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Guida ufficiosa agli Australian Open 2019
14 gen 2019
La presentazione del sempre incerto primo slam stagionale.
(articolo)
21 min
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Il tennis ha abituato i suoi fan con un inizio di stagione col botto. Dopo neanche un mese dal suo avvio, il circuito lancia il suo primo Slam stagionale, l'Australian Open, con poche e frammentarie certezze vista l'affrettata preparazione. In un certo senso l'inizio così improvviso dell'annata tennistica è il modo migliore per riaccendere subito l'interesse di tutti gli appassionati, anche i più occasionali.

Nonostante i pochi tornei propedeutici disputati, come da tradizione, si può in ogni caso provare a tracciare qualche possibile tema ricorrente dello Slam appena cominciato, vista anche la progressiva diminuzione di sorprese nel torneo rispetto ad esempio agli anni Novanta o ai primi Duemila. Quelle che seguono sono forse le domande principali su ciò che ci si può aspettare dallo scoppiettante inizio della nuova stagione tennistica, ad eccezione del ritiro annunciato da Andy Murray al quale dedicheremo un pezzo a parte.

1. Djokovic è il favorito, ma come sta?

Se si eccettua il torneo di esibizione vinto ad Abu Dhabi a fine dicembre, Novak Djokovic è uscito sconfitto negli ultimi tre tornei disputati. L'ultima delusione è arrivata pochi giorni prima dell'Australian Open nella semifinale di Doha, dove Roberto Bautista Agut ha sconfitto il numero uno del mondo contro ogni pronostico, soprattutto dopo l'eccellente stato di forma mostrato da Djokovic proprio ad Abu Dhabi.

Nonostante il serbo anche ad Abu Dhabi abbia mostrato di avere perso circa mezzo metro nella posizione in campo rispetto alle sue annate d'oro, forse ormai irripetibili, lo straordinario timing sulla palla e la continuità non gli erano mancati nell'esibizione di fine 2018 e sono sembrati invece un po' appannati a Doha, dove Djokovic ha ceduto un set anche a Fucsovics e Basilashvili. La buona notizia per il serbo è che a Melbourne la superficie sarà più simile a quella di Abu Dhabi piuttosto che a quella di Doha - più lenta in Qatar - e soprattutto che la distanza al meglio dei 5 set renderà più difficile ai suoi avversari l'operazione di incunearsi tra le pieghe del suo rendimento, un po' troppo prolungate a Doha.

Djokovic ad Abu Dhabi ha faticato molto a battere Kevin Anderson in finale, ma solo per la straordinaria prestazione del sudafricano che per tutta la partita ha tenuto altissimo il livello del rischio in una superficie a lui favorevole. Forse, oltre alla ricerca non sempre perfetta della palla, qualche crepa Djokovic l'ha mostrata dalla parte del dritto, soprattutto in diagonale: sia Anderson ad Abu Dhabi che Bautista a Doha in molte circostanze hanno preferito insistere con il dritto incrociato anziché tentare accelerazioni potenzialmente vincenti con il dritto lungolinea, un colpo oltretutto molto sicuro sia per il sudafricano che per lo spagnolo. Questo principalmente perché Djokovic ha mostrato di essere molto più difficile da sfondare dalla parte del rovescio che non da quella opposta, oltre che aver sbagliato alcune conclusioni piuttosto facili con il dritto su palle senza peso - come nel terzo match point della finale di Abu Dhabi.

Bautista Agut che nel secondo set sceglie di giocare più spesso il dritto incrociato piuttosto che il lungolinea contro Djokovic. Proprio nel secondo set la partita gira in favore dello spagnolo.

