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Anna Danesi, il cervello e il corpo
06 mar 2025
Una chiacchierata con la campionessa olimpica.
(articolo)
2 min
(copertina)
Foto IMAGO / AFLOSPORT
(copertina) Foto IMAGO / AFLOSPORT
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Anna Danesi è una ragazza speciale: è puntuale, solerte, di parola. Ha sempre un pensiero affettuoso per i suoi genitori. Un amore, Davide Spinelli, che è il fisioterapista della squadra dove lei gioca e nonostante passino intere giornate di lavoro assieme hanno ancora voglia di portare a spasso il cane e chiacchierare quando rientrano a casa la sera. E chiunque abbia lavorato con la fidanzata o il fidanzato capisce quanto sia raro un rapporto in grado di funzionare in situazioni del genere. Bisogna essere davvero bravi.

Quando l'ho incontrata la prima volta mi sembrava emettesse uno spiazzante luccichio. Ero con la mia bimba al PalaLido di Milano e mentre mi parlava, firmava praticamente ogni maglietta, sciarpa o pezzo di carta che mia figlia o altre bimbe lì intorno le porgevano, riuscendo a riservare una piccola attenzione praticamente a tutti quanti.

Seguendo i suoi ultimi mesi di partite, io che con gli anni ho accentuato oltremisura la mia calciofilia, mi sono appassionato al volley femminile e ora ogni due settimane io e mia figlia siamo a Milano o a Monza a seguire il Vero Volley.Da quando mia figlia segue Anna Danesi si impegna tre volte di più negli allenamenti per provare a imitarla. Vincere un'Olimpiade è un conto, ma credo che anche questo è fare il bene del proprio sport.

Per questa intervista le ho fatto un po' di domande sulla stagione della sua squadra, che sogna di strappare la vittoria del campionato alle imbattibili “Pantere” di Conegliano.

La tua vita è cambiata dopo l'Olimpiade?

Nei primi due o tre giorni dopo la vittoria è stato incredibile. In aeroporto mi riconoscevano tutti e la sensazione era davvero insolita, visto che sono abituata a passeggiare tranquilla senza nessuno che si accorga di me. Al massimo mi notano perché sono alta un metro e novantasei. Nei mesi successivi io e le mie compagne abbiamo fatto qualche ospitata tv, siamo state invitate spesso a parlare a delle premiazioni, ma niente di sensazionale. Siamo state a Ballando con le stelle ma abbiamo fatto fatica a convincere Alessia Orro a ballare, io non avrei mai potuto, sono una frana. In generale dopo Parigi la mia vita è rimasta la stessa, soprattutto fuori dal mondo della pallavolo, perché durante le partite c'è ancora molta gente che viene al palazzetto per vedere me, Myriam, Paola e Alessia perché abbiamo vinto l'oro. Di sicuro quando ho delle giornate negative, dopo una sconfitta o un allenamento che va meno bene di quanto vorrei, mi ricordo di essere una campionessa olimpica e la cosa mi tira parecchio su di morale. Aver vinto l'oro mi ha resa più consapevole e sicura.

Tra Monza e Milano hai sempre detto di aver trovato la tua dimensione, ma nelle scorse settimane si è parlato a lungo di un tuo possibile passaggio in Turchia. Cosa ti attira di più di un'esperienza all'estero?

Mi piace l'idea di scoprire una cultura diversa e sono una gran golosa, il cibo turco mi intriga. Inoltre, tutti quelli che sono stati a Istanbul, anche a giocare, me l'hanno descritta come una città fantastica e piena di fascino. Mi piace anche l'idea di dover parlare sempre in inglese, di uscire dalla mia comfort zone e di dovermi adattare a qualcosa di totalmente nuovo. Per cui credo che prima o poi potrei trasferirmi all'estero. Sto bene a Milano, ma un'esperienza in un altro campionato mi manca, ho voglia di provare. Nelle scorse settimane c'è stato un interessamento da parte del VakıfBank, che affronteremo in Champions League, ma non ho approfondito nulla, nonostante tutto volevo restare ancora al VeroVolley e così non ho avuto alcun contatto con nessuno.

