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All'Atalanta va bene così
03 mag 2024
Un pareggio positivo al termine di una partita difficile.
(articolo)
10 min
(copertina)
IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
(copertina) IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
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All’89’ l’Atalanta ha avuto sul piede sinistro di Miranchuk, non un piede sinistro qualunque, l’occasione per vincere l’andata di una semifinale europea in trasferta, su un campo dove in questa stagione ha vinto solo il PSG. Il trequartista russo, con spazio e tempo per prendere la mira, da poco fuori area, ha chiuso troppo il tiro, con il pallone che è sibilato a pochi centimetri dal palo. Per Gasperini e i suoi sarebbe stato forse un premio troppo grande per quanto visto in campo, ma non sempre il calcio è meritocratico e, l’Europa ce lo insegna ogni anno, si va avanti anche e soprattutto sapendo approfittare di quello che viene concesso. In vista del ritorno a Bergamo il pareggio è comunque un buon risultato, anche perché, nonostante alla vigilia qualcuno potesse immaginare un confronto agevole per la squadra che aveva dominato il Liverpool, il Marsiglia è stato un avversario indigesto, capace di non perdere la battaglia sul terreno preferito dell'Atalanta, quello dell'intensità, dei duelli, del tutto per tutto.

Questo ha dato vita a una partita appassionante anche se povera di occasioni, in uno stadio spettacolare, capace di supportare e spingere il gioco. Atalanta e Marsiglia non hanno arretrato, non hanno avuto paura, nonostante la posta in palio potesse mettere un freno alle gambe, irrigidire gli spiriti. Se però l’identità senza compromessi dell’Atalanta la conosciamo, il Marsiglia di questa stagione era stato molto più ondivago ed era difficile capire quale versione sarebbe scesa in campo al Vélodrome. È stata una versione divertente e gliene va riconosciuto il merito.

Un inizio promettente per l'Atalanta

Gasset ha scelto di schierare i suoi con una difesa a tre, con Kondogbia davanti ai difensori a fare da diga e poi quattro centrocampisti (due esterni e due interni) e due punte. Fin qui il Marsiglia aveva alternato i moduli, scegliendo la difesa a quattro in Europa. La linea a tre, probabilmente, è stata scelta per pareggiare l’atteggiamento dell’Atalanta e favorire, non scoraggiare, una partita di duelli a tutto campo, dove sarebbero state decisive le scelte individuali. Era sembrata una decisione sciagurata: dopo venti secondi, col primo controllo De Ketelaere aveva saltato Kondogbia, costretto a spendere un fallo che avrebbe meritato forse il giallo. Dopo dieci minuti l’Atalanta era passata in vantaggio, con una semplicità difficile da trovare a questi livelli.

È indicativo come tutto nasca da un pallone tra i piedi di Pau Lopez. Non è una novità: per avere un giocatore libero dalle marcature dell’Atalanta, che non poteva portare Musso uomo su uomo, il Marsiglia, come fa spesso, si è affidato tantissimo al piede del suo portiere, aggiungendolo alla fase di costruzione, tanto che chiuderà la sua partita con 43 passaggi, di cui più della metà eseguiti da fuori della sua area di rigore. L’idea del Marsiglia era di lasciare le due punte in isolamento nella metà campo avversaria e cercare di approfittare di un due contro due direttamente con il lancio del portiere (in un’occasione, nel secondo tempo, questa giocata ha quasi portato al gol).

Si nota chiaramente l’atteggiamento uomo su uomo dell’Atalanta.

Sul lancio troppo lungo di Pau Lopez è Musso a rispondere, con un contro-rilancio. Il suo spiovente trova la sponda di Scamacca, che vince il duello aereo, col pallone che finisce a Ruggeri sull’esterno. A questo punto basta che De Ketelaere si allarghi a sinistra per creare spazio al centro dove si infila Ederson. Il brasiliano sbaglia il controllo, ma il pallone arriva a Koopmeiners alle sue spalle, anche lui libero di ricevere. La difesa del Marsiglia è scombinata e l'inserimento centrale di Ederson la manda completamente in tilt. Dalle immagini si vede chiaramente come i tre centrali, ma soprattutto Murillo, che era il più vicino a Scamacca, si facciano attirare dal pallone e dal movimento di Ederson, lasciando liberissimo il centravanti italiano, che riceve il passaggio di Koopmeiners, su cui nessuno è andato a pressare. Solo dentro l’area di rigore, poi, Scamacca fa quello che gli riesce meglio in queste settimane.