Qualche piccola insidia per Djokovic potrebbe cominciare già nel secondo turno, dove il serbo incontrerà il vincente tra Tsonga e Klizan. Il francese sembra essersi ripreso dopo la disastrosa condizione fisica con cui si è presentato in finale di Coppa Davis e a Brisbane ha battuto i due giovani promettenti australiani Kokkinakis e De Minaur. Klizan a sua volta ha perso solo da Seppi - poi finalista - a Sydney, e contro Djokovic ha vinto l'ultimo precedente sulla terra di Barcellona. Sia Tsonga che Klizan possono essere pericolosi sulla rapida superficie di Melbourne, per l'aggressività dei loro rispettivi servizi e soprattutto dei loro rispettivi dritti. La stessa cosa potrebbe avvenire al terzo turno, dove Djokovic presumibilmente affronterà uno tra Kokkinakis o più probabilmente Shapovalov, che oltre alla brillantezza del loro gioco aggiungono anche una spiccata dose di incoscienza giovanile, principalmente il canadese.

Più avanti nel torneo le maggiori insidie per Djokovic sembrano ancora provenire dai giovani. Agli ottavi potrebbe capitare Daniil Medvedev, che non ha assolutamente la consistenza per stare al passo con Djokovic in una giornata normale ma che possiede comunque un gioco estremamente piatto e aggressivo, fatto di continue accelerazioni lungolinea. Djokovic, poi, è stato probabilmente fortunato ad evitare sia Cilic che Anderson - molto pericolosi su questa superficie, soprattutto il secondo - fino alla finale, pescando Thiem e Nishikori, ma avrà in semifinale uno Zverev più consapevole rispetto agli anni passati o un Raonic apparso in forma nettamente migliore rispetto agli scorsi mesi, sempre se uscisse indenne da Kyrgios al primo turno e da uno tra Wawrinka e Gulbis al secondo.

Più in generale, però, Djokovic ha ormai raggiunto una maturità che lo rende in grado di alzare il livello del suo tennis quando conta, soprattutto nei match lunghi. Le recenti sconfitte contro Khachanov a Parigi-Bercy, contro Zverev alle ATP Finals e contro Bautista a Doha, potrebbero però togliergli quella punta di brillantezza e di fiducia che si potrebbe rivelare letale nei momenti decisivi, soprattutto se le partite dovessero vedere una preponderante incidenza del servizio con poche occasioni per rompere gli equilibri, in una superficie molto rapida. Tornato ormai ad essere il numero uno indiscusso, Djokovic ha ormai concluso il suo periodo di rinascita e di crescita mentale e, pur rimanendo il giocatore indiscutibilmente più forte e più continuo su questa superficie, ora è tornato ad avere tutto da perdere.

2. Federer e Zverev sono le prime alternative a Djokovic? Nadal non è sufficientemente in forma?

Iniziamo subito da una statistica uscita fuori qualche settimana prima dell'inizio del torneo: Rafael Nadal si è ritirato prima o durante un torneo sui campi duri in cemento 15 volte negli ultimi 16 appuntamenti, arrivando in fondo solamente nello scorso Master 1000 di Toronto, vinto contro Tsitsipas in finale. Questo dato è l'ennesimo elemento utile per corroborare la tesi secondo cui ormai i campi duri siano sempre più un problema per il corpo di Nadal, dotato ormai di un imponente chilometraggio.

All'altezza dello scorso torneo di Parigi-Bercy, oltretutto, Nadal ha approfittato dell'imminente pausa per sottoporsi a un intervento chirurgico alla caviglia. Questo lo porta ora ad essere apparso in ritardo di preparazione: nell'esibizione di Abu Dhabi ha praticamente smesso di giocare dopo un set contro Anderson - per un problema alla coscia - e anche nell'altra esibizione "Fast 4" di Melbourne, contro Kyrgios, Nadal è apparso piuttosto sgonfio muscolarmente e poco reattivo con i piedi. L'operazione alla caviglia a novembre risponde probabilmente alla necessità di arrivare al massimo della forma ad aprile, all'avvio della stagione su terra. Ciononostante, Nadal ha vinto proprio quel set che ha giocato in buone condizioni contro Anderson, ha poi battuto nettamente James Duckworth al primo turno stanotte e ha detto: «Fisicamente mi sento bene. È normale che all'inizio è più dura, ma ogni giorno che passa mi aiuta e ogni giorno mi sento meglio».