Per quest'anno puoi sceglierne solo una: campionato e Champions League con il Vero Volley o il Mondiale con la nazionale?

Questa è facile, perché per il campionato e la Champions con il club abbiamo occasione di riprovarci ogni anno mentre il Mondiale lo inseguiamo da troppo tempo e ci è sempre sfuggito. Mi piacerebbe non dover scegliere, ma le vittorie con la nazionale hanno un sapore più speciale di qualsiasi altra.

Conegliano si può battere o è ancora troppo avanti rispetto alle avversarie?

Vista come è andata in finale di Coppa Italia a Bologna si può dire solo che in questo momento sono ancora davanti, ma meno di quanto pensassi. Credevo peggio. Mi è piaciuto come abbiamo giocato in quell'occasione e come abbiamo interpretato la partita soprattutto nel primo set, quando siamo andate a un passo dal vincerlo. Il secondo e terzo, invece, ci siamo un po' spente, forse in alcuni frangenti demoralizzandoci, e con loro è difficile se non sei al cento percento. Nell'ultimo scontro diretto in campionato, il 12 febbraio, infatti è andata meno bene. È una squadra piena di giocatrici forti inserite in un sistema fortissimo. Asia Wołosz, la palleggiatrice ,gioca a velocità incredibili, la Haak passa sopra il mio muro facile e in ricezione le prendono tutte.

E all'estero qual è la squadra più forte in questo momento?

Senza dubbio il Fenerbahçe di Melissa Vargas, anche se secondo me non è una squadra migliore di Conegliano. Spero avremo occasione di sfidarle in Champions League per farmi meglio un'idea.

La prima parte di stagione del Vero Volley è stata molto complicata, mentre ora le cose hanno preso a girare meglio, cosa è cambiato?

Diciamo che ci stiamo allenando meglio, ma potremmo e dovremmo fare ancora di più se vogliamo raggiungere i livelli di Conegliano. Abbiamo ancora troppi passaggi a vuoto sia durante la settimana che in partita. Paola, dopo un inizio di stagione in cui è stata spesso infortunata, ha cominciato a giocare con continuità da un po' di mesi e con lei in piena forma abbiamo avuto sicuramente un miglioramento importante e aver raggiunto il secondo posto finale è importantissimo.

Cosa credi che manchi ancora per vincere un trofeo?

Ancora una volta, credo che l'unico modo sia spingere di più in allenamento. Quando ho giocato a Conegliano ho visto che livelli vengono raggiunti da quelle parti e se non riesci a fare come loro per forza di cose rimani indietro. Dobbiamo imparare a tenere sotto pressione tutta la partita le nostre avversarie non solo un set abbiamo fatto in finale di Coppa Italia. Finora non siamo ancora riuscite a mantenere un livello di concentrazione costante, ma sono sicura che con il lavoro riusciremo a salire ancora di livello. Ho molta fiducia e le ultime prestazioni me lo hanno confermato.

Dimmi il tuo sestetto ideale con cui andresti a vincere tutto...

Non voglio scontentare nessuna e rinunciare a tante grandi giocatrici è difficile. Poi non voglio includere le mie compagne al Vero Volley, altrimenti riprodurrei la mia squadra al cento percento. Il mio dream team sarebbe questo: Wołosz come palleggiatrice, la serba Tijana Bošković come opposto, poi Sara Fahr centrale, Gabi in banda, Moki De Gennaro libero e infine Arina Fedorovceva, una schiacciatrice russa del Fenerbahçe che mi piace molto. Per l'altro ruolo di centrale schiererei Anna Danesi, ci sarebbe da divertirsi.

