Ci sono squadre che sul calciomercato sembrano muoversi senza nessuna razionalità o ragionamento tecnico, tattico o finanziario, ma solo con surrealismo. Forse l'apice artistico di questo tipo di calciomercato è stato raggiunto dal Benevento nel gennaio del 2018, quando prese nella stessa sessione Bacary Sagna, Sandro, Filip Djuricic, Guilherme, Cheick Diabaté e Jean-Claude Billong.
Forse è proprio perché indossa gli stessi colori sociali che sembra il Lecce quest’estate stia cercando a tutti i costi di replicare la stessa strategia visionaria. Dall’inizio del calciomercato i giocatori accostati ai giallorossi sono un menù variegatissimo di nomi improbabili: talenti sfiniti, centravanti che credevi morti, difensori buoni a Fifa 2009, esterni offensivi in cerca di un nuovo lavoro. Va detto che molti di questi nomi sono stati smentiti dalla società ma è bello pensare che ci sia un fondo di verità anche in quelli meno verosimili.
La parte più ironica del mercato dei salentini è quella che riguarda il centravanti: è dall’inizio del mercato che circolano nomi altisonanti, al tempo stesso implausibili e capaci di far sognare, anche se nel frattempo il club ha fatto un mercato molto pragmatico, ragionando in effetti da squadra di bassa classifica: Luca Rossettini, Diego Farias, Gianluca Lapadula. Liverani dice che il Lecce ha le idee chiare e il presidente Sticchi rassicura sul Quotidiano di Lecce: «Un altro centravanti può arrivare». Le analisi più positive concordano sul fatto che al Lecce manchi: «solo il colpo mediatico».
Questo centravanti assurdo deve arrivare a tutti i costi, e di seguito trovate la lista dei candidati.
Burak Yilmaz
Assurdità dell’accostamento: 6
Quanto era forte: 7
Quanto è ancora un giocatore di calcio: 9
Quante possibilità ci sono che arrivi: 30%
Il centravanti turco, che pensavamo morto e sepolto, è il primo nome senza senso a essere stato accostato al Lecce quest’estate. Dopo due mesi la trattativa sembra ancora in piedi, ma Yilmaz non arriva mai, in una strana replica del paradosso di Zenone.
È curioso che Yilmaz sia di nuovo protagonista di una cosiddetta “telenovela di mercato” 7 anni dopo la prima volta. Nel 2012 il centravanti doveva assolutamente arrivare alla Lazio.
«Yilmaz vuole solo l’Europa» aveva assicurato il presidente del Trabzonspor, la squadra in cui aveva segnato 58 gol nelle due stagioni precedenti. Sembrava sempre “a un passo” Yilmaz, che disertava ritiri, non rispondeva alle convocazioni, voleva solo la Lazio. Poi finì al Galatasaray. L’anno dopo la Lazio ci ha riprovato, nel frattempo Yilmaz era diventato il terzo miglior marcatore dell’ultima edizione di Champions. Anche stavolta sembrava tutto fatto, finché non saltò tutto all’ultimo momento: «Ci avevamo provato fino alla fine, è stata colpa dell’agente, ma crediamo in Perea» disse Tare, riferendosi al “Coco” Perea, che non riuscì a battere un colpo con la maglia della Lazio e che ora gioca nell’Indipendente Santa Fe.
All’epoca Burak Yilmaz era davvero un signor giocatore, ma adesso perché il Lecce dovrebbe volerlo comprare? Beh, perché Yilmaz sembra essere ancora davvero in forma. Nel 2016 era andato a prendere i soldi cinesi e la sua carriera sembrava finita, ma poi ha avuto un colpo di coda imprevisto. È tornato al Trabzonspor e ha ripreso dove aveva finito: con 23 gol in 25 partite è stato il vice-capocannoniere del campionato turco. Lo scorso anno aveva ripreso a giocare così bene che il Besiktas ha deciso di ricomprarlo, e lui ha segnato 11 gol in 15 partite. Yilmaz - che per dire che tipo di attaccante è dovremmo ricordarci che è il secondo miglior marcatore di sempre della Nazionale turca - sembra persino troppo forte per il Lecce. I tifosi lo sanno e al Via del Mare pregano il suo arrivo esponendo bandiere turche in tribuna.
