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Fabio Barcellona

È il trionfo di Gasperini

La sua Atalanta ha annichilito l'invincibile Bayer Leverkusen.

Lo sport è fondamentalmente una storia di sconfitte. Vale per tutti gli sport: i vincitori sono solo una piccola, piccolissima, frazione dei partecipanti. La stragrande maggioranza delle persone che praticano sport non vinceranno mai, nella loro carriera, un campionato o un torneo. È inevitabile, il rapporto tra trofei messi in palio e concorrenti non sarà mai equilibrato. Uno dei sensi dello sport è quindi trovare la vittoria in forme diverse. In questo senso, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, che fino a ieri non aveva mai raccolto nessun trofeo, già prima della vittoria contro il Bayer Leverkusen poteva dire di aver raggiunto la sua vittoria. Per i risultati ottenuti rispetto al potenziale delle squadre messe in campo in queste stagioni, certo, ma anche per la visione tattica dell’allenatore e quella strategica della società che ha portato a questi risultati. E questo senza contare l’influenza che il calcio di Gasperini ha avuto nel panorama tattico di questi anni. «Non credo di essere meglio ora di oggi pomeriggio», ha detto a questo proposito lo stesso Gasperini «Ognuno ha i suoi obiettivi, altrimenti vincerebbero solo la Juventus o l’Inter».

 

Adesso però è arrivato anche un trofeo, che ha suggellato tutto il percorso dell’Atalanta di Gasperini dal 2016 a oggi, ma soprattutto per l’incredibile cammino in questa edizione di Europa League dove la Dea, non dimentichiamolo e non sottovalutiamolo, ha eliminato il Liverpool di Jurgen Klopp dominando ad Anfield Road e vinto in finale contro una squadra che non sembrava possibile battere.

 

Il pressing dell’Atalanta

A Dublino, però, la partita non è stata solo vinta: è stata dominata. L’Atalanta ha travolto il Bayer Leverkusen, che è apparso sorprendentemente impotente contro le sfide tattiche e atletiche che la partita gli ha posto di fronte. Come in occasione della doppia sfida contro la Roma, Xabi Alonso ha rinunciato a schierare un centravanti di ruolo, lasciando in panchina sia Boniface che Schick, puntando quindi sulla velocità di Wirtz, Adli e Frimpong.

 

I tre giocatori più offensivi di Xabi Alonso svolgevano in campo differenti funzioni. Se Wirtz era libero di muoversi internamente, Frimpong partiva costantemente aperto, cioè largo vicino alla linea del fallo laterale. Probabilmente l’idea del tecnico basco del Bayer Leverkusen era quella di fare saltare il banco delle marcature individuali di Gasperini puntando sull’agilità dei tre giocatori offensivi e provando a creare squilibri nella struttura dell’Atalanta proprio con la posizione di Frimpong. L’idea era quella di allargare Kolasinac o tenere basso Ruggeri, creando spazi per gli attacchi della sua squadra. Xabi Alonso, probabilmente, contava anche sui movimenti di Stanisic che, partendo dalla posizione di esterno destro di centrocampo veniva in mezzo al campo nella posizione di mezzala destra, provando in questa maniera da attirare fuori posizione Kolasinac. In questo modo il Bayer Leverkusen aveva intenzione di aprire un varco, che Frimpong avrebbe potuto attaccare con la sua velocità. 

 

Era un piano che sulla carta forse aveva senso, ma la prima volta che l’Atalanta ha davvero sofferto questi movimenti è stato solo al minuto 18 della partita e gli uomini di Xabi Alonso erano già sotto per 1-0.

 

Stanisic viene in mezzo al campo sul centro destra. Kolasinac difende in avanti su Stanisic, lasciando solo Ruggeri contro Frimpong, alto e aperto. Stanisic riesce a giocare dietro su Xhaka e il Bayer, via Tapsoba, giunge a Frimpong che attacca la profondità alle spalle di Ruggeri, che non ha la copertura di Kolasinac.

 

Per il resto il Bayer Leverkusen ha avuto enormi difficoltà a venire fuori col palleggio dal pressing asfissiante, uomo contro uomo, dell’Atalanta. Il blocco 3 + 2 di costruzione dei tedeschi è stato pressato individualmente dai tre attaccanti nerazzurri – De Ketelaere, Scamacca, Lookman – e dai due interni – Koopmeiners ed Ederson – efficacissimi su Xhaka e Palacios. Soffocato sul nascere, il palleggio basso del Bayer non è riuscito con costanza ad abbassare l’Atalanta o a giungere sulle punte in maniera pulita per permettere agli attaccanti di sfidare in campo aperto i diretti avversari.