Il gol era sembrato legittimare lo status dell’Atalanta di favorita della semifinale, ma era solo un abbaglio. A cambiare l’inerzia è stata un’azione al 14’. Luis Henrique dal lato sinistro scarica per Veretout e parte; il francese, che ha giocato una partita davvero di alto livello sia fisico che tecnico, chiude il triangolo con un filtrante delizioso che taglia fuori mezza Atalanta. Sul cross d’esterno del brasiliano, perfetto per la testa di Sarr, è Kolasinać a immolarsi nel vero senso del termine: il suo recupero toglie la palla dalla porta, ma lo toglie anche dalla partita a causa di uno stiramento. In assenza di altri difensori affidabili in panchina (Hien squalificato, Tolói infortunato), Gasperini opta per abbassare de Roon in difesa e inserire Pasalic: per quanto obbligata, la scelta non sarà molto fortunata.

Da quel momento, per qualche minuto, c’è solo il Marsiglia. I francesi sfogano il loro assalto sugli esterni, guadagnando uno, due e tre calci d’angolo. Sul terzo battono rapidi (tanto che anche la regia si perde la battuta), con i giocatori dell’Atalanta distratti da un possibile fuorigioco non fischiato qualche secondo prima, e pareggiano. Clauss la tocca per Harit che subito gliela restituisce prima dell’arrivo di Ederson; su Clauss esce in ritardo Koopmeiners, su Kondogbia è in ritardo Zappacosta e su Mbemba non c’è nessuno. Il suo tiro di interno destro è velenoso e millimetrico, sbatte sul palo prima di entrare. Probabilmente, a riprovarci dieci volte, non l’avrebbe fatto uguale, ma lasciare a un avversario il tempo di prendere la mira da fuori area su azione da calcio d’angolo non è mai una bella idea.

Il Marsiglia ha fatto i compiti

Siamo al 20’ e la partita si assesta sui binari di un battere e levare. Il Marsiglia trova nella decisione dei suoi difensori, specialmente in un Balerdi troneggiante (5 duelli su 5 vinti, 5 palloni recuperati), e nella pulizia tecnica dei suoi giocatori offensivi una chiave per disinnescare il pressing dell’Atalanta. È soprattutto il continuo movimento di Harit e la sua creatività (90% di precisione passaggi, due passaggi chiave) a mandare in difficoltà i difensori di Gasperini. Al 33’ è lui a ricevere a sinistra dopo un taglio profondissimo e, sempre d’esterno, mettere dentro un cross pericoloso su cui il tacco di Aubameyang trova la respinta di de Roon. Al 38’ è sempre lui a ricevere al centro, eludere la pressione di Scalvini uscito forte e con la punta lanciare nel buco lasciato dal difensore Veretout. Solo un grande recupero in scivolata arpionata di Ederson, che ieri sembrava fosse capace di sdoppiarsi, ha evitato all’avversario di calciare con i piedi ben dentro l’area di rigore.

Ma la vera occasione su cui il Marsiglia avrebbe dovuto capitalizzare è arrivata due minuti più tardi. Su un cross da sinistra di Ruggeri al termine di un’azione insistita, l’Atalanta ha portato sette uomini in area di rigore. È un marchio di fabbrica dal primo embrione di gasperinismo, ma questa volta gli si ritorce contro. Ederson, in precario equilibrio, anticipa Scamacca saltando altissimo, il pallone si aggiusta per Mbemba, che lo calcia fuori. Il primo ad arrivarci è Sarr, che anticipa l’uscita aggressiva di de Roon e appoggia di prima per Veretout. Dopo succede tutto molto velocemente: il centrocampista francese controlla e col secondo tocco trova un filtrante per Harit che taglia fuori Scalvini, perso in una terra di nessuno. Harit porta palla finché Djimsiti, solo contro due, non è costretto a scegliere di avvicinarsi. Il tempo del passaggio per Aubameyang è ottimo, ma il capocannoniere, di questa edizione e della storia dell’Europa League, calcia fuori, anche infastidito dall’ottima uscita di Musso.

Dopo la partita Gasperini difenderà il coraggio dei suoi di non chiudersi, come già fatto con il Liverpool. Qui, però, più che il troppo coraggio, sono mancate proprio le coperture preventive, un errore abbastanza da principianti che poteva costare carissimo.