Cinque risposte di dritto giocate in anticipo - solitamente il punto debole del gioco di Nadal - danno allo spagnolo i break nel settimo e nono game del primo set contro Anderson ad Abu Dhabi.

Nadal ha modificato anche il movimento del servizio per dare più velocità al colpo e già lo scorso anno, a parte poi l'infortunio patito nei quarti contro Cilic, aveva mostrato una condizione fisica precaria nell'esibizione contro Gasquet per poi salire di livello durante l'Australian Open. Lo spagnolo in tabellone rischia però già contro de Minaur al terzo turno; ancor di più agli ottavi, dove potrebbe trovare uno tra il redivivo Berdych - su una superficie rapida che piace al ceco - o Schwartzman che è stato l'unico ad impensierirlo per due volte sulla terra lo scorso anno, adattandosi piuttosto bene alle traiettorie dello spagnolo (a Madrid contro Nadal ha colpito il 45% di palle in fase ascendente e il 24% al picco, al Roland Garros addirittura il 57% in fase ascendente e il 14% al picco, prima della sospensione per pioggia).

Questo suggerisce, quindi, che il principale avversario di Djokovic potrebbe non essere il numero 2 del seeding, ma più probabilmente i numeri 3 e 4, Federer e Zverev rispettivamente. I due si sono recentemente incontrati nella finale di Hopman Cup, dove lo svizzero si è preso la parziale rivincita della semifinale delle ultime ATP Finals. Nonostante la sconfitta piuttosto pesante (6-4 6-2), tuttavia, Zverev nel torneo per Nazioni di inizio anno ha confermato molti dei suoi progressi sul dritto effettuati dopo l'assunzione di Lendl come "supercoach": scende molto meglio sotto la palla sulle palle basse e distende con più facilità il braccio al momento dell'impatto, ottenendo un maggiore effetto-leva e giocando molto meglio i dritti lungolinea e a sventaglio.

I miglioramenti di Zverev sul dritto si vedono anche da questa ripresa. La palla è bassa ma il tedesco scende molto bene con il braccio decontratto, e lavora poi efficacemente con la mano destra per dare la frustata necessaria a dare la parabola per scavalcare la rete e far ricadere la palla immediatamente in campo, oltretutto con un colpo lungolinea molto preciso in larghezza.

La partita contro Federer alla Hopman Cup, tuttavia, ha messo a nudo ancora qualche difficoltà con il dritto in fase di risposta e sui cambi di ritmo con il back. Lo svizzero, a sua volta, ha optato per il serve and volley sistematico denotando una condizione atletica buona ma non sui livelli dell'Australian Open dello scorso anno, già leggermente inferiore rispetto al 2017, voglioso quindi di non affrontare troppi scambi da fondo. Federer è riuscito comunque a giocare tanti rovesci in top, sintomo in ogni caso di una buona forma fisica, e la superficie molto veloce dovrebbe favorirlo a danno di tutti i suoi principali avversari.

Federer, oltretutto, ha a disposizione un tabellone piuttosto agevole, con un'autostrada aperta fino ai quarti di finale. Monfils al terzo turno e Tsitsipas agli ottavi non sembrano gli avversari più pericolosi su questa superficie, mentre ai quarti la possibile rivincita della finale dello scorso anno contro Cilic promette scintille. Federer ha anche evitato Djokovic per la semifinale, dove dovrebbe affrontare uno tra Nadal e Anderson. Più insidioso il cammino di Zverev, chiamato probabilmente a una prova di maturità contro Simon al terzo turno e a un'altra agli ottavi contro Wawrinka, Raonic o Kyrgios. Pescare Coric o Thiem ai quarti di finale sul veloce eventualmente potrebbe essere una buona chance per abbattere finalmente il tabù della semifinale Slam, dove a quel punto dovrebbe stagliarsi la figura ingombrante di Djokovic. Ma dopo i recenti progressi e la vittoria contro il serbo nella finale del Master, Zverev sembra finalmente pronto per puntare concretamente al primo Slam in carriera.