 

Parafrasando Luciano Spalletti si potrebbe dire che il gioco di posizione di Xabi Alonso, contro una difesa orientata sull’uomo in cui non esistono spazi tra le linee, non è mai riuscita a trovare gli spazi tra gli uomini e non è quindi mai riuscita a mettere in crisi le scalate del sistema di pressing dell’Atalanta. Oltretutto, quando il Bayer Leverkusen ha provato a trovare in verticale i propri attaccanti, in parità numerica contro i difensori avversari, l’enorme partita in costante anticipo di Djimisiti e, soprattutto, di Hien contro Adli, non ha permesso al Bayer di utilizzare l’appoggio sulle punte come via per sfuggire al pressing e attaccare in campo aperto. In questo discorso vanno  citate anche le incredibili corse all’indietro di Koopmeiners e soprattutto Ederson, che hanno coperto ogni spazio creato dalle scalate in avanti dei difensori nerazzurri.

 

La disposizione delle due squadre 10 secondi prima del gol del raddoppio di Lookman. I tre attaccanti dell’Atalanta fronteggiano i tre difensori avversari, mentre Ederson e Koopmeiners sono alti su Xhaka e Palacios. Djimsiti è alto centralmente su Wirtz. Coerentemente con lo stile difensivo della squadra, in mezzo le marcature sono più ravvicinate. Sull’esterno invece, dove c’è più tempo per arrivare e la linea laterale è un alleato, le distanze sono maggiori e consentono un certo grado di copertura interna. Il Bayer Leverkusen prova a raggiungere direttamente Adli con il lancio del portiere Kovar. L’attaccante di Xabi Alonso però, pressato da Hien, sbaglia l’appoggio di testa verso Wirtz, lanciando la fulminea ripartenza che porta al gol di Lookman.

 

Il Bayer Leverkusen è apparso sin dall’inizio profondamente a disagio contro il pressing dell’Atalanta. Forse l’importanza del match e il peso dell’imbattibilità hanno fatto tremare le gambe agli uomini di Xabi Alonso, apparsi in alcuni momenti timidi e insicuri, dopo una stagione passata a dimostrare una sfrontatezza e una sicurezza tecnica rara. Il calcio posizionale dei tedeschi è stato troppo lento, troppo statico per disordinare una squadra che ieri sembrava andare al doppio della velocità.

 

Xabi Alonso ha quindi provato a cambiare qualcosa all’intervallo. Ha tolto dal campo Stanisic sostituendolo con Boniface, e ha arretrato Frimpong sulla fascia destra di centrocampo. Il tecnico sperava che il centravanti nigeriano potesse reggere meglio il confronto fisico con Hien e aiutasse quindi la sua squadra a risalire il campo, ma anche questa mossa non ha funzionato, anche per l’imprecisione dell’attaccante nigeriano. Boniface ha sbagliato il 25% dei passaggi giocati e ha vinto solo 2 duelli offensivi su 9. In altre parole, non è stato in grado di svolgere il ruolo di supporto all’uscita dal pressing immaginato dal suo allenatore.

 

Certo, non era facile ieri contro un’Atalanta che, senza palla, è stata semplicemente fenomenale. La squadra di Gasperini è riuscita ad abbassare di 5 punti percentuali la precisione dei passaggi del Bayer Leverkusen rispetto alla precisione media nella stagione (89%), ha limitato a 10 i tiri concessi e a 0.86 gli xG subiti. L’Atalanta ha recuperato 33 palle nella metà avversaria. Kolasinac, pur giocando solo 45 minuti, è stato il giocatore – insieme a Ederson e Lookman – a recuperarne di più (5). Un dato che ci parla del ruolo centrale ormai assunto dal centrale bosniaco ma anche del fatto che il Bayer Leverkusen abbia cercato di attaccare attirandolo fuori posizione (senza troppo successo, come abbiamo detto).

 

Anche quando, a metà secondo tempo, il Bayer Leverkusen è riuscito, complice forse un pizzico di fatica degli uomini di Gasperini, ad abbassare l’Atalanta, i nerazzurri sono riusciti a difendere con grande attenzione e tranquillità. A un certo punto la sensazione era che il terzo gol, poi effettivamente arrivato grazie ad Ademola Lookman, fosse inevitabile.

 

Ademola Lookman

Come detto, il pressing dell’Atalanta ha messo in difficoltà la circolazione del pallone del Bayer Leverkusen sin dal primo minuto. Questo è stato un problema difensivo per la squadra tedesca, ma anche una grande opportunità offensiva per gli uomini di Gasperini. Come detto tanti anni fa da Jurgen Klopp: il pressing è il miglior playmaker possibile.

 

Recuperando il pallone in alto e con tanti uomini sopra la linea del pallone, l’Atalanta ha potuto giocare transizioni corte partendo piuttosto vicino all’area di rigore avversaria. I primi due gol sono nati entrambi da recuperi alti del pallone. Nel primo caso, il calcio d’angolo che ha portato al gol del vantaggio nerazzurro, è nato da un recupero alto del pallone di Kolasinac. 

