile, contro lo Sporting CP.

Così, quest’estate, Rui Borges – che adesso è il nuovo allenatore dello Sporting CP ma che fino al 23 dicembre è stato tecnico del Vitoria – ha deciso di tenerlo con sé. Alberto Costa sembrava essere una buona riserva, utile soprattutto per le rotazioni in Conference League. Nelle prime 11 giornate di campionato aveva accumulato poco più di 200’ e solo una partita da titolare.

Poi, però, il 7 dicembre, durante il riscaldamento della partita contro il Benfica, il terzino destro titolare Bruno Gaspar, di cui forse si ricorderanno i tifosi della Fiorentina per una manciata di presenze nella serie A 2017/18, si infortuna. Al Da Luz, nello stadio più importante del calcio portoghese, contro un avversario di quel lignaggio, Alberto Costa non solo si ritrova titolare, ma è anche uno dei migliori in campo. Da quel momento diventa titolare inamovibile, disputando tutte le partite fino a guadagnarsi l’acquisto da parte della Juventus.

In quelle cinque apparizioni da titolare ha messo a referto due assist e un rigore conquistato e ha fatto in tempo a guadagnare il premio di miglior difensore del campionato portoghese del mese di dicembre. Ci ha anche tenuto a farci sapere come chiamarlo: prima dell’ascesa, l’ex terzino del Vitoria era noto come Alberto Baio (il nome completo è Alberto Baio Oliveira); lui, però, preferirebbe che lo conoscessimo come Alberto Costa, dal cognome del patrigno con il quale è cresciuto, oppure semplicemente Alberto.

Insomma, se Giuntoli non rientra nelle vostre simpatie potreste obiettare che la Juve ha speso 15 milioni di euro (tra prezzo fisso e bonus) sulla base di un pugno di partite in un campionato di livello più basso rispetto a quello italiano. Un altro punto di vista, però, è che queste poche presenze sono bastate a mostrare caratteristiche piuttosto idonee per le idee di Thiago Motta e che comunque i club italiani, per il ruolo che rivestono nella catena alimentare del calcio europeo, devono accettare scommesse del genere per accaparrarsi i migliori talenti: del resto, Alberto Costa interessava anche alle tre grandi del Portogallo, che dal punto di vista dello scouting non hanno niente da invidiare a nessuno.

Ma cosa ha convinto la Juventus a puntare su di lui?

LE DOTI ATLETICHE DI ALBERTO COSTA
Innanzitutto Alberto Costa è un terzino dal fisico ben strutturato, fattore particolarmente apprezzato in Serie A, soprattutto da Thiago Motta: 78 chili distribuiti su un metro e ottantasei, praticamente altezza e peso uguali a quelli di Cabal e qualche centimetro in meno rispetto a Savona, che è alto 192 centimetri, a dimostrazione di come sia chiaro il tipo di terzino destro ricercato dalla Juventus – forse anche per compensare Cambiaso sul lato opposto.

Alberto Costa è slanciato e, da queste prime partite, sembra possedere doti atletiche sopra la media, che dovrebbero consentirgli di adattarsi abbastanza agevolmente alla fase difensiva di Thiago Motta. Già di per sé si tratta di un terzino aggressivo, abituato nel Vitória a difendere in avanti e ad accompagnare il pressing alto ben oltre il centrocampo: l’orientamento sull’uomo della Juve gli consentirà di cercare con frequenza l’anticipo sull’avversario girato di spalle. Il fatto di possedere una falcata ampia e veloce, poi, gli permette di allontanarsi facilmente dalla propria zona e tamponare dove c’è bisogno, in caso gli avversari riescano a far filtrare il pallone oltre i suoi compagni.

Proprio il passo lungo lo rende particolarmente utile nei recuperi profondi. Alberto Costa, infatti, sa fare da equilibratore durante le transizioni difensive, non si fa problemi a correre all’indietro e riesce a rientrare velocemente, anche quando l’avversario sembra godere di un vantaggio considerevole. Insomma, caratteristiche ideali per una squadra come la Juventus che ha l’ambizione di lasciarsi tanto campo alle spalle.