3. La superficie dell'Australian Open sembra piuttosto veloce. Chi sono i possibili outsider del torneo?

Per la dodicesima stagione consecutiva il torneo si disputerà sulla superficie denominata Plexicushion, da tre anni ormai piuttosto veloce, come visto anche durante le qualificazioni di questo Slam e nei due tornei ATP propedeutici di Brisbane e Sydney, disputati sullo stesso terreno. La rapidità della superficie è molto simile anche a quella vista ad Abu Dhabi nel torneo di esibizione di fine 2018 e per questo motivo uno degli outsider più accreditati come possibile sorpresa per la vittoria del torneo è senza dubbio Kevin Anderson, capitato oltretutto nel quarto di finale con Nadal e dalla parte opposta di Djokovic.

Anderson dispone del gioco perfetto su questa superficie, con un gran servizio, ottimi colpi piatti lungolinea e anche un eccellente timing sulla risposta rapportato alla sua imponente statura, così come lo è la sua condizione atletica, apparsa perfino migliorata rispetto allo scorso anno. Ha già battuto Federer in uno Slam sul veloce l'anno passato - sull'erba di Wimbledon - e ha la solidità mentale e l'esperienza per puntare a un'altra finale in un Major, in una parte di tabellone dove gli avversari più pericolosi sono Nadal, Federer e Cilic.

Il servizio di Anderson non è solo potente, ma anche preciso. Sopra la grafica si riferisce alle prime quattro partite di Wimbledon 2018, la seconda a quelle di Toronto dove ha raggiunto la semifinale: Anderson serve almeno 2 volte su 3 molto vicino alle righe.

Si è preso una lunga pausa Marin Cilic, per ricaricare al meglio le pile dopo aver vinto la Coppa Davis in finale contro la Francia, e debutterà in questa nuova stagione direttamente proprio all'Australian Open. Il suo tabellone non è dei più semplici: al primo turno ha battuto Bernard Tomic, sempre esaltato dal pubblico di casa ed efficace sulle superfici veloci, poi potrebbe avere l'insidioso Mackenzie McDonald al secondo turno e Verdasco al terzo. Infine agli ottavi uno tra il galvanizzato Bautista Agut e Khachanov, mentre ai quarti dovrebbe arrivare Federer. Appare difficile che Cilic possa passare indenne attraverso tutti questi ostacoli e ripetere la finale dello scorso anno.

Dominic Thiem ad Abu Dhabi ha mostrato di stare ancora lavorando per adattarsi al meglio al veloce - ha eseguito molte più risposte efficaci in anticipo di dritto rispetto al solito, oltre ad aver confermato i progressi sul rovescio impattato vicino al campo - ma il suo piano di gioco sui campi molto rapidi è ancora poco equilibrato e troppo impaziente, e a Doha ha perso in due set contro Herbert su una superficie non particolarmente veloce. Meglio è andata a Kei Nishikori che ha vinto a Brisbane battendo Dimitrov e Medvedev e mostrando qualche miglioramento nella sicurezza sul dritto rispetto all'anno scorso - soprattutto al disastroso 6-0 6-1 incassato da Anderson al Master - ma andrà testato in impegni più probanti, anche se ha pescato una buona parte di tabellone con Fognini e Jarry principali minacce fino agli ottavi, anche se poi dovrebbe arrivare Djokovic ai quarti.

Un punto dove - tralasciando la discesa a rete un po' avventata - si vede la ritrovata sicurezza di Nishikori con il dritto, fin dalla risposta, ma soprattutto con le accelerazioni a sventaglio o in lungolinea - anche inside-in a un certo punto.

