INTRODUZIONE
L’aveva promesso, Luis Suarez: “Non fatevi illusioni, contro di voi io ci sarò”. L’aveva detto al telefono al proprio compagno di club, Glen Johnson. Il 22 Maggio Suarez si era rotto il menisco del ginocchio sinistro in allenamento e poche ore dopo era già sotto ai ferri. Ventisette giorni dopo e senza aver giocato un solo minuto contro la Costa Rica all’esordio, il Cannibale – o se preferite il Pistolero, El Conejo, più semplicemente l’uomo più odiato del Regno Unito – ha mantenuto la sua promessa: contro l’Inghiterra lui c’era e dal primo minuto.
PRIMO TEMPO
Hodgson conferma in blocco l’Undici che aveva perso di misura contro l’Italia nella giungla tropicale di Manaus. E’ una sola, la variante tattica nel 4-2-3-1: quella che prevede Rooney riportato al centro con Sterling dirottato sulla fascia destra e Welbeck su quella sinistra. Cambia molto di più Tabarez, costretto anche dalle assenze di Maxi Pereira (squalificato) e Lugano (infortunato): il tecnico abbandona il 4-4-2 per sposare il 4-3-1-2. Caceres passa a destra con Alvaro Pereira ad agire sulla fascia sinistra, completa la difesa El Flaco Godin ed il giovane Giménez. In avanti Lodeiro parte dal primo minuto per supportare l’azione di Cavani e Suarez, che prende il posto di un evanescente Forlan. Si potrebbe supporre che il passaggio ad un centrocampo a tre nasconda l’intenzione di controllare la partita, come hanno fatto i nostri Azzurri contro gli inglesi. Il dubbio viene sciolto dopo un secondo di gioco – ma sarebbe bastato pensare che i piedi di Gonzalez, Rios e Rodriguez non sono esattamente quelli di Verratti, De Rossi e Pirlo – quando i tre uruguaiani si interessano alle caviglie dei tre trequartisti avversari, più che all’impostazione del gioco. In particolare, Rooney e Rios formeranno una coppia fissa per tutta la partita: gli inglesi difendono con un 4-4-1-1 e il regista del Manchester United finisce per marcare l’avversario a sua volta. Gli inglesi riescono ad avere il controllo del gioco attraverso il possesso palla – a fine partita la relativa statistica sarà nettamente a loro favore – e i terzini Baines e Johnson hanno molto spazio per le loro discese. L’Uruguay preferisce aspettare gli avversari tenendo la propria linea difensiva molto bassa. Una mossa necessaria contro la Costa Rica a causa della lentezza del duo difensivo Godin-Lugano, attuata anche ora che in campo c’è un difensore rapido come Giménez. Evidentemente Tabarez vuole ridurre il campo alle spalle dei suoi difensori per evitare i tagli in mezzo ai due centrali dell’uomo più pericoloso di Hodgson, Daniel Sturridge. L’attaccante del Liverpool si sposta sull’esterno per cercare di ricevere palloni giocabili e creare spazi centralmente per l’inserimento dei suoi compagni, nessuno dei quali riesce a liberarsi del diretto avversario e ad indovinare il movimento vincente.
L'Uruguay attende e prova a colpire in contropiede, anche quando gli inglesi prendono fiato, intorno al quindicesimo del primo tempo. Gli uruguaiani sono costretti a far gioco, ma preferiscono cercare il più in fretta possibile la verticalizzazione verso i loro giocatori più forti lì davanti. Suarez mostra la parte cattiva del suo repertorio: sbuffa, finisce spesso in fuorigioco, polemizza con la terna, ma non crea pericoli. L’unica occasione arriva tra i piedi di Rodriguez, che sfiora la traversa con una fucilata di sinistro dopo un rinvio sbilenco di Jagielka.
L’Inghilterra al ventesimo prova a riprendere il comando delle operazioni, quando arriva la prima mossa del Maestro Oscar Tabarez. Facciamo un passo indietro: fino a quel momento, Lodeiro scendeva basso per aiutare i tre di centrocampo e si occupava della marcatura di uno dei trequartisti avversari nella situazione in cui uno dei due interni, Gonzalez o Rodriguez, era costretto a scivolare sull’esterno. Cavani provava ad infastidire da solo l’impostazione dei due mediani; Suarez era praticamente libero da compiti difensivi, probabilmente per preservarne la freschezza atletica. Il meccanismo sembrava non funzionare, soprattutto dal lato di Glen Johnson che veniva regolarmente servito dall’ottimo piede di Steven Gerrard. Tabarez legge la partita alla perfezione ed opera un piccolo, fondamentale cambio. Chiede a Lodeiro di restare alto e occuparsi, con Cavani, della marcatura a uomo di Gerrard e Henderson. Di colpo la circolazione di palla inglese si inceppa, la responsabilità dell’impostazione passa dai mediani ai difensori centrali, i quali sono costretti a chiamare più vicini i due terzini, spezzando così l’Inghilterra in due tronconi. Gli inglesi si rendono pericolosi da quel momento solo su un calcio di punizione, una sorta di corner corto sul quale Rooney batte sul tempo Caceres e si arrampica in aria verso un pallone calciato fortissimo da Gerrard a scavalcare Muslera. L’incrocio dei pali rimanda l’appuntamento col suo primo gol ad un Mondiale. Al trentottesimo Suarez entra in partita a modo suo: è lui che da inizio all’azione, toccando un pallone nella propria metà campo per Lodeiro e costringendo Jagielka ad un doppio inseguimento, prima verso la porta dell’Uruguay e poi all’indietro verso la propria. Nel frattempo Lodeiro vince un contrasto con Gerrard e serve Cavani sulla sinistra. Il Matador è bravo ad aspettare l’arrivo di Suarez e a servirlo attraverso la piccola luce che Johnson e Gerrard gli lasciano aperta. Suarez scappa alle spalle di Jagielka, che ne perde il contatto, forse in debito di ossigeno. Il colpo di testa del Cannibale è da manuale del calcio: rimanda il pallone sul lato dal quale era arrivato il cross, qualsiasi portiere non potrebbe avere la forza nelle gambe per spostare il peso del corpo di nuovo in quella direzione. Non ce l’ha avuta neanche Hart, che stava andando a chiudere il primo palo.
