UFC 307 non ha regalato particolari sorprese nel suo attesissimo main event ma ha offerto un match spettacolare e ricco di momenti topici. È stato un incontro ricco dal punto di vista emotivo, a cominciare dall’entrata nell’arena di Khalil Rountree jr, numero 8 della categoria, con la colonna sonora de Il buono, il brutto e il cattivo. Il campione Alex Pereira, invece, è entrato con una più energica Itsàri dei Sepultura, infuocando l’arena e preparandola al sacrificio umano che sarebbe andato in scena di lì a poco. Ci ha provato, Khalil Rountree jr, a sottrarsi al sacrificio, appunto, ed è anche andato vicino a invertire le parti, ma alla fine ha dovuto accettare il ruolo ingrato di vittima.
Il Delta Center di Salt Lake City è stato teatro di un match cruento, che è andato più o meno come tutti si aspettavano: con Rountree jr, sfidante con un po’ di fortuna ma con molto cuore, che ha dato davvero tutto prima di dover soccombere alla maggiore qualità in fase di stand-up del brasiliano pataxó (uno dei gruppi etnici indigeni del Brasile). Pereira, dopo aver perso per l’ultima volta nei medi nell’aprile 2023 contro Adesanya, ha conquistato il titolo di contender numero uno per il titolo dei pesi massimi leggeri contro Jan Blachowicz, vinto poi contro Jiri Prochazka e difeso già tre volte prima di UFC 307, tutto più o meno in un anno.
Rountree jr. aveva detto di essere tranquillo, di volersi giocare la propria chance e dare voce a coloro che si sentivano soli, nella vita. Difficile non voler bene a un fighter e essere umano che fa passare messaggi di amore universali; ma è difficile, allo stesso modo, non apprezzare quella che è la macchina di comunicazione/non-comunicazione che è Alex Pereira: un combattente spettacolare, potente, che non si serve del trash talking per attirare attenzioni e che pur parlando un inglese decente sceglie di esprimersi ai microfoni della UFC nella sua lingua madre.
Nonostante non fosse in cima alla lista dei candidati per una sfida a Pereira (chi ha detto Ankalaev?), Rountree jr. aveva uno stile aggressivo e pericoloso ed era reduce da una serie di vittorie consecutive, di cui quattro per TKO. La UFC ne ha approfittato e ha sfruttato la volontà del campione di combattere spesso.
Nel corso del primo round Pereira ha provato a limitare la mobilità di Rountree, inseguendolo e cercando di costringerlo spalle a parete, ma lo statunitense, forte della sua freschezza, si è mosso molto bene, ha evitato colpi pericolosi ed è sembrato capace di mettere in difficoltà il campione grazie ai suoi blitz verticali rapidi e decisi, e a quella guardia mancina che gli consentiva di trovare l’apertura in linea obliqua dentro la guardia aperta dell'avversario.
Secondo i giudici, se l’incontro fosse finito dopo tre round, avrebbe vinto Rountree jr.
Mentre Pereira cercava di imporre la propria distanza ideale, Rountree ha continuato a muoversi, cercando di dare meno punti di riferimento possibili, colpendo con jab e diretti, raddoppiando in certi casi anche un diretto molto pericoloso. Pereira ha accettato di incassare pur di far calare l’intensità e l’esplosività dell'avversario. C’è da dire che il brasiliano in gabbia ha una presenza mastodontica, lo si percepisce anche attraverso le telecamere. Anche solo stargli davanti risucchia ai suoi avversari delle energie mentali importanti per non far mai calare l’attenzione. Questo, unito alla mancanza di esperienza nei combattimenti titolati, ha fatto sì che nel giro di tre round le energie di Rountree jr. si fossero prosciugate.
Nel mezzo però, Rountree ha avuto anche grandi momenti, come quello nel secondo round, quando su un calcio a vuoto del campione, ha provato a piazzare un overhand, raggiungendo Pereira solo con l’avambraccio, ma mettendolo comunque per un attimo in ginocchio. La parte sinistra del volto di Pereira è risultata tumefatta alla fine e lo stesso brasiliano ha dichiarato che il match era stato molto duro. Nei primi due round, mentre Pereira cercava sempre di gestire l’incontro con rilassatezza, Rountree jr. ha accelerato, rientrando nella sua guardia e punendolo con degli uno-due pesanti e anche con un headkick che poteva spegnere le luci al campione, tibia su tempia. Il brasiliano, però, non è sembrato accusare minimamente il colpo.
Il terzo round è stato il canto del cigno per Rountree jr. Abbastanza affaticato dai (pochi) calf kick che aveva assorbito e dal continuo incedere verticale del campione, ha provato ad incassare a guardia alta le prime combinazioni di Pereira, per poi restituire il colpo singolo duro, ad incrociare, o alle volte toccando col jab seguito dal diretto pesante. Ha tentato anche di assestare dei leg kick, senza avere troppo successo. Pereira ne ha approfittato, ha dettato il proprio range e - alle volte per una questione di centimetri - ha iniziato ad entrare e uscire nel range di Rountree jr, a braccia basse e con un buon movimento di bacino e testa.
Rountree jr. è rimasto in piedi per un tempo maggiore rispetto a quello che poteva chiedere al suo corpo, incassando colpi importanti a cominciare dal termine del terzo round, dagli ultimi secondi, per poi continuare a soffrire nel quarto round per quasi tutta la sua interezza. Iniziato un lavoro incessante col jab, Pereira ha devastato naso e occhio destro di Rountree jr. Pereira ha iniziato ad inseguire e pressare il suo avversario, colpendolo in maniera dura e feroce, ma molto concentrata e senza scomporsi, non concedendo nulla allo sfidante. Incassato tutto ciò che si poteva incassare, con poco meno di un minuto alla fine del quarto round, Rountree jr. si è accasciato dopo una combinazione da quattro colpi e l’arbitro Marc Goddard ha interrotto l’incontro.
Pereira si è complimentato con Rountree e ha detto di voler rimanere nei massimi-leggeri, dove si trova bene anche col taglio del peso. Ha escluso il ritorno nei medi poiché, ha detto, ora Strickland è un suo compagno di allenamento e non vuole rovinargli i piani di tornare ad essere campione. Joe Rogan ha avuto un momento anche per Rountree, che ha ringraziato tutti, mentre il sangue non cessava di colargli dal naso. Dopo essersi ripulito, ha sorriso e ringraziato tutti per l’opportunità. La UFC gli ha offerto una grande chance e Rountree ne è consapevole, lui ha fatto quanto meno assaggiare la propria potenza al campione e si è guadagnato il suo rispetto. Adesso può ambire ad altri match nella top 10.
Per quanto riguarda Pereira invece, data la sua voglia di rimanere nella categoria, UFC permettendo, difficilmente si potrà evitare il match con Ankalaev (certo, se il russo avesse combattuto un po’ di più nell’ultimo periodo, la sua voce si sarebbe potuta fare più forte).
Il russo chiede la chance titolata dal suo pareggio con Jan Blachowicz (per il titolo vacante) a UFC 282, nel dicembre 2022. Da allora, un No Contest con Johnny Walker ed una vittoria per KO nel loro rematch. Tra una ventina di giorni, a UFC 308, affronterà Aleksandar Rakic. E qualora dovesse vincere, la collisione tra lui e Pereira sarebbe inevitabile.
Certo, il sogno sarebbe vederlo contro Jon Jones nei massimi… ma insomma, i sogni svaniscono al mattino.