Sono bastati dieci minuti all’Atalanta per vincere la partita col Napoli e, complice anche la contemporanea sconfitta casalinga della Roma con l’Udinese, mettere 12 punti di distanza dal quinto posto e avere ampie garanzie di partecipare nuovamente alla Champions League la prossima stagione. Un risultato che forse va oltre a quanto poteva immaginare anche lo stesso Gasperini quando, nell’ottobre di quattro anni fa, proprio in un match casalingo contro il Napoli, aveva rotto ogni indugio e lanciato in squadra i giovani Caldara, Gagliardini e Petagna, vincendo quella partita e dando inizio al suo ciclo vincente.
La partita si preannunciava tatticamente interessante. La fase difensiva del Napoli sembrava bene attrezzata per contenere l’attacco dell’Atalanta e innescare le ripartenze con cui gli uomini di Gattuso potevano sfruttare le imprecisioni difensive mostrate dai nerazzurri alla ripresa del campionato. In effetti, nei quarantacinque minuti iniziali, la parte difensiva del piano del Napoli ha funzionato bene, limitando a soli 5 tiri in porta, di cui 3 da fuori area, il migliore attacco del campionato. Pur arricchito dalle enormi capacità tecniche del Papu Gomez e di Ilicic, assente contro il Napoli, le direttrici offensive dell’Atalanta continuano a prevedere una continua ricerca della superiorità numerica e posizionale sulle fasce e la rifinitura dall’esterno. Lo stretto 4-5-1 del Napoli e la sua ottima capacità di scivolare orizzontalmente ha rappresentato un serio ostacolo alle combinazioni esterne della squadra di Gasperini.
Lo strettissimo 4-5-1 difensivo del Napoli
Il Napoli è stato abile, in zona esterna, a creare densità in zona palla, avvicinando il centrale del lato forte e l’infaticabile mediano Demme alle catene laterali costituite, oltre che dal terzino, dalla mezzala e dall’esterno offensivo, sempre puntuali a ripiegare nella propria metà campo. Con 5 uomini sempre in zona palla, rapidi a scorrere orizzontalmente dal lato forte al lato debole, il Napoli ha limitato il gioco esterno dell’Atalanta, ferma a soli 7 cross effettuati nei primi quarantacinque minuti (i nerazzurri crossano mediamente 21 volte a partita).
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Il Napoli è in superiorità numerica sull’esterno in zona palla. La palla gira dalla destra a sinistra dell’attacco nerazzurro. Qualche secondo dopo il Napoli è nuovamente in superiorità numerica sulla fascia opposta grazie al buon scivolamento dell’intera struttura difensiva
I dieci minuti decisivi
Purtroppo per il Napoli, l’Atalanta è stata capace di sfruttare, nei primi dieci minuti del secondo tempo, la prima disattenzione degli uomini di Gattuso. In inferiorità numerica sull’esterno, il Napoli ha concesso superiorità numerica posizionale ai nerazzurri lasciando libero Castagne alle spalle della pressione e coprendo male il pallone in possesso di Gomez, peraltro abilissimo a pescare con uno scavetto il compagno di squadra.
Pur in superiorità numerica il Napoli lascia libero Castagne alle spalle della pressione. Zielinski non va in marcatura dell’esterno avversario e Di Lorenzo (Mario Rui era sul lato opposto, dopo un calcio d’angolo dell’Atalanta) non riesce a coprire la traiettoria di passaggio da Gomez a Castagne
Dopo il cross di Castagne, ribattuto dalla difesa, l’Atalanta ha recuperato la palla col proprio gegenpressing e Gomez ha rifinito dall’esterno per il colpo di testa di Pasalic.
Anche il secondo gol, arrivato 8 minuti dopo, rappresenta una fotografia della capacità dei nerazzurri di prevalere con le proprie caratteristiche offensive sulla fase difensiva del Napoli. È stata la consueta sovrapposizione interna e profonda di Toloi a tramutare l’inferiorità numerica sulla fascia destra in un due contro uno dello stesso Toloi e Castagne contro il solo Koulibaly. A chiudere l’azione ci ha pensato poi l’esterno del lato debole Gosens, giunto al suo nono gol in campionato.
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Il Napoli è nuovamente in superiorità numerica, ma Toloi riesca ad anticipare Demme e Insigne. È il momento decisivo dell’azione che apre il campo al due contro uno nerazzurro contro il solo Koulibaly.
La fase offensiva del Napoli
L’argine difensivo del Napoli, che ha lavorato bene nel primo tempo, è crollato nei primi dieci minuti del secondo, più per qualche imprecisione nell’interpretazione delle situazioni di gioco che per motivi strutturali. La fase offensiva degli uomini di Gattuso ha invece funzionato poco e male sin dall’inizio della partita. Nelle precedenti partite contro Sassuolo, Lazio e Udinese, l’Atalanta aveva concesso parecchie occasioni da gol alle squadre avversarie, evidenziando il lato negativo della propria rischiosa strategia difensiva. Le armi utilizzate dagli avversari per mettere in difficoltà la difesa nerazzurra avevano previsto movimenti contrapposti degli attaccanti per portare fuori posizione i marcatori dell'Atalanta, profondi inserimenti da dietro non assorbiti dalla difesa nerazzurra impegnata nel controllo degli attaccanti avversari e dribbling utilizzati per superare le aggressive marcature nerazzurre.