 

Palacios riceve spalle alla porta da Tapsoba e, pressato da Koopmeiners,  gioca il pallone un po’ frettolosamente verso Stanisic sull’esterno. Kolasinac difende in avanti e intercetta il passaggio di Palacios. Da quest’azione nasce il calcio d’angolo che porterà al gol del vantaggio di Lookman

 

In occasione del primo gol, la prontezza di Lookman è stata favorita da un errore piuttosto evidente di Palacios. Il centrocampista argentino, sul cross da destra di Zappacosta e senza nessuno davanti a sé da marcare, non ha avuto l’attenzione per guardarsi le spalle e si è fatto anticipare in maniera davvero colpevole da Lookman.

 

Incredibilmente, a inizio azione, è proprio Palacios a indicare con il braccio Lookman, libero e aperto a sinistra, segnalando a un compagno, che però non c’è, di andare a controllare l’attaccante nerazzurro.

 

Il gol del vantaggio dell’Atalanta non ha cambiato il quadro tattico del match. Il Leverkusen ha continuato a fare la sua partita con la palla mentre l’Atalanta provava a farla senza la palla. Il primo gol di Lookman, più che altro, ha picconato le certezze degli uomini di Xabi Alonso, sembrati a quel punto ancora più a disagio di fronte a un pressing che non arretrava di un centimetro.

 

Se in occasione del primo gol Lookman è stato abile ad approfittare dell’errore di un avversario, il gol del raddoppio è tutto merito dell’attaccante nigeriano. Il tunnel su Xhaka rientrando sul destro e il tiro a giro sul secondo palo sono gesti tecnici di altissimo livello che hanno reso concrete per l’Atalanta le possibilità offensive regalate dal pressing. Il gol del raddoppio di Lookman è arrivato appena 5 secondi dopo il recupero del pallone in una dimostrazione plastica dei vantaggi offensivi del pressing nerazzurro. Dopo avere dispensato giocate di grande tecnica per tutto il campo, Lookman ha infine messo il sigillo sulla vittoria dell’Atalanta al termine di una ripartenza lunga condotta da Scamacca. Il numero 11 nerazzurro, dopo essere rientrato sul destro in occasione del secondo gol, ha puntato verso l’esterno Tapsoba e ha poi concluso con un violento diagonale di sinistro, imparabile per Kovar.

 

Il Bayer Leverkusen ha schiacciato l’Atalanta nella sua metà campo. I nerazzurri, però, continuano a difendere in maniera attiva e aggressiva. Pasalic intercetta un pallone e lancia la ripartenza. In controtendenza con le abitudini della squadra, Tah è piuttosto lontano da Scamacca e, invece di scalare in avanti, scappa all’indietro a coprire lo spazio. Scamacca può ricevere e condurre palla per poi servire Lookman per il gol del 3-0. 

 

Cosa rimarrà di questa finale? Forse qualcuno si interrogherà sulla partita del Bayer Leverkusen, su cosa non ha funzionato, se è subentrata la stanchezza o la paura. Di contro, forse questo trofeo sgombrerà finalmente i dubbi intorno alla grandezza dell’Atalanta. Forse la squadra di Xabi Alonso non era la sua serata migliore, ma non bisogna sottovalutare l’attenzione, la precisione e il livello di sofisticatezza del sistema di pressing ideato da Gasperini. Basti pensare al lavoro contro il meccanismo del “terzo uomo” fatto dagli attaccanti nerazzurri che, sulle ricezioni spalle alla porta dei due interni del Bayer Leverkusen, hanno sempre continuato a controllare i propri riferimenti, senza distrarsi e impedendo scarichi all’indietro sicuri a Xhaka e Palacios. E questo è solo l’ultimo esempio dei tanti che abbiamo fatto in questa analisi. 

 

Tapsoba serve Xhaka spalle alla porta. Xhaka potrebbe scaricare sul “terzo uomo” Tah, ma Scamacca, anche se è già sopra la linea del pallone, non si distrae e va immediatamente a chiudere la linea di passaggio verso Tah, costringendo Xhaka a una difficile difesa del pallone spalle alla porta contro la pressione avversaria

 

La finale di Europa League è stata il capolavoro dell’Atalanta che, nella partita più importante della sua storia, è riuscita a giocare il suo miglior calcio e a vincere un trofeo storico per la squadra nerazzurra. Rimarrà la coppa, quindi, ma ancora di più l’influenza tattica di Gasperini, che ancora più di oggi sarà fonte di ispirazione per moltissimi allenatori in futuro. L’impatto tattico sull’intero calcio europeo di una piccola squadra di provincia italiana è stato rilevantissimo e costituiva già prima della finale di Dublino un enorme successo per Gasperini e la sua squadra. Adesso, meritatamente, è arrivato anche il primo trofeo e nessun potrà più dire che Gasperini non è un allenatore vincente. E non è poco.

 

 

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Fabio Barcellona, chimico e allenatore UEFA B. Scrive di calcio per L'Ultimo Uomo.