Altrettanto pericoloso su questa superficie sarà Tomas Berdych, che ha sconfitto nettamente Kyle Edmund al primo turno, è stato finalista a Doha ed è apparso in generale in ottima forma dopo tanti mesi di assenza. John Isner, invece ha già perso al primo turno in una sorta di derby americano degli spilungoni contro il giovane Reilly Opelka - alto 2,11 m - neanche a dirlo in 4 tie-break. A questo elenco si aggiunge Milos Raonic, che sembra più asciutto fisicamente e mobile sul campo. Il canadese oltretutto sembra aver migliorato il rovescio - sia in top in anticipo che quello tagliato, sempre più basso e velenoso - e a Brisbane ha perso per pochi punti un match contro Medvedev che ha controllato per lunghi tratti. Dovrà però vedersela con Kyrgios al primo turno e probabilmente con Wawrinka al secondo, apparso in ottima forma fisica a Doha ma su una superficie meno veloce di quella di Melbourne, che a sua volta dovrebbe penalizzarlo nell'eventuale confronto contro il canadese come nel lontano ottavo di finale del 2016.

Nonostante tutto, forse l'unico nome che può concretamente puntare alla vittoria finale tra questi possibili outsider sembra quello di Kevin Anderson, anche per il modo in cui ha fatto sudare Djokovic negli ultimi due confronti diretti sul cemento outdoor molto rapido, prima a Shanghai e poi nell'esibizione di Abu Dhabi. Nonostante le parole di Federer («Il favorito è Djokovic e dietro ci sono altri 10 tennisti che possono vincere il torneo») difficilmente il trionfatore dell'Australian Open 2019 sembra poter uscire da una rosa di 5 nomi: Djokovic, Federer, Nadal, Zverev, Anderson.

4. Da quali giovani è lecito aspettarsi degli exploit?

Nella notte sono già arrivati i primi verdetti: hanno passato il turno forse i tre giovanissimi più attesi (escluso Shapovalov), cioè Tsitsipas, Khachanov e de Minaur. Ad essi si sono aggiunti gli statunitensi Tiafoe, Opelka e Fritz, tutti e tre molto pericolosi sul veloce, con Opelka che è reduce da tre vittorie a Sydney e aspira a diventare il nuovo Isner - e tanto per cominciare lo ha battuto stanotte. Contro McDonald si è fermato invece Andrey Rublev, il cui gioco estremamente rapido e brillante necessita di uno smalto senza il quale tende a perdere il ritmo mentale nella partita, avendo confermato le brutte sensazioni lasciate dalla sconfitta contro Nishioka a Sydney.

Nonostante siano stati forse i giocatori più progrediti nel 2018, Tsitsipas e Khachanov non sembrano i profili migliori per realizzare un upset su una superficie così veloce. Il russo ad Abu Dhabi ha mostrato soprattutto contro Djokovic quanto sia efficace su una superficie più lenta, come appunto quella di Parigi-Bercy su cui ha trionfato. Nell'ultimo Master 1000 del 2018 Khachanov aveva surclassato Djokovic negli scambi sopra a 4 colpi e lo aveva battuto per 9-7 anche per quelli con almeno 10 colpi, mentre ad Abu Dhabi contro il serbo la sua ampia apertura di dritto gli ha causato maggiori problemi nel timing sulla zona destra di campo.

Tsitsipas a sua volta è sembrato aver compiuto quello step fisico che ci si aspettava dall'anno scorso, avendo aggiunto qualche chilo di muscoli e avendo migliorato anche la rapidità e la precisione negli spostamenti laterali. Sembra stia ora lavorando su un punto debole mostrato l'anno scorso, cioè la continuità nel rovescio in anticipo, ma pur avendo mostrato progressi non riesce ancora ad avere con continuità il timing giusto nel puntare sempre la gamba destra davanti e impattare in fase ascendente. Solitamente per avere più regolarità con quel colpo si aiuta con un po' di top spin come tutti i giocatori con il rovescio a una mano (contro Andreozzi a Sydney il suo rovescio viaggiava in media 94 centimetri sopra la rete, mentre il dritto solo 64) ma soprattutto nella sconfitta contro Seppi - sempre a Sydney - l'altoatesino più volte lo ha sfondato proprio sul lato del rovescio.

Seppi che insiste di continuo sul lato sinistro di Tsitsipas, pesca il greco in ritardo sull'ultimo rovescio. Tsitsipas si aiuta con il top spin, che però non è incisivo sulla superficie rapida di Sydney e rallenta il gioco, permettendo a Seppi di accelerare violentemente dalla parte opposta. Tsitsipas va in affanno con il dritto e sbaglia la misura del colpo.