Burak Yilmaz sembrava vicino, poi vicinissimo - si chiude entro ferragosto, scriveva Di Marzio - l’arrivo di Yilmaz, però, come il canto delle sirene, esiste solo nella testa di chi lo ascolta, e chi lo ascolta finirà per impazzire.
Eric Maxim Choupo-Moting
Assurdità dell’accostamento: 8
Quanto era forte: 3
Quanto è ancora un giocatore di calcio: 7
Quante possibilità ci sono che arrivi: 70%
Tra i nomi improbabili accostati al Lecce, Choupo-Moting è uno degli ultimi. A differenza degli altri, però, Choupo-Moting non ha mai attraversato un momento glorioso nella sua carriera e il suo possibile arrivo non rimanda quindi a un’età dell’oro perduta. Choupo-Moting è stato solo un buon attaccante per tanti anni, un buon attaccante che per qualche ragione - e perché il mercato, come stiamo cercando di dimostrare, ha logiche imperscrutabili - a un certo punto è finito al PSG.
Un trasferimento che, tutti concordavamo, non aveva senso. L’unico a crederci era stato Tuchel, che lo aveva allenato al Mainz, ma la cosa non ha funzionato se non per regalarci un unico, gigantesco momento di surrealismo. Il gol sbagliato da Choupo-Moting contro lo Strasburgo è uno dei più grandi gesti tecnici di sempre perché uno dei più originali e inspiegabili. Quando mai avevamo visto un centravanti colpire la palla per toglierla dalla porta?
Ora, non c’è nessun motivo per cui il Lecce dovrebbe comprare Choupo-Moting, se non proprio quel gol sbagliato, e il fatto che stiamo parlando di un attaccante meme.
Oggi Choupo-Moting, fra tutti i nomi improbabili, è il giocatore che ha più possibilità di finire veramente al Lecce, nonostante sia l’unico che per qualche motivo il presidente ha smentito.
Khouma El Babacar
Assurdità dell’accostamento: 5
Quanto era forte: 5
Quanto è ancora un giocatore di calcio: 6
Quante possibilità ci sono che arrivi: 45%
Prendete l’indisponenza e la pigrizia di Mario Balotelli, poi toglietegli tutto il talento e avrete Babacar. Un attaccante che nella sua vita vuole solo girarsi e tirare in porta, facendolo anche discretamente bene, ma che non ha nessuna intenzione di interessarsi agli altri movimenti che hanno a che fare col gioco del calcio.
Nonostante questo, per un certo periodo, Babacar aveva una media gol pazzesca, una tra le migliori della Serie A: un gol ogni circa due ore di gioco, come Mertens o Dzeko. Ce l’aveva però solo perché giocava pochissimo, e sempre in situazioni di partita compromesse, in cui contava solo che qualcuno buttasse in porta palloni che arrivavano in area a casaccio. Una volta diventato titolare si è scoperto il bluff di Babacar.
Al Sassuolo era arrivato nel mercato di gennaio di una delle peggiori stagioni dei neroverdi, portando in dote qualche gol salvezza. In estate il Sassuolo lo ha dovuto riscattare per forza, anche se in panchina aveva un allenatore che con un profilo come il suo poteva farci poco o niente. Babacar, insomma, è stato un equivoco. Qualche gol lo ha comunque fatto: 7, con 2 assist, in quasi 1500 minuti.
Tra tutti i nomi di questa lista è l’unico di cui si può se non altro ipotizzare non abbia ancora attraversato il momento migliore della sua carriera. Qualcuno persino con margini di miglioramento. Il Lecce, col suo attacco a due punte, il rombo, potrebbe persino essere il suo contesto ideale. Possibile che Babacar non abbia almeno una stagione da 15 gol da spararsi? Peccato che il giocatore non paia convintissimo del trasferimento.