La fase di possesso del Napoli è stata invece piuttosto timida nel costruire le condizioni tattiche necessarie a mettere in difficoltà la difesa di Gasperini. Per facilitare il palleggio in mezzo al campo, la squadra di Gattuso ha fatto ricorso alle rotazioni di Demme e Fabian Ruiz, alzando il tedesco, costringendo così il suo marcatore Gomez ad abbassarsi in posizioni teoricamente scomode per l’argentino e abbassando lo spagnolo e liberandolo quindi per la ricezione di un passaggio proveniente dalla linea arretrata. Ma è stata forse troppo meccanica.
Demme si alza e Fabian Ruiz prende la sua posizione per ricevere il passaggio del terzino Di Lorenzo. I rispettivi marcatori, Gomez e Freuler, vengon portati fuori posizione.
Tuttavia, al di là di un leggero predominio nel possesso palla in ogni fase della partita, il palleggio del Napoli non ha generato grosse preoccupazioni alla difesa dell’Atalanta. A deludere è stato in particolare il trio d’attacco, che non è riuscito a creare d attaccare spazi all’interno della struttura difensiva avversaria. Mertens, Politano e Insigne hanno giocato in maniera troppo statica, senza muovere le marcature di Gasperini. Hanno perso buona parte dei loro duelli individuali (solo 1 dribbling riuscito su 4 per Insigne e 8 duelli individuali persi su 10) e non sono riusciti a fungere da fulcro su cui far girare gli inserimenti da dietro dei centrocampisti. La precaria condizione atletica, ma anche la modesta qualità delle prestazioni dei titolari, hanno portato Gattuso a sostituire tutti e tre i propri attaccanti, ottenendo risultati migliori grazie alla spregiudicatezza di Lozano (5 dribbling tentati e riusciti in solo 37 minuti).
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L’unica azione davvero pericolosa del Napoli, l’esempio di ciò che avrebbe potuto fare per mettere in difficoltà la difesa di Gasperini. Milik si abbassa trascinando dietro di sé Caldara. Nello spazio creato si inseriscono le due mezzali. Si noti come al centro della difesa atalantina siano schierati i due interni De Roon e Freuler che seguono i loro diretti avversari. Demme serve il taglio profondo di Zielinski e la stretta combinazione con Fabian Ruiz libera al tiro da posizione pericolosa lo spagnolo.
All'Atalanta è bastato poco
Al termine della partita Rino Gattuso si è mostrato particolarmente insoddisfatto dell’interpretazione data alla partita dai suoi uomini. Ha considerato la partita con l’Atalanta un’occasione persa per superficialità. La squadra di Gasperini in effetti ha davvero creato poco per i suoi standard offensivi, fermandosi a soli 9 tiri in porta nella partita.
Solo 0.9 xG prodotti dall’Atalanta e 3 tiri nello specchio della porta avversaria. In compenso quella contro il Napoli è stata la migliore prestazione difensiva dei nerazzurri in termini di xG concessi.
Gattuso ha sottolineato la buona prestazione difensiva del primo tempo e gli errori compiuti nei primi dieci minuti del secondo. Ha inoltre evidenziato le carenze offensive della sua squadra, sottolineando come i suoi giocatori di qualità avrebbero dovuto fare molto di più negli ultimi 25 metri. Per il Napoli, ormai fuori dalla lotta per la Champions League, ma già qualificato all’Europa League grazie alla vittoria della Coppa Italia, il rischio è che le nove partite di campionato rimanenti perdano di significato in attesa del ritorno di coppa contro il Barcellona.
All’Atalanta sono stati sufficienti dieci minuti ad alto ritmo e alcune imprecisioni del sistema difensivo del Napoli per vincere la partita a dispetto di una prestazione tutto sommato non eccezionale. L’Atalanta ha recuperato meno palloni del Napoli nella metà campo avversaria (11 per i nerazzurri, 25 per gli uomini di Gattuso) e dopo avere ottenuto il doppio vantaggio ha abbassato il baricentro e ridotto le distanze tra i propri giocatori disegnando una versione più prudente della propria fase di non possesso palla.
Sarà interessante osservare nei prossimi match se la maggiore prudenza mostrata dall’Atalanta sia stata figlia di una situazione contingente, magari legata alla condizione atletica o una scelta strategica del proprio allenatore come risposta alle difficoltà difensive mostrate nelle ultime partite. In ogni caso Gasperini, con la il quarto posto ormai in tasca, potrà preparare al meglio l’avventura della Final Eight di Champions League in programma ad agosto.