Ci si aspetta qualcosa in più da de Minaur, che per il secondo anno consecutivo ha raggiunto la finale a Sydney - stavolta l'ha vinta - e non sembra subire le pressioni del pubblico di casa, anche se avrà Nadal al terzo turno. Allo stesso modo sarà interessante testare Shapovalov - che potrebbe avere Kokkinakis al secondo turno e soprattutto Djokovic al terzo - e Medvedev, che sembra avere un buon tabellone fino agli ottavi e che è sempre molto pericoloso sul veloce. Difficile secondo turno per Chung contro Querrey o Herbert, soprattutto nel precario stato di forma mostrato dal coreano ormai da circa 9 mesi, mentre Borna Coric ha pescato Thiem agli ottavi e potrebbe regalarsi un quarto di finale contro Zverev, dove però partirebbe sfavorito vista la superficie veloce, non la più congeniale al croato.

Forse, visti i tabelloni, appare complicato che sia questo Australian Open lo Slam dove un giovanissimo possa puntare ad andare fino in fondo. Il più accreditato per un exploit su questa superficie è probabilmente Shapovalov, ma ha pescato il giocatore più forte. Chi potrebbe fare più strada invece è forse Khachanov, che avrà probabilmente Bautista al terzo turno e Cilic agli ottavi, salvo poi ritrovarsi Federer ai quarti e uno tra Nadal e Anderson in semifinale. Ma forse dei giovani chi sembra più pronto per un exploit, in relazione al proprio livello, è proprio Alexander Zverev.

5. Che percorso attende gli italiani?

Nella notte sono arrivate sostanzialmente buone notizie per i colori azzurri. Ha perso Matteo Berrettini, che aveva vinto il primo set contro Tsitsipas, e sostanzialmente questa era una sconfitta da mettere in preventivo. Hanno risposto invece presente sia Stefano Travaglia contro l'argentino Andreozzi, sia Thomas Fabbiano contro la wild card Kubler, sia soprattutto Andreas Seppi. L'altoatesino negli ultimi mesi ha fatto i conti con l'anca e ha spesso dovuto interrompere l'attività per delle infiltrazioni, ma dopo il durissimo torneo di Sydney in cui ha raggiunto la finale - altrettanto dura, persa 7-5 7-6 contro de Minaur - Seppi si è ritrovato a giocare il primo giorno contro un avversario pericoloso come Steve Johnson e questa nuova vittoria vale doppio.

Più difficili sembrano gli impegni dei nostri portacolori nella parte alta. L'unico a partire favorito è Fabio Fognini in uno scontro comunque complicato e insidioso con il giovane emergente Jaume Munar, mentre il generoso Luca Vanni si è qualificato ma ha pescato Carreño Busta in una partita forse da pronostico chiuso. Sembra partire leggermente sfavorito anche Marco Cecchinato contro Filip Krajinovic, nonostante la classifica, anche se il palermitano ha messo in cascina una bella semifinale a Doha mentre il serbo manca da Parigi-Bercy. Le caratteristiche tecniche dei due sembrano però nettamente favorevoli a Krajinovic su questo tipo di superficie, più rapida di quella di Doha. In ogni caso su questo terreno Cecchinato potrebbe soffrire eventualmente anche contro Donskoy al secondo turno e al terzo turno dovrebbe avere Borna Coric.

Nel secondo turno Travaglia avrà Basilashvili, fresco nuovo top 20 ma con il rendimento piuttosto altalenante, anche se sembra un impegno proibitivo per il marchigiano. Fabbiano invece ha molte più chance contro Opelka, nel più classico contrasto di stili nel tennis moderno, visto che il pugliese potrà provare a disinnescare il terribile servizio del giovane americano grazie al suo fantastico timing in risposta. Eventualmente al terzo turno, tuttavia, la strada sembra sbarrata sia contro Cuevas che soprattutto contro Dimitrov, apparso in buona forma - soprattutto con il dritto - anche se non all'altezza del 2017.