Kostas Mitroglou
Assurdità dell’accostamento: 9
Quanto era forte: 7
Quanto è ancora un giocatore di calcio: 7
Quante possibilità ci sono che arrivi: 10%
La presenza dei bizantini in Salento è stata forte sin dall’XI secolo. Oltre ai splendidi esempi del barocco, intorno a Lecce è possibile trovare chiese, ipogei e basiliche bizantine. Attraversando le navate della Chiesa di San Nicolò dei greci, Kostas Mitroglou potrà riconoscere diverse icone ortodosse, e vi si potrà specchiare. Questo è solo uno dei tanti motivi per cui vedere Mitroglou con la maglia del Lecce sarebbe stato perfetto, se alla fine non fosse passato al PSV.
Mitroglou ha iniziato a portare la barba prima ancora che questa fosse di moda fra i calciatori. Poi, proprio quando ce l’avevano tutti, è andato oltre, facendosela crescere fino a ottenere uno stile religioso e per niente cool e alla mano. Mitroglou ora sembra solo un tipo pazzo fuori dal tempo.
Alcune caratteristiche e aneddoti che vi fanno capire che tipo di persona sia Mitroglou:
1. Quando esulta mima il gesto di un fucile a carabina, o delle pistole incrociate ben prima che lo facesse Piatek. Per questa esultanza Mitroglou ha ricevuto un richiamo dalla magistratura (!).
2. Marca in passato gli ha dedicato un articolo intitolato MITROGLYCERIN, comunque la vogliate pensare uno dei migliori giochi di parole dedicati a un calciatore.
3. Quando giocava in Grecia uno scontro con Manolas ha mandato il difensore - uno dei più duri del nostro campionato - all’ospedale, dove gli sono poi state applicate due placche metalliche.
4. Ha vinto 4 campionati nazionali in tre stati diversi: Portogallo, Grecia e Turchia.
5. Essendo cresciuto in Germania non parla greco.
Emmanuel Adebayor
Assurdità dell’accostamento: 10
Quanto era forte: 8
Quanto è ancora un giocatore di calcio: 5
Quante possibilità ci sono che arrivi: 2%
Come può un uomo che gira su Bentley placcate d’oro non infiammare lo Stadio Via del Mare? Provate a immaginarvi Emmanuel Adebayor, i capelli rasati ai lati, e i dread a scendergli in un’unica fascia dietro la testa, con la maglia del Lecce. Provate a immaginare Adebayor segnare un gol di testa su cross di Marco Mancosu, correre coi dread che fanno su e giù, andare ad abbracciare Fabio Liverani 30 centimetri più in basso. Cosa potrà mai andare storto?
Se vi steste chiedendo come sta Adebayor oggi, la migliore risposta potrebbe essere “non alla grande”. Negli ultimi due anni ha vissuto un’impronosticabile rinascita con la maglia dell’Istanbul Basaksehir, in Turchia. Adebayor ha segnato 17 gol il primo anno, ma appena 3 il secondo, dando chiari segni di essere arrivato a fine carriera.
Ma lo avevamo già detto altre volte. Dopo la sua ultima brutta stagione al City, dopo quella negativa al Tottenham. A un certo punto Adebayor si stufa di squadre, di ambienti, persino dei suoi genitori, con cui ha rotto ogni rapporto nel 2015 dopo aver deciso di non poterne più di tutte le loro richieste di soldi. Forse è proprio quello che servirebbe al Lecce: un uomo che ha fallito in carriera così tante volte - al punto da essere finito ad allenarsi con l’under-15 del Tottenham - da non aver certo paura della sfida di salvare una squadra come il Lecce.
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Peccato che Adebayor sia a un passo dal trasferirsi in Iran, al Tractor Sazi, la squadra in cui giocava fino a poco tempo fa Kevin Constant.