Le doti atletiche, peraltro, sono anche la sua arma principale negli uno contro uno difensivi. Certo, il suo stile è tutt’altro che inappuntabile: non sempre ha una postura perfetta ed è piuttosto istintivo, probabilmente a causa della fiducia nei suoi mezzi. Tuttavia, in Portogallo riusciva a reggere i duelli con le ali ed era difficile da saltare. A inizio mese, contro lo Sporting CP, si è ritrovato ad affrontare un esterno veloce e sgusciante come Quenda, ma non si è mai fatto superare.

Insomma, le qualità per applicare i principi difensivi del suo nuovo allenatore dovrebbero esserci, e sappiamo quanto la fase di non possesso sia centrale nell’idea di calcio di Thiago Motta. Va verificata, però, quale sarà la predisposizione di Alberto Costa verso tutti quei dettagli con cui la Serie A mette alla prova chi arriva da fuori, i terzini soprattutto. I colpi di testa non dovrebbero essere un problema per uno con la sua stazza, ma sappiamo quanto i duelli aerei, soprattutto in area, siano anche una questione d’attitudine. Nel nostro campionato, poi, Alberto Costa probabilmente incontrerà meno ali in grado di puntarlo in dribbling, ma dovrà guardarsi le spalle da esterni che proveranno in continuazione a sbucargli alle spalle, magari per ricevere in profondità o per colpire sul secondo palo. Da questo punto di vista non c’è torneo più probante della Serie A, con tutta la sua pletora di quinti pronti a diventare delle armi offensive.

Una delle poche sbavature di questa stagione è arrivata proprio in questo modo, in Conference League contro il San Gallo, dove si è ritrovato a difendere un cross sul secondo palo ignorando l’uomo alle spalle, che ha potuto anticiparlo e deviare in porta. Gli esterni della Serie A non aspettano altro che punire errori del genere.


COSA AGGIUNGE IN FASE OFFENSIVA
Al netto di ciò che dovrà limare per non soffrire in Italia, comunque, il motivo per cui la Juventus ha acquistato Alberto Costa è evidente, ed è la sua qualità offensiva. I bianconeri hanno un bisogno disperato di un terzino destro che dia un apporto in fase di possesso.

Savona da laterale non può offrire un contributo significativo quando la sua squadra ha la palla, perché non ha quel tipo di vocazione (in passato gli è capitato addirittura di fare il centrale di difesa) e perché, trattandosi di un diciannovenne alla prima stagione in Serie A, non può aver maturato caratteristiche che fino a quest’anno non erano state mai sollecitate.

Proprio per questo motivo non sarebbe sorprendente se Alberto Costa si ritagliasse subito dello spazio. In fase di possesso il portoghese è un terzino piuttosto completo, tecnico ma anche capace di fornire profondità, sia con la palla che senza.

In prima costruzione non è un regista, ma è preciso nei passaggi e, se vede lo spazio, sa prendere controtempo chi lo aggredisce per superarlo verso l’interno.

Anche a possesso consolidato non si limita a muoversi sul binario ma, quando può, cerca di convergere.

Nel calcio contemporaneo i terzini capaci di leggere la struttura avversaria per condurre dentro al campo sono fondamentali. Nella Juventus Cambiaso di solito lo fa per associarsi con i compagni e ordinare il possesso. Alberto Costa, invece, porta palla in diagonale verso l’interno per spaccare la squadra avversaria. È così che è riuscito ad accumulare 1,7 dribbling riusciti ogni 90’ a fronte di soli 1,1 sbagliati. La sua giocata più bella fino ad ora è arrivata proprio in questo modo: una conduzione in casa della Farense partita poco dopo il centrocampo, in cui è rientrato in diagonale saltando un primo uomo, ha sterzato in avanti per superarne un secondo e poi sul limite dell’area ha frenato, ha alzato la testa e con uno scavino di mezzo esterno ha mandato in porta il compagno.