In campionato, Conegliano esclusa, l'avversaria più complicata è stata Scandicci. Punti di forza e debolezze:

Sicuramente uno dei loro punti di forza principali sono le schiacciate di Antropova, è davvero fortissima, ma anche Maja Ognjenović, la palleggiatrice, è una fuoriclasse. Nelle tre sfide giocate sinora siamo due a uno per noi. L'ultima vittoria in campionato a Monza è stata fondamentale per il sorpasso in classifica, ma come sempre contro di loro abbiamo dovuto sudare. Diciamo che se attaccano come sanno sono molto forti e anche a muro sono difficili da affrontare mentre in ricezione fanno più fatica, poiché hanno avuto un po' di problemi con il sestetto perché hanno quattro schiacciatrici straniere in rosa.

Contro Novara, la tua ex squadra, avete subito l'ultima sconfitta in campionato prima dello 0-3 del 12 contro Conegliano. Potrebbe essere un avversaria importante per l'accesso alla finale?

Ormai non ci saranno più occasioni di incontrarci fino all'eventuale finale e in quel caso è quasi certo che incontreremo Conegliano vista la loro imbattibilità in campionato. Per quest'anno credo di poter dire che Novara ce la siamo messa alle spalle, ma vincendo all'ultima giornata contro Scandicci ci hanno fatto un grandissimo favore. Il secondo posto ci ha permesso di avere a nostro favore il fattore campo e sarà un vantaggio importante se raggiungeremo la semifinale contro Antropova e compagne.

Ci sono altre squadre che potrebbero impensierirvi nella corsa alla finale?

Nei quarti incontreremo Vallefoglia, una squadra che sta giocando molto bene e che nell'ultimo scontro del 23 febbraio siamo riuscite a battere solo 3-2, faticando moltissimo. Sono davvero toste e in grande crescita. Gaia Giovannini, che è stata una delle sorprese della nostra Olimpiade, è un'avversaria pericolosa. Ma anche Busto e Bergamo sarebbero state molto insidiose.

Quali sono le giovani giocatrici italiane più interessanti in vista del Mondiale e poi della corsa all'Olimpiade di Los Angeles?

Io, Myriam, Paola e Alessia siamo ancora nel fiore degli anni. Detto questo la prima che mi viene in mente è ancora Kate Antropova. Lei senza dubbio ha ancora grandi margini di miglioramento e farà benissimo. Un nome interessante in chiave futura è quello di Chidera Eze, palleggiatrice di Talmassons del 2003 che si dice passerà a Conegliano. Poi direi il centrale Benedetta Sartori e la schiacciatrice Rebecca Piva, entrambe di Busto Arsizio, Martina Bracchi, schiacciatrice di Pinerolo ed Eleonora Fersino di Novara come libero. Tutte ragazze che hanno già fatto degli stage in Nazionale con noi prima dell'Olimpiade. Velasco le ha già messe sotto la lente d'ingrandimento.

Chi sarà la nuova Anna Danesi?

Me l'ero dimenticata nella mia lista di nuove leve, ma non ho dubbi a proposito di Linda Nwakalor di Scandicci, è un centrale davvero fortissimo.

Meglio un punto a muro o una schiacciata?

Rispondo sempre muro, è troppo facile con me. Poi dipende dal momento della partita, ma adoro murare. Mi piace perché dietro c'è una grande preparazione psicologica e con il gioco veloce di adesso è sempre più difficile capire in anticipo le scelte delle avversarie, ma amo l'idea che il mio cervello sia un passo avanti rispetto al corpo.

Come ti vedi nel 2028 alle Olimpiadi di Los Angeles?

Spero in formissima. Mi ci vedo bene e spero che ci sarò. Magari avrò bisogno di fare qualche pausa qua e là nei prossimi anni, ma voglio andare a Los Angeles con tutto il gruppo di adesso. Se vogliamo potremmo farcela di nuovo. Io ci credo.

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