Wilfried Bony
Assurdità dell’accostamento: 7
Quanto era forte: 6
Quanto è ancora un giocatore di calcio: 4
Quante possibilità ci sono che arrivi: 15%
Ricorderete tutti il momento della vostra vita in cui una squadra ha deciso di spendere 35 milioni per Wilfried Bony. Quella squadra - come ti sbagli - era il Manchester City, e a tutti era sembrata una pessima idea. Bony al City ha segnato 6 gol in 35 partite, prima di essere prestato allo Stoke, e anche lì ha fallito. È quindi tornato allo Swansea e ha fallito di nuovo. La sua ultima esperienza da professionista è stata all’Al-Arabi, una squadra qatariota in cui ha giocato giusto una manciata di partite.
C’è stata una fase della carriera in cui Bony sapeva segnare all’incirca in tutti i modi, con un istinto in area di rigore speciale e un repertorio di finalizzazione vario. Nell’anno solare 2014 è stato l’attaccante a segnare più gol in Premier League. Oggi Bony ha 31 anni e ancora gli addominali scultorei, anche se non sembra saper più segnare. Si allena sul campo del Newport County, una squadra gallese che milita nella quarta divisione inglese, in attesa di una chiamata.
Il suo unico legame con l’Italia, per ora, è il fatto di essere cresciuto nell’accademia di Cyril Domoraud, difensore che giocò con Milan e Inter senza lasciare traccia.
Due nomi top-secret
Siccome la locura e la pazzia che circonda il calciomercato del Lecce non è mai abbastanza, negli ultimi giorni è circolata la notizia che, oltre a tutta questa lista di nomi improbabili, i giallorossi stiano trattando anche “due nomi top secret” per il ruolo di centravanti. Eccoci quindi a ipotizzare quali potrebbero essere questi attaccanti per la squadra di Liverani:
Jackson Martinez - 4 anni fa passava all'Atletico Madrid per 35 milioni di euro, dopo una stagione da 32 gol con la maglia del Porto. Sembrava una bestia, Jackson Martinez. L'ultima stagione invece l'ha passata nella triste Portimonense, dove ha segnato 9 gol nella bassa classifica portoghese. È ora di scongelarlo?
Seydou Doumbia - Se per un attimo il tuo cervello ha pensato che tesserare Wilfried Bony fosse una buona idea, beh, arrivare a pensare a Doumbia è davvero un attimo. A differenza della maggior parte dei nomi della lista, stiamo parlando di usato sicurissimo: in carriera Doumbia ha segnato 220 gol in 379 partite.
Paolo Guerrero - "El Depredator" sarebbe oggettivamente il miglior soprannome che potremmo vantare in Serie A, e Guerrero è oggi l’essere umano più in forma tra tutti quelli che abbiamo citato in questo pezzo cimiteriale. Una storia che probabilmente non conoscete: Paolo Guerrero è stato chiamato così in onore di Pablito Rossi, e gli è stata anche riconosciuta la cittadinanza italiana. Un problema in meno.
Kyle Lafferty - Quanti attaccanti a cui abbiamo dedicato un articolo intitolato “Il più forte di tutti” potrà mai permettersi il Lecce? In Italia Lafferty ci è anche già stato, indossava la maglia del Palermo e giocava in coppia con Paulo Dybala. Segnò 11 gol in 34 partite spezzando il cuore di diverse ragazze palermitane, forse per il fatto di essere ufficialmente l'uomo vivente più simile a Dylan Dog.
Giuseppe Rossi - Se hai un cuore non smetterai mai di credere nella rinascita di Giuseppe Pepito Rossi.
Eduardo - Uno degli attaccanti più forti del pianeta, prima che gli andasse in pezzi la gamba. Ora ha 36 anni ma scommetto che ha ancora dei piedi migliori di Lapadula.
André-Pierre Gignac - Ora che è diventato il miglior marcatore della storia del Tigres, Gignac si sarà pur stufato di distruggere il campionato messicano. Vieni al Lecce, André.