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Amanda Nunes non è un'attrazione minore
31 dic 2018
La lottatrice brasiliana ha sconfitto Cris Cyborg, costringendo l'UFC a celebrarla.
(articolo)
5 min
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Ci sono così tante contraddizioni dietro alla vittoria di Amanda Nunes su Cris Cyborg, che forse è meglio mettere prima in chiaro alcune cose:

  • Amanda Nunes è la prima donna ad essere diventata campionessa UFC di due categorie di peso diverse (Bantamweight e Featherweight) contemporaneamente (anche tra gli uomini ci sono riusciti in pochissimi, solo Conor McGregor e Daniel Cormier).

  • Amanda Nunes ha sconfitto sia Ronda Rousey che Cris Cyborg, le due più importanti icone delle MMA femminili moderne.

  • Amanda Nunes è l’unico campione UFC, maschio o femmina, apertamente gay.

A queste cose, le più importanti, va aggiunto che all’UFC non è mai fregato molto di promuovere Amanda Nunes. Quando ha combattuto con Ronda Rousey era già campionessa, eppure lo slogan dell’evento, “She’s back”, metteva al centro della scena solo Ronda, sparita per un anno dopo la sua prima sconfitta con Holly Holm. Amanda Nunes si è sbarazzata di Ronda Rousey in pochi secondi, trasformando quella che era considerata la più grande Fighter donna di sempre, con una carriera già avviata nel cinema, in un manichino di quelli usati per testare gli incidenti. Ovviamente, molti tifosi l'hanno odiata per questo, anziché interessarsi a lei.

Neanche l’incontro di sabato con Cris Cyborg doveva essere il suo momento. Cyborg non perdeva dal 2005 (il suo primo incontro da professionista) e sembrava semplicemente imbattibile. Amanda Nunes l’ha mandata al tappeto, più volte, in neanche un minuto.

Un evento storico per le MMA femminili, che fa di Amanda Nunes un nuovo simbolo.

Foto di Sean M. Haffey / Getty Images.

Il primo incontro tra due donne in UFC è stato quello tra Ronda Rousey e Liz Carmouche, del novembre 2012. Prima di Ronda, Dana White (presidente dell'UFC dal 2001) andava in giro a dire che le donne non avrebbero mai combattuto in UFC, ma Ronda gli ha fatto vedere le donne negli sport da combattimento “in modo diverso”.

L’UFC aveva acquistato nel 2011 la promotion rivale Strikerforce, chiudendola poco dopo e recuperandone i fighter, comprese le donne, compresa Ronda. Ma esclusa Cristiane Justino, detta Cris Cyborg, rimasta fuori perché la UFC non ha creato la categoria di peso Featherweight in cui combatteva.

Ronda aveva il potenziale per diventare un’icona globale e portare il nome dell’UFC fuori dalla solita cerchia di appassionati (e così è stato, grazie anche a piccoli ruoli al cinema, tipo quello in Expendables3). Era una judoka olimpica, imbattuta nelle MMA, con un’intensità pazzesca, ma fuori dall’ottagono era una ragazza bionda con un sorriso infantile che la faceva sembrare, se non totalmente innocente, quantomeno innocua (presunzione sbagliata). Il New Yorker le dedicato un profilo e Sports Illustrated l'ha messa in copertina dell'edizione swimsuit; la sua presenza calda e brillante era gradita nei programmi di Jimmy Fallon e Ellen Degeneres.

Cris Cyborg, invece, era spaventosa.

Aveva sconfitto il primo volto riconoscibile delle MMA femminili, Gina Carano. Era così potente fisicamente che preferiva allenarsi con gli uomini perché aveva paura di fare troppo male alle donne. Con una massa muscolare lontana da qualsiasi standard di bellezza femminile, ottenuta con degli aiuti che nel 2011 le sono costati una squalifica per doping.

Per sminuirne ulteriormente il successo, molti fan la consideravano come un uomo che combatteva con delle donne (in maniera non troppo diversa da quanto nell’atletica è successo con Castor Semenya), anche se Cyborg era sposata e aveva persino ricevuto un'offerta per posare su Playboy.

E però, mentre dalla porta aperta da Ronda Rousey entravano in UFC altre fighter capaci di interessare un pubblico prettamente maschile (Joanna Jedrzejczyk, Rose Namajunas, Valentina Shevchenko, Holly Holm), Cris Cyborg continuava a vincere (in una promotion rivale, Invicta) anche dopo la squalifica per doping. Poi, quasi in contemporanea, Ronda è uscita di scena, dandosi al pro wrestling della WWE, e Cyborg è entrata in UFC.

Dana White ha addirittura creato la categoria di peso Featherweight, praticamente solo per Cyborg, decidendosi a investire sull’ultima icona femminile rimasta. Meglio l’illusione dell’imbattibilità, per quanto lontana dai canoni estetici che Ronda rispettava, piuttosto che la normalità di una donna che magari può anche finire al tappeto, no? Piuttosto che promuovere a dovere tutte le migliori atlete.

E invece Amanda Nunes ha mandato Cris Cyborg KO dopo 51 secondi. Con una potenza incredibile ma anche con intelligenza e strategia (con colpi dritti che entravano nei ganci di Cyborg), e con un ritmo superiore, anche se nei primissimi scambi sembrava che Cyborg stesse avendo la meglio. Amanda Nunes ha assaggiato uno dei famosi ganci di Cyborg e non si è né piegata né spezzata, ha aspettato il momento buono e allo scambio successivo le ha piegato le gambe con una bella combinazione gancio destro e sinistro. Poco dopo l'ha fatta inginocchiare un'altra volta, con il destro, e la terza volta è stata quella decisiva. Amanda Nunes è la prima donna in assoluto a mandare Cyborg KO.

Cyborg a fine incontro ha ricordato che, lei, non aveva mai detto di essere imbattibile. Ma niente come un avversario più forte, che entra tra una tua sbracciata e l'altra centrandoti al volto come se la tua testa fosse enorme e immobile mentre te fatichi anche solo a vedere la sua, può renderti umana, finalmente, sotto gli occhi di tutti. Anche Cyborg in fondo era umana.

Come farà, adesso, l’UFC a pubblicizzare Amanda Nunes? Il suo “personaggio” non è facile da astrarre. Non è spaventosa come Cyborg, ma non è neanche attraente come Ronda. Oltretutto, è gay. Non è particolarmente simpatica, ma non è neanche cattiva o arrogante come Conor McGregor. È una ragazza normale, che suonava la batteria in un gruppo musicale, che giocava a calcio in Brasile. Che esulta goffamente dopo aver vinto e che non si prepara i discorsi, che dimentica di ringraziare le avversarie, che se la prende se il pubblico la fischia.

L’UFC non è certo famosa per trattare i propri atleti in maniera equa, nelle paghe, nel match-making e nella promozione. Ad esempio ha appena annunciato un prossimo incontro di Kamaru Usman - un fighter creativo e divertente - per il titolo dei Welter, senza ancora l’accordo del campione in carica, Tyron Woodley, che ha difeso la cintura giusto lo scorso settembre e che al momento è infortunato (e Tyron Woodley non piace all’UFC) né quello del detentore della cintura ad interim, Colby Covington.

Con Amanda Nunes, non avranno scelta, ormai è nella storia delle MMA. In uno sport che per sua natura piace a un pubblico conservatore se non peggio, in cui le donne sono ancora viste da molti come un’attrazione minore, Amanda Nunes è una novità e può diventare un personaggio importante anche sul piano simbolico.

Basterebbe raccontarla per come è.

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