Johnson non copre Cavani, che serve Suarez un attimo prima che questi finisca in fuorigioco.
SECONDO TEMPO
Gli uruguaiani iniziano la ripresa con ancora più mordente (o “garra” come la chiamano loro) e aggrediscono gli avversari contrastandoli in maniera dura. Gli inglesi fanno ancora più fatica ad inizio azione e gli uomini di Tabarez creano due occasioni sprecate da Suarez e Cavani, riconquistando palla molto più in alto che nel primo tempo. Suarez rischia anche di raddoppiare da calcio d’angolo e vorrei soffermarmi sullo schema difensivo inglese adottato sui corner: Baines sembra marcare il primo palo ma, nel momento in cui l’avversario sta per calciare il pallone, scappa sul secondo palo passando dentro la porta. Non esito a definirlo lo schema più stupido che abbia mai visto, l’Inghilterra ha rischiato di prendere gol sul palo sguarnito una volta per tempo.
I numerosi tackles affondati dagli uruguaiani e la ricerca costante della verticalizzazione una volta riconquistata palla.
Gli inglesi si scuotono solo al cinquantaseiesimo, quando Baines riesce a mettere un pallone in mezzo che viene sporcato più volte prima di arrivare a Rooney, lasciato per la prima volta solo da Rios. Dal dischetto Rooney scarica addosso a Muslera e spreca un’altra occasione.
Hodgson decide di cambiare al sessantacinquesimo e Barkley prende il posto di Sterling. Ci si aspetta che Rooney venga dirottato di nuovo in fascia, come contro l’Italia dove aveva toccato molti più palloni rispetto alla partita di oggi. Invece è Sturridge che viene dirottato sulla destra, con Wazza che va addirittura a fare la punta. Tabarez intuisce il pericolo e reagisce immediatamente: cambia Lodeiro con Stuani e si sistema di nuovo con un 4-4-2 per proteggere meglio le fasce. La mossa non tranquillizza l’Uruguay, soprattutto non tranquillizza Pereira e Godin che sembrano essere molto preoccupati da Sturridge. Sul gol del pareggio inglese, l’attaccante del Liverpool trascina Pereira altissimo e riesce a servire l’inserimento di Johnson. Godin prova ad uscire precipitosamente sul terzino inglese, Johnson va a contrasto e riesce a mettere un rasoterra sul secondo palo che Rooney spinge dentro, completamente perso da Caceres.
Rooney parte da lontanissimo, lasciando che Caceres perda le sue tracce.
Sturridge è una spina nel fianco dell’Uruguay, impensierisce Muslera stavolta di destro dopo aver tagliato alle spalle di Godin. Il Maestro, inquadrato dalla tv con un’espressione piuttosto contrariata, mette dentro anche Fucile per controllare l’inglese e alza Pereira a centrocampo. Quando le quotazioni dell’Inghilterra sembrano ai massimi, ecco che Suarez rientra nella partita a modo suo. Su una rimessa dal fondo di Muslera, Gerrard e Jagielka vanno entrambi a saltare con Cavani. Il capitano inglese sfiora la palla, sulla quale si avventa Suarez che si era mosso prima e aveva preso dei metri a Cahill. L’uruguaiano scarica un destro potentissimo alle spalle di Hart per il 2-1. Risultato che diventerà definitivo cinque minuti dopo, giusto il tempo per due sostituzioni ininfluenti ma che fanno capire come i due allenatori si siano marcati a vista: dentro il centravanti Lambert per gli inglesi e il mastodontico difensore Coates per gli uruguaiani.
Il pallone è ancora in area e Suarez scommette sull’errore.
CONCLUSIONI
Diciamocela tutta: quella di Oscar Tabarez è stata la mossa della disperazione, nessuno poteva sapere in che condizioni si sarebbe presentato Suarez al Mondiale dopo quel tipo di infortunio. Forse non lo immaginava neanche lo stesso Luisito, che prima ancora del novantesimo scoppia in un pianto liberatorio tra le braccia del rude ex-bolognese Perez. L’Inghilterra ha un piede sull’aereo che li riporterà in patria, ad Hodgson va imputato questo fallimento per essersi giocato le sue carte in maniera troppo conservativa, nonostante il coraggio dimostrato nelle convocazioni. Le sue dichiarazioni pre-partita hanno dato ulteriori stimoli a Suarez, se ce ne fosse stato bisogno, il quale ha colto l’occasione ieri sera per farsi altri amici oltremanica. Stasera tocca a noi e il nostro passaggio sarà in bilico anche in caso di vittoria. Suarez ha trasformato l’Uruguay, ora dobbiamo giocarcela anche con loro.