I più accreditati a fare risultato sembrano quindi Seppi e Fognini, con il ligure che potrebbe fermarsi agli ottavi contro Nishikori - ma prima deve passare su Carreño Busta e sul pericoloso cileno Nicolas Jarry. Seppi invece ora ha un impegno fattibile contro Jordan Thompson e al terzo turno lo aspetta una sfida interessantissima ma non impossibile, sia contro uno dei favoriti - Kevin Anderson - sia contro uno dei giovani emergenti, vale a dire Tiafoe, apparso comunque ancora troppo incostante nel suo rendimento a Sydney. Dovesse passare queste sfide difficili ma non impossibili, Seppi potrebbe avere un ottavo di finale contro Dimitrov che in effetti è uno dei giocatori migliori da poter affrontare a quel livello di torneo per un giocatore non testa di serie, soprattutto per chi - come l'altoatesino - apprezza particolarmente questa superficie.

6. Quali sono i primi turni da non perdere assolutamente?

Si è appena conclusa la sfida tra Bautista Agut e Murray, estremamente carica di contenuti sia dal punto di vista tecnico che soprattutto romantico. Come prevedibile, Cilic si è sbarazzato di Tomic, in una partita che si preannunciava più interessante di quanto in realtà è stata. Nella parte bassa al secondo turno sarà sicuramente interessantissimo testare Tiafoe contro Anderson, una partita per nulla scontata vista l'esplosività dell'americano, che oltretutto non ha assolutamente nulla da perdere. Più chiusa dal punto di vista del pronostico, ma estremamente affascinante vista la quantità di talento e la qualità tecnica in campo, sarà la sfida tra Roger Federer e Daniel Evans al secondo turno, al rientro finalmente in un grande torneo dopo la squalifica per uso di cocaina.

Capace di un colpo spettacolare come questo nelle qualificazioni.

Nella parte bassa sarà interessante anche testare se Berdych proseguirà il suo momento di forma contro un giocatore sempre pericoloso su questi campi come Robin Haase. Molti dei primi turni più interessanti, tuttavia, sono concentrati nella parte alta: Raonic sfiderà Kyrgios e Wawrinka se la vedrà con Gulbis, e i rispettivi vincitori si sfideranno poi al secondo turno. Tra queste due sfide quella che potrebbe deludere di più è forse quella in cui è coinvolto lo svizzero, apparso in ottima forma a Doha, ma su una superficie così veloce Gulbis potrebbe comunque avere qualche chance in più del solito.

Altrettanto scoppiettante per contrasto di stili, e per le difficoltà di Thiem sui campi molto veloci, si preannuncia il primo turno tra l'austriaco e il sempre imprevedibile Benoit Paire. Interessante anche la sfida tra un altro francese, Tsonga, e lo slovacco Martin Klizan, con in palio Djokovic al secondo turno. Bei contrasti di stili anche nelle sfide tra Cecchinato e Krajinovic e tra il bombardiere Querrey e il volleatore Herbert, mentre i potenziali secondi turni più interessanti della parte alta sembrano essere quello tra Thiem e Mischa Zverev (altro estremo contrasto di stili), quello appunto tra Djokovic e il vincente di Tsonga-Klizan, quello possibile tra Shapovalov e Kokkinakis nel derby tra giovani e, senza bisogno di sottolinearlo ulteriormente, quello tra Wawrinka e Raonic.

L'urna in ogni caso sembra aver prodotto un tabellone piuttosto ben distribuito, forse leggermente più concentrato di nomi pesanti nella parte bassa - quella di Nadal, Federer, Anderson e Cilic - ma in ogni caso abbastanza equilibrato e capace di generare numerose sfide interessanti tutti i giorni. L'auspicio di tutti, come sempre, è che ogni giocatore si presenti al massimo della forma per fare sì che all'attesa della nuova stagione corrisponda un adeguato spettacolo in campo, come nelle ultime edizioni.

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