Certo, nel calcio esistono gli avversari e il secondo tempo ha confermato che il Marsiglia aveva fatto i compiti a casa. La scelta di Gasset di allargare il più possibile il campo per diluire la pressione dell’Atalanta nel complesso ha funzionato. I giocatori dell’Atalanta hanno avuto difficoltà a recuperare il pallone in alto e, quando poi ci riuscivano nella loro trequarti, erano troppo distanti tra loro e avevano poche soluzioni per risalire il campo che non fossero i lanci lunghi per Scamacca. Scamacca, però, era costretto a duelli rusticani contro l’avversario di turno, sempre aggressivo. Sappiamo che il duello fisico spalle alla porta non è il pane e burro del centravanti italiano, che infatti ha finito per scomparire dalla partita, tanto da venir sostituito ancor prima del 60’ da Lookman (e poi, dopo la partita, si è beccato il centesimo rimprovero ai microfoni del suo allenatore).

La partita del Marsiglia aveva però una controindicazione: tenere i giocatori lontani tra loro rende più difficile creare occasioni pericolose, soprattutto se non hai calciatori eccezionali in campo aperto. L’Atalanta ha quindi sì sofferto l’intensità dei francesi, ha perso qualche duello di troppo, ma alla fine ha concesso poco, soprattutto su situazioni da calcio d’angolo o per qualche imprecisione, come quando Musso ha svirgolato l’uscita di piede ma Clauss non l’ha punito (anche se bisogna registrare un gol annullato per fuorigioco in un’azione partita dall’ennesimo filtrante di Veretout).

Due esempi di come il Marsiglia cercasse di allargare il campo, anche tenendo solo Aubameyang nella metà campo avversaria in uno contro uno con l'avversario.

Quando il ritmo è calato, sono stati i cambi a fare la differenza. Lookman con i primi due palloni toccati è sembrato poter svoltare l’inerzia a favore dei suoi, ma alla fine sono stati gli ingressi di Ounahi (forse vi ricorderete di lui per lo splendido Mondiale disputato con il Marocco) e Ndiaye a creare più pericoli. Al 72’ Ounahi ha colpito l’incrocio, calciando libero da venti metri dopo essere stato servito da una bella giocata di Aubameyang, che, tolto l’errore a fine primo tempo, ha dimostrato di essere ancora a trentaquattro anni un calciatore sopraffino.

La bontà tecnica della partita del Marsiglia, però, è forse esemplificata da questa giocata tarantolata di Ndiaye, che ha scherzato il tentativo di recupero veloce di Ederson e Hateboer, come fossero due bambini al parco.

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Ma anche da qui si vede che, se i compagni sono lontani, per creare un’occasione ci vogliono almeno due o tre giocate decisive e nessuna delle due squadre ha avuto la lucidità di eseguirle, anche per merito dell’aggressività dell’altra. Non è un caso che anche l’ultima occasione, quella di Miranchuk, sia arrivata dopo uno dei rari recuperi alti di Pasalic e, comunque, con un tiro da fuori. Dei 22 tiri totali, 11 sono arrivati da fuori area. Degli 11 da dentro l’area, 5 sono frutto di un calcio piazzato. Gli unici tiri davvero puliti, insomma, sono stati quello del gol di Scamacca e l’errore di Aubameyang. Nessuna delle due squadre ha raggiunto il punto di xG costruito.

Il Marsiglia ha provato a fare la partita, consapevole che fuori casa il suo andamento è tragico. Si parla di 3 vittorie, 8 pareggi e 12 sconfitte, un ribaltamento rispetto al Vélodrome che è difficile spiegare con la tattica. Anche per questo ai microfoni a essere scontento è stato Gasset. La sua squadra ha giocato alla pari di un avversario più forte ma ha pareggiato in casa. I suoi, ha detto, «masticano amaro», alludendo a come i dettagli gli sono andati contro, anche se è difficile individuare cosa potevano fare meglio. Sul gol preso ha lamentato una «mancanza di attenzione». Balerdi e Murillo si erano scambiati la marcatura di Scamacca, ma poi c'è stata una distrazione. È stato l'ennesimo tecnico che in questa settimana si è rivoltato contro i propri giocatori per un errore difensivo. Gasperini forse avrebbe fatto lo stesso se Aubameyang non fosse stato stranamente impreciso. A questo punto c'è poco che gli allenatori possono fare, i calciatori li preparano da una stagione.

Per l'Atalanta è in definitiva un buon pareggio, perché non può essere sempre Anfield. La squadra è stata forse sorpresa da un avversario migliore delle aspettative, ma non perdere era quello che serviva. A Bergamo Gasperini e i suoi sapranno di non avere un compito facile. In palio c'è la prima finale europea della storia, da conquistare con una vittoria nel proprio stadio. Niente arriva da solo, ma l'Atalanta ha avuto il merito di costruirsi questa occasione con le proprie mani. Per non sprecarla bisognerà avere coraggio, quello che non è mai mancato.

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