Se entra dentro al campo col pallone, quindi, Alberto Costa non lo fa per palleggiare ma per attaccare in maniera diretta. Non potrebbe essere altrimenti per uno con le sue qualità atletiche, che ovviamente predilige le combinazioni veloci.

Nella sua giocata ideale Alberto Costa converge in conduzione, scarica su un compagno e si fa restituire la palla in movimento per attaccare la difesa.

In generale, si tratta di un terzino che se parte da dietro e riceve in corsa è difficile da fermare: d’altra parte, è proprio questo uno dei principi portanti del gioco di Thiago Motta. I movimenti dalle retrovie sono più difficili da leggere e da assorbire. Nei triangoli di fascia del Bologna dello scorso anno, spesso era il giocatore più arretrato (magari il terzino) a inserirsi per ricevere in profondità. Martedì addirittura Kalulu è partito dalla difesa per bucare l’Atalanta con un inserimento e concludere in area. Alberto Costa potrebbe essere l’interprete perfetto per lanciarsi in corsa nel corridoio intermedio e ricevere in movimento, in modo da sorprendere gli avversari. Nel gioco di Motta leggere gli spazi che si liberano di volta in volta per poi infilarvisi è fondamentale e il portoghese li potrebbe attaccare fornendo una profondità che né Savona né Cabal possono offrire.

In queste prime uscite col Vitória, quando è riuscito a proiettarsi in quelle che vengono definite sovrapposizioni interne, in qualche occasione è arrivato a ricevere in corsa sul vertice dell’area per poi tentare la conclusione di prima, di potenza, un po’ come faceva Maicon con tutte le proporzioni del mondo.


Se riuscirà a entrare subito tra i titolari, la Juventus, la cui produzione offensiva non ha di certo brillato fino ad ora, avrà delle armi in più sulla destra. Su quella fascia, probabilmente, Alberto Costa dovrà relazionarsi col suo connazionale Conceiçao. Al Vitória il suo compagno di catena era il brasiliano Kaio César, un’aletta dribblomane con caratteristiche simili al suo nuovo compagno. Non dovrebbero quindi esserci problemi a trovare l’intesa tra i due.

Come Conceiçao, Kaio César amava ricevere sui piedi per puntare l’uomo. Per farlo, in fase di attacco posizionale spesso il brasiliano aspettava aperto in fascia, con Alberto Costa che si piazzava da trequartista nel mezzo spazio per consentirgli di ricevere in ampiezza e sfidare immediatamente l’avversario.


È capitato anche che, partendo da terzino, Alberto Costa si alzasse in diagonale sulla trequarti proprio per portare con sé un avversario e liberare la linea di passaggio verso Kaio César. Motta vuole che la sua squadra si muova in maniera fluida e per questo cerca di far scambiare posizione ai suoi giocatori. Il fatto che il portoghese sia già abituato a spostarsi dentro al campo dovrebbe avvantaggiarlo. Se Motta riuscisse a riprodurre con Conceiçao la simbiosi che Alberto Costa aveva sviluppato con Kaio César, allora Chico potrebbe trarre grandi vantaggi, perché riceverebbe in condizioni ottimali per il dribbling. In più, col supporto di un terzino in grado di dare profondità, gli avversari dovrebbero preoccuparsi sia dei dribbling di Conceiçao che della spinta di Alberto Costa.

Il materiale su cui lavorare è ottimo e quando la Juve ha scelto Giuntoli probabilmente si aspettava acquisti di questo tipo. Viste le necessità dei bianconeri, l’impatto del nuovo terzino potrebbe essere immediato. Non va dimenticato, però, che fino allo scorso anno giocava tra i dilettanti e deve ancora affrontare i primi momenti difficili della carriera. In definitiva, nonostante abbia mostrato doti innegabili, Alberto Costa rimane un giocatore tutto da scoprire.

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